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Cronaca

Sequestro bimba a Monteroni: tutta la storia

I rapitori, Giovanni Giancane e Valentina Piccinonno, ora rischiano dai 3 ai 15 di carcere

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La richiesta giunta alla Centrale Operativa dei Carabinieri è di quelle che fanno accapponare la pelle: da circa tre ore non si avevano più notizie di una bambina bulgara di sei anni, scomparsa dal parco giochi nei pressi dell’area mercatale di Monteroni, mentre stava giocando con la sorellina di nove anni. La mamma le aveva lasciate a casa per andare a lavorare, e loro, nella città in cui vivono ormai stabilmente, erano uscite per andare a passare qualche ora spensierata al parco giochi, complice la bella giornata. Ed è proprio qui che è cominciato l’incubo. Le due sorelline sono state avvicinate da una persona che conoscevano di vista, un tale Gianni, accompagnato da una donna.


Giovanni Giancane

Giovanni Giancane


Sembrerebbe che inizialmente Gianni e la donna abbiano provato a convincere la sorellina più grande a seguirli, con la promessa di un gelato, ma incassato il suo diniego, sono passati a cercare di convincere, riuscendoci, la sorellina più piccola, che chiameremo Maria con un nome di fantasia.


Quindi Maria si è allontanata in compagnia di Gianni e della donna sconosciuta, i quali sono quindi saliti sullo scooter di Gianni e si sono allontanati.


Vista tale scena, la sorellina più grande ha provato a rincorrere lo scooter che si allontanava con i due individui e Maria a bordo, senza però riuscirci, e non le è rimasto altro che cercare il papà per raccontargli l’accaduto.


Ed è a questo punto che i genitori di Maria, in preda alla disperazione, si sono rivolti ai Carabinieri, narrando l’accaduto e fornendo particolari sulla descrizione di Gianni, che quindi è risultato essere Giovanni Giancane, soggetto noto alle forze di polizia. Immediate sono partite le ricerche dei Carabinieri di Monteroni, che sono riusciti nell’immediatezza a rintracciare l’uomo; lo stesso, benché in preda ai fumi dell’alcool, si mostrava abbastanza collaborativo e confermava sin da subito che si era avvicinato alla bambina unitamente a una donna, Valentina Piccinonno, 31enne leccese, anch’essa nota alle forze dell’ordine, e che convinta la bambina a seguirli, lui le aveva accompagnate sul suo scooter. Giancane ha infine raccontato che ad un certo punto si è fermato con lo scooter presso un bar per prendere da bere, e che all’uscita di tale bar, Piccinonno e la bambina si erano allontanate a piedi facendo perdere le loro tracce e senza che lui sapesse dove fossero andate.


Valentina Piccinonno

Valentina Piccinonno


Allora i Carabinieri si sono recati presso l’abitazione di Valentina Piccinonno, ma all’interno sembrava che non ci fosse nessuno. Nel frattempo, Giancane è stato condotto in caserma presso il Comando Provinciale di Lecce per accertamenti.


Data la gravità della situazione, che aveva altresì messo in subbuglio la comunità bulgara di Monteroni, dal Comando Provinciale di Lecce venivano distaccate anche due autoradio dell’Aliquota Radiomobile, affinché coadiuvassero nelle ricerche la Stazione di Monteroni, che nel frattempo si era recata nuovamente presso l’area mercatale dove Maria era stata rapita, al fine di ricercare ulteriori elementi o testimonianze.

Le due autoradio invece hanno iniziato a battere tutti i luoghi di Lecce dove in passato era solita trascorrere le sue giornate la Piccinonno, senza trovarla, fin quando si decideva di approfondire ulteriormente le ricerche a casa sua.


Giunti presso l’abitazione della donna, a prima vista e come in precedenza, la porta risultava chiusa, così come le finestre, e le luci erano spente; da un’analisi più approfondita su tutto il perimetro del palazzo si scorgeva, però, sulla parte posteriore una grata del balcone socchiusa, ed uno spiraglio di luce che veniva dal bagno. Nonostante ciò, la porta continuava a restare chiusa e nessuno rispondeva ai Carabinieri che bussavano con veemenza, visto che il campanello dell’abitazione era guasto.


Alla luce di tutti questi elementi, veniva data notizia di quanto stava accadendo al magistrato di turno presso la Procura di Lecce, la Dott.ssa Mignone, che concordava sulla necessità di effettuare nell’immediatezza una perquisizione a casa di Valentina Piccinonno, procedendo eventualmente anche alla rimozione di ostacoli.


Il portoncino dell’abitazione, formata da due ante, fortunatamente aveva l’anta fissa che non era stata bloccata con il fermo al pavimento, e per di più non era neanche chiusa a chiave ma risultava socchiusa, per cui i carabinieri riuscivano agevolmente ad entrare in casa con una semplice pressione del portoncino stesso; recatisi di corsa nella stanza di Valentina Piccinonno, vi era proprio Valentina Piccinonno, ed al suo fianco addormentata la piccola Maria.


I carabinieri hanno preso Maria, che si è svegliata di soprassalto, piagnucolando spaventata; l’hanno chiamata per nome, e lei ha risposto; quindi, dopo averla avvolta in una coperta per difenderla dal freddo ed averla tranquillizzata, l’hanno portata di corsa presso il Comando Provinciale di Lecce, riscontrando comunque subito che obiettivamente la stessa era in buone condizioni di salute, mentre la seconda autoradio si occupava di portare anche la Piccinonno in caserma.


La notizia e tutte le fasi del ritrovamento della piccola Maria sono state partecipate alla comunità bulgara radunata in strada da parte del Luogotenente Giordano Protopapa, Comandante della Stazione di Monteroni, che era in diretta telefonica con i Carabinieri in azione, facendo sciogliere la tensione in un applauso liberatorio generale.


Al termine dell’incubo, durato fortunatamente solo poche ore, la piccola è tornata a casa con i suoi genitori, mentre per Giovanni Giancane e Valentina Piccinonno, sempre su disposizione della Dottoressa Mignone, si sono aperte le porte del carcere: dovranno rispondere di sequestro di persona in concorso, che commesso nei confronti di un minore di anni quattordici prevede una pena dai tre ai quindici anni di reclusione.


Cronaca

Supersano arrestato spacciatore

In casa aveva eroina, cocaina e marijuana oltre a tutto il necessario per la vendita dello stupefacente

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I carabinieri della Stazione di Ruffano hanno arrestato in flagranza di reato un uomo di 45 anni nel centro di Supersano.

L’attività info-investigativa era iniziata a causa di un’intensa attività di spaccio presso la sua abitazione.

Dopo aver individuato con precisione il luogo, i Carabinieri hanno proceduto al controllo e alla perquisizione dell’appartamento, dove sono state rinvenute numerose dosi di sostanze stupefacenti pronte per la vendita, occultate in vari punti della casa.

In particolare, sono stati sequestrati 7 grammi di eroina, 2 grammi di cocaina e 30 grammi di marijuana.

Insieme alla sostanza stupefacente, i militari hanno trovato bilancini, sostanze da taglio, materiale per il confezionamento e diverse centinaia di euro in contanti, a testimonianza dell’attività di spaccio.

Durante il controllo, sono stati sequestrati anche due coltelli ed è stata scoperta un’ingente quantità di munizioni, circa un centinaio di cartucce di vario calibro, detenute illegalmente.

Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato sottoposto a regime degli arresti domiciliari, così come disposto dal Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce.

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Casarano

Rinvenuto deposito di auto rubate

Denunciato il proprietario dell’area dove è stata rinvenuta anche un’Alfa Romeo Stelvio rubata pochi giorni fa nel parcheggio di un ipermercato casaranese. Tra le tante auto smembrate, riconosciuta anche una Fiat 500 con la carrozzeria tagliata in più pezzi che era stata rubata a Tricase il 9 gennaio

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La Polizia di Stato ha scoperto a Casarano un’ampia area recintata, nella quale erano nascosti e riciclati veicoli di provenienza illecita.

Da una prima ispezione attraverso l’alto muro di recinzione del sito individuato, gli agenti del Commissariato di Taurisano hanno notato la presenza di una Alfa Romeo Stelvio, risultata rubata alcuni giorni prima nel parcheggio di un ipermercato sempre di Casarano.

I primi accertamenti hanno permesso di individuare il proprietario dell’area, un cinquantacinquenne del posto, immediatamente rintracciato nella sua residenza e condotto presso il deposito di sua proprietà.

Oltre all’Alfa Romeo Stelvio rubata, nella area, vasta almeno 50 are, erano stati parcheggiati molti automezzi e pezzi meccanici e, all’interno, vi era un edificio di costruzione abusiva, nel cui garage seminterrato era stata ricavata una officina abusiva, adibita allo smontaggio di autovetture rubate.

In particolare, i poliziotti hanno scoperto la presenza di una Fiat 500 smembrata la cui carrozzeria era stata tagliata in più pezzi. L’auto, non era più dotata dei codici identificativi (targa e numero di telaio) ma, identificato il rivenditore da un portatarga, è stata comunque identificata e rintracciata la proprietaria.

L’auto era le era stata rubata a Tricase il 9 gennaio scorso. La donna ha riconosciuto la propria autovettura attraverso le foto realizzate dalla polizia scientifica.

Nel garage seminterrato, in alcuni container e in tutta l’area recintata erano parcheggiati numerosi veicoli e stoccati e pezzi meccanici, per molti dei quali l’indagato ha fornito generiche e poco credibili notizie sulla provenienza.

Inoltre, i veicoli ed i pezzi meccanici apparivano parcheggiati male e stoccati, in evidente violazione le norme previste per la tutela dell’ambiente.

L’intera area è stata sottoposta a sequestro con l’apposizione dei sigilli mentre il proprietario è stato denunciato in stato di libertà per il reato di ricettazione, riciclaggio e violazione delle norme sulla tutela ambientale.

L’Alfa Romeo Stelvio, dopo i rilievi di polizia scientifica, è stata restituita al legittimo proprietario.

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Quel che resta della Fiat 500 rubata a Tricase il 9 gennaio scorso

 

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Cronaca

Trepuzzi: «Perchè il sindaco ha fatto riaprire le scuole?»

Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle: «Non conoscendo ancora l’effettivo rischio per la salute pubblica, vista l’entità dell’incendio e la pericolosità del materiale andato a fuoco, sarebbe stato forse più prudente ritardare cautelativamente l’apertura»

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Il girono dopo l’incendio ai depositi dell’ex Omfesa a Trepuzzi si accende la polemica.

Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle,  «nell’esprimere massima solidarietà alle aziende e ai lavoratori coinvolti nell’incendio divampato nel pomeriggio di ieri , sulle cui cause auspichiamo sia fatta presto piena luce», puntano il dito sulla  decisione del sindaco Giuseppe Taurino di consentire l’apertura delle scuole all’indomani di quanto accaduto.

I 5 Stelle la ritengono «quanto meno contraddittoria la considerato, altresì, il richiamo a limitare le uscite e a fare uso delle mascherine. Non conoscendo ancora l’effettivo rischio per la salute pubblica, vista l’entità dell’incendio e la pericolosità del materiale andato a fuoco, sarebbe stato forse più prudente ritardare cautelativamente l’apertura delle scuole. Per il bene della salute pubblica, invochiamo il rispetto del principio di precauzione citato nell’art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, molto spesso disatteso».

Gli attivisti, infine, rivolgono «un ringraziamento particolare ai Vigili del Fuoco, che hanno consentito in tempi rapidi di domare l’incendio e di mettere in sicurezza l’area».

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