Cronaca
Microspie ad Otranto: “Ascoltino pure”
Il sindaco Cariddi: “Nulla da nascondere. Non spenderemo diecimila euro di soldi pubblici per la bonifica”
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Dopo aver preso un po’ di tempo per razionalizzare quanto stava accadendo esce allo scoperto il sindaco di Otranto Pierpaolo Cariddi e dice la sua su micropsie e cimici (CLICCA QUI) ritrovate a Palazzo Melorio.
“In questi giorni la scoperta di dispositivi di intercettazione in alcuni uffici comunali ha generato nell’amministrazione e nei dipendenti tanta amarezza e sconcerto”, ha dichiarato il primo cittadino, “per ridare serenità abbiamo pensato inizialmente di commissionare una bonifica degli ambienti, acquisendo prima di tutto preliminari informazioni sui costi di tale intervento. L’ordine di grandezza per bonificare solo parte del Palazzo di città”, sottolinea il sindaco, “è di circa diecimila euro, non certamente poco”.
“Partendo dalla convinzione che la nostra attività di amministratori e quella dei dipendenti comunali sia stata sempre condotta nella correttezza e trasparenza”, rende noto il primo cittadino, “dopo un consulto, abbiamo ritenuto opportuno non spendere tali soldi pubblici per la bonifica, a meno che ci verrà richiesto da parte degli organi inquirenti cui abbiamo esposto denuncia.
Se l’installazione dei dispositivi è da attribuire a privati, nessuno potrà trarre vantaggi dalle intercettazioni in quanto non esistono allo stato attuale procedure, progetti, valutazioni di particolare valore e interesse, e comunque, laProcura chiarirà se trattasi di intercettazioni illecite. Se invece l’installazione è da attribuire a indagini in corso è giusto che queste siano portate avanti a garanzia di tutti, dei cittadini e degli indagati, e non siano ostacolate spendendo per questo anche i soldi pubblici”.
“Ho l’onore di guidare una comunità sana, operosa, che ha dimostrato sempre di saper condurre uno sviluppo del territorio nel rispetto della legalità e dei valori di questa terra. Tutti insieme”, conclude il sindaco Cariddi, “continueremo a lavorare con tanta energia come abbiamo sempre fatto per creare opportunità nella nostra città, assumendoci la piena responsabilità delle nostre azioni”.
Cronaca
Omicidio di Galatone, la ricostruzione di quei tragici momenti
Confermato il fermo di Cosimo Lojola fortemente indiziato di aver assassinato al culmine di un litigio Sebastiano Danieli
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Dopo gli spifferi e le nostre anticipazioni, arriva la conferma: nella nottata, i carabinieri della Stazione di Galatone, in collaborazione con personale della N.O.R.M. di Gallipoli, hanno eseguito un provvedimento di fermo per omicidio, emesso dalla Procura della Repubblica del capoluogo salentino nei confronti di Cosimo Lojola, 45 anni, del posto.
Il fermo è il risultato di una complessa attività investigativa scaturita dall’intervento avvenuto alle ore 14 di ieri in un terreno agricolo situato in strada comunale Spineto di Galatone.
I carabinieri erano stati allertati dalla segnalazione di un passante che ha portato al rinvenimento del corpo senza vita di Sebastiano Danieli, 66 anni, pensionato.
La vittima è stata trovata riversa a terra, con evidenti tracce ematiche sul capo e sul braccio sinistro.
Indossava un cappuccio di tuta da lavoro.
Un esame cadaverico esterno, immediatamente disposto dal PM di turno della Procura della Repubblica di Lecce e condotto sul luogo dal medico legale, ha rivelato la presenza di fori sulla nuca della vittima, verosimilmente compatibili con un attrezzo agricolo.
Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Gallipoli con il supporto dei colleghi del Nucleo Investigativo di Lecce hanno permesso di ricostruire gli eventi che hanno preceduto il tragico episodio.
Secondo le informazioni raccolte, intorno alle ore 11, Lojola si sarebbe recato nel terreno agricolo di Sebastiano Danieli, dove (per cause ancora in fase di accertamento, verosimilmente riconducibili a futili motivi legati a questioni di vicinato) è scoppiato un breve diverbio.
Durante la lite, l’uomo avrebbe colpito Danieli con un’ascia in ferro alla testa, con l’ultimo colpo mortale alla nuca.
La perquisizione domiciliare presso l’abitazione del fermato ha consentito il rinvenimento e il sequestro dell’arma del delitto.
La salma è stata trasportata presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per l’esame autoptico, come disposto dal PM di turno della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini.
Attualmente, Cosimo Lojola è stato sottoposto a fermo del Pubblico Ministero e condotto presso la Casa Circondariale di Lecce, a disposizione della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini.
Ulteriori accertamenti proseguiranno per fare piena luce sull’accaduto e per raccogliere ulteriori elementi utili a chiarire la dinamica dei fatti.
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Castrignano del Capo
Incidente e soccorsi a Castrignano del Capo
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Incidente stradale in pieno centro abitato questa mattina a Castrignano del Capo.
Due auto si sono violentemente scontrate all’incrocio tra via Rossini e via Pirandello.
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All’origine del sinistro, una mancata precedenza all’altezza dell’intersezione citata.
Per una delle persone coinvolte, una donna, si è reso necessario l’intervento dei soccorsi.
La signora è stata presa in carico dal personale sanitario di un’ambulanza accorso sul posto.
Le sue condizioni, comunque, non destano preoccupazioni.
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Le due vetture sono rimaste considerevolmente danneggiate dall’impatto.per la loro rimozione è stato necessario l’intervento di un carro attrezzi.
La Polizia Locale ha effettuato i rilievi del caso per risalire alle responsabilità dell’accaduto.
Cronaca
Omicidio di Galatone, in stato di fermo proprietario del terreno vicino a quello della vittima
Si tratta di un uomo di 45 anni, anche lui di Galatone. Avrebbe ammazzato il 66enne pensionato colpendolo con un’ascia, al culmine di una violenta lite
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Per tutta la notte è stato trattenuto e interrogato un uomo di 45 anni, proprietario del terreno vicino a quello di Sebastiano Danieli, il 66enne pensionato ammazzato ieri nei pressi del Convento della Madonna della Grazia a Galatone.
Cosimo Lojola, anche lui di Galatone, è fortemente sospettato di essere l’assassino di Danieli ed ora è in carcere, in stato di fermo. La furia omicida sarebbe esplosa al termine di una violenta lite scoppiata tra i due.
Altro punto importante: l’ex dipendente di un mobilificio del posto, in pensione da pochi mesi, sarebbe stato ammazzato non con una pietra come si pensava in un primo momento ma con un colpo d’ascia sferrato dietro la nuca.
L’arma del delitto è stata ritrovata nell’abitazione dove è stato rintracciato l’indiziato.
Secondo le testimonianze raccolte Lojola avrebbe in più occasioni minacciato Danieli.
I carabinieri che indagano per ricostruire nel dettaglio quanto avvenuto hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza delle abitazioni private vicine alla zona dove si è consumato il delitto.
Al momento Lojola non avrebbe rilasciato nessuna versione sull’accaduto.
Nella foto in alto la campagna dove si è consumato l’omicidio di Sebastiano Danieli
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