Cronaca
Salentino morto in ospedale a Brindisi: due medici indagati per omicidio colposo
La tragedia il 2 gennaio al “Perrino”. Dopo l’esposto dei genitori del ragazzo, 19 anni, di Lequile, il Pm ha aperto un fascicolo e assunto i primi provvedimenti

Dopo aver riscontato l’esposto presentato dai genitori, assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., con l’apertura di un procedimento penale e l’ipotesi di reato di omicidio colposo, la Procura di Brindisi, per il tramite del Pubblico Ministero dott. Francesco Carluccio, ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, due medici, che hanno avuto in cura la giovane vittima, per la tragica morte a soli 19 anni, di Andrea Lorenzo Lezzi, di Lequile, deceduto in circostanze tutte da chiarire il 2 gennaio scorso all’ospedale “A. Perrino” di Brindisi.
I medici indagati sono F. R., 55 anni, di San Giorgio Jonico (Taranto), responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia del nosocomio brindisino, e F. P., 40 anni, di Lecce, neurochirurgo.
Il Pm, inoltre, ha disposto l’esame autoptico sulla salma incaricando come propri consulenti tecnici il dott. Biagio Solarino, medico legale, dell’istituto di medicina Legale del Policlinico Universitario di Bari, ed il dott. Carlo Del Vecchio, neurochirurgo, anch’egli del Policlinico barese: l’incarico sarà conferito domani, venerdì 15 gennaio, alle 9.00, negli uffici della Procura.
Alle operazioni peritali, che si svolgeranno a seguire, parteciperà anche il dott. Andrea Molino, medico legale di parte per la famiglia Lezzi messo a disposizione da Studio3A.
I risultati della perizia autoptica saranno ovviamente fondamentali per dare le prime risposte.
«Al ragazzo, a causa di un’emorragia cerebrale subita da piccolo», raccontano dallo Studio 3° che assiste legalmente la famiglia, «era stata applicata una derivazione ventricolo-peritoneale. Era sotto controllo e seguiva una terapia farmacologica ma conduceva una vita del tutto normale, praticando anche sport a livello agonistico, in particolare il sollevamento pesi.
Il 27 dicembre scorso, però, il giovane è stato assalito da un violento mal di testa e i genitori, temendo si trattasse di un evento collegato alla derivazione, l’hanno appositamente accompagnato al pronto soccorso del “Perrino”, nosocomio dove oggi lavora F. R., il neurochirurgo che lo aveva operato all’epoca al Bambin Gesù di Roma.
Il paziente è stato sottoposto alla Tac, che tuttavia non avrebbe evidenziato danni o patologie in corso, e pertanto dopo poche ore è stato dimesso, con l’unica prescrizione di aumentare il dosaggio del medicinale che già assumeva.
Nel pomeriggio del 31 dicembre, tuttavia, persistendo le emicranie che gli procuravano anche autentici tremori, la madre e il padre di Andrea Lorenzo lo hanno riportato all’ospedale di Brindisi, da dove però i sanitari, non ritenendo vi fosse uno stato di urgenza, lo hanno rimandato a casa.
Ma i dolori al capo si facevano sempre più lancinanti e così, la sera stessa, il ragazzo e i suoi genitori hanno effettuato il terzo accesso al Perrino, dove finalmente Lezzi, dopo aver atteso per alcune ore al Pronto Soccorso, alle 5 del mattino di Capodanno, è stato ricoverato per essere sottoposto a nuovi controlli, tra cui un’altra Tac. Accertamenti che hanno evidenziato problemi seri, se è vero che i genitori del giovane, nel frattempo rincasati, sono stati richiamati in tutta fretta da un neurochirurgo per informali che doveva sottoporre il figlio a un intervento all’addome per verificare lo stato della derivazione, e che si sarebbe consultato con altri colleghi per valutare se eseguire un’altra operazione con lo stesso scopo a livello cranico.
Purtroppo, però, un paio d’ore dopo essere uscito dalla sala operatoria ed essere stato riportato nella sua stanza di degenza, Andrea Lorenzo ha nuovamente iniziato ad accusare terribili dolori al capo e tremori, è svenuto ed è caduto in coma. Il ragazzo è stato prima inutilmente rianimato, quindi sottoposto a un intervento cranico per verificare la funzionalità del catetere per il reflusso encefalo addominale, ma dopo l’operazione è stato dichiarato cerebralmente morto.
Sconvolti dalla perdita del figlio e, soprattutto, non riuscendo a capacitarsi di cosa fosse accaduto né avendo ricevuto spiegazioni dal personale medico, i genitori del ragazzo hanno deciso di andare fino in fondo per fare piena luce sui drammatici fatti e ottenere giustizia». Attraverso il consulente legale Luigi Cisonna si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, ed è stata presentata una denuncia presso la stazione dei carabinieri di Lecce riferendo ogni circostanza e chiedendo all’autorità giudiziaria di procedere con ogni atto ritenuto opportuno, in particolare il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia, per verificare se possano configurarsi responsabilità colpose da parte dei sanitari nella gestione del caso, con particolare riferimento a eventuali sottovalutazioni della gravità del problema lamentato fin dal primo accesso al pronto soccorso dell’ospedale Perrino.
Richieste, come detto, ritenute meritevoli di accoglimento da parte del dott. Carluccio, che ha aperto un fascicolo e ora assunto i primi provvedimenti.
Cronaca
Giornalismo in lutto, è morto Toti Gentile
Giornalista sportivo di lungo corso, è stato il primo addetto stampa dell’Università di Lecce, ai tempi del rettore Donato Valli

Mondo del giornalismo in lutto.
Si è spento Toti Gentile, figura storica del giornalismo salentino.
Aveva 78 anni. Era malato da tempo, lascia tre figlie, Serena, Annalisa e Sara.
Giornalista sportivo di lungo corso, è stato il primo addetto stampa dell’Università di Lecce, ai tempi del rettore Donato Valli.
È stato corrispondente per la Gazzetta dello Sport, La Stampa e il Resto del Carlino e poi per la Gazzetta del Mezzogiorno.
Era tra coloro che promossero la nascita del Quotidiano.
I funerali ii sono tenuti questo pomeriggio, a Lecce, presso la chiesa di Santa Lucia.
Campi Salentina
Spacciava da casa, arrestato 48enne
Dalla sua abitazione dei Campi Salentina, via vai di consumatori; nei pressi della sua abitazione l’uomo usciva in strada e consegnava loro la droga

Le porte della Casa Circondariale di Lecce, questa volta, si sono aperte per un 48enne di Campi Salentina, già noto alle forze dell’ordine.
Dovrà rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’arresto è stato operato dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Campi Salentina che hanno svolto uno specifico e mirato servizio di controllo del territorio nel corso del quale hanno arrestato un 48enne del posto.
I militari hanno preso di mira una zona conosciuta per i continui via vai di giovani che più volte sono stati segnalati in quanto assuntori di sostanze stupefacenti.
Un servizio di osservazione e controllo ha permesso una prima ricostruzione del modus operandi che il 48enne ha nella sua presunta attività di smercio droga.
I clienti, che giungevano in quella zona a bordo di utilitarie, si dirigevano verso l’abitazione dell’uomo che usciva in strada e consegnava involucri in cellophane.
Incarti che successivamente i militari accertavano essere cipollette contenenti cocaina.
I carabinieri, così dopo aver controllato gli acquirenti hanno proceduto con la perquisizione personale del 48enne.
In seguito la perquisizione è stata allargata all’abitazione dove, all’interno di alcuni pensili del locale cucina, i militari hanno rinvenuto: 115 gr. circa di cocaina, in parte già confezionata per lo spaccio; quasi 100 grammi complessivi di marijuana e hashish; materiale vario per il confezionamento ed un bilancino di precisione.
Nel prosieguo delle operazioni l’uomo è stato trovato in possesso di 200 euro in banconote di vario taglio, ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Al termine delle operazioni l’uomo è stato arrestato e, come disposto dalla P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, condotto presso la Casa Circondariale “Borgo San Nicola” del capoluogo salentino.
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Cronaca
Ancora un’auto data alle fiamme nel Basso Salento

Ancora un’auto in fiamme nella notte nel Basso Salento.
Attorno all’una e 40 della notte appena trascorsa, a Matino si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Maglie in via Tripoli.
Qui, un incendio aveva avvolto una Lancia Y ferma in sosta.
Le lingue di fuoco avevano intaccato l’intera vettura, danneggiando anche la facciata di alcune abitazioni adiacenti.
I vigili del fuoco hanno potuto impedire la propagazione del rogo, evitando ulteriori danni a persone e cose e garantendo la sicurezza pubblica, ma non hanno potuto sottrarre la macchina alla distruzione.
Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri del Comando Stazione di Casarano, che indagano sull’accaduto.
La violenza del rogo desta un forte sospetto di dolo.
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