Cronaca
Molestava minorenne iscritta alla sua palestra: condannato 47enne
Almeno quattro gli episodi circoscritti: fondamentale il racconto di un’altra ragazza, secondo la quale ci sarebbero altre vittime
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di Lor. Z.
Tre anni di reclusione, risarcimento delle parti civili e pagamento delle spese processuali. Questo quanto sentenziato dal Gip del Tribunale di Lecce Marcello Rizzo a carico di un uomo di 47 anni di Supersano, resosi protagonista del reato di violenza sessuale ai danni di una ragazza, non residente nel medesimo Comune, che, all’epoca dei fatti, era minorenne.
In questi giorni sono state depositate le motivazioni della sentenza, risalente al 6 dicembre scorso e giunta a margine di un procedimento con rito abbreviato.
L’imputato, titolare di una palestra, è stato condannato per una serie di molestie perpetrate ai danni di Simona (nome di fantasia). La ragazza si era iscritta presso la sua struttura, su consiglio di alcuni conoscenti, per seguire dei corsi preparatori in vista delle prove fisiche per un concorso per entrare nelle forze armate.
I fatti
Come si legge nella sentenza, nel periodo che va dal maggio all’ottobre 2021, si contano quattro episodi specifici in cui il 47enne avrebbe approfittato del suo ruolo di istruttore per molestare la ragazza. Col pretesto di mettere in pratica alcuni esercizi, sarebbe passato dal palpeggiare la vittima al provare a baciarla, sino a cercare in più occasioni il contatto tra le sue parti intime ed il corpo della stessa ragazza.
A queste, si aggiunge un’altra serie di condotte che confermerebbero le attenzioni morbose dell’uomo nei confronti della malcapitata: dall’invito a mangiare una pizza assieme al tentativo di anticipare gli allenamenti della stessa, al fine di poterla incontrare per più tempo in solitudine.
La ragazza ha denunciato per la prima volta l’accaduto contattando un centro antiviolenza, cui ha richiesto aiuto via mail. Dopo questo primo passo, ha trovato la forza di riferire quanto accaduto ai genitori. E’ a questo punto che, con la querela dei familiari, sono scattate le indagini a carico del 47enne.
Dopo l’ascolto di Simona, gli inquirenti hanno trovato conferma nelle parole di un’altra ragazza, recuperate da una chat di un noto social network. Del tempo prima, infatti, la giovane aveva interloquito con una sua coetanea proprio sul tema palestra. La discussione era proseguita poi su Instagram, dove l’amica aveva raccontato a Simona di essere stata oggetto delle stesse attenzioni da parte del 47enne e di conoscere altre ragazze (almeno 4) nella medesima situazione.
Alla luce di: questa evidenza; della richiesta d’aiuto scritta da Simona al centro antiviolenza e, nondimeno, dell’attendibilità della vittima, descritta agli atti come “ragazza seria, pacata e matura (…) per cui è inverosimile che abbia inventato tutto solo per ripicca o gelosia verso altri allievi“, il giudice ha ritenuto attendibile la ricostruzione dell’accaduto effettuata dalla Procura col supporto delle forza dell’ordine, ed ha proceduto alla condanna dell’istruttore.
La condanna
La pena di tre anni di reclusione è il risultato del seguente calcolo: sei anni di reclusione ridotti a tre anni e sei mesi per l’attenuante del “fatto di minore gravità”, aumentata di un anno per la continuazione degli episodi e ridotta di un terzo per la scelta del rito abbreviato.
L’imputato è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali; all’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio pubblico e scuola frequentati prevalentemente da minori; all’impossibilità di svolgere, a pena scontata, qualsiasi lavoro a contatto con minori ed al risarcimento di 15mila euro per la vittima e di 3mila euro a testa per i genitori della vittima.
Cronaca
Rissa nella notte a Ruffano
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Rissa nella notte a Ruffano con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di persone.
L’episodio si è verificato in piazzetta Mons. Fiorito, attorno all’una. Protagonisti due gruppi di giovani che stavano trascorrendo la serata all’aperto.
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A scatenare la violenza sarebbero state delle attenzioni di troppo rivolte da qualcuno nei confronti di una donna.
In pochi attimi, dalle parole si è passati ai fatti ed i due gruppi, una ventina di persone in totale dall’età compresa tra i 20 ed i 30 anni, si sarebbero ritrovate nella zuffa.
Dai residenti in zona è partita una chiamata ai numeri d’emergenza. Sul posto sono accorsi i carabinieri, ma al loro arrivo i due gruppi si erano dileguati. Sul luogo le tracce della colluttazione, anche delle macchie di sangue. Nessuno si sarebbe recato nei vicini ospedali e, di conseguenza, nessuno al momento è stato identificato, ma si indaga sull’accaduto.
Cronaca
37enne arrestato dalla Polizia con cocaina, marijuana e hashish
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina…
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Nella giornata di ieri, a Lecce, la Polizia ha arrestato un uomo di 37 anni, responsabile del reato di detenzione finalizzata alla cessione a terzi di sostanza stupefacente.
Da un’attività informativa appresa in precedenza, la Sezione Narcotici di Lecce è venuta a conoscenza che un soggetto incensurato era dedito alla vendita di sostanze stupefacenti e che la base logistica dell’attività illecita era un appartamento in città.
I poliziotti a seguito di queste informazioni hanno dato avvio ad un servizio di appostamento ed osservazione grazie al quale, nella decorsa serata, hanno intercettato il 37 enne.
Nonostante l’indagato abbia tentato di condurre gli agenti presso altra dimora, indicata quale residenza, il compendio informativo in possesso degli investigatori confermava i sospetti acquisiti nella fase info-investigativa, pertanto il personale della narcotici procedeva alla perquisizione domiciliare nell’abitazione già posta sotto osservazione e nella disponibilità del sospettato.
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina.
A riscontro della detenzione finalizzata alla cessione a terzi, vi era materiale idoneo al confezionamento, bilancini e circa 1.600 euro in contanti.
Colto in flagrante l’uomo incensurato, è stato arrestato, e posto agli arresti domiciliari, come disposto dal P.M. del Tribunale di Lecce.
Attualità
Il Tar respinge ricorso per apertura sala giochi a Matino
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”…
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Il Tribunale Amministrativo per la Puglia – Lecce (Sezione Terza) ha respinto il ricorso di una ditta che aveva richiesto l’autorizzazione per aprire una sala giochi a Matino.
L’immobile scelto per ospitare l’attività supera i limiti minimi (250 metri) di distanza da luoghi sensibili, nella fattispecie una struttura sanitaria.
La ditta ricorrente aveva presentato un primo ricorso nel 2020 contro il Comune di Matino, per richiedere l’annullamento del provvedimento emesso dal Responsabile del Settore Promozione strategica del territorio con il quale si negava “il rilascio dell’autorizzazione per l’attività di sala giochi”.
Le ragioni con le quali si respingeva la richiesta, come riporta il documento, fanno rifermento al fatto che “l’immobile in argomento non rispetta quanto previsto in merito alle distanze dai luoghi sensibili indicati dalla stessa“.
L’appellante aveva contestato il provvedimento per “eccesso di potere: illogicità e violazione del principio di proporzionalità”, ritenendo la struttura sanitaria citata non rientrante tra i luoghi sensibili descritti dalla legge in merito.
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”.
Inoltre, la legge in merito precisa che si possono definire strutture sanitarie o socio-sanitarie tutte le strutture che eroghino “prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e mantenimento delle abilità acquisite”.
Si precisa, in aggiunta, che “L’ambulatorio – nel quale un professionista iscritto ad un albo socio-sanitario esercita la sua professione – può essere gestito in forma individuale, associata o societaria e avvalersi esclusivamente di professionisti sanitari regolarmente abilitati e iscritti agli ordini o albi professionali di competenza”.
Difatti, lo studio medico in questione situato nel Comune di Matino si trova tra le strutture sanitarie accreditate ed è pubblicato regolarmente sul sito istituzionale delle Regione Puglia.
Dunque, all’udienza pubblica il Tar Puglia ha confermato l’infondatezza del ricorso, così come aveva espresso nella precedente ordinanza cautelare.
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