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Attualità

Scontro treni FSE: è l’ora della verità

L’incidente ferroviario all’uscita dalla stazione di Galugnano riapre il dibattito sulla condizione della rete FSE. Si parla di treni ad alta velocità, con i politici che fanno le battaglie-passerella, ma qui in Puglia siamo indietro di 30 anni

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A circa un anno di distanza dallo scontro dei treni sulla Andria – Corato, che provocò ventitré morti e cinquanta feriti, le ferrovie pugliesi tornano a far parlare tristemente di loro, fortunatamente, con danni fortemente limitati. Sulla tratta San Donato – Galugnano, infatti, lo scontro di ieri ha provocato solo una decina di feriti lievi. E intanto continuano le polemiche:


Andrea Caroppo, consigliere regionale e capogruppo di Forza Italia: “L’incidente ferroviario all’uscita dalla stazione di Galugnano riapre il dibattito sulla condizione della rete FSE. Solo la circostanza che i convogli si siano scontrati sul binario unico in un tratto in cui si viaggia a bassissima velocità ha evitato che l’incidente si trasformasse in una catastrofe. Non è possibile assistere a episodi degni di cronache ottocentesche più che del 2017 in una Puglia che vuole essere a vocazione turistica: è indispensabile mettere la vertice dell’agenda politica regionale la realizzazione e l’ammodernamento di una rete degna di questo nome che colleghi direttamente tra loro porti, aeroporti, capoluoghi di provincia e, poi, principali mete turistiche, accantonando una mentalità ed atteggiamenti che fanno fuggire gli investimenti“.


FSE non ha imparato nulla”, tuona Pierpaolo Rollo, dirigente provinciale di Gioventù Nazionale Lecce ed esponente GN del Comune di San Donato. “Siamo nel 2017 e non riesco a capire come ci si possa spiegare queste vicende. Per un errore di comunicazione e, di conseguenza, di organizzazione, circa dodici persone sono state ferite in modo non grave, fortunatamente, ma ciò non giustifica il fatto che non possiamo avere la libertà e la tranquillità di usufruire, con la giusta sicurezza, dei pochi mezzi pubblici che sono messi a disposizione dei leccesi e dei turisti che visitano il nostro territorio.


È paradossale“, continua Donato Carbone, Presidente Provinciale di GN, “che nel 2017 si debbano sentire vicende del genere. La tratta San Donato-Galugnano è un percorso che i treni, viaggiando sullo stesso binario, percorrono a 30 km/h FSE, già nell’occhio del ciclone per le vicende di un anno fa, ricade nuovamente negli stessi errori. Manca la comunicazione ed il Governo non rinnova strutture ormai obsolete nel Centro/Sud Italia. Si parla di treni ad alta velocità, con i politici che fanno le battaglie-passerella, ma qui in Puglia siamo indietro di 30 anni: la misura è colma. Serve una classe dirigente che abbia più a cuore il territorio che i propri interessi, che si faccia ascoltare a qualsiasi costo dal Governo e dal Ministero dei Trasporti.

Probabilmente tra la decina di feriti e tra gli altri rimasti illesi, vi sono persone che giornalmente utilizzano questo servizio per recarsi a scuola, università e luoghi di lavoro. Che fine hanno fatto le promesse fatte dalle Istituzioni quasi un anno fa? Pensiamo sia il momento di andare alla radice di queste inefficienze di un servizio sempre più pericoloso, inadeguato, non al passo coi tempi e poco funzionale.” Dichiara Sara Acquaviva, coordinatrice Rete della Conoscenza Puglia L’acquisizione di FSE da parte di FS prometteva un servizio di trasporto pubblico locale rinnovato, più sicuro, diverso da quando la gestione dell’azienda era commissariata. Tuttavia, i lavori di riqualificazione e di adeguamento ancora non sono cominciati a fronte dei fondi europei e statali, circa 60 milioni, stanziati in questa direzione. Riteniamo inaccettabile che in questi mesi le priorità dell’agenda politica nazionale e locale siano state incentrate esclusivamente sul servizio interregionale di alta velocità freccia rossa prima, e freccialink dopo, non agendo invece sulle tratte di base, quelle provinciali e regionali, più popolate e più bisognose di investimenti e di lavori.” Prosegue Davide Lavermicocca Coordinatore Unione degli Studenti Puglia Non è possibile che si viaggi ancora con strutture inadeguate, a binari unici, con mezzi fatiscenti, che mettono in pericolo lavoratori e viaggiatori, molti dei quali sono giovani studenti. Siamo pendolari, uomini e donne che hanno diritto a spostarsi su mezzi di trasporto pubblici e con costi accessibili, in quanto per molti e molte è l’unico strumento di mobilità possibile. I trasporti dovrebbero essere gratuiti e di qualità, dovrebbero farci viaggiare in sicurezza e permetterci di raggiungere con facilità le nostre destinazioni, dovrebbero essere ecosostenibili e una risorsa per il territorio, non un ulteriore forma di ricatto”.


Ernesto Abaterusso, consigliere regionale: “Quella che poteva trasformarsi in una nuova tragedia si è conclusa fortunatamente “solo” con qualche ferito e tanta paura. Ma questo non basta a placare la rabbia. Quanto successo poche ore fa alle porte di Lecce rende manifesta, in maniera dirompente, l’importanza del tema della sicurezza ferroviaria. Spiace dover constatare come, nonostante più volte sia stata denunciata la superficialità con la quale da tempo viene gestita l’azienda di trasporto ferroviario in Puglia e nonostante le ingenti risorse investite da Governo e Regione, poco o niente si sia fatto per stanziare adeguati investimenti utili a invertire la rotta di una storia fatta di mezzi vecchi e obsoleti, binari unici e non sicuri. E così lo stato di abbandono dei trasporti torna oggi a manifestarsi in maniera prepotente con questo incidente che solo grazie a un miracolo non ha causato morti, ma ha messo e continua a mettere a repentaglio la vita di quei pendolari che ogni giorno scelgono di muoversi con il treno. A un anno di distanza abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini della strage ferroviaria lungo la tratta Andria-Corato eppure crediamo che dopo quell’incidente sarebbe stato lecito lavorare di più, con più determinazione, per dotare le ferrovie pugliesi di strumenti idonei a garantire la sicurezza dei cittadini.


E così oggi, in questo momento di dolore, nell’esprimere la vicinanza ai viaggiatori e ai lavoratori che si trovavano sui convoglio coinvolto nell’incidente, riteniamo doveroso invitare le classi dirigenti ad ogni livello istituzionale e i vertici di FSE ad interrogarsi su quanto fatto fino ad ora e sulle risposte concrete da dare alle continue e costanti richieste di intervento che vengono dai cittadini e dalla politica. Forse troppo spesso si dimentica che la mobilità è si un diritto di ogni cittadino, ma garantire a questi ultimi una mobilità sicura è il dovere di ogni istituzione“.


Attualità

Ruffano, Città della Domenica improvvisamente off limits: cosa sta succedendo

Malcontento in paese per i cancelli chiusi: ne restano fuori (anche) decine di ragazzi e sportivi. Dopo ore di tensione, giungono i primi chiarimenti

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di Lorenzo Zito

Ventiquattrore di trambusto a Ruffano attorno alla Città della Domenica per un caso che, auspichiamo, potrebbe sgonfiarsi appena poco dopo esser nato.

È iniziato tutto al principio di questa settimana, quando i cancelli di questo splendido luogo, immerso nel verde e collocato su una delle colline del paese, sono stati improvvisamente chiusi, impedendo l’accesso al pubblico.

La Città della Domenica è uno spazio della Diocesi, divenuto negli anni un luogo simbolo per la comunità ruffanese (ne parliamo nell’intervista a Don Nino Santoro in occasione dei suoi 40 anni di sacerdozio, che potete leggere cliccando qui). Un posto che oggi, oltre ad una chiesa ed all’antica masseria Mariglia, accoglie i campi da tennis ed il campo da padel dove quotidianamente dozzine di persone (soprattutto ragazzi) praticano attività sportiva.

Come dicevamo, a turbare gli animi ad inizio settimana una improvvisa chiusura dei cancelli, accompagnata dall’assenza di spiegazioni.

Silenzio che ha fatto subito serpeggiare in paese il disappunto palesatosi, in un batter d’occhio, anche sui social. Più d’uno i post di protesta pubblicati da privati cittadini tra lunedì e martedì mattina (alcuni dei quali presto improvvisamente “scomparsi”), accomunati dagli interrogativi e dalle perplessità.

Sui cancelli chiusi è anche spuntato un cartello (nella foto in evidenza) con cui qualche genitore ha voluto esternare tutta la sua rabbia. “Lasciate che i bambini vengano a me, anzi no andate a giocare altrove”, recitava il foglio, con provocatorio riferimento alle sacre scritture.

Il mal di pancia deriva da un dato incontrovertibile: presso la Città della Domenica, in questi anni, si è distinto l’operato del Circolo Tennis di Ruffano. Una realtà che ha ridato vita a quei campi che erano stati col tempo abbandonati, ricreando un luogo divenuto per tante persone un punto di partenza per la pratica e la passione sportiva.

Ben 70 ragazzi frequentano tutte le settimane la scuola di tennis che è stata aperta ormai 5 anni fa, grazie ad un percorso esplicitamente (ed in maniera condivisa) intrapreso senza fini di lucro.

A tramutarsi in delusione, quindi, è stata l’indeterminatezza improvvisamente rimbalzata in decine di famiglie circa la sorte della scuola e dei campi da essa utilizzati: “Dove andranno ora i nostri bambini?” è la domanda che tutti si sono posti.

A tutto ciò si aggiunga che questo episodio sorge in un momento storico delicato per la comunità di Ruffano, già scossa in queste settimane dall’inchiesta che ha interessato il primo cittadino (recentemente dimessosi) Antonio Cavallo. Un contesto, questo, che non ha fatto che accentuare le ricadute d’animo ed accrescere i punti interrogativi. I tanti occhi puntati in questo momento su Ruffano hanno avuto un ruolo anche in questa circostanza?

Le rassicurazioni del parroco

L’orizzonte sembra però fortunatamente in queste ore schiarirsi. Ieri sera si è tenuto un incontro tra le parti in cui il parroco, don Nino Santoro, ha fornito dei primi chiarimenti.

Raggiunto questa mattina dalla nostra Redazione, don Nino ha confermato quanto trapelato in queste ore: “La chiusura è legata a questioni di natura esclusivamente tecnica che riguardano la struttura. Aspetti che andranno risolti prima di poter riprendere l’attività sportiva“.

Anche i tempi per una risoluzione, quindi, sono da definirsi tecnici, e pertanto lo stesso parroco ammette di non poter fare previsioni. Ma rassicura: “Come ho fatto sin qui in questi 43 anni a Ruffano, molte volte anche a mie spese, farò di tutto affinché, con la divina provvidenza, questa questione possa dirimersi“.

È atteso ora, a stretto giro, un nuovo incontro, stavolta presso la Diocesi. L’intento, insomma, sarebbe comune: restituire quanto prima alla comunità questo prezioso luogo. Saranno i fatti a restituirci non solo l’effettiva bontà delle intenzioni, ma anche la portata della vicenda.

Intanto le spiegazioni fornite danno quantomeno risposta (formale) ai sospetti più sibillini di qualcuno: dietro alla chiusura, non vi sono ragioni politiche, né dissidi.

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Il sindaco sul porto di Leuca: “Minoranza vuole intorpidire le acque”

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Il primo cittadino di Castrignano del Capo Franco Petracca interviene sulla questione porto di Leuca, sollevata dai consiglieri di minoranza con un esposto a Procura della Repubblica, Corte dei Conti e Prefettura (leggi qui).

Le parole del sindaco: “I Consiglieri firmatari pensano di intorpidire delle acque che, mai come in questo periodo, sono state così limpide e trasparenti nel Porto di Leuca.

Non c’è stato nessun cambiamento né contraddizione nell’azione amministrativa di questo Sindaco sempre volta a consentire al Comune di Castrignano del Capo di divenire unico azionista della Porto Turistico Marina di Leuca S.p.A.

La modalità tecnico-giuridica ed economica con cui ciò possa avvenire – e che i consiglieri firmatari evidentemente ignorano dal momento che non ne fanno cenno se non in termini di mero “desiderata”- è al vaglio dei professionisti incaricati dall’Ente, che si stanno occupando anche della valutazione della partecipazione azionaria della Igeco Costruzioni S.p.A. in fallimento.

E’ questo il lavoro che ci sta impegnando e a cui tutti, all’unisono, dovremmo tendere, non certamente insinuando dubbi o interrogativi che hanno in questo momento il sapore della mera strumentalizzazione politica volta a distrarre o, peggio ancora, allontanare il perseguimento di un risultato storico per lo sviluppo della nostra comunità e del nostro territorio: il completamento del porto ed una nuova gestione chiamata a rispondere esclusivamente ad esigenze ed obiettivi di pubblico interesse.

A valle di esposti, manifesti e note congiunte alla ricerca di like mi sia consentito osservare che, a meno che non si abbia qualcosa di interessante da dire, in momenti come questi il silenzio è d’oro”.

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Attualità

RSA Capece, assistenza qualificata e cure amorevoli

Per una terza età di qualità. Saper scegliere la struttura giusta non è mai facile. A Nociglia garantito uno stile di vita attivo per pazienti con malattie neurodegenerative

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COME E QUANDO SCEGLIERE

Uno dei momenti più delicati e difficili per una famiglia è quando si deve scegliere e saper gestire l’ingresso di un anziano all’interno di una residenza sanitaria assistenziale.

Il timore è che il proprio caro non riesca ad ambientarsi nella nuova situazione e che possa soffrire il cambio di abitudini di vita e la lontananza dai propri familiari.

Offrire adeguati comfort e un clima attento all’assistenza sanitaria, al supporto psicologico della persona, saper scegliere la struttura giusta in un momento così difficile, è fondamentale per continuare a garantire all’anziano un buono standard di qualità della vita.

Nel Salento, a Nociglia, c’è una struttura in cui si è sicuri di poter fare affidamento su cure amorevoli e su un’assistenza medico-sanitaria trasparente e qualificata: è la residenza sanitaria assistenziale Casa per Anziani Capece: la struttura, diretta dall’amministratore unico Luana Pataleo, ha una capienza di 41 posti letto, con servizio mensa e personale altamente qualificato, composto da infermieri, operatori socio-sanitari, assistente sociale, psicologo, fisioterapista e responsabile sanitario.

Tutto lo staff sanitario collabora con i medici di base in sinergia e con le competenze della rispettiva professione, garantendo cura, sostegno e sollievo per la persona anziana ricoverata.

I SERVIZI DELLA RSA

I servizi della RSA sono destinati a persone con varie condizioni psicofisiche, che possono variare nel tempo con l’avanzare dell’età, in quanto effetto del progredire di malattie neuro-degenerative, come Alzheimer, Parkinson, malattie neurologiche, deficit intellettivo, disturbi a livello motorio, diabete e altre tipologie di patologie.

Ciascun ospite ha una propria cartella sanitaria, sulla quale sono riportate le visite cliniche, i controlli periodici di varia natura, il piano terapeutico individuale, l’anamnesi clinica e il decorso dello stato di salute della persona. Inoltre, per ognuno di essi è redatta anche una cartella psicologica, sociale e di riabilitazione, nella quale vengono inseriti gli aspetti specifici dedicati a ciascuna competenza. Per esempio, al suo interno sono riportati i colloqui svolti dal personale di cura per conoscere la persona, comprenderla e aiutarla ad affrontare la situazione o avvenimenti che possono incidere sulla sua vita.

Come spiega la dottoressa Pataleo: «Ogni giorno la struttura garantisce condizioni favorevoli per rendere l’ambiente di vita accogliente, in modo da garantire all’anziano un vissuto positivo a medio e lungo termine, grazie a un’assistenza sanitaria e sociale ottimali, la nostra attenzione è rivolta al nostro ospite attraverso progetti individuali volti a garantire una migliore qualità della vita, nonostante la lontananza dal proprio contesto abitativo e familiare. Obiettivo fondamentale è cercare di assicurare all’anziano uno stile di vita attivo, in base anche alle sue capacità residue, in modo da potenziare l’autonomia e l’autostima».

UNA SECONDA CASA SICURA PER GLI OSPITI

Gli ospiti della Rsa Cpaf, di Nociglia, si devono sentire sicuri e supportati, in modo che mantengano un ruolo sociale e raggiungano obiettivi di sviluppo: a tal fine, la struttura ha elaborato una serie di progetti di animazione personalizzati, attraverso i quali operare sulla complessità della persona anziana, sul suo rapporto con gli altri utenti e con l’ambiente che lo circonda.

Pilastri fondanti della forma di animazione adottata dalla struttura sono lo scambio e l’interazione tra anziano e mondo circostante.

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO E I LABORATORI

– Aumentare gli stimoli per favorire l’autonomia;

– Promuovere occasioni di svago e socializzazione;

– recuperare le capacità residue;

– migliorare la percezione che gli anziani hanno della soddisfazione dei propri bisogni;

– Fortificare le risorse presenti;

– Garantire la stimolazione cognitiva e migliorare l’autostima e la partecipazione di sé stessi come valore.

Ciascun laboratorio consta di incontri di lettura e comprensione del testo, di cruciverba, di giochi di parole, quiz, di giochi di tavolo carte e tombola.

Inoltre, grande apprezzamento riscuote il laboratorio di musica, in quanto rappresenta un’attività sociale che facilita la comunicazione e l’integrazione tra il gruppo: gli anziani hanno così la possibilità di allacciare legami significativi e, inoltre, la musica costituisce uno strumento importante per chi soffre della malattia di Alzheimer.

E poi, il laboratorio pittorico-fotografico e quello di orto terapia, che svolge il prezioso compito di contrasto del disturbo depressivo.

Inoltre, all’interno della struttura si celebra periodicamente la Santa Messa e gli ospiti possono ricevere la comunione.

I laboratori svolgono una funzione aggregante e di stimolo: questo è dimostrato dal fatto che, con la partecipazione alla creazione del presepe, per due volte si sono aggiudicati il secondo posto.

Ora, stiamo lavorando per la Pasqua.

Al fine di garantire un clima sicuro sotto il profilo sanitario, i familiari e i parenti possono accedere alla struttura e visitare il proprio caro sempre muniti di mascherina.

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