Cronaca
«Puglia la nuova terra dei fuochi»
In Puglia giungerebbero rifiuti non differenziati correttamente, trasportati in maniera non tracciata e poi smaltiti secondo la stessa logica e le stesse modalità operanti in Campania. Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle di Ugento: «La gestione e lo smaltimento dei rifiuti viene spesso affidata ad aziende private controllate o infiltrate da soggetti mafiosi, cosi come evidenziano le numerose interdittive antimafia degli ultimi anni, un business che permette un giro d’affari non indifferente».

Nell’ultima riunione la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari ha audito il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Roberto Rossi.
Secondo quanto riferito dal magistrato barese, in Puglia giungerebbero rifiuti non differenziati correttamente, trasportati in maniera non tracciata e poi smaltiti secondo la stessa logica e le stesse modalità operanti in Campania, nella cosiddetta terra dei fuochi.
Una realtà, peraltro, di emergenza gestionale, oltre che ambientale e sanitaria, che è purtroppo sotto gli occhi di tutti da decenni, così come denunciato in passato proprio in Salento e nella fattispecie nella vicenda nota a tutti riguardante Burgesi ad Ugento, fatti che sono frutto di un atteggiamento di inspiegabile tolleranza e accettazione che coinvolge tutti, nessuno escluso, dall’apparato politico a quello amministrativo.
Il problema della gestione dei rifiuti in Puglia, come in tutto il meridione, è stato alimentato dalla mancanza di adeguato trattamento, che non significa prevedere solo discariche, tenuto conto di una necessaria corretta attività di differenziazione.
Ai centri di recupero arriva materiale alla rinfusa, benché i cittadini, bene o male, si impegnino a differenziare.
Una buona parte del materiale che non può andare negli impianti di recupero, pochi e costosi, o va in discarica oppure viene affidato a soggetti che lo trasportano in nero in luoghi ove verrà illegalmente smaltito all’interno di grandi capannoni, che vengono puntualmente incendiati con immissioni dannosissime di diossine e sostanze inquinanti.
Questo il quadro prospettato dal Procuratore Rossi.
«Non può certamente costituire un vanto per la nostra Regione aver acquisito il titolo di nuova terra dei fuochi, come dimostrano i riscontri investigativi e giudiziari, che evidenziano una situazione drammatica», si legge in una nota degli attivisti del MoVimento 5 Stelle di Ugento, territorio che più di altri sconta in Salento la cattiva gestione del ciclo dei rifiuti.
«L’ecomafia è un fenomeno di cui occorre parlare, sempre e comunque», continuano i pentastellati, «perché è presente e purtroppo vive tra la gente. La gestione e lo smaltimento dei rifiuti viene spesso affidata ad aziende private controllate o infiltrate da soggetti mafiosi, cosi come evidenziano le numerose interdittive antimafia degli ultimi anni, un business che permette un giro d’affari non indifferente».
La proposta del MoVimento 5 Stelle ugentino è quella di «valutare la gestione in house del servizio smaltimento rifiuti, così come accade già in alcune realtà pugliesi, quale ad esempio Foggia, con risparmio per i cittadini e un servizio puntuale sotto una corretta gestione pubblica, oltre che una programmazione regionale più attenta e puntuale, soprattutto nel periodo estivo con milioni di presenze di turisti».
«Ci auguriamo», proseguono, «che l’allarme del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Roberto Rossi, sia fonte di una seria riflessione per tutti, non possiamo fare finta di non vedere. Le conseguenze, oltre che ambientali, riguardano anche la nostra salute», concludono gli attivisti, «basti guardare i dati sulle patologie correlate ai danni ambientali, anche perché le malattie non fanno sconti e gli occhi di un bambino malato è uno strappo al cuore, alla vita e soprattutto a quel futuro che stiamo distruggendo con la nostra ipocrisia e omertà».
* foto in alto di repertorio
Cronaca
Baby gang accerchia e malmena 17enne invalido
Choc a Galatina: si filmano mentre aggrediscono coetaneo in stazione. Sabato scorso avrebbero pestato e denudato un altro minorenne

Inaudita violenza di tanti contro uno, solo e indifeso. Una baby gang, ripresa dalla videocamera di uno smartphone, con un blitz serale dello scorso mercoledì, accerchia e malmena un ragazzo di origini straniere, invalido al 100%.
Siamo a Galatina. La vittima, 17 anni, in un primo momento ha tenuto l’episodio per sé, probabilmente temendo di subire ripercussioni nel raccontarlo.
Ma quando la madre ha notato lividi e ferite sul suo corpo, il ragazzo ha ripercorso quei terribili momenti.
Nel frattempo, le immagini, girate da uno degli smartphone dei presenti, sono finite sui social (il video è a fine articolo).
I fatti
L’aggressione da parte del gruppo di bulli (coetanei della vittima) si è verificata nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Galatina.
La vittima si trovava qui in compagnia di alcuni amici.
A scatenare la violenza sarebbero stati motivi futili motivi: probabilmente il 17enne si sarebbe concesso la “licenza” di rispondere ad una provocazione verbale.
Ecco quindi la spedizione punitiva, con tanto di testimonianza video e di commento di sottofondo.
Nel video originale, si sente la voce di una ragazza che incita gli aggressori, definendoli “la gang del bosco”.
Identificati
La Polizia avrebbe già identificato i componenti della gang, composta da una decina di minorenni, tra cui anche ragazzine, alcuni dei quali infra quattordicenni già resisi in passato responsabili di atti vandalici e scorribande.
Secondo l’ANSA, al gruppo è attribuita anche un’altra aggressione avvenuta sabato scorso ai danni di un minorenne che sarebbe stato picchiato e denudato. Il gruppo è conosciuto perchè posta le proprie bravate sui social e i vari componenti si fanno ritrarre anche in pose aggressive, incappucciati e armati con coltelli e spranghe
Il 17enne aggredito in stazione mercoledì sera è stato trasportato in ospedale, dove ha avuto una prognosi di 25 giorni. La madre, nella serata di ieri, ha sporto denuncia.
Le immagini
Abbiamo provveduto a sfocare le immagini originali, che restano comunque forti e sconsigliate ad un pubblico suscettibile. Il video è suddiviso nei due seguenti file.
Video 1:
Video 2:
Casarano
Auto in fiamme a Casarano, danni anche ad una seconda vettura

Pochi minuti prima dell’una, nella notte appena trascorsa, un’auto è stata data alle fiamme nel centro abitato di Casarano.
I Vigili del Fuoco di Lecce, dal Distaccamento di Gallipoli, sono intervenuti in via Carlo Poerio Alberto, dove una Renault Kalos ferma in sosta era stata avvolta dalle fiamme.
Gli operatori del 115 hanno provveduto allo spegnimento delle fiamme, evitando che l’incendio si propagasse e arrecasse ulteriori danni a persone, cose o rappresentasse un pericolo per la pubblica e privata incolumità.
A causa dell’irraggiamento termico, l’incendio ha causato danni anche a una seconda autovettura, una Lancia Y, parcheggiata nelle immediate vicinanze.
Sono attualmente in corso le indagini per accertare le cause che hanno originato l’incendio.
Cronaca
Militare salentino sventa suicidio a Pescara
Gesto eroico per 25enne matinese in servizio presso la locale Capitaneria di Porto

Un gesto esemplare, dettato da grande umanità ma anche da grande prontezza all’intervento e all’azione, quella che caratterizza uomini e donne della Guardia Costiera.
Giovanni Manuel Carbone, 25 anni, originario di Matino, comune di prima classe in servizio nella motovedetta Cp 729 della capitaneria di porto di Pescara, ha scongiurato una tragedia, salvando la vita ad un giovane che stava per lanciarsi dal ponte del mare di Pescara.
Poi dopo una delicata opera di convincimento è riuscito nell’impresa di farlo scendere dal parapetto e lo ha affidato agli agenti della Questura, nel frattempo arrivati sul posto.
La stampa abruzzese ha accolto con grande enfasi la notizia. Lo stesso si può dire per il corpo della Guardia Costiera, da cui si è pronunciato così il Contrammiraglio Fabrizio Giovannone, Direttore Marittimo di Pescara: “La salvaguardia della vita umana in generale, ed in mare in particolare, è uno dei compiti più nobili affidati al Corpo delle Capitanerie di porto, che contraddistingue e caratterizza, anche fuori dal servizio, le donne e gli uomini della Guardia Costiera”.
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