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Cronaca

Lucugnano e Depressa: “Non basta scusarsi per il disagio, riaprite le poste!”

La lettera di un nostro lettore, cittadino di una della frazioni di Tricase

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La chiusura degli uffici postali delle frazioni di Tricase, a Lucugnano e Depressa, ha arrecato non pochi disagi alla cittadinanza.





Già lo scorso 26 marzo ci eravamo fatti carico del problema, interpellando anche il sindaco. Chiuri, in risposta anche ai solleciti dell’opposizione, si era impegnato nel contattare il direttore di filiale della provincia di Lecce, Giuseppe Stanisci. La risposta ottenuta era stata una promessa:





Dalla settimana prossima (NdA, questa settimana), cercherà in tutti i modi una soluzione per consentire l’apertura al pubblico, almeno per un giorno alla settimana, degli uffici postali delle frazioni”.





La lettera di un cittadino





Ci scrive in merito un cittadino di Lucugnano, Salvatore Ponzetta. Nella sua lettera, che pubblichiamo qui di seguito, l’appello per la riapertura è corredato da più che giustificate motivazioni.




“I cittadini oramai da un mese lamentano il problema riguardante la chiusura dei due uffici postali di Depressa e Lucugnano, con il loro servizio sospeso a causa dell’emergenza coronavirus.





Nel DPCM dell’8 marzo scorso tutti gli uffici, e principalmente quelli privi di servizio ATM, sono da considerati presidi pubblici essenziali per tutti i cittadini, in particolar modo essenziali per le persone anziane e non automunite (fetta di popolazione numericamente ben presente all’interno delle due comunità che, in questo momento di elevata emergenza sanitaria, deve essere tutelata in quanto fascia più debole).





Pertanto, non possiamo assumerci la responsabilità di esporre al pericolo proprio quella fascia di persone, come non ci possiamo assumere la responsabilità di esporre a pericolo nessun cittadino di qualsivoglia fascia di età, semplicemente scusandoci per il disagio e invitando le persone per qualsiasi esigenza a spostarsi dalle frazioni alla sede centrale delle Poste a Tricase. Arrecando non solo disagio sociale ma soprattutto aumentando il rischio di creare assembramenti.





Per queste motivazioni chiederei al Signor Sindaco di farsi nuovamente portavoce, nei confronti dell’ente interessato, per la riapertura immediata dei due uffici.





I cittadini delle due frazioni vanno rimessi alla pari con quelli di altre frazioni di altri Comuni che, nel rispetto e nella tutela della salute di lavoratori/clienti/utenti, hanno già ottenuto la riapertura delle sedi in loco, soddisfacendo le loro motivate esigenze”.


Cronaca

Quasi 4mila dosi di cocaina: arrestato 37enne

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Nella mattinata di oggi, i Carabinieri del NORM della Compagnia di Tricase hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Lecce – Sezione GIP, a
carico di un uomo di 37 anni, già noto alle forze dell’ordine.

Questo arresto rappresenta il culmine di un’indagine approfondita condotta dai militari dell’Arma.
Infatti da settimane i Carabinieri erano immersi in un’indagine complessa, iniziata il 31 ottobre, in un terreno di campagna, dove erano stati sequestrati circa 800 grammi di cocaina, un carico
impressionante che corrispondeva a circa 3900 dosi pronte per essere immesse nel mercato.

L’arresto di un ignoto spacciatore si era trasformato in un puzzle da risolvere, e i militari dell’Arma sapevano che il tempo era essenziale.

Con pazienza e dedizione, i Carabinieri hanno analizzato le immagini di videosorveglianza e hanno svolto servizi di osservazione, anche sotto il velo della notte.

Ogni dettaglio, ogni movimento, ogni
ombra è diventata parte di un quadro sempre più chiaro. E così, l’attenzione si è concentrata su un uomo di 37 anni, già noto alle forze dell’ordine, il cui profilo è sembrato, fin da subito, adattarsi perfettamente al mistero che circondava il sequestro, riuscendo a identificare il sospettato come
possibile autore del reato di detenzione ai fini di spaccio.

Dopo aver completato le formalità di rito, l’uomo è stato condotto presso la Casa Circondariale di Lecce, dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Questa operazione sottolinea l’impegno costante delle forze dell’ordine nella lotta contro il traffico di sostanze stupefacenti e nella salvaguardia della sicurezza pubblica.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase preliminare e che l’eventuale
colpevolezza in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

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Casarano

Sconosciuti al fisco, fioccano le denunce

Guardi di Finanza in un’officina ad Otranto, una pescheria a Casarano ed un negozio di abbigliamento a Gallipoli

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I Finanzieri della Compagnia di Otranto e di Maglie, nell’ambito dei controlli volti a contrastare l’evasione tributaria, hanno scoperto, anche a seguito di mirate analisi di rischio, di controllo economico del territorio e di riscontri preliminari, una attività di riparazioni meccaniche di veicoli in genere, una
di vendita di pesce e molluschi e una di commercio al dettaglio di abbigliamento, ubicate rispettivamente ad Otranto, Casarano e Gallipoli, completamente sconosciute al fisco.

In particolare, l’attività di riparazioni, gestita da un ex meccanico in pensione, avveniva nel garage della propria abitazione in mancanza delle prescritte autorizzazioni; per tale ragione si è proceduto al contestuale sequestro amministrativo dell’attrezzatura presente nel garage dell’officina.

Al momento dell’intervento presso le rispettive sedi delle menzionate attività di impresa, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto svariata di documentazione extra-contabile (in nero), che ha consentito di ricostruire, grazie anche all’ausilio delle banche dati in uso al Corpo, il reddito non dichiarato al fisco, quantificato in circa 700mila euro di ricavi sottratti a tassazione.

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Casarano

Casarano e il gioco delle tre carte

Tra le pieghe della sentenza sulla querelle che vedeva contrapposta la giornalista Marilù Mastrogiovanni all’ex sindaco Gianni Stefano

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dí Antonio Memmi

Sarà sicuramente successo anche a molti di voi, nei mercati o fuori dalle stazioni, incontrare qualche furbetto che ti propone il gioco delle tre carte.

Chi fa questo gioco ha generalmente un’abilità incredibile a cambiare quelle carte sotto al tuo naso e senza nemmeno che tu riesca a rendertene conto.

Un qualcosa di vagamente simile sembra essere successo anche a Casarano.

È comparsa infatti sui social una notizia che parla dell’assoluzione della giornalista Marilù Mastrogiovanni nella tristemente famosa querelle che la vedeva contrapposta all’ex sindaco Gianni Stefano.

“Quanto aveva scritto nelle sue inchieste sulla malagestione dei rifiuti nel basso Salento è tutto vero”, si legge in molti articoli e poi ancora, come dichiarazione a caldo dell’interessata: “Sono soddisfatta che la correttezza e il valore del mio lavoro giornalistico siano stati riconosciuti anche nella sentenza di secondo grado”.

Brava. Bisogna credere nella giustizia che, ancorché lenta e con mille problemi, riesce poi alla fine a sentenziare il giusto e, a differenza di chi sta dalla parte dei giudici solo quando emettono le sentenze che ci piacciono, bisogna essere tra quelli che credono sempre nel loro lavoro.

Poi però, sapete com’è la curiosità… per capire meglio di cosa si stia parlando e non essendo ancora disponibili le motivazioni complete della sentenza, ci si deve accontentare del cosiddetto documento dispositivo di tale provvedimento che però, onestamente, confonde un po’…

Sì perché se cercaste la frase in cui si parla della veridicità delle inchieste giornalistiche… non sareste in grado di trovarla, così come se cercaste anche il passo in cui la corte di Appello riconosce la correttezza ed il valore giornalistico della brava e coraggiosa giornalista… beh… nemmeno… anzi, non trovereste nemmeno scritto il verbo “assolve”!

Invece, qualora con un piccolo sforzo leggeste un po’ più avanti nel documento, trovereste un altro passo molto interessante che dice: “condanna, altresì, Mastrogiovanni Maria Luisa alla rifusione delle spese sostenute dall’imputato Stefano Gianni che liquida in euro 1500,00”.
Ammetto che non siamo tutti avvocati e forse al tribunale scrivono una cosa e vogliono dirne un’altra ma… non avete anche voi quel vago sentore che abbiano provato a farci il gioco delle tre carte?

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