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Cronaca

Rifiuti incendiati o sepolti nelle cave

Doppio intervento della polizia locale a Galatone: un sequestro ed un deferimento

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Duplice operazione della Polizia Locale di Galatone in difesa dell’ambiente: scattano nuovamente i sigilli sulle cave di contrada Tre Pietre e su oltre due ettari di terreno in contrada Bascetta.

A distanza di pochi mesi dal sequestro di oltre un ettaro di terreno rurale in località Santa Rita per opere edili in corso di realizzazione in violazione del permesso di costruire, lo scorso 15 febbraio gli uomini del Comando di Galatone, sono nuovamente intervenuti all’interno dell’area S.I.C – sito di interesse comunitario – “Montagna Spaccata e Rupi di San Mauro”.


In seguito alla verifica dell’ottemperanza di un’ordinanza sindacale (il proprietario doveva bonificare il terreno per riscontrato pericolo di grave contaminazione del suolo e dell’ambiente) hanno accertato la arbitraria trasformazione dello stato delle cave e la presenza di rifiuti urbani speciali, pericolosi e non, abbandonati al loro interno.


Attraverso un confronto aerofotogrammetrico dello stato dei luoghi tra il 2013 ed il 2015 sono emerse le conseguenze di recenti opere di movimentazione non autorizzate eseguite con mezzi meccanici e la presenza di cumuli di materiale tufaceo dove si ipotizza possano essere sepolti rifiuti non visibili.


Esposti all’azione degli agenti atmosferici invece sono stati trovati rifiuti urbani, elettrodomestici di ogni genere, mobili, materassi, lastre di eternit integre e frammentate, materiale inerte rinveniente da lavorazioni edili, porzioni di barche e tavole da surf, pneumatici e guaine bituminose, contenitori di vernici chimiche e grandi quantità di guaine di cavi elettrici e plafoniere della pubblica illuminazione.


Immediato il provvedimento di sequestro preventivo di tutta l’area interessata dal deposito incontrollato di rifiuti per un’estensione di oltre tredici ettari che ricadono, come detto, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico, tutelata dalla Comunità Europea.

La seconda operazione è stata portata a termine invece grazie ad una segnalazione dei cittadini che hanno allertato i Vigili del Fuoco per la presenza di un inizio di incendio nelle campagne adiacenti la strada vicinale “Bascetta”.


Al Comando della Polizia Locale la richiesta di intervento congiunto con i Vigili del Fuoco è arrivata nella serata di martedì scorso. Gli agenti hanno tempestivamente raggiunto il fondo rustico da cui provenivano le esalazioni nocive e si sono imbattuti in un uomo intento a bruciare rifiuti di vario genere che alla vista delle pattuglie si è dato alla fuga a bordo di un camion. Ancora avvolti dalle fiamme sono stati trovati barattoli di vernici, componenti elettrici ed elettronici, frammenti di vetro e residui di legno e, a pochi metri di distanza dal rogo, i resti di una precedente combustione che aveva lasciato sul terreno residui e frammenti di materiale ferroso, di vetro, plastica, legno nonché spezzoni e frammenti di eternit.

Anche in questo caso sono scattati i sigilli su tutta l’area interessata dal deposito incontrollato di rifiuti pericolosi, dove a causa della presenza di materiali combusti si ipotizza un’attività estrattiva di metalli, presumibilmente rame e alluminio.

Il responsabile, successivamente identificato attraverso la targa del mezzo, è stato deferito all’autorità giudiziaria per il reato di combustione illecita di rifiuti ai sensi dell’art. 253 bis del codice penale.


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Cronaca

Incredibile grandinata su Martano

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Incredibile grandinata a Martano nella serata di oggi.

Sul Comune griko si è ritrovato ricoperto di bianco all’ora del tramonto. Le foto che circolano sul web raccontano quanto accaduto in pochi sorprendenti minuti.

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Cronaca

Narcotraffico da e per il Salento, arrestato latitante

Si tratta del 53enne Antonio Alvaro Montinari, nel 2024 sfuggito alla cattura durante l’operazione che aveva portato all’arresto di  34 persone legate al clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza della Sacra Corona Unita

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La Polizia di Stato, in esecuzione alla misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha tratto in arresto Antonio Alvaro Montinari, 53 anni di Lendinuso (marina di Torchiarolo, a Brindisi), gravemente indiziato a vario titolo di aver fatto parte di un’associazione finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.

L’uomo, a novembre del 2024, era riuscito a sfuggire alla cattura durante l’operazione di Polizia Giudiziaria che ha portato all’arresto di altre 34 persone.

Grazie a metodologie investigative tradizionali, tipiche ed atipiche, fatte di pedinamenti, servizi di osservazione e analisi di sistemi di videosorveglianza, gli investigatori sono riusciti a stringere il cerchio attorno ai luoghi in cui il 53enne aveva trovato appoggio e rifugio.

Nel corso del fine settimana, l’interessato si è recato a prendere un veicolo posto a sua disposizione e che avrebbe dovuto garantirgli spostamenti discreti, ma al suo arrivo ad attenderlo vi erano gli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Lecce che l’hanno bloccato e tratto in arresto.

Montinari, condotto preso la Questura di Lecce, al termine delle formalità di rito è stato accompagnato in carcere, mentre sono in corso approfondimenti sulla rete di favoreggiatori che per ben tre mesi hanno consentito all’indagato di eludere l’arresto.

L’operazione di fine 2024 aveva interessato, tra i principali indagati di rango apicale, anche alcuni esponenti della criminalità organizzata, già condannati per aver fatto parte della Sacra Corona Unita (clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza), storicamente radicata nel capoluogo salentino, ma con ramificazioni in diversi centri della provincia.

Le attività investigative hanno avuto origine da una intensa attività di cooperazione internazionale grazie alla quale sono stati acquisiti – per mezzo di Ordini Europei d’Indagine – una serie di chat scambiate dagli indagati attraverso l’utilizzo di piattaforme criptate di comunicazione quali “Encrochat” e “Sky Ecc”, che consentivano lo scambio di messaggi o conversazioni utilizzando criptofonini in grado di cifrare i dati trasmessi ed impedire qualsiasi intercettazione.

Gli investigatori hanno disvelato la presenza di una strutturazione capillare, in cui vi era una precisa ripartizione di compiti tra i sodali, una disponibilità di enormi quantità di denaro contante, telefonini criptati, veicoli dotati di appositi nascondigli oltre che depositi sicuri in cui occultare il materiale illecito.

La caratura degli indagati si è altresì espressa attraverso la capacità di curare rapporti con trafficanti di droga calabresi e altri sodalizi criminali operativi sul territorio nazionale ed all’estero (tra cui albanesi e spagnoli).

Numerosi e ingenti sono stati i sequestri di sostanze stupefacenti in costanza di indagine.

A tal riguardo si segnala l’arresto avvenuto il 7 agosto 2020 di due persone intente a trasportare su un natante, bloccato a ridosso dell’area di Castro, oltre 150 chili di marijuana e 25 kg di hashish provenienti dall’Albania; il 10 giugno 2021, a Napoli, veniva tratto in arresto un altro uomo trovato in possesso di circa 45 chili di cocaina occultata in un doppio fondo di un autocarro specializzato strutturalmente modificato; il 4 giugno 2021 a Lecce veniva arrestato un altro sodale trovato in possesso di 11 chili di eroina occultati in un doppio fondo dell’autovettura ed una pistola. Centinaia di migliaia di euro le somme movimentate in contanti.

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Cronaca

Furti in chiesa. Rubati gli ori della Madonna del Rosario

A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

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Con un comunicato ufficiale il Comitato Festa Madonna SS del Rosario di Vignacastrisi, frazione di Ortelle,esprime sgomento e profondo dispiacere per quanto accaduto presso la nostra parrocchia. Siamo vicini a tutta la cittadinanza per quanto accaduto”.

Lo sgomento è riferito al sacrilego furto occorso in chiesa. Giorni fa, infatti,  si legge in un altro post di un fedele su Facebook: “Un fatto di incredibile gravità è accaduto a Vignacastrisi. Sono stati rubati gli ori della nostra amatissima Madonna del Rosario, evidentemente custoditi in forma insicura. Se n’è avuta notizia ieri sera. Un momento veramente bruttissimo per la nostra comunità, come accadde nel 1962, quando la statua della Beata Vergine prese fuoco”.

A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

Il bottino della refurtiva, frutto negli anni della devozione alla Madonna, sembra si aggiri intorno ad un paio di kg di oro.

Indagano i carabinieri.

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