Calimera
Marito e moglie finti carabinieri: arrestati per estorsioni
Si facevano consegnare ingenti quantità di denaro paventando controlli del Nas e pesanti sanzioni
Estorcevano e truffavano danaro fingendosi Carabinieri del NAS: arrestati due coniugi 40enni della provincia di Lecce.
Avevano messo in piedi un “proficuo” modus operandi con l’intento di costringere le povere vittime, tra cui anche anziani, a consegnare rilevanti somme di denaro per paura di subire controlli dei NAS, ovvero sanzioni amministrative di svariate decine di migliaia di euro.
Minacciavano i malcapitati sostenendo l’esistenza di verbali di contravvenzione a loro carico provenienti da autorità pubbliche e riguardanti sanzioni relative a presunte irregolarità nell’acquisto/vendita di capi di bestiame.
I militari delle Compagnie di Tricase e Casarano e del NAS di Lecce li hanno tratti in arresto stamani per estorsione in concorso e sostituzione di persona.
I provvedimenti riguardano numerosi e gravi episodi di estorsione in Tricase, Casarano, Diso, Melissano e Calimera ai danni di ignari acquirenti di animali.
Gli arrestati sono i coniugi casaranesi Caterina e Luigi Bevilacqua, ben noti alle forze dell’ordine.
I fatti loro contestati dal Gip Cinzia Vergine risalgono al periodo tra lo scorso dicembre e il mese di aprile e son connotati dallo stesso modus operandi: la donna, fingendosi un medico del Nucleo Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri (NAS), contattava telefonicamente persone alle quali in passato il marito aveva venduto equini. Minacciandole col sostenere l’esistenza di verbali di contravvenzione a loro carico provenienti da autorità pubbliche e riguardanti sanzioni relative a presunte irregolarità nell’acquisto/vendita di capi di bestiame, la donna, anche con la complicità del marito, intimoriva le vittime sino a costringerle a consegnare anche in più riprese ingenti quantità di denaro.
Ecco, in un comunicato dell’Arma, il racconto di sei episodi di truffa:
“Il primo episodio contestato nella misura cautelare risale al dicembre 2015 quando un ignaro acquirente di un cavallo viene contattato da una donna (la Bevilacqua) che lo aveva raggiunto telefonicamente e informato della elevazione di una multa a suo carico per 6.000,00 euro per l’avvenuto acquisto, irregolare, di un capo equino (transazione di cui riferiva particolari molteplici, tutti veritieri); gli aveva detto inoltre che il termine per il pagamento sarebbe scaduto quella stessa giornata a mezzanotte; alle sue contestazioni la donna aveva precisato che, in quanto possessore dell’animale, era lui il destinatario della multa nonché di “controlli alla stalla con tutte le conseguenze del caso”.
A tal punto la donna gli aveva proposto, in alternativa, il pagamento della somma, minore, di € 1.500,00, in solido col venditore, BEVILACQUA Luigi, sicché la vittima preferiva cedere al ricatto della “multa” poi ridotta, dietro proprie insistenze, alla somma di € 800,00, sempre in solido col venditore, per una quota parte di sua spettanza pari a € 450,00.
La sedicente dottoressa del NAS in quella occasione si era proposta di contattare lei stessa il BEVILACQUA affinché andasse presso di lui a riscuotere la somma, il che era puntualmente avvenuto dopo non più di 20 minuti, quando costui, già a lui noto, si era presentato accompagnato da una donna poi riconosciuta nella BEVILACQUA Caterina.
Dopo neanche un paio d’ore, la vittima riceveva una nuova telefonata della “dottoressa”, la quale “faceva capire che gli uffici di Roma non avevano accettato il pagamento della somma di sole 800,00 euro in quanto il computer non riconosceva tale importo essendo inferiore a quello del verbale originario… “, sicché, per evitare l’irrogazione della multa più corposa, aveva accettato di pagare l’ulteriore somma richiesta di 350,00 euro, somma consegnata poco dopo con le stesse modalità precedentemente indicate, nelle mani della moglie del signor Bevilacqua.
Ma la storia non finisce qui: nella stessa serata la vittima riceveva una telefonata di tenore analogo alle precedenti, relativa alla mancata accettazione della somma da parte dell’ufficio, e prodromica alla richiesta di nuova elargizione, pena l’attivazione del procedimento originario; alle recriminazioni della vittima, la donna aveva evidenziato che lo avrebbe fatto contattare dal “collega di Roma”. Quest’ultimo lo aveva raggiunto al telefono poco dopo qualificandosi quale “impiegato del NAS di Roma” e che gli aveva confermato la necessità di integrare il pagamento, in difetto del quale pena avrebbe fatto proseguire il corso del verbale più oneroso. L’uomo decideva così di pagare per evitare ulteriori e più gravi conseguenze.
Altra vittima, il titolare di una stalla: il 2 gennaio scorso aveva ricevuto una telefonata sempre dalla stessa donna e sempre qualificatasi quale “dottoressa” dei NAS di Lecce, che, previa circostanziata deduzione dei fatti relativi alla transazione che lo aveva visto protagonista mesi prima, lo aveva accusato di irregolarità nella vendita del capo equino al Bevilacqua.
La donna, oltre a palesare una notevole conoscenza delle specifiche vicende contrattuali, aveva anche dimostrato una competenza tecnica che aveva indotto la vittima a darle credito. A lei la vittima consegnava dapprima € 750,00, pari alla metà della somma che la dottoressa richiedeva entro le ore 12,00 dello stesso giorno, “altrimenti sarebbe scattata la sanzione di euro 16.000,00 dopo tale orario”; poi altri € 500,00, pari alla metà della somma ulteriore richiestagli, altrimenti “sarebbe stato sanzionato per la somma di euro 16.000,00”.
Alla richiesta di ulteriori € 480,00, scontati a € 380,00, la vittima opponeva un rifiuto se non in cambio di regolare ricevuta provocando l’ira della donna con frasi: “devi versare le euro 480,00 che ti chiediamo! Stai molto attento, che se veniamo noi a fare un controllo alla tua stalla, sono dolori per te!
La terza vittima, un anziano, veniva anche lui contattato con la stessa modalità e gli veniva contestata la vendita di un cavallo senza averlo preventivamente sottoposto ai previsti accertamenti sanitari.
La dottoressa dei NAS a questo giro aveva rappresentato di dovere, per tale irregolarità, “contestare un verbale di circa 2.200,00 euro”, ma che avrebbe potuto bloccare lo stesso verbale, riducendolo alla somma di € 1.600,00, se il versamento fosse stato effettuato entro le ore 8,30 del giorno successivo e suggerendo di consegnare la somma di € 800,00 in contanti nelle mani di BEVILACQUA Luigi, di cui forniva il recapito telefonico. Quest’ultimo però proponeva un appuntamento scomodo per la vittima per cui gli chiedeva un vaglia postale regolarmente effettuato.
L’indomani, effettuato il versamento, la vittima aveva ricevuto immediata rassicurazione della “dottoressa Pepe del NAS” sulla ricezione dell’importo. L’ingordigia della coppia di estorsori anche in questo caso non si placava perché pochi giorni dopo tornavano all’attacco con una richiesta di pagamento della somma di € 480,00, in luogo del dovuto ulteriore importo di € 600,00, purché il pagamento fosse stato effettuato con immediatezza.
La vittima, forse nutrendo qualche sospetto, si era informata appurando che la procedura non era assolutamente rituale, sicché si era rifiutata di fare il versamento, ma, accordatasi con i Carabinieri di Calimera, aveva dato un appuntamento all’uomo che però non si presentava.
La quarta vittima, più fortunata delle altre, una sera veniva contattata dalla sedicente “dottoressa Pagliarulo o Tagliarulo Antonietta, del NAS dei Carabinieri di Bari” che la informava di una “situazione di irregolarità” relativa alla vendita di un capo equino imputabile alla attività del defunto padre “per cui … avrebbe dovuto pagare una multa da seimila a dodicimila euro riducibili a titolo di amicizia e riconoscenza verso il padre a 1.700,00 euro”; da altra telefonata effettuata in mattinata l’estortrice l’aveva esortata “a pagare entro le ore 10,00 la somma di € 1. 700,00 altrimenti la multa sarebbe lievitata a 16.000,00 euro senza però spiegare le modalità delle stesse nonostante … avesse parlato di un pagamento in via telematica secondo un misterioso art. 179”.
Nutrendo dei dubbi la vittima non sottostò agli intenti della donna e denunciò subito l’accaduto ai Carabinieri.
La quinta vittima riceveva la solita telefonata da una donna “spacciatasi per un’appartenente ai NAS” che, chiesto all’interlocutore ed ottenuta conferma circa il possesso in capo di un asinello e di un pony, “replicava dicendo che ancora non erano stati registrati a suo nome e che per evitare una sanzione ed un controllo il giorno dopo doveva entro le 12,00 versare la somma di euro 1.700,00 altrimenti diventavano 12.000,00 con conseguente visita da parte dei NAS”; allarmato e preoccupato aveva contattato la persona dalla quale aveva acquistato gli equini e con lui avevano raggiunto Casarano, dove incontravano tale “Caracciolo”; nel mentre continuavano a giungere telefonate della “dottoressa” che insistentemente chiedeva del versamento. Di seguito, spaventato ed in preda al panico, all’esito di un litigio tra il venditore, il Caracciolo e la moglie di quest’ultimo, (solo successivamente ricondotta ad una messa in scena) durante la quale il Caracciolo (ossia Bevilacqua) millantava il possesso del fantomatico verbale, aveva prelevato il denaro e lo aveva consegnato alla moglie del ‘Caracciolo’ che diceva sarebbe andata all’Ufficio Postale a fare subito il versamento. Immediatamente dopo aveva ricevuto una telefonata da parte della “dottoressa” che affermava di aver riscontrato l’avvenuto versamento.
Le indagini, coordinate dal sost. Proc. dott. Giovanni Gagliotta della Procura salentina, hanno permesso di raccogliere numerose testimonianze di persone presenti ai fatti oggetto delle contestazioni, nonché all’individuazione fotografica di entrambi i malfattori e dell’auto a loro in uso. Infine l’analisi dei tabulati telefonici e dei vaglia postali effettuati dalle vittime hanno chiuso il cerchio probatorio che ha portato poi all’emissione della misura cautelare.
Nella mattinata odierna durante le perquisizioni domiciliari i militari operanti rinvenivano e sottoponevano a sequestro alcune copie di pagamenti mediante bollettino postale intestati falsamente a “NAS di Lecce – Nucleo Operativo”.
Inoltre i Carabinieri del NAS rinvenivano due “passaporti” di equini risultati venduti in assenza delle prescritte comunicazioni all’autorità sanitaria per cui venivano elevante sanzioni amministrative pari a 1200 euro.
Al vaglio degli investigatori vi sono anche altri episodi in cui non si esclude il coinvolgimento dei due criminali, dei quali alcuni segnalati durante le conferenze esperite dall’Arma dei Carabinieri in tutta la Provincia proprio sulla tematica dei reati compiti dai sedicenti Carabinieri.
Esperite le formalità di rito gli arrestati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Lecce”.
Appuntamenti
Il libro: 50 anni di Storia 50 anni di storie. Dettagli scherzosi e semiseri in un negozio al dettaglio
L’autrice, commerciante per 50 anni, saluta tutti coloro che sono passati dal suo negozio di abbigliamento ubicato nel centro di Calimera e che, dal 1° gennaio 2025 non è più in attività
“50 anni di Storia 50 anni di storie. Dettagli scherzosi e semiseri in un negozio al dettaglio” è nuovo libro di Leda Durelli, Edizioni Esperidi.
Verrà presentato giovedì 9 gennaio, dalle ore 19,30, presso la Casa dei Kalimerìti (Via Mayro, 28) a Calimera.
Introdurrà la serata Renato Colaci dell’Ass. Kalimerìti.
Interverranno i docenti Salvatore Tommasi e Francesca Licci mentre Emanuele Licci e Apollonio Tommasi allieteranno la serata con la loro musica.
Sarà presente anche l’editore, Claudio Martino.
L’evento è patrocinato dal comune di Calimera ed è organizzato da Arci Kalimeriti, ACEA (Ass. Calimerese Esercenti e Artigiani),
IL LIBRO
Come un diario, un quaderno di appunti, un menabò di cose passate, questo è “50 anni di Storia e di storie. Dettagli scherzosi e semiseri in un negozio al dettaglio“, il nuovo libro di Leda Durelli.
Scorrono veloci e leggere queste pagine in cui l’autrice, commerciante per cinquant’anni, saluta tutti coloro che sono passati dal suo negozio di abbigliamento ubicato nel grazioso centro di Calimera e che, dal primo gennaio 2025 non è più in attività.
Un addio, dunque, ma in modo appunto scherzoso e semiserio, così come divertenti e curiosi sono i tanti episodi narrati.
L’AUTRICE
Leda Durelli (Rosora,1954) vive a Calimera.
Nel 2013 ha pubblicato il racconto Passeggiando con te, dedicato alla sua amata Roca (marina di Melendugno).
Ha pubblicato alcuni articoli sul giornale satirico calimerese “La Kinita”.
Leda si definisce una grafomane impenitente ma senza regole e, dopo cinquant’anni di attività presso il suo negozio di abbigliamento, decide di scriverne la storia per dargli un malinconico e meraviglioso addio.
Roberta Marra
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Approfondimenti
AQP: anche a Natale offre un servizio che fa acqua da tutte le parti
Questa notte anche casa mia è venuto Babbo Natale. A dire il vero non l’ho visto, ma mi ha fatto trovare, nella buca delle lettere, verso le 18, una lettera dell’AQP che non conteneva gli auguri di Natale.
Questa notte anche casa mia è venuto Babbo Natale.
A dire il vero non l’ho visto, ma mi ha fatto trovare, nella buca delle lettere, verso le 18, una lettera dell’AQP che non conteneva gli auguri di Natale.
Tutti noi sappiamo quanto sia importante preservare e non sprecare l’acqua, in questo periodo poi, in cui ce la menano in tutte le salse che “siamo in riserva”, bisognerebbe essere più accorti e attenti. E va bene!
Ebbene, dicevo, Babbo Natale Aqp, che non so se viaggia con le renne, con la scia luminosa o con gli elfi al seguito, è comparso di persona, personalmente, con un corriere privato e personale e mi ha fatto regalo (recapitato) di un plico contenete una fattura in cui mi si intima di pagarla entro il 24 novembre 2024!!!
Ci ho riflettuto un attimo prima di imbarcarmi sulla mia DMC12”, la famosa DeLorean, del film “Ritorno al Futuro”, poi convinto di non poter rivaleggiare con la proverbiale correttezza e precisione dei vertici e affini dell’AQP, ho lottato, insistito, battagliato, sono salito sull’auto, fino a quando non mi sono reso conto che la macchina non partiva: Marty con un ghigno beffardo mi sorrideva e lo scienziato matto mi ripeteva stare tranquillo che il pazzo non ero io.
E’ vero i servizi dell’Aqp, da quando ne ho memoria, non hanno mai brillato, ricordo ancora quando d’estate lamentai lo scarso getto d’acqua che non ci permetteva di fare nulla in casa: si presentarono dei dipendenti AQP, alle 7 del mattino, per verificare che il flusso raggiungesse la portata minima obbligatoria per contratto, e vennero coscienti all’alba quando a quell’ora il mondo intero dormiva e… indovinate un po’? La portata minima era garantita. Geniali.
Oggi mi chiedono, con garbo, la notte di Natale, quando siamo tutti più buoni ed inclini al perdono, di tornare indietro nel tempo, anche solo di un mese per pagare una bolletta sputata fuori da chissà quale pazzo e incontrollato sistema; con creanza, in questa Magica notte, mi postulano, che potrebbero esserci delle correzioni di prezzo, per eccesso, per ritardo nel momento del pagamento; mi mendicano, con grazia, legata alla notte dell’avvento, che “i pagamenti delle bollette precedenti sono regolari, salvo ulteriori verifiche (!)”.
Non so se questa mia raggiungerà mai i vertici o colori i quali vengono da noi profumatamente pagati per fornirci un servizio (chiamiamolo tale) che, a proposito di liquidi, fa acqua da tutte le parti.
Non so se e quando dovremo aspettare per ricevere un minimo di attenzione e quando potremo difenderci adegutamente da queste assurdità che, complice il Natale, spesso vengono perdonate.
Io mi sono portato avanti: poiché ero ancora in tempo, mancavano poche ore al Natale, ho affidato nelle mani sicure del vero Babbo Natale la mia letterina indirizzata ai responsabili dell’acquedotto pugliese, hai visto mai che magari proprio nell’aprire e leggere le letterine nella Santa Notte possano esaudire i miei sogni?
Quali sono? Quelli di ricevere un servizio degno di questo nome e vedere recapitate le fatture almeno qualche giorno prima che scadano! A Natale puoi…
Calimera
Incendio in officina: in fiamme 8 vetture
Una domenica sera di fuoco a Calimera dove le fiamme hanno investito una officina meccanica poco prima delle 23.
Sul posto, in via Circonvallazione, sono accorsi i vigili del fuoco del Comando di Lecce.
Il rogo aveva intaccato ben otto vetture parcheggiate all’interno della attività.
Da quanto constatato e dalle informazioni raccolte nell’immediatezza dei fatti, l’incendio avrebbe avuto origine da un furgone Fiat Doblò, per poi propagarsi alle restanti autovetture nelle vicinanze.
L’intervento dei Vigili del Fuoco è valso a spegnere completamente l’incendio e a bonificare l’area, impedendo ulteriori danni a persone o cose, e garantendo la sicurezza pubblica e privata.
Le cause dell’incendio sono in corso di accertamento.
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