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Cronaca

RSA di Soleto, Donno: “Ho chiesto delucidazioni all’Asl”

Mentre arrivano gli ispettori del Ministero della Salute, il protavoce dei 5 Stelle alla Camera dei deputati ha chiesto accesso agli atti

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Mentre il Ministero della Salute invia gli ispettori per fare luce su quanto avvenuto, il portavoce del M5S alla Camera dei deputati Leonardo Donno oggi ha inoltrato alla Direzione sanitaria della Asl di Lecce, e per conoscenza al Ministero della Salute, una richiesta di accesso agli atti per capire cosa sia successo nella Rsa “La Fontanella” di Soleto dove, dal 20 marzo ad oggi, si contano 86 persone contagiate, tra anziani ospiti e dipendenti, e ben 10 decessi, di cui l’ultimo proprio nelle scorse ore.


Dal 20 marzo scorso, giorno del primo contagio acclarato di una ospite 95enne della residenza sanitaria, tutto il personale operante in struttura è stato sottoposto a quarantena obbligatoria domiciliare dallo stesso Dipartimento di Prevenzione della Asl”,  ricostruisce Donno, “da quel momento la struttura è quindi rimasta totalmente priva di personale socio assistenziale, necessario per garantire la cura medica e l’assistenza degli anziani, sia nella cura della persona che nella somministrazione delle terapie farmacologiche prescritte e dei pasti. Il tutto mettendo in serio rischio la salute dei pazienti, sì che il Sindaco di Soleto (con apposita ordinanza) si è visto costretto ad ordinare alla Asl di disporre l’immediata ripresa dei servizi. Ripresa che, a quanto mi è stato personalmente riferito da alcuni parenti degli ospiti che invocano giustizia e con i quali sono costantemente in contatto, sarebbe avvenuta solo una settimana dopo, ossia a partire dal 27 marzo”, continua il deputato, “ovvero da quando è stato raggiunto il numero di operatori necessari per garantire tutti i servizi previsti”.


Alla luce di queste premesse”, incalza il parlamentare, “oggi ho inviato una richiesta di delucidazioni alla Asl. Ho chiesto di essere messo al corrente, in primis, delle verifiche effettuate ancor prima che il COVID si diffondesse nella struttura in questione. Verifiche che, mi preme ricordarlo, l’azienda sanitaria è tenuta a fare, ai fini dell’accertamento del mantenimento del possesso dei requisiti di autorizzazione e funzionamento. Ho chiesto inoltre di conoscere le eventuali segnalazioni pervenute alla Asl da parte del gestore della struttura circa la situazione di emergenza in cui si era venuta a trovare e, di conseguenza, le singole azioni poste in essere dalla direzione generale una volta venuta a conoscenza delle criticità”.

Ho chiesto di valutare l’opportunità”, conclude il deputato, “di offrire un supporto psicologico a tutti gli ospiti ad oggi assistiti in struttura, che da settimane non possono godere della vicinanza fisica dei propri cari e che sono stati costretti ad affrontare in completa solitudine giorni difficili e perdite importanti, con tutto ciò che ne consegue”.


La richiesta di accesso agli atti del deputato fa il paio con l’invio degli ispettori sanitari disposto dal ministero della Salute, che sarà messo al corrente anche di tutto quello che emergerà in risposta alla missiva.


Cronaca

Narcotraffico da e per il Salento, arrestato latitante

Si tratta del 53enne Antonio Alvaro Montinari, nel 2024 sfuggito alla cattura durante l’operazione che aveva portato all’arresto di  34 persone legate al clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza della Sacra Corona Unita

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La Polizia di Stato, in esecuzione alla misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha tratto in arresto Antonio Alvaro Montinari, 53 anni di Lendinuso (marina di Torchiarolo, a Brindisi), gravemente indiziato a vario titolo di aver fatto parte di un’associazione finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.

L’uomo, a novembre del 2024, era riuscito a sfuggire alla cattura durante l’operazione di Polizia Giudiziaria che ha portato all’arresto di altre 34 persone.

Grazie a metodologie investigative tradizionali, tipiche ed atipiche, fatte di pedinamenti, servizi di osservazione e analisi di sistemi di videosorveglianza, gli investigatori sono riusciti a stringere il cerchio attorno ai luoghi in cui il 53enne aveva trovato appoggio e rifugio.

Nel corso del fine settimana, l’interessato si è recato a prendere un veicolo posto a sua disposizione e che avrebbe dovuto garantirgli spostamenti discreti, ma al suo arrivo ad attenderlo vi erano gli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Lecce che l’hanno bloccato e tratto in arresto.

Montinari, condotto preso la Questura di Lecce, al termine delle formalità di rito è stato accompagnato in carcere, mentre sono in corso approfondimenti sulla rete di favoreggiatori che per ben tre mesi hanno consentito all’indagato di eludere l’arresto.

L’operazione di fine 2024 aveva interessato, tra i principali indagati di rango apicale, anche alcuni esponenti della criminalità organizzata, già condannati per aver fatto parte della Sacra Corona Unita (clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza), storicamente radicata nel capoluogo salentino, ma con ramificazioni in diversi centri della provincia.

Le attività investigative hanno avuto origine da una intensa attività di cooperazione internazionale grazie alla quale sono stati acquisiti – per mezzo di Ordini Europei d’Indagine – una serie di chat scambiate dagli indagati attraverso l’utilizzo di piattaforme criptate di comunicazione quali “Encrochat” e “Sky Ecc”, che consentivano lo scambio di messaggi o conversazioni utilizzando criptofonini in grado di cifrare i dati trasmessi ed impedire qualsiasi intercettazione.

Gli investigatori hanno disvelato la presenza di una strutturazione capillare, in cui vi era una precisa ripartizione di compiti tra i sodali, una disponibilità di enormi quantità di denaro contante, telefonini criptati, veicoli dotati di appositi nascondigli oltre che depositi sicuri in cui occultare il materiale illecito.

La caratura degli indagati si è altresì espressa attraverso la capacità di curare rapporti con trafficanti di droga calabresi e altri sodalizi criminali operativi sul territorio nazionale ed all’estero (tra cui albanesi e spagnoli).

Numerosi e ingenti sono stati i sequestri di sostanze stupefacenti in costanza di indagine.

A tal riguardo si segnala l’arresto avvenuto il 7 agosto 2020 di due persone intente a trasportare su un natante, bloccato a ridosso dell’area di Castro, oltre 150 chili di marijuana e 25 kg di hashish provenienti dall’Albania; il 10 giugno 2021, a Napoli, veniva tratto in arresto un altro uomo trovato in possesso di circa 45 chili di cocaina occultata in un doppio fondo di un autocarro specializzato strutturalmente modificato; il 4 giugno 2021 a Lecce veniva arrestato un altro sodale trovato in possesso di 11 chili di eroina occultati in un doppio fondo dell’autovettura ed una pistola. Centinaia di migliaia di euro le somme movimentate in contanti.

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Cronaca

Furti in chiesa. Rubati gli ori della Madonna del Rosario

A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

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Con un comunicato ufficiale il Comitato Festa Madonna SS del Rosario di Vignacastrisi, frazione di Ortelle,esprime sgomento e profondo dispiacere per quanto accaduto presso la nostra parrocchia. Siamo vicini a tutta la cittadinanza per quanto accaduto”.

Lo sgomento è riferito al sacrilego furto occorso in chiesa. Giorni fa, infatti,  si legge in un altro post di un fedele su Facebook: “Un fatto di incredibile gravità è accaduto a Vignacastrisi. Sono stati rubati gli ori della nostra amatissima Madonna del Rosario, evidentemente custoditi in forma insicura. Se n’è avuta notizia ieri sera. Un momento veramente bruttissimo per la nostra comunità, come accadde nel 1962, quando la statua della Beata Vergine prese fuoco”.

A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

Il bottino della refurtiva, frutto negli anni della devozione alla Madonna, sembra si aggiri intorno ad un paio di kg di oro.

Indagano i carabinieri.

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Cronaca

Violento impatto nella notte: due auto ko a Ruffano

Il sinistro all’ingresso del centro abitato sulla via per Casarano

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Incidente stradale a Ruffano nella tarda serata di ieri.

Due vetture si sono scontrate sulla via per Casarano, all’incrocio con via San Nicola.

Con tutta probabilità la causa del sinistro è stata una mancata precedenza. Le due macchine scontratesi sono una Renault Clio ed una Lancia Y. Entrambe non marcianti, a causa dell’impatto, sono state portate via da un carro attrezzi.

Per i coinvolti per fortuna nessuna conseguenza rilevante: in ospedale solo per accertamenti.

Prima che le forze dell’ordine riaprissero al regolare transito veicolare, si è reso necessario anche un intervento di pulizia stradale.

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