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Cronaca

Melissano: due auto incendiate nella notte

In fiamme una Fiat Panda Van in via Gallipoli e una Ford Fiesta nei pressi del cimitero. Indagini in corso per stabilire le cause di entrambi gli incendi

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È stata una dura notte di lavoro per i vigili del fuoco salentini.


Oltre all’intervento di Gagliano del Capo per un incendio in un seminterrato che ha visti impegnato il distaccamento di Tricase unitamente ai caschi rossi del distaccamento di Ugento e di quello di Gallipoli, poco dopo la mezzanotte due squadre dei Vigili del Fuoco provenienti dai distaccamenti di Gallipoli e Ugento sono state inviate a Melissano, in via Po, in seguito alla segnalazione di una deflagrazione.


Durante il percorso, una nuova chiamata ha informato dell’incendio di un’autovettura nelle vicinanze del cimitero, sempre a Melissano.


Di conseguenza, la centrale operativa dei Vigili del Fuoco ha deciso di dirottare la squadra proveniente da Ugento verso questa nuova emergenza, mentre quella proveniente da Gallipoli ha proseguito verso via Po.


Una volta sul luogo, la squadra di Gallipoli ha trovato una Fiat Panda Van completamente dilaniata a causa di un’esplosione.


Gli operatori hanno immediatamente effettuato un sopralluogo esteso sull’area interessata dall’evento, rinvenendo frammenti di vetro e carrozzeria dispersi lungo la strada.

Il cofano dell’auto è stato ritrovato su un terrazzino nelle vicinanze.


Nel frattempo, la squadra inviata nei pressi del cimitero ha lavorato per spegnere l’incendio di una Ford Fiesta.


Una volta estinto l’incendio, sono state avviate le attività investigative, ancora in corso, al fine di determinare le cause di entrambi gli eventi.


Al momento, non si segnalano feriti a seguito di queste situazioni di emergenza.



Attualità

Galatina: sala operatoria chiusa perché senza aria condizionata? No, si, forse…

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria”; “Mi dispiace, ma lo trova domattina”. “Ma non c’è nessuno che…”

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Cosa può e deve fare un giornale quando riceve diverse telefonate di denuncia circa la malasanità pubblica?

A cosa serve il mestiere di giornalista se non a riportare pedissequamente, previa verifica, ogni spiffero o lode di quello accade fra le pieghe della pubblica amministrazione che sia essa sanitaria o di altra natura? A tutelare le fasce più deboli, a difendere chi non può, non sa o non vuole difendersi?

Ebbene, da giorni riceviamo in redazione delle lamentele circa il malfunzionamento di una delle sale operatorie dell’ospedale Santa Maria Novella di Galatina, nella fattispecie l’ultima lagnanza, arrivata via Whatsapp stamattina, è di una signora che oggi avrebbe dovuto subire un intervento in day hospital e, arrivata diligentemente e puntualmente in ospedale, si è sentita rispondere: “Signora, mi dispiace ma deve tornare a casa, sono slittati tutti gli interventi perché si è rotta l’aria condizionata e da 15 giorni la sala operatoria è rimasta ferma“.

Se non fosse seria e grave la situazione ci sarebbe da ridere. E allora? Cosa abbiamo pensato di fare? Quello che avrebbe fatto qualsiasi giornale: chiamare l’ospedale di Galatina e scrivere alla ASL.

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria“; “Mi dispiace, ma lo trova domattina“. “Ma non c’è nessuno che lo sostituisca, che ci possa informare sulla sala…“, insistiamo, “Aspetti le passo qualcuno della sala operatoria“.

Dopo aver spiegato il motivo della nostra telefonata, dall’altra parte ci rispondono: “Mi dispiace deve aver sbagliato numero!“. Basiti ribattiamo: “Come abbiamo sbagliato numero, non è la sala operatoria? Mi hanno passato lei dal centralino, saprà che numero fare il centralinista. E comunque: è vero che la sala operatoria non funziona da 2 settimane perché è rotta l’aria condizionata?”, assordante silenzio dall’altra parte, “mi scusi”, ribattiamo caparbi, “ma con chi stiamo parlando?”. 

“Sono l’infermiere E.S. e non sono tenuto a risponderle”. “Quindi”, incalziamo, “è una malcelata forma per dirmi che quello che le sto chiedendo è vero!?”.

Come tutte le cose la gentilezza si consuma, il garbo finisce, la pazienza si squaglia, con questo caldo poi: “Guardi che questo è un numero per le urgenze, e lei lo deve lasciare libero!”. ” Va bene”, replichiamo, “basta un si o un laconico no!… Tuuu, tuuu, tuuu.”

Ci appigliamo ancora al centralinista il quale, con rinnovata pazienza, ci prega di attendere e ci assicura che avrebbe cercato di passarci al telefono il direttore sanitario.

L’attesa è piacevole, le note sprigionate dalla musichetta d’attesa è puro jazz: lo si riconosce dalla grande varietà di attacchi. Spiacevole è invece la notizia, un perentorio telefonista, dopo una breve attesa, ci liquida: “Il direttore sanitario mi suggerisce di richiamare domani mattina, tuuu, tuuu, tuuu…“.

Nel frattempo, per non venire meno al nostro dovere abbiamo scritto, alla direzione della Asl e ci siamo armati, noi insieme a tutti i pazienti che non hanno usufruito del servizio, di Santa Pazienza, in attesa del domani. To be continued…

Luigi Zito

 

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Attualità

Medici salentini contro l’autonomia differenziata

Il presidente dell’OMCeO di Lecce Donato De Giorgi: «La scarsezza di risorse, vera causa di tempi di attesa vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, soprattutto, ai cittadini»

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«Si rimane basiti da alcune dichiarazioni comparse sulla stampa locale, secondo cui per risolvere le emergenze, che alcune Strutture stanno vivendo nel nostro territorio in maniera drammatica, sia necessario non solo “una più efficace organizzazione delle risorse umane”, ma anche “la necessità che alcuni Direttori di Unità Operative abbandonino la scrivania e diano una mano concreta”. Oltre a grossolane inesattezze riguardanti l’attività del presidio ospedaliero di Gallipoli, che avrebbe “sale operatorie inattive da mesi”, le dichiarazioni puntano il dito nella direzione sbagliata».

È lo sfogo di Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) di Lecce.

«In realtà», tuona il dott. De Giorgi, «solo la straordinaria attività di tutti i medici e del Personale Sanitario ha consentito di far sopravvivere il SSN nel nostro territorio (come, del resto, conferma l’84,1% degli Italiani, secondo l’ultimo sondaggio Censis)».

Poi la sottolineatura: «Quando si afferma “tutti i Medici” ci si riferisce proprio a tutti: i MMG, i pediatri, gli specialisti territoriali, i medici del pronto soccorso, 118, continuità assistenziale, ospedalieri, direttori di U.O., medici del servizio pubblico, privati, convenzionati, ecc.».

«Solo il loro lavoro continuo, il loro impegno instancabile, la loro professionalità competente, la loro azione silenziosa in situazioni difficili di gravissimo disagio», insiste il presidente provinciale dell’OMCeO, «rappresenta lo straordinario e insostituibile riferimento per affermare la centralità della salute come diritto di tutti».

In questi giorni chi gestisce e chi amministra la salute nel nostro territorio avendo l’impegno di ridefinire ruoli, accorpamenti in situazioni ospedaliere periferiche e la decisiva riorganizzazione del territorio, ha sempre poco (o nessuno) spazio per allargare le risorse umane (assunzioni) e fornire ai professionisti motivazioni forti.

Secondo Donato De Giorgi: «La scarsezza di tali risorse, vera e decisiva causa dei tempi di attesa inaccettabilmente e vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà soprattutto il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, ciò che più conta, ai cittadini».

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Cronaca

Montesano: marijuana fai da te

Coltivava piante di cannabis indica in due serre nel giardino di casa: arrestato 46enne del posto

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Nel corso dei servizi di controllo del territorio mirati alla prevenzione dei reati in materia di sostanze stupefacenti, caldeggiati dal Comando Provinciale di Lecce, i Carabinieri della Stazione di Specchia, hanno arrestato in flagranza di reato un 46enne del posto, già noto per reati inerenti gli stupefacenti, poiché coltivava nel giardino della sua abitazione delle piante di cannabis indica.

I sospetti che la persona indagata potesse coltivare nel terreno di pertinenza della propria abitazione della sostanza stupefacente e lo sviluppo delle indagini hanno portato i carabinieri ad effettuare una perquisizione personale e domiciliare.
sono state così scoperte, all’interno di due serre nel terreno di pertinenza, 12 piante di marijuana in piena inflorescenza, mantenute nella giusta umidità e temperatura interna da apposito sistema di irrigazione.

Le due serre artigianali erano state costruite in modo rudimentale, ognuna composta da un semplice telo in cellophane adagiato su vari pali in ferro, così da aumentare il grado di umidità necessaria per una piena inflorescenza delle piante.

Dopo aver sottoposto a sequestro tutto quanto reperito, su disposizione del Sostituto Procuratore di turno della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, l’uomo è stato arrestato e sottoposto alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari.

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