Cronaca
Femminicidio di Taurisano, marito accusa malore in commissariato: “Non ricordo nulla”
Potrebbe aver assunto psicofarmaci prima dell’aggressione ai danni della vittima e della vicina di casa, per cui al momento è l’unico indagato
Ore di intenso lavoro per gli inquirenti intorno al femminicidio di ieri a Taurisano.
Si parte dai minuti immediatamente successivi alla morte di Aneta Danelczyk, la 50enne di origini polacche deceduta sotto i fendenti inflitti, con tutta probabilità, da sua marito, Albano Galati, di sette anni più anziano.
Ipotesi psicofarmaci
Una volta giunto in commissariato, quest’ultimo avrebbe accusato un malore. Dopo essere stato soccorso al 118 ed essersi ripreso, in presenza dei suoi avvocati, avrebbe dichiarato di non ricordare nulla di quanto accaduto.
Da quanto emerso nella prima fase di ricostruzione, l’uomo potrebbe aver agito sotto effetto di psicofarmaci. Sarebbe infatti sotto terapia e, tra gli oggetti sequestrati ritrovatigli indosso, oltre al coltello, vi sarebbe anche un portapillole.
L’aggressione alla vicina
Al momento è lui l’unico indiziato per il femminicidio consumatosi in via Corvaglia. Li dove, pochi pochi attimi dopo aver ucciso sua moglie, il 57enne avrebbe aggredito anche la vicina, facendo irruzione in casa sua, dove sua moglie aveva cercato rifugio per scampare alla sua furia.
Le indagini proseguono. Da chiarire a questo punto se vi sarà anche un nuovo capo d’imputazione, alla luce dell’aggressione alla malcapitata vicina.
Attualità
Mille giorni di guerra nel cuore dell’Europa
Rischio assuefazione: a seguito dell’esposizione ripetuta, diretta o indiretta, al dolore ci si abitua, ma non è normale che si normalizzi l’orrore
Ricorrenza da cifra tonda, ma non c’è da festeggiare.
Sono trascorsi mille giorni dall’inizio della guerra in Ucraina.
Secondo alcune stime, sarebbero morte durante il conflitto oltre un milione di persone.
Il rischio più grosso che corriamo è quello dell’assuefazione.
A seguito dell’esposizione ripetuta, diretta o indiretta, al dolore ci si abitua.
Basti pensare all’effetto dei primi notiziari sul Covid o sulla stessa guerra in Ucraina e a ciò che abbiamo porvato col passare del tempo o proviamo ora.
Non ci sentiamo più in balìa di mille emozioni o presi dalla sensazione imminente che qualcosa di brutto possa accadere da un momento all’altro anche a noi: abbiamo razionalizzato.
Questo avviene perché la nostra mente cerca di proteggerci dai traumi e ci distacca emotivamente dalla fonte di sofferenza, cercando un equilibrio, seppur precario.
Tuttavia, il rischio è di normalizzare cose gravi.
E non è normale che ogni giorno tra Medioriente ed Europa dell’Est muoiano civili, donne e bambini compresi, e il resto del mondo faccia spallucce.
Non è normale che si normalizzi l’orrore.
Oggi è il millesimo giorno di guerra nel cuore dell’Europa e, ogni giorno, vi è un lungo bollettino di bambini, donne e uomini che hanno pagato con la loro vita la follia di taluni.
Forse noi, in prima persona, non possiamo fare molto per fermare questo orrore ma, almeno, sforziamoci di non farlo passare per una cosa normale.
Giuseppe Cerfeda
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Cronaca
Ancora un doppio incendio d’auto a Taurisano
Due vetture distrutte dalle fiamme attorno alle 4:30. Si indaga
È successo ancora: altre due auto sono state distrutte nottetempo dalle fiamme a Taurisano.
Un altro episodio di sospetto dopo a distanza di appena una settimana.
Poco prima dell’alba di oggi, attorno alle 4:30, si è reso necessario l’intervento del Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Tricase per domare l’incendio che ha avvolto due auto parcheggiate in contrada Marasculi, periferia del paese, ad una distanza l’una dall’altra di pochi metri.
È la violenza del rogo ad insospettire: le macchine, una Fiat Bravo ed una Fiat Punto, sono andate completamente distrutte.
Lo scorso 11 novembre, sempre in orario notturno, furono date alle fiamme altre due vetture, in quel caso la distanza tra i due incendi era di circa un chilometro ma di pochi minuti sulla linea temporale.
Un fenomeno purtroppo non nuovo in paese su cui le forze dell’ordine indagano. Stanotte, sul posto, sono intervenuti i poliziotti del locale Commissariato.
Cronaca
Felpe, tute e scarpe contraffatte sequestrate a Sant’Isidoro
Operazione della Polizia Locale di Nardò. Posti a sequestro oltre cento capi di abbigliamento. Il venditore ambulante si è dileguato. L’ambulante che le vendeva è riuscito a dileguarsi tra la folla
Nel corso di un’attività di controllo presso i mercati domenicali nelle marine di Santa Maria al Bagno e Sant’Isidoro, previsti e annunciati dalla scorsa estate, la Polizia Locale ha sequestrato un ingente quantitativo di capi di abbigliamento e scarpe contraffatti.
Nell’area mercatale di Sant’Isidoro gli agenti hanno notato un gruppo di persone intorno a un venditore ambulante e ad un lenzuolo per terra con la merce.
L’uomo, di probabile origine extracomunitaria, alla vista della Polizia Locale si è dileguato in tutta fretta cercando maldestramente di portarsi dietro una parte della merce.
Gli agenti sono riusciti a recuperarla, desistendo dall’inseguimento a tutela dei numerosi presenti sul posto.
Poco distante, poi, sono stati rinvenuti alcuni sacchi di plastica con all’interno altri capi di abbigliamento e scarpe di vari marchi, tutti contraffatti.
Tutta la merce (oltre cento felpe, tute e scarpe), è stata sottoposta a sequestro ed è ora custodita presso il Comando di via Crispi a disposizione dell’autorità giudiziaria.
«Contrastare la vendita di merce contraffatta», spiega il comandante della Polizia Locale di Nardò, Cosimo Tarantino, «è giusto per tutti, perché è una pratica che mina l’integrità economica, sociale ed etica della società. Danneggia le imprese oneste e il fisco ed è legata allo sfruttamento di manodopera a basso costo, senza dimenticare che la merce contraffatta può essere pericolosa per la salute e la sicurezza dei consumatori, in quanto non rispetta gli standard di qualità richiesti».
«È doveroso ricordare», conclude il comandante Tarantino, «che sono previste sanzioni anche per chi compra merce contraffatta fino a 7 mila euro ed in determinati casi si può configurare l’ipotesi del reato di incauto acquisto di cui all’art. 712 del codice penale».
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