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Cronaca

La speranza non si spegne: si cerca ancora Marcello Pantaleo, per mare e per terra

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Non si perdono d’animo i ricercatori: continuano le attività volte al ritrovamento del 39enne Marcello Pantaleo, scomparso la vigilia di Natale a Santa Caterina di Nardò.





L’ex infermiere ha parcheggiato la sua auto in sosta nei pressi del Litorale neretino prima di allontanarsi e far perdere le sue tracce. Dal giorno di Natale, sono state avviate le operazioni di ricerca partite dalla vettura ferma in sosta e da quanto ritrovato all’interno: il suo telefono cellulare ed un biglietto con un indizio, cercate nel mio PC. Lì, nel suo computer, un documento lungo circa 40 pagine, una sorta di testamento, la sua storia scritta di suo pugno contenente tutti i suoi pensieri ed i suoi malesseri.





Purtroppo, ad oggi, le attività non hanno restituito esito. Tant’è che il nucleo sommozzatori si sta spingendo giornalmente progressivamente più al largo e più in profondità in cerca del corpo del trentanovenne. Le speranze però come detto non sono ancora sopite, infatti l’auspicio è quello di ritrovarlo in vita e poterlo riportare a casa nella sua Nardò dove viveva con i suoi due genitori. Anche per questo, si stanno ancora battendo tutte le aree terrene circostanti il punto in cui Marcello Pantaleo ha lasciato la sua automobile, tra il parco di Portoselvaggio e la rupe della “Dannata”.




Vigili del fuoco, protezione civile, sommozzatori, unità cinofile (con cani molecolari), croce rossa, soccorso alpino, polizia locale, carabinieri, droni ed elicottero del reparto volo di Bari dei vigili del fuoco stanno scandagliando le aree circostanti il ritrovamento dell’auto e non solo.
Nel video di Protezione Civile Salento, l’AB 412 “Drago” dei Vigili del Fuoco.






Casarano

Molestava donne malate, finto medico a processo

Si presentava alle ignare vittime come direttore sanitario, medico o primario, contattandole telefonicamente e richiedendo accertamenti… intimi. Il 42enne dovrà rispondere di tentata violenza sessuale, usurpazione di funzione pubblica e trattamento illecito dei dati

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Si spacciava per ginecologo e approfittava di donne fragili alle prese con malattie gravi.

Tra loro anche pazienti salentine.

Le indagini hanno ricostruito come il 42enne di origine napoletane, dopo aver hackerato i server di cliniche, laboratori analisi e ospedali, si sarebbe impossessato di diversi fascicoli, contenenti la storia clinica le diagnosi, gli interventi programmati e gli esiti degli esami di molte donne in cura.

Così si presentava alle ignare vittime come direttore sanitario, medico o primario, contattandole telefonicamente e richiedendo accertamenti… intimi.

Le riprendeva nude, tramite webcam e le induceva all’autoerotismo ponendo loro anche quesiti a sfondo sessuale.  Oppure chiedeva loro di inviare foto e video delle parti intime.

Le vittime appurate sono 18, sedici di loro della provincia di Lecce.

I fatti risalgono al periodo tra luglio e ottobre 2021.

Oggi si è svolta l’udienza preliminare del processo, durante la quale alcune delle vittime si sono costituite parte civile.

Nella prossima udienza, in programma per il 18 febbraio del 2025, i giudici decideranno se ammettere la loro istanza.

Intanto l’imputato ha chiesto il rito abbreviato, condizionato all’espletamento di una perizia psichiatrica.

Il 42enne dovrà rispondere di tentata violenza sessuale, usurpazione di funzione pubblica e trattamento illecito dei dati.

Le indagini furono avviate dopo la denuncia di una studentessa 24enne leccese.

In seguito, anche altre donne hanno trovato il coraggio di denunciare il falso medico.

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Attualità

Mille giorni di guerra nel cuore dell’Europa

Rischio assuefazione: a seguito dell’esposizione ripetuta, diretta o indiretta, al dolore ci si abitua, ma non è normale che si normalizzi l’orrore

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Ricorrenza da cifra tonda, ma non c’è da festeggiare.

Sono trascorsi mille giorni dall’inizio della guerra in Ucraina.

Secondo alcune stime, sarebbero morte durante il conflitto oltre un milione di persone.

Il rischio più grosso che corriamo è quello dell’assuefazione.

A seguito dell’esposizione ripetuta, diretta o indiretta, al dolore ci si abitua.

Basti pensare all’effetto dei primi notiziari sul Covid o sulla stessa guerra in Ucraina e a ciò che abbiamo porvato col passare del tempo o proviamo ora.

Non ci sentiamo più in balìa di mille emozioni o presi dalla sensazione imminente che qualcosa di brutto possa accadere da un momento all’altro anche a noi: abbiamo razionalizzato.

Questo avviene perché la nostra mente cerca di proteggerci dai traumi e ci distacca emotivamente dalla fonte di sofferenza, cercando un equilibrio, seppur precario.

Tuttavia, il rischio è di normalizzare cose gravi.

E non è normale che ogni giorno tra Medioriente ed Europa dell’Est muoiano civili, donne e bambini compresi, e il resto del mondo faccia spallucce.

Non è normale che si normalizzi l’orrore.

Oggi è il millesimo giorno di guerra nel cuore dell’Europa e, ogni giorno, vi è un lungo bollettino di bambini, donne e uomini che hanno pagato con la loro vita la follia di taluni.

Forse noi, in prima persona, non possiamo fare molto per fermare questo orrore ma, almeno, sforziamoci di non farlo passare per una cosa normale.

Giuseppe Cerfeda

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Cronaca

Ancora un doppio incendio d’auto a Taurisano

Due vetture distrutte dalle fiamme attorno alle 4:30. Si indaga

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È successo ancora: altre due auto sono state distrutte nottetempo dalle fiamme a Taurisano.

Un altro episodio di sospetto dopo a distanza di appena una settimana.

Poco prima dell’alba di oggi, attorno alle 4:30, si è reso necessario l’intervento del Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Tricase per domare l’incendio che ha avvolto due auto parcheggiate in contrada Marasculi, periferia del paese, ad una distanza l’una dall’altra di pochi metri.

È la violenza del rogo ad insospettire: le macchine, una Fiat Bravo ed una Fiat Punto, sono andate completamente distrutte.

Lo scorso 11 novembre, sempre in orario notturno, furono date alle fiamme altre due vetture, in quel caso la distanza tra i due incendi era di circa un chilometro ma di pochi minuti sulla linea temporale.

Un fenomeno purtroppo non nuovo in paese su cui le forze dell’ordine indagano. Stanotte, sul posto, sono intervenuti i poliziotti del locale Commissariato.

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