Cronaca
L’avvocato della famiglia di Eleonora: “Freddezza e lucidità, non è stata follia”
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Quanto Antonio De Marco fosse entrato nelle vite di Eleonora Manta e Daniele De Santis (e viceversa) è uno degli elementi che la Procura sta cercando di ricostruire con più minuzia.
Il nesso tra il gesto compiuto dal 21enne ed il rapporto con le sue vittime resta uno snodo fondamentale, anche per indirizzare quello che sarà il giudizio a suo carico.
Un’importante informazione giunge dalla famiglia di una delle due vittime, quella di Eleonora. L’avvocato della mamma della ragazza, Fiorella D’Ettorre, ha sostenuto dinanzi alle telecamere di TeleRama che quella che ha mosso il killer di Casarano è stata “fredda lucidità, non follia” ed ha raccontato che Eleonora non aveva mai parlato di Antonio De Marco in famiglia. Un dettaglio rilevante: il fatto che una persona non racconti di una sua conoscenza ai parenti non esclude a priori la possibilità che con essa abbia un qualsivoglia contatto o rapporto (amicale o meno), ma senz’altro indirizza le probabilità verso l’ipotesi che questa non sia una figura di rilievo nella propria esistenza.
Lo stesso Daniele De Santis sarebbe stato colto da stupore nel vedersi dinanzi il 21enne la sera del delitto. Proprio dalle parole di De Marco, durante l’interrogatorio, sarebbe emerso che il giovane arbitro avrebbe esclamato “E tu che ci fai qui?”, nel trovarselo dinanzi. Un mix di stupore e inquietudine, giunta nell’attimo in cui Daniele ha realizzato che De Marco aveva aperto la porta di casa da sé.
Il movente insomma resta oscuro e forse lo resterà sin quando non sarà chiarito, una volta per tutte, il tipo di rapporto che in questi mesi si era creato tra la coppia ed il 21enne. Il livello di confidenza, le parole scambiate, le cose condivise nei giorni di coabitazione in via Montello, sono tutti dati di cui ormai lo stesso assassino resta l’unico testimone.
Nessun profilo Facebook
Ed intanto la pista della vendetta rischia di tentennare. Tra gli elementi che avevano portato a battere questa strada un post Facebook in cui il killer avrebbe scritto che la vendetta “è un piatto che va servito freddo, non risolve ma ti da soddisfazione”. Gli stessi fascicoli, nero su bianco (in foto), degli inquirenti citavano questo post, risalente allo scorso luglio, quale prova di un possibile movente. Ma nella giornata di oggi è stato fatto un passo indietro: il 21enne di Casarano avrebbe sostenuto di non essere su Facebook e di non avere amici: quella frase è opera di un’altra persona che nulla ha a che vedere con la vicenda. Uno dei tanti omonimi, un altro Antonio De Marco che è intervenuto proprio da quello stesso profilo Facebook spiegando di non essere chi tutti credono e aggiungendo che da tempo non utilizza più quell’account, salito per sbaglio alla ribalta della cronaca e diventato quasi snodo cruciale delle indagini.
Castrignano dei Greci
Castrignano dei Greci: minacciava la mamma e picchiava il fratello, arrestato 34enne
L’uomo dovrà rispondere di violenza in famiglia estorsione e minacce. Le indagini sono partite dopo che le vittime hanno trovato la forza di denunciare le violenze subite
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I carabinieri della Stazione di Martano hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di 34 anni.
Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, è il risultato di un’indagine condotta dai militari dell’Arma, che ha permesso di raccogliere significativi elementi probatori a carico dell’indagato.
Le accuse comprendono i reati di estorsione, sia consumata che tentata, perpetrata nei confronti della madre convivente, nonché minacce e lesioni personali ai danni del proprio fratello.
Le condotte illecite si sarebbero verificate in diverse occasioni tra il 4 dicembre 2024 e il 31 gennaio 2025, creando un clima di paura e insicurezza all’interno del contesto familiare.
L’intervento dei carabinieri è scaturito dalla necessità di tutelare le vittime coinvolte, che hanno trovato la forza di denunciare le violenze subite.
Grazie alla solerzia e alla professionalità degli investigatori, è stato possibile raccogliere prove sufficienti per giustificare l’emissione della misura cautelare.
Al termine delle formalità di rito, in ottemperanza al provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, il 34enne è stato condotto presso la Casa Circondariale “Borgo San Nicola” di Lecce.
I Carabinieri rinnovano il proprio invito «a chiunque si trovi in situazioni simili a rivolgersi senza paura alle Forze dell’Ordine, che sono pronte ad ascoltare e a intervenire per garantire la tutela dei diritti e della dignità di ogni individuo».
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Cronaca
Tricase: ricorso OLC, il TAR rinvia
Richiesti approfondimenti e chiarimenti al responsabile del Settore Lavori Pubblici e Urbanistica in merito al diniego a costruire. Prossima udienza il 16 aprile
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Si è concluso con un nulla di fatto il primo capitolo della vicenda giudiziaria tra OLC e comune di Tricase.
L’azienda di Specchia, rappresentata e difesa dagli avvocati Antonio e Pietro Quinto nuova proprietaria del complesso industriale dell’ex Calzaturificio Adelchi, aveva presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale (TAR) contro il comune di Tricase (avv. Gabriella De Giorgi Cezzi) e il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Lecce (non costituito in giudizio) per l’annullamento del diniego del permesso di costruire per il cambio di destinazione d’uso di due locali da deposito e mensa-spogliatoio a locali commerciali di tipologia M2 (gli esercizi aventi superficie compresa tra 901 e 1500 metri quadri nei comuni con popolazione residente superiore ai 10mila abitanti).
Il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia (Lecce) – Sezione Prima ha ordinato al responsabile del Settore Lavori Pubblici e Urbanistica del comune, firmatario del diniego, di produrre e depositare una serie di chiarimenti sulla procedura che ha portato al diniego entro 60 giorni e rinviato la causa, stabilendo la prossima udienza per il 16 aprile prossimo.
Solo allora si pronuncerà, eventualmente, in merito al ricorso.
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Cronaca
Furti di Natale, arrestati due minorenni
Autovetture e appartamenti al mare: i loro “colpi” avevano destato una certa apprensione tra gli abitanti di Galatone
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Nei guai due minorenni per la serie di furti avvenuti la notte tra Natale e Santo Stefano, che tanta apprensione avevano cagionato nelle comunità di Galatone e nella zona residenziale di Santa Maria al Bagno
Nell’ambito dei controlli straordinari predisposti dalla Compagnia Carabinieri di Gallipoli, mediante anche l’ausilio dell’elicottero del 6° N.E.C di Bari, i carabinieri della Stazione di Galatone hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di due ragazzi, già noti, emessa dal Tribunale per i Minorenni di Lecce, in seguito a richiesta della locale Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni.
Le indagini sono state avviate durante le festività natalizie dai carabinieri della Stazione di Galatone, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Lecce.
Grazie ad un attento lavoro investigativo, è stato possibile ricostruire gli eventi.
Tutto è iniziato con il furto di una Fiat Panda, avvenuto a Galatone, la notte di Santo Stefano.
I due hanno forzato l’auto ma, poco avvezzi alla guida di autoveicoli, ne hanno perso il controllo, andando a sbattere contro il muro perimetrale di un’abitazione e abbandonando il veicolo sul posto.
Per niente intimoriti dal primo insuccesso i due hanno individuato un’altra utilitaria dello stesso tipo, l’hanno rubata ed hanno raggiunto un’area residenziale della località balneare di Santa Maria al Bagno.
Qui, dopo aver forzato le finestre posteriori, hanno svaligiato tre abitazioni a schiera dalle quali hanno portato via diversi elettrodomestici, tra cui anche un casco professionale per parrucchieri.
Le indagini sono iniziate proprio dal rinvenimento delle due auto abbandonate e danneggiate.
I carabinieri di Galatone, visualizzate le immagini degli impianti di video sorveglianza, dopo diverse perquisizioni, hanno individuato i due giovani autori dei furti delle autovetture e nelle tre abitazioni della marina.
Nel corso delle perquisizioni presso le abitazioni dei ragazzi sono stati rinvenuti il casco professionale ed altra refurtiva restituita ai legittimi proprietari.
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