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Cronaca

Miggiano: sigilli a scuola

L’inchiesta dovrà verificare se i lavori eseguiti ed i materiali impiegati siano quelli indicati nel progetto. il sindaco Damiano: “Comune di Miggiano parte lesa”

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La Guardia di Finanza di Tricase ha posto i sigilli alla Scuola Media Rao di via Donizetti a Miggiano. I cui lavori di ristrutturazione erano da poco terminati per un corrispondente di 675mila euro.

Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo in seguito all’inchiesta scaturita con tre avvisi di garanzia (C.D.P., 58 anni, di Ruffano, direttore dei lavori; a S.M.L., 41 anni, di Poggiardo, legale rappresentante della società “Anacleto Longo”, a cui era stato assegnato l’appalto per la manutenzione straordinaria e l’abbattimento delle barriere architettoniche; ed a E.C., 35 anni, di Gallipoli, nelle vesti di collaudatore incaricato dall’Ufficio Tecnico del Comune di Miggiano) i cui destinatari sono accusati di frode nelle pubbliche forniture e falso ideologico. Gli inquirenti vogliono verificare se i materiali impiegati siano quelli indicati nel progetto.

Secondo l’accusa i lavori realizzati non sarebbero conformi al progetto. Vengono contestati: la mancata rimozione dell’asfalto della pavimentazione esterna all’edificio per fare posto a quella nuova; il cosiddetto cappotto (lo camera d’aria per isolare dall’umido, dal caldo e dal freddo) alla palestra realizzato all’interno invece che all’esterno; infine, l’impianto eolico del campo di calcetto sarebbe di potenza inferiore a quanto indicato sul progetto. Da questa accuse dovranno difendersi il direttore dei lavori ed il legale rappresentante della società “Anacleto Longo”.

Su di loro pende anche il sospetto che abbiano prodotto una documentazione non corrispondente allo stato dei lavori. Per ottenere il pagamento di una prima tranche di quasi 350mila euro, presentarono documentazione con indicazioni non rispondenti allo stato dei lavori, inducendo in errore il responsabile del procedimento che ha corrisposto l’anticipo. In questo caso l’ipotesi di reato del pm è falso ideologico. Ipotesi di falso contestata in concorso a tutti e tre gli indagati per ciò che riguarda l’ultima tranche dei lavori e la liquidazione. Gli inquirenti hanno dubbi sulla data di fine lavori (4 ottobre 2016) e vogliono far luce sul verbale a firma del direttore dei lavori e del collaudatore, oltre che sul certificato di collaudo. L’inchiesta stabilirà anche se è veritiera la dichiarazione che l’impresa abbia effettivamente ottemperato a tutti gli obblighi contrattuali.

Il sindaco di Miggiano Giovanni Damiano non vuole “entrare nel merito di quella che è ancora un’inchiesta in corso. Aspetto con fiducia e serenità gli sviluppi delle indagini della magistratura. Acclarato che il sequestro è preventivo e che la scuola è comunque in uso, chiarisco che in tutta questa vicenda il Comune e l’amministrazione comunale sono parte lesa”.


Cronaca

Incredibile grandinata su Martano

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Incredibile grandinata a Martano nella serata di oggi.

Sul Comune griko si è ritrovato ricoperto di bianco all’ora del tramonto. Le foto che circolano sul web raccontano quanto accaduto in pochi sorprendenti minuti.

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Cronaca

Narcotraffico da e per il Salento, arrestato latitante

Si tratta del 53enne Antonio Alvaro Montinari, nel 2024 sfuggito alla cattura durante l’operazione che aveva portato all’arresto di  34 persone legate al clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza della Sacra Corona Unita

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La Polizia di Stato, in esecuzione alla misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha tratto in arresto Antonio Alvaro Montinari, 53 anni di Lendinuso (marina di Torchiarolo, a Brindisi), gravemente indiziato a vario titolo di aver fatto parte di un’associazione finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.

L’uomo, a novembre del 2024, era riuscito a sfuggire alla cattura durante l’operazione di Polizia Giudiziaria che ha portato all’arresto di altre 34 persone.

Grazie a metodologie investigative tradizionali, tipiche ed atipiche, fatte di pedinamenti, servizi di osservazione e analisi di sistemi di videosorveglianza, gli investigatori sono riusciti a stringere il cerchio attorno ai luoghi in cui il 53enne aveva trovato appoggio e rifugio.

Nel corso del fine settimana, l’interessato si è recato a prendere un veicolo posto a sua disposizione e che avrebbe dovuto garantirgli spostamenti discreti, ma al suo arrivo ad attenderlo vi erano gli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Lecce che l’hanno bloccato e tratto in arresto.

Montinari, condotto preso la Questura di Lecce, al termine delle formalità di rito è stato accompagnato in carcere, mentre sono in corso approfondimenti sulla rete di favoreggiatori che per ben tre mesi hanno consentito all’indagato di eludere l’arresto.

L’operazione di fine 2024 aveva interessato, tra i principali indagati di rango apicale, anche alcuni esponenti della criminalità organizzata, già condannati per aver fatto parte della Sacra Corona Unita (clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza), storicamente radicata nel capoluogo salentino, ma con ramificazioni in diversi centri della provincia.

Le attività investigative hanno avuto origine da una intensa attività di cooperazione internazionale grazie alla quale sono stati acquisiti – per mezzo di Ordini Europei d’Indagine – una serie di chat scambiate dagli indagati attraverso l’utilizzo di piattaforme criptate di comunicazione quali “Encrochat” e “Sky Ecc”, che consentivano lo scambio di messaggi o conversazioni utilizzando criptofonini in grado di cifrare i dati trasmessi ed impedire qualsiasi intercettazione.

Gli investigatori hanno disvelato la presenza di una strutturazione capillare, in cui vi era una precisa ripartizione di compiti tra i sodali, una disponibilità di enormi quantità di denaro contante, telefonini criptati, veicoli dotati di appositi nascondigli oltre che depositi sicuri in cui occultare il materiale illecito.

La caratura degli indagati si è altresì espressa attraverso la capacità di curare rapporti con trafficanti di droga calabresi e altri sodalizi criminali operativi sul territorio nazionale ed all’estero (tra cui albanesi e spagnoli).

Numerosi e ingenti sono stati i sequestri di sostanze stupefacenti in costanza di indagine.

A tal riguardo si segnala l’arresto avvenuto il 7 agosto 2020 di due persone intente a trasportare su un natante, bloccato a ridosso dell’area di Castro, oltre 150 chili di marijuana e 25 kg di hashish provenienti dall’Albania; il 10 giugno 2021, a Napoli, veniva tratto in arresto un altro uomo trovato in possesso di circa 45 chili di cocaina occultata in un doppio fondo di un autocarro specializzato strutturalmente modificato; il 4 giugno 2021 a Lecce veniva arrestato un altro sodale trovato in possesso di 11 chili di eroina occultati in un doppio fondo dell’autovettura ed una pistola. Centinaia di migliaia di euro le somme movimentate in contanti.

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Cronaca

Furti in chiesa. Rubati gli ori della Madonna del Rosario

A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

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Con un comunicato ufficiale il Comitato Festa Madonna SS del Rosario di Vignacastrisi, frazione di Ortelle,esprime sgomento e profondo dispiacere per quanto accaduto presso la nostra parrocchia. Siamo vicini a tutta la cittadinanza per quanto accaduto”.

Lo sgomento è riferito al sacrilego furto occorso in chiesa. Giorni fa, infatti,  si legge in un altro post di un fedele su Facebook: “Un fatto di incredibile gravità è accaduto a Vignacastrisi. Sono stati rubati gli ori della nostra amatissima Madonna del Rosario, evidentemente custoditi in forma insicura. Se n’è avuta notizia ieri sera. Un momento veramente bruttissimo per la nostra comunità, come accadde nel 1962, quando la statua della Beata Vergine prese fuoco”.

A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

Il bottino della refurtiva, frutto negli anni della devozione alla Madonna, sembra si aggiri intorno ad un paio di kg di oro.

Indagano i carabinieri.

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