Cronaca
“Il Comune di Parabita non è mafioso”
È stato accolto il ricorso promosso dal sindaco Alfredo Cacciapaglia e dagli altri componenti della giunta, che lo scorso 7 febbraio erano stati rimossi. L’Organo giudicante ha così annullato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune salentino.

Per il TAR del Lazio non ci sarebbero elementi concreti, univoci e rilevati per ritenere il comune di Parabita compromesso da infiltrazioni mafiose.
È stato accolto il ricorso promosso dal sindaco Alfredo Cacciapaglia e dagli altri componenti della giunta, che lo scorso 7 febbraio erano stati rimossi. L’Organo giudicante ha così annullato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune salentino.
A decidere di passare al setaccio tutte le carte del Comune salentino era stata la Prefettura di Lecce (CLICCA QUI) all’indomani di un’operazione dei ROS dei Carabinieri che, poco prima di Natale del 2015, al termine di un’intensa operazione investigativa denominata “coltura”, condusse in carcere diversi esponenti della criminalità organizzata locale ma soprattutto, insieme ad essi, l’allora vice sindaco Giuseppe Provenzano. Le accuse rivoltegli (concorso esterno in associazione mafiosa), com’è noto, erano quelle di aver favorito assunzioni di alcuni presunti esponenti dello storico clan “Giannelli” nell’impresa che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Il tutto sarebbe stato fatto dall’ex amministratore per avere un supporto concreto nelle elezioni del 2015. Sin qui il riassunto stringato dei fatti. In questo anno e più che nel frattempo è passato, molte cose sono però ovviamente cambiate, a partire dalla rimessa in libertà proprio del vice sindaco. Giuseppe Provenzano infatti, difeso dall’avvocato Luigi Corvaglia, decise di farsi processare con rito ordinario (proprio con l’intento di far emergere la propria non colpevolezza) a differenza di molti altri presunti esponenti del clan che invece hanno rimediato pesanti condanne comminate al termine del rito abbreviato.
Ma oltre alle cronaca nera, c‘è stata anche la già citata azione amministrativa che partì all’indomani del blitz dei Carabinieri in quella fredda mattina di dicembre. L’incarico di far luce nelle carte del Comune di Parabita, nelle procedure di gara per gli appalti, nella gestione dell’intera vita amministrativa, fu affidata ad un pool di esperti in materia economico-finanziaria (una vice prefetto, un funzionario della Prefettura ed un funzionario ministeriale) e di forze dell’ordine (il capo della Squadra Mobile, il Comandante del GICO della Guardia di Finanza ed il Comandante del ROS dei Carabinieri). L’ispezione ebbe la durata di circa un anno e, a novembre scorso, la relazione finale fu consegnata al Prefetto che, ovviamente, la inoltrò al Ministro. Poi lo scioglimento e, infine, il TAR del Lazio che ha ribaltato tutto.
Cronaca
A Lido Marini stampavano soldi falsi da spacciare online
Smantellata sofisticata stamperia clandestina di banconote false. Decisiva l’analisi della blockchain per identificare gli autori. Tra gli arrestati c’è un uomo di Lido Marini. Uno dei promotori dell’organizzazione criminale, è stato individuato grazie ad una recensione rilasciata su “Tripadvisor” dove aveva inserito lo stesso nickname utilizzato su Telegram per vendere le banconote false

A conclusione di un’articolata e complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, i Carabinieri della Sezione Criptovalute del Comando Antifalsificazione Monetaria hanno smantellato una sofisticata stamperia clandestina attiva in Salento e specializzata nella produzione e distribuzione online di banconote false su scala nazionale e internazionale.
L’operazione, condotta con il prezioso supporto della Sezione Cyber del Nucleo Investigativo di Lecce e dei militari dei Comandi Provinciali dei Carabinieri di Lecce, Lodi, Padova e L’Aquila, nonché il supporto di tre Specialist di Europol, ha consentito l’esecuzione di una misura cautelare coercitiva personale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, nei confronti di tre persone una delle quali è Micheal Morciano, un 25enne domiciliato a Lido Marini dove è stato trovato un laboratorio di falsificazione.
I fermati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla produzione e distribuzione di valuta falsa e autoriciclaggio.
Le indagini, avviate nel corso del 2024, hanno tratto impulso dal costante monitoraggio condotto dagli specialisti della Sezione Criptovalute sui canali Telegram dedicati alla compravendita illecita di valuta falsa, pagata anche tramite valute digitali e criptovalute.
La strategia investigativa si è rivelata vincente grazie all’impiego di avanzate tecniche di analisi della blockchain (la tecnologia blockchain è un meccanismo di database avanzato che permette la condivisione trasparente di informazioni all’interno di una rete aziendale. Un database blockchain archivia i dati in blocchi collegati tra loro in una catena), che hanno permesso ai militari di deanonimizzare con estrema precisione i pagamenti effettuati dagli acquirenti, consentendo così di risalire all’identità degli arrestati e all’intera rete distributiva del denaro contraffatto.
In particolare, grazie all’attività di Open Source Intelligence svolta dai militari, uno dei promotori dell’organizzazione criminale, veniva individuato anche grazie ad una recensione rilasciata su Tripadvisor, dove aveva inserito lo stesso nickname utilizzato su Telegram per vendere le banconote false.
Nel corso delle perquisizioni è stata individuata e smantellata la stamperia clandestina di Lido Marini allestita in ambito domestico, dotata di sofisticate apparecchiature in grado di produrre banconote false di elevatissima qualità tecnica, appartenenti a tre nuove e insidiose classi di contraffazione, come confermato dalle analisi tecniche svolte dal National Analysis Centre (N.A.C.) della Banca d’Italia.
Dalle investigazioni è inoltre emerso che il gruppo criminale stava per ampliare ulteriormente la propria attività criminale, avendo già predisposto un innovativo macchinario di incisione laser per la produzione di monete false da 2 euro, una tecnica completamente inedita nel panorama nazionale e internazionale delle falsificazioni monetarie.
L’organizzazione criminale aveva creato un vero e proprio mercato parallelo, con spedizioni illecite individuate non soltanto in Italia ma anche verso numerosi Paesi dell’Unione Europea, tra cui Francia, Spagna, Germania, Austria e Belgio. Il volume d’affari generato dall’attività illecita, preliminarmente stimato, supera i 180.000 euro.
Fondamentale per il buon esito dell’operazione è stato il contributo di EUROPOL, che ha garantito un rapido ed efficace flusso informativo nell’ambito della cooperazione internazionale contro il crimine nel falso monetario.
Nel corso delle attività operative odierne, oltre all’arresto dei tre principali indagati, è stato perquisito un quarto soggetto che partecipava attivamente alla rete criminale. Durante le perquisizioni, gli investigatori hanno sequestrato 40.000 euro false di vario taglio, tre stampanti utilizzate per la contraffazione, un incisore laser per coniare le monete, diverse monete false e numerosi dispositivi elettronici.
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Cronaca
Altra notte, altra auto: in fiamme una BMW

Questa volta siamo a Surbo: è qui che si è verificato, nella notte appena trascorsa, l’ennesimo incendio d’auto senza che se ne conoscano i colpevoli.
Alle 03:30 circa la chiamata al 115 che ha portato sul posto, in via Fratelli Trio, una squadra del Comando dei Vigili del Fuoco di Lecce.
Il mezzo, una BMW modello 525, era parcheggiato nell’area di sosta annessa ad una palazzina della zona.
L’intervento della squadra ha permesso di spegnere prontamente l’incendio che aveva coinvolto il veicolo, nonché di contenere le fiamme che avevano interessato anche diversi contenitori della nettezza urbana ubicati nelle immediate vicinanze.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del nucleo radiomobile di Lecce, per i provvedimenti di competenza.
Cronaca
Sta bene l’arbitro ferito da un infisso a Specchia

Nessuna grave conseguenza, fortunatamente, per l’arbitro incappato nella giornata di ieri in un incidente a Specchia durante il match valevole per la 21ª giornata del Campionato Amatori USACLI Over 30 – Girone B.
Il signor Carmelo Gaballo di Galatina, soccorso dal 118 all’intervallo dopo esser stato colpito alla testa accidentalmente da un infisso in un bagno degli spogliatoi, è potuto tornare a casa già nella serata di ieri.
Come comunica la A.S.D.A. Picchi di Specchia (sul cui campo disputa gli incontri casalinghi la squadra degli Amatori di Ruggiano), “il direttore di gara ha fatto rientro a casa dopo gli esami di rito, senza punti di sutura e senza alcun problema, ringraziando tutti per le attenzioni e le premure riservategli”.
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