Cronaca
Questione manifesti a Specchia, la difesa dell’agenzia funebre
L’ultimo capitolo della vicenda è firmato dalla Agenzia Funebre Pappadà direttamente chiamata in causa dal primo cittadino che, con una sua nota ufficiale, rende nota la propria posizione sull’intera vicenda
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Si continua a discutere a Specchia della vicenda legata all’affissione di alcuni manifesti di un’agenzia funebre e della denuncia del sindaco Anna Laura Remigi (Leggi qui).
L’ultimo capitolo della vicenda è firmato dalla Agenzia Funebre Pappadà direttamente chiamata in causa dal primo cittadino che, con una sua nota ufficiale, rende nota la propria posizione sull’intera vicenda.
Di seguito la nota integrale così come fatta pervenire in redazione.
«In merito alle ultime, ed ormai conosciute, vicende che hanno interessato la Comunità di Specchia appare doveroso da parte dell’Agenzia Funebre Pappadà fornire alcuni fondamentali chiarimenti al fine di far comprendere l’intera vicenda che sicuramente non è quella descritta dal Sindaco Anna Laura Remigi. Nell’ordine:
- Non corrisponde al vero che l’affissione dei manifesti della Agenzia Funebre Pappadà fosse abusiva ed illegittima. In data 16.03.2022, con bollettino nr. 01 Boll. N. 36, l’Agenzia Funebre Pappadà provvedeva al pagamento della somma relativa ai diritti sulle pubbliche affissioni nel pieno rispetto della legge così come ha sempre operato.
- Non corrisponde al vero che “gli attacchini” subivano minacce e/o intimidazioni da parte dell’Agenzia Funebre Pappadà o da persone ad essa vicine, così come riportato nel corpo della determina comunale nr 161 del 23 marzo. Verità dei fatti vuole che sia stata la stessa ditta a richiedere l’intervento dei locali Carabinieri per capire il motivo per il quale bisognava oscurare i precedenti manifesti recanti il logo della propria azienda.
- Non corrisponde al vero che l’Agenzia Funebre Pappadà abbia mai esternato minacce e/o intimidazioni all’indirizzo dei componenti dell’attuale amministrazioni comunale. Trattasi questa di una lettura distorta della realtà e, qualora fosse vero, si esortano gli amministratori comunali a procedere legalmente sicuri della totale estraneità della ditta a certi comportamenti.
- È invece vero che l’Agenzia Funebre Pappadà ha avuto un contenzioso di carattere amministrativo, innanzi al Tar di Lecce, contro il Comune di Specchia. Il Tar di Lecce annullava il provvedimento comunale di diniego della licenza e condannava il Comune di Specchia al pagamento delle spese processuali pari ad € 1.500,00 + accessori di legge che graveranno, purtroppo, sui cittadini e non sui responsabili diretti.
- Le gravi allusioni del Sindaco circa una asserita società omertosa impaurita e collusa sono prive di fondamento. Dovrebbe sapere il Sindaco che la mafia opera con la forza di intimidazione che crea assoggettamento ed omertà in una comunità, che la mafia opera condizionando le attività commerciali e l’andamento delle consultazioni elettorali. Quanto di più lontano dalla comunità di Specchia, mai interessata da simili vicende giudiziarie, che si è sempre caratterizzata come una cittadina laboriosa, onesta ed ammirata dai comuni limitrofi.
- È vero, purtroppo, che una semplice vicenda, esclusivamente di carattere amministrativo, tra l’Agenzia Funebre Pappadà ed il Comune di Specchia, per volere di alcuni, è stata deliberatamente trasformata in una becera lotta tra il bene ed il male dove, inesorabilmente, il bene è rappresentato dal Sindaco ed il male da un’impresa cittadina che ha avuto solo l’ardire di avanzare dapprima istanze al Comune per poter svolgere il proprio lavoro e poi ricorrere, vittoriosamente, al Tar di Lecce per vedere riconosciuti i propri diritti, così come sta accadendo con il procedimento innanzi al Tar di Lecce per “La sala del Commiato” stante la inerzia da parte del Comune di Specchia.
- È vero, infine, che, a causa dell’ostruzionismo del Comune di Specchia, l’Agenzia Funebre Pappadà ha subito ingenti danni di immagine ed economici ed ha dovuto “emigrare” da Specchia operando nel vicino Comune di Ruffano. Ente, quest’ultimo, che valutando la documentazione presentata ha concesso, nel pieno rispetto della legge, la licenza consentendo alla ditta di espletare il proprio lavoro.
- In data 29.03.2022, alle ore 13:00 circa, in spregio a qualsiasi buonsenso, nonostante la licenza concessa dal Comune di Ruffano, siamo stati convocati dal Comandante della Polizia municipale del comune di Specchia, dal quale abbiamo appreso dell’ulteriore tentativo da parte dell’Amministrazione Comunale di Specchia di impedire, ancora una volta, l’affissione dei manifesti già oscurati. Anche questa vicenda sarà portata all’attenzione della magistratura competente per una approfondita indagine sui responsabili di tale gesto».
Agenzia Funebre Pappadà
Cronaca
Rissa nella notte a Ruffano
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Rissa nella notte a Ruffano con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di persone.
L’episodio si è verificato in piazzetta Mons. Fiorito, attorno all’una. Protagonisti due gruppi di giovani che stavano trascorrendo la serata all’aperto.
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A scatenare la violenza sarebbero state delle attenzioni di troppo rivolte da qualcuno nei confronti di una donna.
In pochi attimi, dalle parole si è passati ai fatti ed i due gruppi, una ventina di persone in totale dall’età compresa tra i 20 ed i 30 anni, si sarebbero ritrovate nella zuffa.
Dai residenti in zona è partita una chiamata ai numeri d’emergenza. Sul posto sono accorsi i carabinieri, ma al loro arrivo i due gruppi si erano dileguati. Sul luogo le tracce della colluttazione, anche delle macchie di sangue. Nessuno si sarebbe recato nei vicini ospedali e, di conseguenza, nessuno al momento è stato identificato, ma si indaga sull’accaduto.
Cronaca
37enne arrestato dalla Polizia con cocaina, marijuana e hashish
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina…
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Nella giornata di ieri, a Lecce, la Polizia ha arrestato un uomo di 37 anni, responsabile del reato di detenzione finalizzata alla cessione a terzi di sostanza stupefacente.
Da un’attività informativa appresa in precedenza, la Sezione Narcotici di Lecce è venuta a conoscenza che un soggetto incensurato era dedito alla vendita di sostanze stupefacenti e che la base logistica dell’attività illecita era un appartamento in città.
I poliziotti a seguito di queste informazioni hanno dato avvio ad un servizio di appostamento ed osservazione grazie al quale, nella decorsa serata, hanno intercettato il 37 enne.
Nonostante l’indagato abbia tentato di condurre gli agenti presso altra dimora, indicata quale residenza, il compendio informativo in possesso degli investigatori confermava i sospetti acquisiti nella fase info-investigativa, pertanto il personale della narcotici procedeva alla perquisizione domiciliare nell’abitazione già posta sotto osservazione e nella disponibilità del sospettato.
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina.
A riscontro della detenzione finalizzata alla cessione a terzi, vi era materiale idoneo al confezionamento, bilancini e circa 1.600 euro in contanti.
Colto in flagrante l’uomo incensurato, è stato arrestato, e posto agli arresti domiciliari, come disposto dal P.M. del Tribunale di Lecce.
Attualità
Il Tar respinge ricorso per apertura sala giochi a Matino
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”…
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Il Tribunale Amministrativo per la Puglia – Lecce (Sezione Terza) ha respinto il ricorso di una ditta che aveva richiesto l’autorizzazione per aprire una sala giochi a Matino.
L’immobile scelto per ospitare l’attività supera i limiti minimi (250 metri) di distanza da luoghi sensibili, nella fattispecie una struttura sanitaria.
La ditta ricorrente aveva presentato un primo ricorso nel 2020 contro il Comune di Matino, per richiedere l’annullamento del provvedimento emesso dal Responsabile del Settore Promozione strategica del territorio con il quale si negava “il rilascio dell’autorizzazione per l’attività di sala giochi”.
Le ragioni con le quali si respingeva la richiesta, come riporta il documento, fanno rifermento al fatto che “l’immobile in argomento non rispetta quanto previsto in merito alle distanze dai luoghi sensibili indicati dalla stessa“.
L’appellante aveva contestato il provvedimento per “eccesso di potere: illogicità e violazione del principio di proporzionalità”, ritenendo la struttura sanitaria citata non rientrante tra i luoghi sensibili descritti dalla legge in merito.
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”.
Inoltre, la legge in merito precisa che si possono definire strutture sanitarie o socio-sanitarie tutte le strutture che eroghino “prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e mantenimento delle abilità acquisite”.
Si precisa, in aggiunta, che “L’ambulatorio – nel quale un professionista iscritto ad un albo socio-sanitario esercita la sua professione – può essere gestito in forma individuale, associata o societaria e avvalersi esclusivamente di professionisti sanitari regolarmente abilitati e iscritti agli ordini o albi professionali di competenza”.
Difatti, lo studio medico in questione situato nel Comune di Matino si trova tra le strutture sanitarie accreditate ed è pubblicato regolarmente sul sito istituzionale delle Regione Puglia.
Dunque, all’udienza pubblica il Tar Puglia ha confermato l’infondatezza del ricorso, così come aveva espresso nella precedente ordinanza cautelare.
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