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Cronaca

Noemi: lanciata petizione per nuove indagini

Su change.org la raccolta firme «per sapere se vi fu un concorso nella sottrazione del suo corpo martoriato. Troppi sono gli indizi che fanno ritenere che qualcuno abbia aiutato Lucio Marzo affinché il corpo di Noemi non fosse più trovato…»

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Una petizione online promossa sul noto sito change.org dall’avv. Michela Nacca, presidente di Maison Antigone (è un’associazione di promozione sociale impegnata a contrastare la violenza contro le donne e le discriminazioni di genere).


«La mamma di Noemi ci ha chiamate tutte a raccolta, ascoltiamola!», l’appello dell’avvocato dello SCV (Stato Città del Vaticano).


«Prendiamo tutti parte alla campagna di sensibilizzazione per sostenere la richiesta di mamma Imma», prosegue, «affinché non vegano archiviate le indagini per rendere giustizia a Noemi!


Vogliamo tutta la verità, fino in fondo! (…) vogliamo sapere se vi fu un concorso nella sottrazione del suo corpo martoriato. Troppi sono gli indizi che fanno ritenere che qualcuno abbia aiutato Lucio Marzo quel maledetto 3 settembre 2017, affinché il corpo di Noemi non fosse più trovato!»


«Vorremmo sapere perché le istituzioni, anziché mettere in protezione Noemi», si legge nella petizione su change.org, «avrebbero pensato incredibilmente di affidarla ai servizi sociali, peraltro allungando i tempi: come se Noemi già non avesse avuto una famiglia disposta a proteggerla. Come se i servizi sociali avessero potuto proteggerla… mentre l’unica cosa da fare sarebbe stata quella di ascoltare lei e la madre Imma ed arrestare chi la stava minacciando!».


Noemi Durini, si ricorda nella petizione, «aveva soli 16 anni, era piena di vita ed aveva tutta una esistenza ancora da vivere! Invece quel 3 settembre 2017 è stata uccisa dal suo ex fidanzato in modo orribile, dopo essere stata picchiata, accoltellata e sepolta viva. Per Lucio Marzo, reo confesso e detenuto da quattro anni, è stata emessa una condanna con rito abbreviato a 18 anni e 8 mesi, ma lo scorso anno ha già chiesto di poter uscire dal carcere per lavorare!».


«Io non dimentico il suo sorriso beffardo fuori dalla caserma dei carabinieri di specchia, il 13 settembre del 2017, dopo aver confessato l’omicidio» scrive sul suo profilo fb la sorella di Noemi, Benedetta Durini, invocando giustizia.


Tornando alla petizione su change.org: «Per i genitori dell’omicida è stata emessa una condanna in primo grado per le diffamazioni pubbliche, da questi espresse nei riguardi di Noemi anche dopo che il figlio l’aveva già uccisa: quando le era già stata tolta anche solo la possibilità di difendersi da quelle orribili parole».

«C’è però qualcosa che ancora non quadra a mamma Imma», va al punto l’avv. Nacca, «una mamma distrutta dal dolore per la figlia che da anni non c’è più, ed è per questo che all’ultima udienza ha nuovamente chiesto di riprendere le indagini sul “concorso in sottrazione di cadavere” ex art.411 cp, opponendosi alla richiesta di archiviazione».


«Ci sono notizie che  sconvolgono», si legge ancora, «non conosci le persone di cui ti parlano, non hai idea di chi siano, di dove vivano e probabilmente non le incontrerai mai, ma tante di loro, tante loro storie ti lasciano un’emozione che non potrai più dimenticare… una gioia, un dolore, un sorriso, una ferita che in qualche modo resta in te come un segno sulla pelle. E la storia di Noemi ha segnato tutti noi per sempre! Non possiamo far finta di nulla. Non possiamo non sostenere la richiesta di questa madre che rappresenta tutti noi madri e padri, pronti a lottare per i nostri figli, per una giustizia che a volte non è proprio così giusta».


«Non saremo certo noi a valutare l’accaduto, a stabilire se un concorso nella sottrazione del corpo della giovanissima Noemi c’è stato», precisa la presidente dell’associazione Maison Antigone «ma sosteniamo la richiesta affinché non vengano archiviate le indagini: per Imma, per la sorella di Noemi e prima di tutto per Noemi… che avrà 16 anni per sempre!».


«Chiunque voglia aderire», conclude l’avvocato dello Stato Città del Vaticano, «lo scriva sotto il post e condivida la foto con l’ ashtag#nuoveindaginiperNoemi! Noi ci siamo!»


Per firmare la petizione CLICCA QUI 


 


 


Cronaca

Supersano arrestato spacciatore

In casa aveva eroina, cocaina e marijuana oltre a tutto il necessario per la vendita dello stupefacente

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I carabinieri della Stazione di Ruffano hanno arrestato in flagranza di reato un uomo di 45 anni nel centro di Supersano.

L’attività info-investigativa era iniziata a causa di un’intensa attività di spaccio presso la sua abitazione.

Dopo aver individuato con precisione il luogo, i Carabinieri hanno proceduto al controllo e alla perquisizione dell’appartamento, dove sono state rinvenute numerose dosi di sostanze stupefacenti pronte per la vendita, occultate in vari punti della casa.

In particolare, sono stati sequestrati 7 grammi di eroina, 2 grammi di cocaina e 30 grammi di marijuana.

Insieme alla sostanza stupefacente, i militari hanno trovato bilancini, sostanze da taglio, materiale per il confezionamento e diverse centinaia di euro in contanti, a testimonianza dell’attività di spaccio.

Durante il controllo, sono stati sequestrati anche due coltelli ed è stata scoperta un’ingente quantità di munizioni, circa un centinaio di cartucce di vario calibro, detenute illegalmente.

Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato sottoposto a regime degli arresti domiciliari, così come disposto dal Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce.

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Casarano

Rinvenuto deposito di auto rubate

Denunciato il proprietario dell’area dove è stata rinvenuta anche un’Alfa Romeo Stelvio rubata pochi giorni fa nel parcheggio di un ipermercato casaranese. Tra le tante auto smembrate, riconosciuta anche una Fiat 500 con la carrozzeria tagliata in più pezzi che era stata rubata a Tricase il 9 gennaio

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La Polizia di Stato ha scoperto a Casarano un’ampia area recintata, nella quale erano nascosti e riciclati veicoli di provenienza illecita.

Da una prima ispezione attraverso l’alto muro di recinzione del sito individuato, gli agenti del Commissariato di Taurisano hanno notato la presenza di una Alfa Romeo Stelvio, risultata rubata alcuni giorni prima nel parcheggio di un ipermercato sempre di Casarano.

I primi accertamenti hanno permesso di individuare il proprietario dell’area, un cinquantacinquenne del posto, immediatamente rintracciato nella sua residenza e condotto presso il deposito di sua proprietà.

Oltre all’Alfa Romeo Stelvio rubata, nella area, vasta almeno 50 are, erano stati parcheggiati molti automezzi e pezzi meccanici e, all’interno, vi era un edificio di costruzione abusiva, nel cui garage seminterrato era stata ricavata una officina abusiva, adibita allo smontaggio di autovetture rubate.

In particolare, i poliziotti hanno scoperto la presenza di una Fiat 500 smembrata la cui carrozzeria era stata tagliata in più pezzi. L’auto, non era più dotata dei codici identificativi (targa e numero di telaio) ma, identificato il rivenditore da un portatarga, è stata comunque identificata e rintracciata la proprietaria.

L’auto era le era stata rubata a Tricase il 9 gennaio scorso. La donna ha riconosciuto la propria autovettura attraverso le foto realizzate dalla polizia scientifica.

Nel garage seminterrato, in alcuni container e in tutta l’area recintata erano parcheggiati numerosi veicoli e stoccati e pezzi meccanici, per molti dei quali l’indagato ha fornito generiche e poco credibili notizie sulla provenienza.

Inoltre, i veicoli ed i pezzi meccanici apparivano parcheggiati male e stoccati, in evidente violazione le norme previste per la tutela dell’ambiente.

L’intera area è stata sottoposta a sequestro con l’apposizione dei sigilli mentre il proprietario è stato denunciato in stato di libertà per il reato di ricettazione, riciclaggio e violazione delle norme sulla tutela ambientale.

L’Alfa Romeo Stelvio, dopo i rilievi di polizia scientifica, è stata restituita al legittimo proprietario.

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Quel che resta della Fiat 500 rubata a Tricase il 9 gennaio scorso

 

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Cronaca

Trepuzzi: «Perchè il sindaco ha fatto riaprire le scuole?»

Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle: «Non conoscendo ancora l’effettivo rischio per la salute pubblica, vista l’entità dell’incendio e la pericolosità del materiale andato a fuoco, sarebbe stato forse più prudente ritardare cautelativamente l’apertura»

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Il girono dopo l’incendio ai depositi dell’ex Omfesa a Trepuzzi si accende la polemica.

Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle,  «nell’esprimere massima solidarietà alle aziende e ai lavoratori coinvolti nell’incendio divampato nel pomeriggio di ieri , sulle cui cause auspichiamo sia fatta presto piena luce», puntano il dito sulla  decisione del sindaco Giuseppe Taurino di consentire l’apertura delle scuole all’indomani di quanto accaduto.

I 5 Stelle la ritengono «quanto meno contraddittoria la considerato, altresì, il richiamo a limitare le uscite e a fare uso delle mascherine. Non conoscendo ancora l’effettivo rischio per la salute pubblica, vista l’entità dell’incendio e la pericolosità del materiale andato a fuoco, sarebbe stato forse più prudente ritardare cautelativamente l’apertura delle scuole. Per il bene della salute pubblica, invochiamo il rispetto del principio di precauzione citato nell’art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, molto spesso disatteso».

Gli attivisti, infine, rivolgono «un ringraziamento particolare ai Vigili del Fuoco, che hanno consentito in tempi rapidi di domare l’incendio e di mettere in sicurezza l’area».

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