Connect with us

Cronaca

Otranto, i fratelli Cariddi: «Non siamo terroristi»

Hydruntiade, gIi ex sindaci Pierpaolo e Luciano Cariddi nella loro memoria difensiva respingono ogni addebito: «In questi anni noi non ci siamo arricchiti, mentre Otranto è diventata una città più bella e più ricca. Lo riconoscono tutti, anche i nostri avversari politici»

Pubblicato

il

Nell’udienza preliminare dell’inchiesta Hydruntiade gli ex sindaci hanno rilasciato delle dichiarazioni spontanee attraverso una lettera consegnata alla giudice nella quale respingono agni addebito


Hanno negato ogni addebito e respinto con forza le accuse a loro carico i fratelli ed ex sindaci Pierpaolo, di 56 anni, e Luciano Cariddi, 54 anni, che lo aveva preceduto alla guida di Otranto dal 2007 al 2017.


Lo hanno fatto affidando ai loro legali una lettera con loro dichiarazioni spontanee, consegnata questa mattina nel corso dell’udienza preliminare alla giudice Alessandra Sermarini.


I Cariddi principali imputati nell’inchiesta Hydruntiade, sono accusati di essere stati al vertice di un’associazione a delinquere responsabile di una lunga serie di illeciti che va dalla corruzione elettorale, alla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio; dal falso ideologico alla frode in processo penale:  e ancora: depistaggio, concussione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà di scelta del contraente, rivelazione del segreto d’ufficio, truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea.


LA LETTERA DEI FRATELLI CARIDDI


«Siamo sottoposti da più di sette mesi a misure restrittive della nostra libertà personale», si legge nelle dichiarazioni spontanee dei fratelli Cariddi, «abbiamo subito oltre tre mesi di custodia cautelare in carcere, altri due mesi e mezzo agli arresti domiciliari, con divieto assoluto di comunicare con l’esterno, e siamo tuttora esiliati dalla nostra città, Otranto. Ci è stato persino negato di raggiungere il nostro luogo di lavoro e di poter mantenere le nostre famiglie».


«Per una parte della magistratura leccese», lamentano i due imputati, «siamo così pericolosi da non poter mettere piede nel nostro Comune di residenza. Eppure, non siamo terroristi e non abbiamo fatto mai male a nessuno. Il delitto per il quale siamo puniti anticipatamente è quello di aver preso parte alla vita pubblica di Otranto, la nostra colpa è di essere stati scelti, dai cittadini, come Sindaci. Nei provvedimenti giudiziari è scritto che per questo avremmo promosso, costituito e organizzato una associazione per delinquere e commesso una lunga serie di reati contro la pubblica amministrazione».

Per i Pubblici Ministeri, avremmo coltivato interessi privati e non quelli della collettività. Lo dicono dopo averci sottoposto a una lunghissima indagine, esaminato centinaia di atti amministrativi e ascoltato tutte le nostre conversazioni, ma senza contestarci neppure un euro di “tangente”. In questi anni noi non ci siamo arricchiti, mentre Otranto è diventata una città più bella e più ricca. Lo riconoscono tutti, anche i nostri avversari politici
».

Pier Paolo e Luciano Cariddi hanno ribadito «con forza, di non aver mai commesso alcun illecito e di avere sempre agito nel rispetto della legge e nell’interesse dei cittadini. Sappiamo che la nostra ostinazione nel professarci innocenti suona oltraggiosa per chi ci accusa con tanta veemenza, ma anche se oggi la nostra voce è flebile e inascoltata, siamo certi che nel processo emergerà l’infondatezza di tutte le imputazioni».


«Perché la verità è più forte di qualsiasi potere», concludono nella loro memoria difensiva i fratelli Cariddi, «è dunque proprio per il rispetto che si deve alla funzione giudiziaria che abbiamo chiesto ai nostri difensori di superare rapidamente la fase dell’udienza preliminare – in cui la nostra posizione dovrebbe essere discussa per prima e in un’unica udienza, contro ogni logica – per essere giudicati al più presto, nel pieno contraddittorio delle parti, davanti a un giudice terzo e imparziale. Per poter provare, finalmente in posizione di parità con i nostri accusatori, che i fatti che ci vengono addebitati non sussistono. Nella speranza di poterlo fare, finalmente, da uomini liberi».


TUTTI GLI ALTRI IMPUTATI


Ricordiamo che nella stessa inchiesta sono imputate altre 58 persone.


Per due di loro (Iolanda Belmonte, 62 anni, di Borgagne e Patrizia Ricci, 60, di Otranto) è stato chiesto il proscioglimento. Chiesto il non luogo a procedere, ma per un solo capo d’accusa, anche per Emanuele Maggiulli, 56, di Muro Leccese, ex dirigente del comune idruntino.


Ecco tutti gli altri imputati di Hydruntiade: Roberto Aloisio, 50 anni, di Maglie, ingegnere addetto all’ufficio tecnico del Comune; i tre imprenditori Salvatore Giannetta, 63, di Minervino di Lecce, Raffaele De Santis detto Mimmo, 76, di Otranto e Luigi Bleve, 61, di Otranto; Vito Alberto Spedicato, 69, di Castrignano dei Greci, comandante della polizia municipale di Otranto; Marco Maggio, 40, di Cannole, collaboratore dello studio Cariddi, ritenuto prestanome del sindaco; Michele Tenore, 49 anni, di Otranto; Luigi Maggio, 71, ingegnere di Otranto; Roberto De Santis, 64, imprenditore di Maglie; Luigi De Santis, 33, imprenditore di Maglie; Mario Settembre, 60, di Otranto; Michele Settembre, 64, di Otranto; Giuseppe De Matteis, 60, di Otranto; Nicola Christian De Matteis, 27, di Otranto. L’ingegnere Antonio Minosi, 46, di Uggiano La Chiesa; Raffaele Cariddi, 43, di Otranto; Patrizia Preite, 49, di Minervino, maresciallo della Polizia Locale di Otranto; Emanuele Pezzulla, 50, di Uggiano La Chiesa; Daniele Pezzulla, 50, di Uggiano La Chiesa; Mattia Trotto, 32, di Otranto; Alberto Trotto, 63, di Otranto; Massimo Peluso, 57, di Otranto; Santa Vincenza Cetra, 79, di Otranto; Pompeo Peluso, 81, di Otranto; Maria Lucia Peluso, 52, di Maglie; Francesco Pucci, 57, di Otranto; Lidia Cursano, 86, di Otranto; l’ex assessore regionale Salvatore Ruggeri, 72, di Muro Leccese; Alessandro Ottini, 43, di Otranto; Laura Falconieri 48, di Otranto; Antonio Falconieri, 42, di Otranto; Emilio Falconieri, 53, di Otranto; Maria Falconieri, 55, di Scorrano; Raffaele De Cicco, 67, di Otranto; Fernando Cariddi, 59, di Minervino; Michele Giovinazzi, 38, di Otranto. l’avvocato Mauro Finocchito, 61, di Otranto; Antonio Stefanelli, 60, di Otranto; Cataldo Russo, 57, di Otranto;  Mercedes Turgi prosperi Desersconforti, 47, di Otranto; Mariano Cosimo Merico, 66, di Uggiano La Chiesa; Fatjon Xhezairaj, 41, di Otranto; Daniele Merico, 43, di Otranto; Luigi Marti, 43, di Spongano; Francesco Marrocco, 56, di Otranto; Antonio Ricchiuto, 41, di Giurdignano; Stefano Papadia, 42, di Otranto;  Antonio Cappelli, 42 anni di Tricase; Roberto Cappelli, 41enne di Lecce; Marina Bello, 66 anni di Otranto; Roberto Andrea Ippati, 46 anni di Poggiardo; Salvatore Mitello, 56 anni, di Giurdignano, e il commerciante Stefano Cariddi, 50, di Otranto.

Fernando Paiano, 47 anni, di Otranto, infine, nella precedente udienza ha chiesto di patteggiare un anno e 8 mesi di reclusione, col beneficio della pena sospesa.


Cronaca

GdF, sequestrate 8 tonnellate di fuochi d’artificio

Il titolare dell’attività commerciale è stato segnalato alla Procura della Repubblica per le ipotesi delittuose di illegale detenzione, importazione e fabbricazione di materiale esplodente in quantità superiori a quelle consentite…

Pubblicato

il

GDF LECCE: SEQUESTRATE OLTRE 8 TONNELLATE DI FUOCHI D’ARTIFICIO.

La Guardia di Finanza di Lecce, nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, hanno portato a termine interventi finalizzati al contrasto all’illecita detenzione e vendita di articoli pirotecnici.

In particolare, al termine di una mirata attività info-investigativa, le unità specializzate “Baschi Verdi” del Gruppo di Lecce, all’interno di un magazzino di un’attività economica, sita nella periferia di Lecce, esercente la vendita al dettaglio e all’ingrosso di articoli per la casa, abbigliamento e giocattoli, hanno rinvenuto e sottoposto a vincolo penale oltre un milione e quattrocento mila pezzi di artifizi pirotecnici, per un totale di tonnellate 8,4, già pronti per la vendita in occasione delle imminenti festività.

La merce era custodita illegalmente ed in condizioni di pericolosità per l’incolumità pubblica, tenuto conto del precario confezionamento e della promiscuità con altri prodotti altamente infiammabili quali alcool e bombolette di gas.

Per aggirare le norme che vietano la detenzione di materiale esplodente oltre le quantità consentite e per eludere i controlli da parte delle forze di polizia, l’imprenditore avrebbe provveduto a frazionare le forniture acquistando piccoli quantitativi al di sotto delle soglie massime anche nell’arco della stessa giornata.

Il titolare dell’attività commerciale è stato segnalato alla Procura della Repubblica per le ipotesi delittuose di illegale detenzione, importazione e fabbricazione di materiale esplodente in quantità superiori a quelle consentite.

Continua a Leggere

Castrignano del Capo

Castrignano del Capo, scoperto ordigno esplosivo di 1Kg

Arrestato un 30enne del luogo poiché ritenuto responsabile di detenzione di materiale esplosivo e sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Pubblicato

il

CASTRIGNANO DEL CAPO (LE) LA SCOPERTA NEL CORSO DEL CONTROLLO. UN ORDIGNO ESPLOSIVO E STUPEFACENTI. ARRESTATO UN TRENTENNE.

I Carabinieri di Castrignano del Capo hanno arrestato un 30enne del luogo poiché ritenuto responsabile di detenzione di materiale esplosivo e sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Nel corso di un controllo i Carabinieri hanno notato una non comune agitazione.

La perquisizione domiciliare che ne è scaturita ha portato al rinvenimento di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana pronta per lo spaccio, per un peso complessivo di 10 gr. circa.

Ma la sorpresa investigativa è arrivata durante il controllo nel corso dell’attenta perquisizione poiché i militari hanno rinvenuto un ordigno artigianale e clandestino, dal peso di 1kg circa, con miccia da tre oltre 3 metri ed altri 2 ordigni più piccoli da 250 gr.

L’effetto sarebbe stato dirompente e micidiale.

Il prosieguo dell’attività di controllo da parte dei militari dell’Arma, ha portato ad individuare e segnalare alla competente Autorità Giudiziaria anche un soggetto 49enne, residente in un comune del basso Salento, poichè trovato in possesso di materiale pirico illegalmente detenuto presso la propria abitazione.

I militari dell’Arma ricordano che tutti i fuochi d’artificio consentiti devono avere sulla confezione un’etichetta completa che deve contenere gli estremi del provvedimento del Ministero dell’Interno che ne autorizza il commercio, ne riporti le principali caratteristiche costruttive, indichi una descrizione chiara e completa delle modalità d’uso che devono essere seguite attentamente dall’utilizzatore.

Continua a Leggere

Cronaca

Daspo per un 22enne per lancio di fuochi durante Lecce Juventus

In tale occasione, infatti, furono diversi gli episodi di accensione e lancio in campo di artifizi pirotecnici da parte dei tifosi locali…

Pubblicato

il

LA POLIZIA DI STATO HA NOTIFICATO UN DASPO PER I FATTI OCCORSI DURANTE LA PARTITA LECCE-JUVENTUS

La Polizia di Stato ha notificato un DASPO per i fatti occorsi durante la partita Lecce-Juventus, del 01 dicembre scorso.

In tale occasione, infatti, furono diversi gli episodi di accensione e lancio in campo di artifizi pirotecnici da parte dei tifosi locali.

Il personale DIGOS, a seguito dell’attenta visione delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza dello stadio, ha individuato uno dei responsabili del lancio di un artifizio pirotecnico.

Il soggetto, ventiduenne di Surbo, già conosciuto agli uffici informativi come facente parte della tifoseria organizzata, è stato deferito all’autorità giudiziaria per lancio di artifizio pirotecnico e non potrà accedere alle manifestazioni sportive per 3 anni.

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti