Cronaca
Maxi frode allo Stato e all’Ue
Due ordinanze di custodia cautelare e ingenti sequestri scattati in mattinata
Durante le prime ore della mattina i militari della Guardia di Finanza di Lecce, coordinati dalla Procura della Repubblica di Lecce, hanno eseguito 2 ordinanze di custodia cautelare a carico dei capi di un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato.
Gli arrestati, entrambi residenti a Surbo, avvalendosi della complicità di altri 4 sodali, avevano creato un insidioso sistema di frode attraverso cui riuscivano a percepire indebitamente contributi all’agricoltura erogati dall’AGEA, dichiarando falsamente la disponibilità di terreni di proprietà di Enti pubblici e di soggetti privati ubicati sul territorio nazionale (Puglia, Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia), ovvero confiscati alla criminalità organizzata ed affidati per scopi di utilità sociale ad associazioni ed enti no profit.
Le indagini sono state avviate nel mese di ottobre del 2013 dagli specialisti del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce nell’ambito del piano d’azione denominato “BONIFICA”, elaborato dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma con la collaborazione dell’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) per il controllo, a livello nazionale, del corretto funzionamento del sistema delle erogazioni pubbliche in agricoltura.
L’attività investigativa ha disvelato l’esistenza di un gruppo criminale capeggiato dal responsabile di un “Centro di Assistenza Agricola”, con sede in Surbo, e di un agronomo con studio professionale presso la stessa sede del C.A.A., i quali, avvalendosi dell’apporto fornito dai restanti componenti l’organizzazione, tutti legati fra loro da vincoli di parentela, avevano formato centinaia di atti falsi, per lo più autocertificazioni e contratti di comodato ad uso gratuito, attestanti la conduzione di terreni appartenenti ad Enti Pubblici e soggetti privati. Tali domande, munite dei visti di conformità falsamente apposti dallo stesso responsabile del Centro, venivano trasmesse all’AGEA al fine di percepire finanziamenti all’agricoltura, accreditati sui conti correnti dei fittizi conduttori e poi ripartiti tra gli associati.
I finanzieri, con una complessa indagine avviata con il sequestro di copiosa documentazione presso il citato Centro di Assistenza e le abitazioni private dei componenti il sodalizio, proseguita con l’esecuzione di riscontri presso i reali proprietari e conduttori dei terreni, hanno dimostrato la falsità degli atti allegati alle circa 150 domande inoltrate per mezzo del citato C.A.A. nel periodo dal 2009 al 2014. In un caso è stato accertato che l’associazione aveva richiesto contributi anche su terreni confiscati ai noti esponenti della famiglia mafiosa Guarnieri di Canicattì e successivamente assegnati al Comune di Naro per finalità sociali.
La truffa protrattasi per circa otto anni ha permesso di intascare oltre 800.000 euro che i finanzieri hanno intercettato sui conti correnti personali e aziendali degli arrestati.
All’esito dell’attività, i militari del Nucleo di P.T., in esecuzione di specifici decreti emessi dall’Autorità Giudiziaria Leccese, hanno tratto agli arresti domiciliari i capi dell’organizzazione per truffa aggravata ai danni dello Stato, falsità materiale ed ideologica commessa sia da pubblico ufficiale che da privato, nonché sequestrato 3 unità immobiliari, tre terreni, tutti ubicati in Surbo, e disponibilità finanziarie riconducibili agli associati per una somma pari agli importi indebitamente percepiti.
Cronaca
Supersano arrestato spacciatore
In casa aveva eroina, cocaina e marijuana oltre a tutto il necessario per la vendita dello stupefacente
I carabinieri della Stazione di Ruffano hanno arrestato in flagranza di reato un uomo di 45 anni nel centro di Supersano.
L’attività info-investigativa era iniziata a causa di un’intensa attività di spaccio presso la sua abitazione.
Dopo aver individuato con precisione il luogo, i Carabinieri hanno proceduto al controllo e alla perquisizione dell’appartamento, dove sono state rinvenute numerose dosi di sostanze stupefacenti pronte per la vendita, occultate in vari punti della casa.
In particolare, sono stati sequestrati 7 grammi di eroina, 2 grammi di cocaina e 30 grammi di marijuana.
Insieme alla sostanza stupefacente, i militari hanno trovato bilancini, sostanze da taglio, materiale per il confezionamento e diverse centinaia di euro in contanti, a testimonianza dell’attività di spaccio.
Durante il controllo, sono stati sequestrati anche due coltelli ed è stata scoperta un’ingente quantità di munizioni, circa un centinaio di cartucce di vario calibro, detenute illegalmente.
Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato sottoposto a regime degli arresti domiciliari, così come disposto dal Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce.
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Casarano
Rinvenuto deposito di auto rubate
Denunciato il proprietario dell’area dove è stata rinvenuta anche un’Alfa Romeo Stelvio rubata pochi giorni fa nel parcheggio di un ipermercato casaranese. Tra le tante auto smembrate, riconosciuta anche una Fiat 500 con la carrozzeria tagliata in più pezzi che era stata rubata a Tricase il 9 gennaio
La Polizia di Stato ha scoperto a Casarano un’ampia area recintata, nella quale erano nascosti e riciclati veicoli di provenienza illecita.
Da una prima ispezione attraverso l’alto muro di recinzione del sito individuato, gli agenti del Commissariato di Taurisano hanno notato la presenza di una Alfa Romeo Stelvio, risultata rubata alcuni giorni prima nel parcheggio di un ipermercato sempre di Casarano.
I primi accertamenti hanno permesso di individuare il proprietario dell’area, un cinquantacinquenne del posto, immediatamente rintracciato nella sua residenza e condotto presso il deposito di sua proprietà.
Oltre all’Alfa Romeo Stelvio rubata, nella area, vasta almeno 50 are, erano stati parcheggiati molti automezzi e pezzi meccanici e, all’interno, vi era un edificio di costruzione abusiva, nel cui garage seminterrato era stata ricavata una officina abusiva, adibita allo smontaggio di autovetture rubate.
In particolare, i poliziotti hanno scoperto la presenza di una Fiat 500 smembrata la cui carrozzeria era stata tagliata in più pezzi. L’auto, non era più dotata dei codici identificativi (targa e numero di telaio) ma, identificato il rivenditore da un portatarga, è stata comunque identificata e rintracciata la proprietaria.
L’auto era le era stata rubata a Tricase il 9 gennaio scorso. La donna ha riconosciuto la propria autovettura attraverso le foto realizzate dalla polizia scientifica.
Nel garage seminterrato, in alcuni container e in tutta l’area recintata erano parcheggiati numerosi veicoli e stoccati e pezzi meccanici, per molti dei quali l’indagato ha fornito generiche e poco credibili notizie sulla provenienza.
Inoltre, i veicoli ed i pezzi meccanici apparivano parcheggiati male e stoccati, in evidente violazione le norme previste per la tutela dell’ambiente.
L’intera area è stata sottoposta a sequestro con l’apposizione dei sigilli mentre il proprietario è stato denunciato in stato di libertà per il reato di ricettazione, riciclaggio e violazione delle norme sulla tutela ambientale.
L’Alfa Romeo Stelvio, dopo i rilievi di polizia scientifica, è stata restituita al legittimo proprietario.
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Cronaca
Trepuzzi: «Perchè il sindaco ha fatto riaprire le scuole?»
Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle: «Non conoscendo ancora l’effettivo rischio per la salute pubblica, vista l’entità dell’incendio e la pericolosità del materiale andato a fuoco, sarebbe stato forse più prudente ritardare cautelativamente l’apertura»
Il girono dopo l’incendio ai depositi dell’ex Omfesa a Trepuzzi si accende la polemica.
Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle, «nell’esprimere massima solidarietà alle aziende e ai lavoratori coinvolti nell’incendio divampato nel pomeriggio di ieri , sulle cui cause auspichiamo sia fatta presto piena luce», puntano il dito sulla decisione del sindaco Giuseppe Taurino di consentire l’apertura delle scuole all’indomani di quanto accaduto.
I 5 Stelle la ritengono «quanto meno contraddittoria la considerato, altresì, il richiamo a limitare le uscite e a fare uso delle mascherine. Non conoscendo ancora l’effettivo rischio per la salute pubblica, vista l’entità dell’incendio e la pericolosità del materiale andato a fuoco, sarebbe stato forse più prudente ritardare cautelativamente l’apertura delle scuole. Per il bene della salute pubblica, invochiamo il rispetto del principio di precauzione citato nell’art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, molto spesso disatteso».
Gli attivisti, infine, rivolgono «un ringraziamento particolare ai Vigili del Fuoco, che hanno consentito in tempi rapidi di domare l’incendio e di mettere in sicurezza l’area».
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