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Cronaca

“Fondazione Notte di San Rocco”, presunte truffe per ottenere denaro pubblico: si va a processo

Tre episodi contestati e due caduti in prescrizione. Imputati prosciolti dall’accusa di abuso d’ufficio

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Dopo udienza preliminare, è stato deciso il rinvio a giudizio di tre persone di Ruffano ritenute dal giudice Marcello Rizzo responsabili di truffa finalizzata all’ottenimento di finanziamenti pubblici per la “Notte di San Rocco” di Torrepaduli.





Gli imputati sono il 63enne ex assessore provinciale Pasquale Gaetani, presidente della “Fondazione Notte di San Rocco-pizzica, tamburello, scherma in ronda”, e le componenti del consiglio di amministrazione di quest’ultima, Anna Tommasina Viva, 55 anni, e Maria Ester Cardigliano, 43 anni. Assieme a loro, compare tra gli imputati anche la stessa Fondazione.





Tra gli indagati compariva anche Cesare Vernaleone, scagionato da ogni accusa per un difetto di notifica.





L’inchiesta si muoveva anche sulla scia di un presunto abuso d’ufficio. Reato dal quale sono invece stati tutti prosciolti.





I fatti per i quali si procede sono delle richieste di contributi che hanno portato la Fondazione all’ottenimento di danaro pubblico. Due al sindaco di Ruffano negli anni 2015 e 2016 (rispettivamente di 10mila euro e di 15mila euro). Ed una del 2014 alla Provincia, che avrebbe permesso di ottenere 30mila euro quale sostegno economico dal Consiglio Universitario Interprovinciale Salentino.




Nel 2018 erano stati disposti il sequestro di beni (in cui ricadeva anche una villa) per un valore di 155mila euro e la sanzione interdittiva per la Fondazione. Entrambe le misure erano state successivamente annullate dal Riesame. La somma di 155mila euro derivava al totale dei finanziamenti pubblici finiti sotto la lente della Procura, secondo la quale la medesima cifra complessiva corrispondeva ad altrettante spese giustificate con fatture fittizie emesse dalla ditta “Vernaleone Cesare – La Notizia” del signor Cesare Vernaleone.





Per raggiungere la somma di 155mila euro, bisogna sommare altri due episodi analizzati dai magistrati, e risalenti al periodo tra il 2013 ed il 2014, riguardanti altri due contributi ottenuti dalla Provincia, da 50mila euro l’uno. Questi però, ora, sono stati dichiarati entrambi prescritti.





Restano quindi gli altri tre presunti episodi di truffa per i quali, a breve, verrà indicata la data del rinvio a giudizio.





La posizione dei querelanti in una nota del loro avvocato difensore Giancarlo Sparascio: “Le determinazioni assunte dal Giudice dell’udienza preliminare non destano alcuna sorpresa essendo per contro ampiamente prevedibili, confortando la decisione di non costituirsi parte civile, atteso che, in relazione alle uniche contestazioni recate dalle denunce depositate nel 2014, vale a dire quelle di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di pubbliche erogazioni quanto ai contributi di 50.000, 00 Euro concessi nel 2013 e nel 2014, provate documentalmente ed oggi dichiarate prescritte, sono trascorsi sette anni soltanto per giungere all’udienza preliminare, peraltro già fissata nella data dello scorso 3 marzo 2021 e giustamente rinviata al 16 giugno considerato che la richiesta di rinvio a giudizio allegata al decreto di fissazione d’udienza risultava addirittura illeggibile. Io stesso mi sono dovuto recare presso la Cancelleria del Gip per ottenere una copia decifrabile della stessa.
Del pari prevedibile la declaratoria di non luogo a procedere per la contestazione di abuso d’ufficio avanzata nei confronti di persone che di tanto non sono mai state denunciate: negli atti di denuncia – querela e, soprattutto, nelle plurime memorie depositate in Procura, l’ipotesi dell’abuso d’ufficio è stata diretta nei confronti di dirigenti ed esponenti della Provincia di Lecce in relazione all’erogazione degli stessi contributi, che nondimeno non sono stati attinti dalle imputazioni, circostanza che avrebbe impedito anche il superamento dei termini di durata delle indagini preliminari che, come noto, comportò la caducazione del sequestro preventivo. Non voglio nemmeno esprimermi sull’applicazione della sanzione interdittiva richiesta senza la fissazione da parte del Gip dell’epoca di un’udienza camerale come previsto dal d.lgs. 231/2001, circostanza che portò all’annullamento dell’interdittiva medesima. Occorre ribadire come l’iniziativa intrapresa dai querelanti sette anni addietro non sia mai stata preordinata al perseguimento di finalità risarcitorie, pur sussistenti, né possa ritenersi essere derivata da motivazioni di matrice giustizialista, ma è unicamente promanata dalla necessaria esigenza di ricondurre in un alveo di liceità l’elargizione di consistenti finanziamenti pubblici tanto nei riguardi dell’originaria Fondazione, mai riconosciuta e, pertanto, inesistente come persona giuridica stante la funzione costitutiva del riconoscimento, quanto a favore della seconda Fondazione omonima che indebitamente venne a sostituirsi alla prima, partecipata dalla Provincia di Lecce ed unico soggetto ad avere titolo a conseguire il contributo di cinquantamila euro che annualmente veniva stanziato nel bilancio provinciale per finanziarne l’attività, contestazioni sulle quali si sarebbe dovuto principalmente radicare il processo ed oggi invece cadute in prescrizione”.


Cronaca

Supersano arrestato spacciatore

In casa aveva eroina, cocaina e marijuana oltre a tutto il necessario per la vendita dello stupefacente

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I carabinieri della Stazione di Ruffano hanno arrestato in flagranza di reato un uomo di 45 anni nel centro di Supersano.

L’attività info-investigativa era iniziata a causa di un’intensa attività di spaccio presso la sua abitazione.

Dopo aver individuato con precisione il luogo, i Carabinieri hanno proceduto al controllo e alla perquisizione dell’appartamento, dove sono state rinvenute numerose dosi di sostanze stupefacenti pronte per la vendita, occultate in vari punti della casa.

In particolare, sono stati sequestrati 7 grammi di eroina, 2 grammi di cocaina e 30 grammi di marijuana.

Insieme alla sostanza stupefacente, i militari hanno trovato bilancini, sostanze da taglio, materiale per il confezionamento e diverse centinaia di euro in contanti, a testimonianza dell’attività di spaccio.

Durante il controllo, sono stati sequestrati anche due coltelli ed è stata scoperta un’ingente quantità di munizioni, circa un centinaio di cartucce di vario calibro, detenute illegalmente.

Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato sottoposto a regime degli arresti domiciliari, così come disposto dal Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce.

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Casarano

Rinvenuto deposito di auto rubate

Denunciato il proprietario dell’area dove è stata rinvenuta anche un’Alfa Romeo Stelvio rubata pochi giorni fa nel parcheggio di un ipermercato casaranese. Tra le tante auto smembrate, riconosciuta anche una Fiat 500 con la carrozzeria tagliata in più pezzi che era stata rubata a Tricase il 9 gennaio

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La Polizia di Stato ha scoperto a Casarano un’ampia area recintata, nella quale erano nascosti e riciclati veicoli di provenienza illecita.

Da una prima ispezione attraverso l’alto muro di recinzione del sito individuato, gli agenti del Commissariato di Taurisano hanno notato la presenza di una Alfa Romeo Stelvio, risultata rubata alcuni giorni prima nel parcheggio di un ipermercato sempre di Casarano.

I primi accertamenti hanno permesso di individuare il proprietario dell’area, un cinquantacinquenne del posto, immediatamente rintracciato nella sua residenza e condotto presso il deposito di sua proprietà.

Oltre all’Alfa Romeo Stelvio rubata, nella area, vasta almeno 50 are, erano stati parcheggiati molti automezzi e pezzi meccanici e, all’interno, vi era un edificio di costruzione abusiva, nel cui garage seminterrato era stata ricavata una officina abusiva, adibita allo smontaggio di autovetture rubate.

In particolare, i poliziotti hanno scoperto la presenza di una Fiat 500 smembrata la cui carrozzeria era stata tagliata in più pezzi. L’auto, non era più dotata dei codici identificativi (targa e numero di telaio) ma, identificato il rivenditore da un portatarga, è stata comunque identificata e rintracciata la proprietaria.

L’auto era le era stata rubata a Tricase il 9 gennaio scorso. La donna ha riconosciuto la propria autovettura attraverso le foto realizzate dalla polizia scientifica.

Nel garage seminterrato, in alcuni container e in tutta l’area recintata erano parcheggiati numerosi veicoli e stoccati e pezzi meccanici, per molti dei quali l’indagato ha fornito generiche e poco credibili notizie sulla provenienza.

Inoltre, i veicoli ed i pezzi meccanici apparivano parcheggiati male e stoccati, in evidente violazione le norme previste per la tutela dell’ambiente.

L’intera area è stata sottoposta a sequestro con l’apposizione dei sigilli mentre il proprietario è stato denunciato in stato di libertà per il reato di ricettazione, riciclaggio e violazione delle norme sulla tutela ambientale.

L’Alfa Romeo Stelvio, dopo i rilievi di polizia scientifica, è stata restituita al legittimo proprietario.

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Quel che resta della Fiat 500 rubata a Tricase il 9 gennaio scorso

 

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Cronaca

Trepuzzi: «Perchè il sindaco ha fatto riaprire le scuole?»

Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle: «Non conoscendo ancora l’effettivo rischio per la salute pubblica, vista l’entità dell’incendio e la pericolosità del materiale andato a fuoco, sarebbe stato forse più prudente ritardare cautelativamente l’apertura»

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Il girono dopo l’incendio ai depositi dell’ex Omfesa a Trepuzzi si accende la polemica.

Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle,  «nell’esprimere massima solidarietà alle aziende e ai lavoratori coinvolti nell’incendio divampato nel pomeriggio di ieri , sulle cui cause auspichiamo sia fatta presto piena luce», puntano il dito sulla  decisione del sindaco Giuseppe Taurino di consentire l’apertura delle scuole all’indomani di quanto accaduto.

I 5 Stelle la ritengono «quanto meno contraddittoria la considerato, altresì, il richiamo a limitare le uscite e a fare uso delle mascherine. Non conoscendo ancora l’effettivo rischio per la salute pubblica, vista l’entità dell’incendio e la pericolosità del materiale andato a fuoco, sarebbe stato forse più prudente ritardare cautelativamente l’apertura delle scuole. Per il bene della salute pubblica, invochiamo il rispetto del principio di precauzione citato nell’art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, molto spesso disatteso».

Gli attivisti, infine, rivolgono «un ringraziamento particolare ai Vigili del Fuoco, che hanno consentito in tempi rapidi di domare l’incendio e di mettere in sicurezza l’area».

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