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Cronaca

Muore durante un furto

Macabra scoperta per il titolare di una ditta idraulica che trova, in una Clio, un uomo senza vita

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Nella serata di ieri, poco prima delle 22, il titolare di una ditta idraulica, sita nella zona artigianale di Squinzano, ha sentito voci e rumori provenire da un’area attigua, cinta da una muraglia alta 2 metri e adibita a deposito di attrezzature edili.


Recatosi sul posto con il supporto di personale dell’Istituto “Privacy”, attraverso il cancello carraio aperto ha trovato una vecchia Renault “Clio” semi-impantanata e con cavo di traino attaccato. All’interno, vicino a un gruppo elettrogeno da traino, il cadavere di M.R., pluripregiudicato sessantenne trepuzzino.


Dopo la macabra scoperta immediata la chiamata ai carabinieri. Da una prima ricostruzione, confortata successivamente da una più minuziosa ispezione dei luoghi dell’evento e della stessa vittima, si è potuta escludere la violenza come causa della morte. Verosimile causa del decesso, un infarto (aveva problemi cardiaci). Probabilmente non aveva agito da solo, poiché nelle vicinanze della prima auto sono state identificate chiare tracce della presenza di un’altra vettura che aveva provato a trainare la Clio. Motivo, quasi certo, della presenza di M.R. presso quell’azienda, un furto di attrezzature: sulla “Clio”, in uso alla vittima, sebbene con documenti ancora intestati ad altri, era stato collocato un compressore della ditta in cui si sono verificati gli eventi. Continuano gli approfondimenti per identificare i complici.

Nonostante la vicenda sia da subito parsa abbastanza chiara, la scoperta di un cadavere a Squinzano ha fatto presagire immediatamente scenari più foschi; non è mancato quindi l’intervento della Sezione Rilievi del Reparto Operativo e degli uomini del Nucleo Investigativo di Lecce per non lasciare nulla al caso e per dare la giusta collaborazione ai militari della Compagnia di Campi Salentina.


Cronaca

Arresto sindaco e vice a Maglie, parlano i legali

Gli avvocati difensori: “Gli addebiti riportati nell’ordinanza sono di scarsissima rilevanza. Non possono essere addebitate al sindaco o al vicesindaco responsabilità per appalti o procedimenti amministrativi attribuibili ad altre autorità comunali, dirigenti e funzionari, che non figurano fra gli indagati”

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In merito agli arresti di questa mattina della Guardia di Finanza, gli avvocati Luciano Ancora e Roberto Eustachio Sisto (per il sindaco Ernesto Toma) e gli avvocati Luciano Ancora e Andrea Sambati (per il vice Marco Sticchi) con una nota si dicono «sinceramente sorpresi per i provvedimenti cautelari eseguiti oggi nei confronti dei nostri rispettivi assistiti, Ernesto Toma e Marco Sticchi, tenuto conto delle acquisizioni utili a escludere ogni loro responsabilità, per fatti che peraltro non contemplano alcuna dazione di denaro».

«E in tutti i casi», proseguono, «gli addebiti riportati nell’ordinanza sono di scarsissima rilevanza e, a nostro avviso, non possono configurare, in nessun modo, alcuna utilità per gli indagati. Senza omettere che certamente non possono essere addebitate al sindaco o al vicesindaco di Maglie responsabilità per appalti o procedimenti amministrativi (comunque tutti legittimi) attribuibili ad altre autorità comunali, dirigenti e funzionari, che, giustamente, non figurano fra gli indagati».

Facendo riferimento alle vicende in cui il primo cittadino e il suo vice sono coinvolti aggiungono: «Peraltro, si tratta di vicende molto datate – i relativi episodi sono infatti di di 5/6 anni fa – che ancora non giustificano una misura cautelare a distanza di tanto tempo. Episodi irrisori, d’epoca, contestati giudiziariamente un anno fa, con una misura che viene eseguita oggi!».

«In questo contesto», concludono, «è assolutamente necessario sollecitare al più presto il controllo del Tribunale del Riesame».

 

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Cronaca

Incastrato ladro seriale

Il Questore di Lecce emette un foglio di via obbligatorio dalla provincia per un cittadino albanese resosi responsabile di vari furti

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Gli agenti della Polizia di Stato hanno individuato l’autore del furto di capi d’abbigliamento commesso lo scorso 10 marzo a danno di un negozio del centro cittadino di Lecce.

L’uomo di 39 anni di origine albanese, residente nella provincia e già noto alle forze dell’ordine, è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza dell’attività commerciale mentre, approfittando di un momento di distrazione delle commesse, nascondeva due giubbotti (del valore complessivo di 500 euro) dentro una busta che portava al seguito e la riponeva all’interno di uno zaino.

A incastrare il trentanovenne, la presenza di un tatuaggio visibile sul dorso della mano destra.

Durane un controllo, gli agenti della Sezione Volanti della Questura di Lecce lo hanno denunciato per oltraggio e minaccia a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di una tronchesina.

In quell’occasione l’uomo è stato sanzionato anche perché trovato in possesso di una modica quantità di hashish.

Inoltre, l’uomo è ritenuto responsabile di un altro furto, questa volta di cosmetici, del valore di circa 400 euro commesso lo scorso 9 ottobre 2024 a danno di una farmacia del centro cittadino.

Sono in corso ulteriori indagini in quanto non si esclude che possa essere stato l’autore di altre sottrazioni commesse nelle ultime settimane a Lecce con modalità simili.

In considerazione dei suoi precedenti e valutata la sua pericolosità sociale, il Questore di Lecce ha emesso nei confronti del cittadino albanese un foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune della durata di tre anni.

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Carmiano

Carmiano, atto intimidatorio ai danni di un’agenzia di consulenza finanziaria

Fatto esplodere un ordigno in via Montesanto a Carmiano. Danni alla porta e agli arredi interni dell’ufficio

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Ordigno esploso nel centro abitato di Carmiano.

L’esplosione, avvenuta in via Montesanto, ha causato danni alla porta e agli arredi interni dell’ufficio di un’agenzia di consulenza finanziaria, proprietà di una libera professionista di 67 anni.

In seguito ai rilievi effettuati dagli artificieri del Nucleo investigativo di Lecce, si è accertato si tratti di un ordigno di tipo artigianale a scopo intimidatorio.

Tuttavia, la vittima ha riferito ai carabinieri di non aver mai subito minacce o tentativi di estorsione.

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