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Cronaca

Difficoltà nei soccorsi: 9 ore per trasportare uomo obeso

Operazione dei vigili del fuoco a Presicce : malcapitato consegnato al pronto soccorso di Tricase

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Emergenza domestica nella mattinata di oggi a Presicce dove è stato necessario l’intervento degli uomini del 115 per espletare un’azione di soccorso in favore di uomo sopra i 200 chili.


Le operazioni, nel centro abitato presiccese, si sono subito rivelate proibitive. I pompieri, giunti dal distaccamento di Tricase, hanno dovuto richiedere l’intervento di un altro mezzo.


L’emergenza si è protratta per ben 9 ore, mentre le condizioni del malcapitato peggioravano di minuto in minuto.

Nel pomeriggio i pompieri sono fortunatamente riusciti a condurre l’uomo in ospedale, a Tricase, scongiurando un tragico epilogo. Qui, il paziente è stato affidato al pronto soccorso in condizioni gravi.


Cronaca

«Stop al dumping contrattuale»

Il fenomeno dilaga nel Salento a scapito di lavoratori e aziende virtuose. Dopo i casi Supermonte e Cds e di tante piccole aziende artigianali, del turismo e del terziario, la Cgil denuncia: «Condizioni peggiorative su diritti e salari. Danno alla contrattazione collettiva»

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Il dumping contrattuale è l’applicazione di contratti di lavoro firmati da organizzazioni datoriali e sindacali scarsamente rappresentative del settore, sottoscritti con una precisa finalità: fare concorrenza alle aziende più virtuose e rispettose delle regole, attraverso la riduzione dei costi e il peggioramento delle condizioni di lavoro.

Una vera e propria contrattazione “pirata”, che genera fenomeni dannosi di concorrenza sleale tra le imprese, a danno degli imprenditori che giustamente, ricercano e favoriscono lo sviluppo delle migliori professionalità.

Il fenomeno interessa principalmente quei settori contraddistinti da attività di lavoro molto intense, dove le pressioni competitive sul costo del lavoro sono maggiori; per questo è particolarmente esteso nel settore dei pubblici esercizi.

La Cgil Lecce chiede una levata di scudi da parte di lavoratori, imprese, associazioni datoriali, consulenti e politica a tutela del contratto collettivo sottoscritto dai sindacati maggiormente rappresentativi, ossia le federazioni aderenti a Cgil, Cisl e Uil.

Contratti che garantiscono, dopo decenni di lotte, un miglior trattamento economico a favore dei lavoratori ed una migliore tutela sul fronte dei diritti.

Mirko Moscaggiuri

«I tre giorni consecutivi di sciopero alla Supermonte e la vicenda di una grande catena alberghiera come Cds devono far riflettere sul terremoto sul piano economico, dei diritti acquisiti e della disparità di trattamento, che sta creando il dumping contrattuale», dice Mirko Moscaggiuri, segretario confederale della Cgil Lecce con delega alle Politiche per il lavoro.

 Lavoro al ribasso

«Quel che sta avvenendo in moltissime aziende salentine ci preoccupa», dice il sindacalista, «l’applicazione di contratti collettivi peggiorativi per i lavoratori rischia di indebolire un tessuto occupazionale già fragile. Sono infatti sempre di più le aziende che intendono competere applicando accordi collettivi che tagliano i salari e riducono i diritti dei lavoratori».

L’ultimo caso è quello della Supermonte di Leverano, che dal 1° settembre applica un contratto collettivo diverso da quello sottoscritto da Fiom, Fim e Uilm: fatto che ha convinto i lavoratori a scioperare in massa (per quattro volte, con tre giornate consecutive e adesione al 90%).

Non è un caso isolato: tempo fa anche una grande azienda del turismo, la Cds Hotel, ha scelto di tagliare sul costo del lavoro.

Esistono poi centinaia di micro e piccole imprese che applicano contratti collettivi di questo tipo, molto diffusi ormai soprattutto nel turismo e nel terziario (ma nessun settore è completamente immune dal fenomeno).

«Accordi», sottolineano dai sindacati, «che si configurano come vera e propria concorrenza sleale tra imprese e tra lavoratori, che inquinano il mercato del lavoro colpendo le buste paga e rendendo il lavoro sempre più povero.

Addirittura, in molti casi, si lega l’andamento di alcuni elementi della retribuzione agli indici Istat regionali: un vero e proprio ritorno al passato ed alle gabbie salariali, che crea intollerabili differenze tra i lavoratori italiani e che svilisce la contrattazione aziendale e territoriale».

 Concorrenza sleale

Alcuni esempi per comprendere gli effetti sui lavoratori che spesso inconsapevolmente firmano questo tipo di contratti di lavoro. Innanzitutto, ratificano un pesante sotto-inquadramento in varie mansioni; le retribuzioni tabellari e di primo ingresso sono sensibilmente più basse (anche per centinaia di euro in meno al mese).

Laddove è prevista per i contratti Cgil, Cisl e Uil, spesso il contratto “alternativo” elimina la quattordicesima e prevede deroghe peggiorative per diversi istituti previsti dalla legge, finanche su lavoro straordinario, turni, riposi settimanali, ferie.

In caso di malattia, si taglia il pagamento parziale a carico delle aziende nei primi tre giorni; in alcuni casi si procede addirittura alla visita di controllo in caso di infortunio sul lavoro.

C’è poi un altro nodo centrale, quello della flessibilità contrattuale: i contratti “minori” allargano le maglie su lavoro intermittente, part-time e interinale.

Mortificano il diritto allo sciopero (le aziende possono sostituire i lavoratori scioperanti con addetti a termine o intermittenti) e depotenziano la clausola sociale nei cambi di appalti.

Tutto ciò, oltre che deteriorare il sistema dei diritti e delle retribuzioni, si configura come un dumping contrattuale, cioè l’applicazione di contratti di lavoro firmati da organizzazioni datoriali e sindacali scarsamente rappresentative del settore, sottoscritti con la precisa finalità di fare concorrenza alle aziende più virtuose e rispettose delle regole, attraverso la riduzione dei costi e il peggioramento delle condizioni di lavoro.

Numeri

Al Consiglio nazionale economia e lavoro (Cnel) sono depositati 992 contratti collettivi nazionali di lavoro nel settore privato, che tutelano 13.362.921 dipendenti (dati aggiornati al 31 dicembre 2023, riportati negli allegati). I contratti sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative (aderenti a Cgil, Cisl e Uil) sono 210 e “coprono” il 96,5% dei lavoratori con contratto collettivo noto.

«Bisogna stare attenti, perché a lungo andare il lavoro cattivo rischia di scacciare quello buono. Questa deriva va fermata al più presto», dice Moscaggiuri, «come si può evincere dai report del Cnel decine di contratti sono applicati spesso a pochissimi lavoratori, molto spesso meno di 10 a livello nazionale. Una proliferazione che svilisce i lavoratori ed il ruolo della contrattazione collettiva, visto che chiunque può inventarsi un’associazione datoriale e trovare un sindacato minore pronto a firmare qualsiasi tipo di accordo. Un fenomeno che sta creando intollerabili disparità di trattamento. Serve al più presto una legge sulla rappresentanza per rendere efficaci nei confronti di tutti i lavoratori le migliori condizioni garantite dai contratti firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi. Su questa richiesta serve una convergenza tra imprese, lavoratori, associazioni datoriali e sindacali e politica. Sarebbe interessante, per esempio, sapere che cosa pensano i rappresentanti dei cittadini del trattamento peggiorativo riservato da molte imprese ai lavoratori salentini», conclude il segretario confederale.

 

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Cronaca

Evaso dal carcere di Lecce, arrestato nel Barese

L’uomo era presso l’infermeria dell’istituto carcerario, quando ha eluso i controlli, scavalcando il cancello di cinta e le recinzioni e facendo perdere le proprie tracce. I carabinieri lo hanno intercettato in compagnia della moglie in un casolare in aperta campagna a Grumo Appula

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I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Taranto, con il supporto tecnico del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri, nonché con la collaborazione, in fase esecutiva, dello Squadrone Eliportato Cacciatori Carabinieri Puglia, del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese e con l’ausilio di militari del Comando Provinciale di Bari, nonché del Nucleo investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria del capoluogo pugliese, hanno arrestato un 29enne, evaso dal Carcere di Lecce il 14 settembre scorso.

L’operazione è stata possibile grazie ad un’incessante attività info-investigativa, avviata all’indomani dell’evasione dal carcere di Lecce, struttura nella quale l’arrestato sarebbe dovuto restare, per l’espiazione di una pena detentiva, sino al 2028.

L’uomo, approfittando di trovarsi momentaneamente presso l’infermeria dell’istituto carcerario, ha eluso i controlli, scavalcando il cancello di cinta e le varie recinzioni presenti, facendo perdere, momentaneamente, le proprie tracce.

Il 29enne è stato rintracciato nei pressi di Grumo Appula, in provincia di Bari, in aperta campagna.

Insieme alla moglie, si sarebbe nascosto all’interno di un casolare molto isolato, allo scopo di eludere eventuali controlli.

All’operazione, durata dalle prime luci dell’alba sino alla sera, hanno preso parte oltre 50 militari dell’Arma, coordinati delle Procure della Repubblica di Lecce e Bari.

All’interno dello stabile, sono stati rinvenuti, grazie ad un’accurata perquisizione, circa 50 grammi di hashish, nonché un microcellulare, presumibilmente utilizzato per le comunicazioni necessarie a guadagnarsi la fuga.

Al termine delle procedure di rito, fatta salva la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, l’arrestato è stato associato alla Casa Circondariale di Taranto, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

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Appuntamenti

DDL Sicurezza, domani sit-in dei sindacati davanti la Prefettura

“No al Decreto-Sicurezza, no alla repressione”, dalle ore 16, in viale XXV Luglio. Manifestazioni in programma in tutta Italia

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Cgil e Uil di Lecce organizzano un presidio davanti alla Prefettura in viale XXV Luglio a Lecce per contrastare il DDL Sicurezza, «una norma pericolosa che minaccia i principi fondamentali della nostra democrazia».

L’iniziativa di domani (dalle 16 alle 18) fa seguito alla manifestazione nazionale con presidio davanti al Senato in programma questo pomeriggio.

Al sit-in in programma a Lecce, aperto a tutti, hanno già aderito le associazioni Arci e Sindacato studentesco.

«Riteniamo doveroso contrastare una norma che ha il chiaro intento di azzerare la libertà e il diritto di manifestare il proprio dissenso», sottolineano Tommaso Moscara, segretario generale della Cgil di Lecce e Mauro Fioretti, coordinatore territoriale della Uil, «parliamo di un ddl che introduce nuovi reati penali, prevedendo il carcere per chi occupa strade e spazi pubblici o privati, limitando così le iniziative e le mobilitazioni sindacali. Silenziare il dissenso mette a rischio la nostra capacità di difendere i posti di lavoro e di contrastare le crisi aziendali e occupazionali! Non solo. Questo ddl prevede anche misure gravissime come l’incarcerazione di donne in gravidanza o con figli entro un anno di età e introduce il reato di resistenza passiva, rendendo impossibile ogni forma di dissenso pacifico, spesso necessaria di fronte alle condizioni disumane di molte carceri. Ripropone interventi securitari e criminalizzanti nei confronti dei migranti, mentre il Governo sceglie di abolire crimini contro la pubblica amministrazione, spesso indicatori di infiltrazioni mafiose».

«Queste», concludono Moscara e Fioretti, «sono solo alcune delle ragioni per le quali portiamo avanti la mobilitazione contro un ddl pericoloso per la democrazia del Paese».

Oggi si può ancora dissentire. Domani chissà…

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