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Cronaca

Miggiano e Depressa: piante di marijuana alte 2 metri in casa!

I Carabinieri della Compagnia di Tricase hanno sequestrato dieci piante di cannabis indica alte ciascuna oltre due metri. Un uomo denunciato a Depressa, un arresto a Miggiano

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I Carabinieri della Compagnia di Tricase hanno sequestrato dieci piante di cannabis indica alte ciascuna oltre due metri. A Depressa di Tricase i Carabinieri hanno denunciato a piede libero V.S., 48enne del posto, il quale stava coltivando, accanto ad un manufatto rurale ubicato nei pressi della propria abitazione di campagna, una pianta di canapa indiana alta oltre due metri. All’arbusto i militari sono arrivati dopo diversi servizi finalizzati a riscontrare una serie di informazioni sulla base delle quali l’uomo, negli ultimi tempi, aveva sviluppato una particolare predilezione per coltivazioni illegali. I Carabinieri hanno individuato, nelle pertinenze dell’abitazione di V.S., la pianta che hanno prelevato e sottoposto a sequestro mentre l’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce. Analogo servizio hanno svolto i Carabinieri della Stazione di Specchia i quali hanno tratto in arresto Saverio Cipolla, 48enne di Miggiano, censito in B.D.FF.PP., poiché all’interno della sua abitazione hanno rinvenuto nove piante di cannabis indica alte ciascuna oltre due metri. Anche in questo caso l’uomo, disoccupato ma con un tenore di vita poco coerente con l’assenza di attività lavorativa, è stato oggetto di una serie di servizi di osservazione e controllo svolti dai Carabinieri della Stazione di Specchia i quali hanno accertato come Cipolla, pur non avendo alcun reddito, spendesse importanti somme di denaro in fertilizzanti ed altri prodotti destinati alla cura di piante e fiori. Gli accertamenti svolti confermavano le numerose informazioni raccolte secondo le quali il soggetto avesse intrapreso una florida attività di spaccio al dettaglio di canapa indiana dallo stesso coltivata e prodotta. Con il pretesto di notificargli un atto di polizia giudiziaria relativo a vecchie vicende penali nelle quali Cipolla era rimasto coinvolto, i Carabinieri sono entrati a casa dell’uomo e, all’interno del cortile dell’abitazione, hanno rinvenuto nove piante di cannabis indica alte ciascuna ben oltre due metri. Gli arbusti sono stati sottoposti a sequestro mentre Saverio Cipolla, portato presso gli uffici della Stazione Carabinieri di Specchia, è stato dichiarato in arresto per coltivazione di sostanze stupefacenti e, con il parere favorevole del PM di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, associato alla Casa Circondariale “Borgo San Nicola” di Lecce.

Cronaca

Incredibile grandinata su Martano

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Incredibile grandinata a Martano nella serata di oggi.

Sul Comune griko si è ritrovato ricoperto di bianco all’ora del tramonto. Le foto che circolano sul web raccontano quanto accaduto in pochi sorprendenti minuti.

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Cronaca

Narcotraffico da e per il Salento, arrestato latitante

Si tratta del 53enne Antonio Alvaro Montinari, nel 2024 sfuggito alla cattura durante l’operazione che aveva portato all’arresto di  34 persone legate al clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza della Sacra Corona Unita

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La Polizia di Stato, in esecuzione alla misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha tratto in arresto Antonio Alvaro Montinari, 53 anni di Lendinuso (marina di Torchiarolo, a Brindisi), gravemente indiziato a vario titolo di aver fatto parte di un’associazione finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.

L’uomo, a novembre del 2024, era riuscito a sfuggire alla cattura durante l’operazione di Polizia Giudiziaria che ha portato all’arresto di altre 34 persone.

Grazie a metodologie investigative tradizionali, tipiche ed atipiche, fatte di pedinamenti, servizi di osservazione e analisi di sistemi di videosorveglianza, gli investigatori sono riusciti a stringere il cerchio attorno ai luoghi in cui il 53enne aveva trovato appoggio e rifugio.

Nel corso del fine settimana, l’interessato si è recato a prendere un veicolo posto a sua disposizione e che avrebbe dovuto garantirgli spostamenti discreti, ma al suo arrivo ad attenderlo vi erano gli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Lecce che l’hanno bloccato e tratto in arresto.

Montinari, condotto preso la Questura di Lecce, al termine delle formalità di rito è stato accompagnato in carcere, mentre sono in corso approfondimenti sulla rete di favoreggiatori che per ben tre mesi hanno consentito all’indagato di eludere l’arresto.

L’operazione di fine 2024 aveva interessato, tra i principali indagati di rango apicale, anche alcuni esponenti della criminalità organizzata, già condannati per aver fatto parte della Sacra Corona Unita (clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza), storicamente radicata nel capoluogo salentino, ma con ramificazioni in diversi centri della provincia.

Le attività investigative hanno avuto origine da una intensa attività di cooperazione internazionale grazie alla quale sono stati acquisiti – per mezzo di Ordini Europei d’Indagine – una serie di chat scambiate dagli indagati attraverso l’utilizzo di piattaforme criptate di comunicazione quali “Encrochat” e “Sky Ecc”, che consentivano lo scambio di messaggi o conversazioni utilizzando criptofonini in grado di cifrare i dati trasmessi ed impedire qualsiasi intercettazione.

Gli investigatori hanno disvelato la presenza di una strutturazione capillare, in cui vi era una precisa ripartizione di compiti tra i sodali, una disponibilità di enormi quantità di denaro contante, telefonini criptati, veicoli dotati di appositi nascondigli oltre che depositi sicuri in cui occultare il materiale illecito.

La caratura degli indagati si è altresì espressa attraverso la capacità di curare rapporti con trafficanti di droga calabresi e altri sodalizi criminali operativi sul territorio nazionale ed all’estero (tra cui albanesi e spagnoli).

Numerosi e ingenti sono stati i sequestri di sostanze stupefacenti in costanza di indagine.

A tal riguardo si segnala l’arresto avvenuto il 7 agosto 2020 di due persone intente a trasportare su un natante, bloccato a ridosso dell’area di Castro, oltre 150 chili di marijuana e 25 kg di hashish provenienti dall’Albania; il 10 giugno 2021, a Napoli, veniva tratto in arresto un altro uomo trovato in possesso di circa 45 chili di cocaina occultata in un doppio fondo di un autocarro specializzato strutturalmente modificato; il 4 giugno 2021 a Lecce veniva arrestato un altro sodale trovato in possesso di 11 chili di eroina occultati in un doppio fondo dell’autovettura ed una pistola. Centinaia di migliaia di euro le somme movimentate in contanti.

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Cronaca

Furti in chiesa. Rubati gli ori della Madonna del Rosario

A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

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Con un comunicato ufficiale il Comitato Festa Madonna SS del Rosario di Vignacastrisi, frazione di Ortelle,esprime sgomento e profondo dispiacere per quanto accaduto presso la nostra parrocchia. Siamo vicini a tutta la cittadinanza per quanto accaduto”.

Lo sgomento è riferito al sacrilego furto occorso in chiesa. Giorni fa, infatti,  si legge in un altro post di un fedele su Facebook: “Un fatto di incredibile gravità è accaduto a Vignacastrisi. Sono stati rubati gli ori della nostra amatissima Madonna del Rosario, evidentemente custoditi in forma insicura. Se n’è avuta notizia ieri sera. Un momento veramente bruttissimo per la nostra comunità, come accadde nel 1962, quando la statua della Beata Vergine prese fuoco”.

A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

Il bottino della refurtiva, frutto negli anni della devozione alla Madonna, sembra si aggiri intorno ad un paio di kg di oro.

Indagano i carabinieri.

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