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Cronaca

Due quintali di fumo sull’acquascooter

Dopo un movimentato inseguimento, la Guardia di Finanza ferma due potenti moto d’acqua che trasportavano oltre due quintali di marijuana. Arrestato scafista albanese

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Movimentata notte nelle acque antistanti San Cataldo di Lecce. Poco prima dell’alba, due potenti acquascooter sono incappati nelle maglie del dispositivo di vigilanza quotidianamente dispiegato dal Reparto Operativo Aeronavale di Bari, coordinato con il Gruppo Aeronavale di Taranto. Le due veloci moto d’acqua sono state intercettate a poche miglia dalla costa da un elicottero delle fiamme gialle che perlustrava il tratto di mare. i due mezzi, favoriti dall’oscurità e dalle buone condizioni del mare, contavano di toccare terra per consegnare il corposo carico di stupefacenti. Ad insospettire i finanzieri è stata proprio la l’insolita circostanza di trovare, a quell’ora e a quella distanza dalla costa, gli acquascooter che viaggiavano a grande velocità.


Sui mezzi avvistati sono state quindi convogliate le veloci motovedette della Guardia di Finanza alla vista delle quali gli scafisti hanno iniziato a lanciare parte del carico in mare, nel tentativo di sottrarsi alla cattura ed aumentato la velocità cercando di raggiungere terra. Uno dei due acquascooter, dopo un movimentatissimo inseguimento, reso ancor più difficoltoso oltre che dall’oscurità anche dalle pericolose manovre poste in essere dallo scafista, veniva catturato in mare.


L’altro mezzo, vista la vicinanza della costa e il vantaggio acquisito, toccava terra in località Frigole e lo scafista riusciva a fuggire verso l’interno, col favore dell’oscurità. Sul posto varie pattuglie sopraggiunte avviavano le ricerche che sono tuttora in corso.


I finanzieri conducevano presso gli ormeggi della Sezione Operativa Navale di Otranto e sottoponevano a sequestro i due mezzi e lo stupefacente recuperato a bordo e in mare, per complessivi 214 kg di marijuana che, se giunti sulle piazze di spaccio avrebbero fruttato all’organizzazione criminale oltre due milioni di euro. Lo scafista fermato, il trentasettenne T.L. albanese di Valona, con precedenti penali specifici in Italia in materia di stupefacenti, veniva arrestato in flagranza di reato per detenzione e traffico di stupefacenti nonché per violazioni al codice della navigazione e alla sicurezza in mare.

Sono in corso approfondimenti per individuare i destinatari della droga in Italia e i canali di approvvigionamento in Albania ed in tal senso preziosa sarà la collaborazione della Polizia del Paese delle Aquile.


Oggetto di particolare approfondimento investigativo sarà anche la modalità di trasporto della droga, a mezzo moto d’acqua che pare abbiano attraversato di notte il tratto di mare adriatico che separa la costa pugliese dalla vicina sponda balcanica.


Quello di stanotte è il quarto grosso sequestro di droga in mare compiuto dalle Fiamme Gialle pugliesi che in meno di un mese hanno sequestrato circa due tonnellate di stupefacenti, sottratti al fiorente illegale mercato estivo dello spaccio ed assicurato alla giustizia quattro trafficanti.


Cronaca

Rissa nella notte a Ruffano

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Rissa nella notte a Ruffano con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di persone.

L’episodio si è verificato in piazzetta Mons. Fiorito, attorno all’una. Protagonisti due gruppi di giovani che stavano trascorrendo la serata all’aperto.

A scatenare la violenza sarebbero state delle attenzioni di troppo rivolte da qualcuno nei confronti di una donna.

In pochi attimi, dalle parole si è passati ai fatti ed i due gruppi, una ventina di persone in totale dall’età compresa tra i 20 ed i 30 anni, si sarebbero ritrovate nella zuffa.

Dai residenti in zona è partita una chiamata ai numeri d’emergenza. Sul posto sono accorsi i carabinieri, ma al loro arrivo i due gruppi si erano dileguati. Sul luogo le tracce della colluttazione, anche delle macchie di sangue. Nessuno si sarebbe recato nei vicini ospedali e, di conseguenza, nessuno al momento è stato identificato, ma si indaga sull’accaduto.

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Cronaca

37enne arrestato dalla Polizia con cocaina, marijuana e hashish

L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina…

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Nella giornata di ieri, a Lecce, la Polizia ha arrestato un uomo di 37 anni, responsabile del reato di detenzione finalizzata alla cessione a terzi di sostanza stupefacente.

Da un’attività informativa appresa in precedenza, la Sezione Narcotici di Lecce è venuta a conoscenza che un soggetto incensurato era dedito alla vendita di sostanze stupefacenti e che la base logistica dell’attività illecita era un appartamento in città.

I poliziotti a seguito di queste informazioni hanno dato avvio ad un servizio di appostamento ed osservazione grazie al quale, nella decorsa serata, hanno intercettato il 37 enne.
Nonostante l’indagato abbia tentato di condurre gli agenti presso altra dimora, indicata quale residenza, il compendio informativo in possesso degli investigatori confermava i sospetti acquisiti nella fase info-investigativa, pertanto il personale della narcotici procedeva alla perquisizione domiciliare nell’abitazione già posta sotto osservazione e nella disponibilità del sospettato.

L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina.

A riscontro della detenzione finalizzata alla cessione a terzi, vi era materiale idoneo al confezionamento, bilancini e circa 1.600 euro in contanti.

Colto in flagrante l’uomo incensurato, è stato arrestato, e posto agli arresti domiciliari, come disposto dal P.M. del Tribunale di Lecce.

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Attualità

Il Tar respinge ricorso per apertura sala giochi a Matino

Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”…

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Il Tribunale Amministrativo per la Puglia – Lecce (Sezione Terza) ha respinto il ricorso di una ditta che aveva richiesto l’autorizzazione per aprire una sala giochi a Matino.

L’immobile scelto per ospitare l’attività supera i limiti minimi (250 metri) di distanza da luoghi sensibili, nella fattispecie una struttura sanitaria.

La ditta ricorrente aveva presentato un primo ricorso nel 2020 contro il Comune di Matino, per richiedere l’annullamento del provvedimento emesso dal Responsabile del Settore Promozione strategica del territorio con il quale si negava “il rilascio dell’autorizzazione per l’attività di sala giochi”.

Le ragioni con le quali si respingeva la richiesta, come riporta il documento, fanno rifermento al fatto che “l’immobile in argomento non rispetta quanto previsto in merito alle distanze dai luoghi sensibili indicati dalla stessa“.

L’appellante aveva contestato il provvedimento per “eccesso di potere: illogicità e violazione del principio di proporzionalità”, ritenendo la struttura sanitaria citata non rientrante tra i luoghi sensibili descritti dalla legge in merito.

Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”.

Inoltre, la legge in merito precisa che si possono definire strutture sanitarie o socio-sanitarie tutte le strutture che eroghino “prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e mantenimento delle abilità acquisite”.

Si precisa, in aggiunta, che “L’ambulatorio – nel quale un professionista iscritto ad un albo socio-sanitario esercita la sua professione – può essere gestito in forma individuale, associata o societaria e avvalersi esclusivamente di professionisti sanitari regolarmente abilitati e iscritti agli ordini o albi professionali di competenza”.

Difatti, lo studio medico in questione situato nel Comune di Matino si trova tra le strutture sanitarie accreditate ed è pubblicato regolarmente sul sito istituzionale delle Regione Puglia.

Dunque, all’udienza pubblica il Tar Puglia ha confermato l’infondatezza del ricorso, così come aveva espresso nella precedente ordinanza cautelare.

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