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Cronaca

Periferie al setaccio, 4 arresti

Tre per droga (due minorenni) ed uno per evasione dai domiciliari

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I carabinieri hanno arrestato 3 persone per droga ed una per evasione.


Fruttuosa operazione di controllo dei carabinieri a Lecce.


Pattuglie supportate da unità specializzate hanno setacciato la periferia.


Quattro le persone arrestate: tre, di cui due minorenni, sono ritenuti responsabili di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti mentre un quarto di evasione.


Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Lecce ha avviato un intervento straordinario volto a potenziare la presenza delle forze dell’ordine nel capoluogo salentino.


Capillari controlli sono stati effettuati nelle principali aree periferiche con significati risultati conseguiti.


Nel corso di specifico servizio i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lecce hanno proceduto al controllo di un 40enne, già noto, originario della provincia di Taranto e residente a Lecce, il quale ha assunto un atteggiamento che ha particolarmente destato l’attenzione dei militari, tanto da indurli a procedere a perquisizione personale e domiciliare.


Durante le operazioni, è stato trovato in possesso di oltre 30 grammi di hashish suddivisi in panetti, 83 pasticche di ecstasy per un peso complessivo di circa 37 grammi e 13 involucri in cellophane termosaldati, i cosiddetti “birilli”, per un peso complessivo di quasi 8 grammi MDMA.


Parte dello stupefacente è stato rinvenuto sul tavolo della sala da pranzo, unitamente a materiale vario per il confezionamento, mentre la restante parte era nascosta all’interno di un armadio in camera da letto.


L’uomo era in possesso anche di oltre 600 euro suddivisi in banconote di piccolo e medio taglio; somma ritenuta provento di attività di spaccio.

Per lui si sono aperte le porte del carcere “Borgo San Nicola” di Lecce dove rimarrà a disposizione della locale Procura della Repubblica che conduce le indagini.


Altra operazione, quella che ha portato all’arresto di due studenti 17enni, entrambi residenti in un paese dell’hinterland leccese.


I due sono stati trovati in possesso di quasi 300 grammi di hashish, suddivisi in sette panetti e 3 grammi di marijuana. Il tutto è stato rinvenuto nel corso di una perquisizione domiciliare eseguita presso l’abitazione di uno dei due, all’interno della quale i carabinieri hanno anche rinvenuto un bilancino di precisione, due mazze da baseball, un tirapugni e vari coltelli a serramanico di diversa tipologia e misura.


Al termine delle operazioni di polizia, come disposto dal P.M. di turno della Procura della Repubblica per i minorenni di Lecce, entrambi sono stati affidati ad un centro di prima accoglienza della provincia.


Infine, i controlli alla circolazione stradale che hanno consentito di arrestare, in flagranza di reato, per evasione, un uomo di 39 anni, originario della provincia di Roma e domiciliato a Lecce, già noto in quanto sottoposto al regime degli arresti domiciliari per reati contro la persona.


Alla vista della gazzella l’uomo, che viaggiava a bordo di un’utilitaria e che si era allontanato dal proprio domicilio senza la prescritta autorizzazione, ha cercato di eludere i controlli tentando un disperato cambio di direzione. Immediata è stata la risposta dei militari dell’Arma che lo hanno prontamente bloccato.


Al termine dei dovuti accertamenti, è stato arrestato e sottoposto di nuovo agli arresti domiciliari presso il proprio domicilio, dove dovrà permanere a disposizione della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini.


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Cronaca

Condannato per omicidio e latitante: era in un B&B, in riva al mare

Arrestato a Torre Lapillo Carmine Mazzotta l’uomo che nel 1999, a capo di un commando di 4 persone, fu l’esecutore materiale dell’assassinio del 21enne Gabriele Manca

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Si nascondeva nella camera di un B&B a Torre Lapillo, Carmine Mazzotta, latitante dall’8 marzo di quest’anno dopo la sua condanna a trent’anni di carcere per omicidio, confermata il giorno prima dalla Cassazione.

A stanarlo sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale, che dopo la sua fuga non hanno mai abbandonato l’idea di trovarlo ancora in zona.

Si è chiusa così la latitanza del pregiudicato 51enne, sparito dalla circolazione dal 7 marzo di quest’anno, poche ore dopo la sentenza definitiva della Cassazione che aveva confermato la condanna a 30 anni di carcere, inflittagli dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto il 30 maggio scorso poiché riconosciuto colpevole di omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.

L’omicidio in questione fu commesso il 17 marzo 1999 quando fu assassinato il 21enne Gabriele Manca, coinvolto in contrasti legati allo spaccio di droga e poi ucciso in una zona di campagna compresa tra Lizzanello e la frazione di Merine, a pochi chilometri da Lecce.

Il cadavere del giovane venne ritrovato il 5 aprile successivo, giorno di Pasquetta.

Manca, secondo il quadro ricostruito dai Carabinieri del ROS diciotto anni dopo il delitto, fu ucciso a colpi di pistola sparatigli alle spalle con una Tokarev semi-automatica calibro 7,62, mentre tentava la fuga da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione.

Nel commando anche Carmine Mazzotta, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, ossia colui che ha premuto il grilletto, tirato in ballo anche da due collaboratori di giustizia.

Dopo la condanna in primo grado a trent’anni con il rito abbreviato e conferma della pena in appello, i giudici della Cassazione avevano annullato con rinvio la condanna per Mazzotta, ragion per cui era stato instaurato un nuovo processo d’appello a Taranto.

In seguito alla decisione definitiva della condanna a trent’anni arrivata il 7 marzo 2025, l’uomo si era reso uccel di bosco ma, alla fine, è stato rintracciato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, all’esito di un’articolata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni, i militari dell’Arma hanno individuato il presunto nascondiglio del latitante presso un B&B di Torre Lapillo, poco distante dalla spiaggia.

Sono rimasti appostati giorno e notte per essere sicuri che fra gli ospiti della struttura ci fosse proprio il 51enne da catturare.

Prima di entrare in azione, due carabinieri hanno prenotato una stanza spacciandosi per una coppia di turisti arrivati in Salento per il “ponte” festivo.

Una volta individuata la camera occupata dal latitante, hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e fatto irruzione, cogliendolo di sorpresa.

Il 51enne, che naturalmente aveva trovato rifugio nel b&b senza fornire veri nome e cognome, al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori.

Ha raccontato che, per non farsi scoprire, aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata e concedendosi solo qualche sporadico spostamento nei dintorni per fare la spesa.

L’uomo aveva con sé vari telefoni e diverse utenze telefoniche, oltre a capi di abbigliamento estivi e invernali.

Non è escluso, pertanto, non stesse pensando di spostarsi altrove per prolungare la sua latitanza.

Il 51enne è stato quindi portato in carcere a Lecce, dove dovrà scontare la pena definitiva.

Nel frattempo, con gli elementi acquisti durante le ricerche, sono in corso ulteriori indagini da parte dei carabinieri, mirate a ricostruire il periodo di latitanza e a scoprire le persone che lo hanno protetto e aiutato dal giorno della sua fuga.

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Il Comando Provinciale dei Carabinieri

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Cronaca

Lecce d’applausi. Lezione all’Italia pallonara

Sulle linee guida dettate dal presidente Saverio Sticchi Damiani giallorossi campioni di comportamento e stile. Anche nella difficoltà estrema, tra il devastante dolore per l’improvvisa e tragica scomparsa del fisioterapista Graziano Fiorita e l’imbarazzo di dover andare a giocare una partita con la morte nel cuore…

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Il lunedì è costume molto italiano discutere delle partite del fine settimana, celebrare la vittoria della propria squadra, sfottere chi tifa per una squadra diversa dalla tua o prendersela con l’arbitro di turno.

Oggi ci accodiamo anche noi, ma l’argomento seppur sempre calcistico, è molto diverso.

Vogliamo rendere onore al Lecce del presidente Saverio Sticchi Damiani.

Il presidente, un Signore, che sicuramente ha poco a che vedere con certi personaggi che gravitano (e comandano) nel mondo del calcio, ha sempre detto che il suo Lecce deve essere portabandiera dell’intero Salento anche nel comportamento e nello stile.

Ed è stato di parola!

Anche nella difficoltà estrema tra un lutto che devasta per l’improvvisa e tragica scomparsa del fisioterapista Graziano Fiorita e l’imbarazzo di dover andare a giocare una partita con la morte nel cuore.

Morte non certo sportiva, perché anche salvezza e retrocessione sono termini che, davanti alla vita umana, perdono di significato.

Pur nella difficoltà di cui sopra, il presidente, la società e la squadra hanno messo in piedi un capolavoro.

E non ci riferiamo certo al pareggio di Bergamo, che pure rimane un risultato straordinario.

Ci riferiamo alla protesta civile messa in atto senza violare le regole, senza sceneggiate ed isterie.

Il Lecce ieri sera ha indossato una maglia bianca senza loghi e con la scritta “Nessun valore. Nessun colore“.

Decisione preannunciata da un comunicato stampa della società che dovrebbe far riflettere tanta gente: «Ad una grave ingiustizia non si risponde violando platealmente le regole, come se per onorare Graziano si debba intraprendere una gara, tra noi e la Lega, a chi fa peggio. Giocheremo la partita “dei valori calpestati”», annunciava il Lecce, «ma lo faremo indossando una anonima casacca bianca, che non ci rappresenta, senza colori, stemmi e loghi. Torneremo a vestire la nostra maglia quando Graziano ritornerà a casa e sarà omaggiato, come merita, dalla sua gente».

I ragazzi in campo hanno mostrato orgoglio e umanità, così come anche il pubblico presente, gli ultrà bergamaschi, hanno applaudito a lungo i giallorossi all’arrivo allo stadio, durante la partita e alla fine.

Non hanno esposto striscioni e, per usare un termine in voga in questo periodo, hanno tifato in modo sobrio, per rispetto della vita umana e di chi tutto avrebbe voluto fare tranne che giocare una partita di pallone.

Ieri il calcio doveva fermarsi, doveva chinare la testa, farsi piccolo davanti alla vita vera.

Non si gioca sopra le lacrime, non si corre sopra il cuore spezzato di una squadra che aveva solo voglia di piangere.

Invece, la Lega ha deciso: si è giocato.

Come se il dolore si potesse mettere da parte.

Come se un uomo fosse solo un numero da sostituire.

Ne possono bastare un minuto di silenzio o una fascia nera al braccio.

La gente comune, le tifoserie, gli appassionati di calcio di tutta Italia si sono schierati senza esitazioni al fianco dei giallorossi e contro chi non conosce più il significato di rispetto, di umanità.

La Lega ha mostrato di avere interesse solo per sponsor e televisioni.

Ha perso l’ultimo briciolo di dignità ed ha tradito chi ama il calcio con il cuore.

Attenzione, però! Anche un amore incondizionato, come quello di noi italiani per il calcio, potrebbe improvvisamente finire.

Giuseppe Cerfeda

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Cronaca

Paura all’alba a Pescoluse: incendio devasta stabilimento balneare

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Momenti di paura questa mattina a Lido Marini, marina di Salve, dove un violento incendio ha distrutto parte di uno stabilimento balneare.

Erano circa le 5:30 quando una squadra dei Vigili del Fuoco del Distaccamento di Tricase è intervenuta d’urgenza in via Pitagora, richiamata dalle fiamme che avvolgevano il chiosco in legno utilizzato come bar e deposito per gli arredi da spiaggia del Lido del Sol.

L’intervento rapido ed efficace dei pompieri ha evitato che il rogo si estendesse ulteriormente, limitando i danni e mettendo in sicurezza l’intera area. Fortunatamente non si registrano feriti.

Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tricase, che hanno avviato gli accertamenti per chiarire le cause dell’incendio.

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