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Cronaca

Bimba di 2 anni morta di encefalite: “Ci avevano detto nulla di grave”

I familiari della piccola puntano il dito contro l’ospedale di Gallipoli: “Perso tempo prezioso che le avrebbe potuto salvare la vita”

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Secondo i familiari della piccola Ludovica Puce, scomparsa lo scorso 29 dicembre a soli due anni e mezzo d’età, i medici del nosocomio di Gallipoli non avrebbero riconosciuto la patologia che affliggeva la loro figlia, perdendo del tempo prezioso che sarebbe risultato fatale per la vita della loro bambina.


Ora si indaga sul decesso della piccola che, dopo esser arrivata in nosocomio con 41 di febbre il giorno di Santo Stefano, si è spenta per una encefalite fulminante pochi giorni dopo al Vito Fazzi di Lecce.


Assistiti dal legale Alessandro Greco, i familiari denunciano mancanze nel primo soccorso, avvenuto nel nosocomio gallipolino. A loro dire, secondo quanto riporta Ansa, qui si sarebbe perso tempo prezioso e alla piccola non sarebbe stato diagnosticato “nulla di grave”.

E ancora, la bambina sarebbe stata lasciata un’ora e mezza su un lettino senza cure e in stato di incoscienza per poi essere trasferita al Vito Fazzi di Lecce solo dopo l’insistenza dei genitori. Un trasferimento in codice verde cui, all’arrivo a Lecce, ha fatto seguito un ricovero in codice rosso, una serie di esami, una Tac e l’intubazione.


Sarà la Procura di Lecce a dover valutare se vi sono state responsabilità professionali dei medici nel decesso Ludovica, la cui morte è probabile conseguenza di un virus influenzale.


Attualità

Consiglio di Stato riabilita Centro diagnostico di Castrignano dei Greci

Istituto Santa Chiara: sospesi i provvedimenti regionali di revoca dell’autorizzazione all’esercizio e dell’accreditamento istituzionale. Decisiva la norma derogatoria che consente ai medici con esperienza pluriennale qualificata in radiologia di continuare a svolgere tale attività pur senza titolo di specializzazione

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Riapre il Centro diagnostico Istituto Santa Chiara di Castrignano dei Greci.

Il Consiglio di Stato sospende i provvedimenti regionali di revoca dell’autorizzazione all’esercizio e dell’accreditamento istituzionale.

Con ordinanza n. 72 del 10.01.2025 il Consiglio di Stato (Pres. R. De Nictolis; Rel. R. Cerroni) ha accolto l’appello proposto dall’ Istituto Santa Chiara e, in riforma della pronuncia del TAR Lecce, ha sospeso i provvedimenti della Regione Puglia che avevano disposto la chiusura del Centro diagnostico di Castrignano dei

Greci.

Il Consiglio di Stato, condividendo le tesi dei difensori dell’Istituto Santa Chiara, avv.ti Saverio Sticchi Damiani e Vincenzo Di Gioia, ha ritenuto prive di fondatezza le ragioni giuridiche a sostegno dei provvedimenti assunti dalla Regione Puglia che,

accogliendo la segnalazione di una struttura diagnostica concorrente sul territorio, aveva disposto la chiusura del predetto Centro in quanto nello stesso operava (da molti anni e senza contestazione alcuna, nonostante le comunicazioni effettuate alla ASL di competenza e alla stessa Regione) un medico che, seppur privo del titolo di specializzazione in radiologia, aveva tutti i requisiti previsti dall’art. 159 comma 15 del d.lgs. 101 del 2020, norma derogatoria che consente ai medici con esperienza pluriennale qualificata in radiologia di continuare a svolgere tale attività.

La Regione Puglia, nonostante il parere contrario del Ministero della Salute che aveva ritenuto il medico in questione in possesso di tutti i requisiti per poter svolgere l’attività di radiologo (che svolgeva da oltre 20 anni), ha ritenuto che il professionista non

potesse svolgere tale attività e, in specie, non potesse redigere referti radiologici.

Il Consiglio di Stato, riformando il pronunciamento del TAR Lecce conforme alle tesi dell’amministrazione regionale, ha invece ritenuto che «l’art. 159, co. 15 d.lgs. 101/2020 si inquadra come norma primaria a valenza derogatoria ispirata dalla ratio di consentire l’utile espressione della professionalità medica specialistica acquisita sul campo – in forza di documentati titoli di servizio – pur in assenza della specifica specializzazione nel campo radiodiagnostico; – la prosecuzione dell’attività deve essere interpretata a tutto campo come comprensiva anche del segmento di refertazione, che rappresenta con tutta evidenza un “di cui” della prestazione medico-specialistica senza far luogo a parcellizzazioni irragionevoli e diseconomiche».

Rilevato, altresì, «che i profili di periculum in mora allegati da parte appellante si presentano significativi e tangibili».

«La riapertura del Centro diagnostico», commentano dall’Istituto Santa Chiara «consente al personale impiegato (oltre 15 dipendenti) di ritornare a lavorare presso la struttura, salvaguardando i livelli occupazionali e alla popolazione del territorio di poter fruire di una struttura presente da oltre 10 anni, evitando non solo di compromettere in modo irreversibile l’equilibrio finanziario dell’Istituto Santa Chiara, ma soprattutto di disperdere un bagaglio di esperienze e competenze professionali che sono invece fondamentali per il funzionamento del SSN in un ambito territoriale critico come quello della ASL Lecce in cui si registrano lunghissime liste d’attesa, anche per importanti prestazioni salvavita come quelle erogate dall’Istituto Santa Chiara nel Centro di Castrignano dei Greci».

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Cronaca

Picchiava la mamma per acquistare da bere, si aprono le porte del carcere

Dovrà scontare un anno di galera per ripetuti atti di prevaricazione e aggressioni fisiche, accompagnate da sistematiche richieste di denaro finalizzate all’acquisto di bevande superalcoliche, spesso sfociate in episodi di grave violenza

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La polizia tratto in arresto un 46enne disoccupato di Gallipoli, gravato da numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio e la persona, in esecuzione di Ordine di Carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Lecce.

Il provvedimento restrittivo nasce da una sentenza di condanna di reclusione ad un anno per reati di maltrattamenti verso familiari, compiuti dall’uomo in Gallipoli nel periodo compreso tra il 2016 e il 2017.

Le indagini, svolte dal Commissariato di Gallipoli, delinearono un quadro familiare caratterizzato da violente sopraffazioni ai danni della madre con la quale l’arrestato coabitava presso un’abitazione.

Si trattava, sostanzialmente, di ripetuti atti di prevaricazione e aggressioni fisiche, accompagnate da sistematiche richieste di denaro finalizzate all’acquisto di bevande superalcoliche, spesso sfociate in episodi di grave violenza.

La cornice gravemente indiziaria delineatasi a margine delle indagini, determinò in un primo momento, l’arresto in flagranza di reato del 46enne che all’epoca fu ristretto in carcere in regime cautelare.

Per effetto dell’ordine di carcerazione odierno, è stato nuovamente tratto in arresto e tradotto presso la casa circondariale “Borgo San Nicola”, ove permarrà per l’espiazione della pena residua stabilita dal Tribunale di Lecce.

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Cronaca

Precipita nel vuoto: giovane donna in codice rosso

Tragedia sfiorata e corsa in ospedale verso Tricase dal centro abitato di Diso

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Tragedia sfiorata nel centro abitato di Diso in questa domenica di pioggia.

Nel primo pomeriggio, una ragazza è precipitata nel vuoto da un edificio, schiantandosi al suolo dopo un volo di diversi metri.

Gli operatori del 118 che l’hanno soccorsa l’hanno trasportata d’urgenza in ospedale a Tricase, in codice rosso.

Diverse le fratture e le ferite riportate, soprattutto al volto ed a livello toracico. Le condizioni sono critiche ma si spera possa essere presto fuori pericolo di vita.

Sul luogo dell’accaduto anche le forze dell’ordine, per far luce sull’episodio: da chiarire se si sia trattato di incidente o di gesto volontario.

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