Cronaca
Si finse pentito per tagliare la gola alla Pm
Emergono raccapriccianti particolari nella vicenda che ha portato alla scorta la Giudice Francesca Mariano e la Pm Carmen Ruggiero in seguito all’inchiesta che ha smantellato il clan Lamendola-Cantanna. Per quel fatidico giorno Pancrazio Carrino, aveva preparato un’arma artigianale, un coltello di ceramica che aveva occultato infilandoselo nel retto
Vi abbiamo già raccontato raccontato da queste colonne della necessità di dotare di una scorta la Giudice Francesca Mariano e la Pm Carmen Ruggiero destinatarie di minacce tutt’altro che velate provenienti dalla malavita nostrana.
Ora emergono altri particolari raccapriccianti.
Un detenuto avrebbe finto di voler collaborare con la giustizia solo per essere interrogato dalla pm della Dda di Lecce e avere l’occasione di “tagliarle la gola” durante l’incontro.
Il piano, fortunatamente fallito, è stato stato ideato da Pancrazio Carrino, uno degli indagati coinvolti nell’operazione chiamata The Wolf condotta dalla magistratura salentina e che, nel luglio 2023, smantellò di fatto il clan Lamendola-Cantanna.
Non a caso la vittimer designata era proprio Carmen Ruggiero, che ottenne dalla gip Francesca Mariano l’ordinanza di custodia cautelare a carico di 22 persone.
Dal verbale di interrogatorio del 23 ottobre risulta che Carrino, due settimane dopo l’arresto, il 31 luglio scorso, tenne un primo incontro con gli investigatori salentini alla presenza proprio della pm Ruggiero.
Era quella la circostanza in cui il detenuto avrebbe dovuto “tagliare la gola” alla pm originaria di Brindisi.
Nel secondo interrogatorio, il 23 ottobre scorso, tenutosi nel carcere di Terni, è lo stesso Carrino a confessare l’attentato sventato.
Qui Carrino era davanti il pm umbro Raffaele Pesiri e non più la Ruggiero (che aveva delegato il suo collega del posto) e ha ammesso come per quel fatidico giorno avesse preparato un’arma artigianale, un coltello di ceramica che aveva nascosto, occultandolo nel retto.
Nella stanza del carcere di Lecce, oltre alla Ruggiero c’erano anche Alberto Bruno, tenente dei carabinieri, un avvocato d’ufficio e altre persone.
Le parole di Carrino: «Ero seduto davanti al pm e tenevo sotto controllo il tenente per capire se mi trovavo ad una distanza sufficiente per poter agire contro il pm tagliandogli la giugulare senza essere bloccato».
Andato in bagno il malavitoso ha estratto il coltello da suo didietro.
Al suo ritorno, però, è stato accompagnato in un’altra stanza perché il tenente dei carabinieri aveva intuito il pericolo e “preso le misure”.
Un volta devisu, il tenente Bruno è riuscito a sottrargli il coltello artigianale.
Aberrante quanto dichiarato da Carrino nello stesso interrogatorio: «Se fossi stato lucido quel giorno come lo sono adesso, Carmen Ruggiero sarebbe già storia».
Alessano
A casa non risponde e si teme il peggio. Ma era in ospedale da tre giorni
Sul posto carabinieri e vigili del fuoco allertati dai vicini e dalla donna che lo accudiva. L’uomo, invece, non si era sentito bene e aveva allertato da solo il 118
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Paura questa mattina per le sorti di un uomo di Alessano, residente sulla via per Specchia.
Molti hanno pensato al peggio quando hanno visto arrivare, sotto la sua abitazione, carabinieri e vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase.
Anche perché, sono noti in paese i problemi di salute dell’uomo, che deve ricorrere alle bombole di ossigeno per sopravvivere.
Nessuno sapeva dove potesse essere e persino la donna che lo aiutava in casa, non aveva più sue notizie da tre giorni.
Alla fine, si è scoperto che lo scomparso, proprio da tre giorni, si trova ricoverato presso il reparto di pneumologia dell’Ospedale “Cardinale Panico” di Tricase.
Si era sentito poco bene e, in qualche modo, era riuscito ad allertare il 118, che ha provveduto a trasportarlo in ospedale.
Evidentemente di notte, perché i residenti della zona erano ignari di tutto e non si erano accorti dell’avvenuto ricovero.
Sono stati i carabinieri a ricostruire l’intera vicenda e smontare la preoccupazione per il silenzio dell’uomo.
*In alto foto di repertorio
Cronaca
Arrestati due topi d’appartamento
Avevano appena svaligiato un’abitazione estiva di Casalabate. In casa avevano orologi, utensili da lavoro ed elettrodomestici da cucina per un valore di qualche migliaio di euro, rubati qualche giorno prima da un’altra abitazione di Squinzano
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In risposta alla recente escalation di furti che ha interessato le località di Squinzano, Casalabate e Trepuzzi, i carabinieri del Comando Provinciale di Lecce hanno avviato un’importante operazione di “alta visibilità“, potenziando il pattugliamento del territorio al fine di scoraggiare i malintenzionati e proteggere i cittadini dai furti in abitazione che si verificano durante le ore di assenza da casa per motivi di lavoro o per le spese quotidiane.
Nel corso delle operazioni, sono stati effettuati numerosi posti di controllo e perquisizioni, che hanno portato anche all’arresto di due topi d’appartamento e al recupero della refurtiva.
In particolare, un 40enne e un 25enne, entrambi noti alle Forze dell’Ordine, sono stati arrestati in flagranza di reato dopo aver visitato un’abitazione sul litorale leccese.
I due, sono stati fermati da un equipaggio della Radiomobile della compagnia Carabinieri di Campi Salentina mentre si stavano allontanando da un’abitazione estiva di Casalabate, dove avevano rubato gli infissi, probabilmente con l’intenzione di rivenderli al mercato nero.
Durante la perquisizione, i militari dell’Arma hanno trovato sull’auto della coppia ladri anche gli attrezzi da scasso, utilizzati per smontare le finestre in alluminio dell’abitazione estiva.
A quel punto le indagini si sono spostate presso le abitazioni dei due fermati, dove sono stati trovati orologi, utensili da lavoro e vari elettrodomestici da cucina per un valore di qualche migliaio di euro, rubati qualche giorno prima da un’altra abitazione di Squinzano.
Al termine delle attività, i due sono stati arrestati per furto in abitazione in concorso e denunciati per ricettazione.
Dopo l’udienza di convalida, i due sono stati sottoposti dal giudice ai domiciliari.
Cronaca
Rigurgito fatale, muore neonata
La piccola aveva solo 11 giorni. Vani i tentativi di soccorso dei sanitari del 118 allertati dai genitori
Una tristezza infinita, una tragica fatalità.
Nella notte, a Merine (frazione di Lizzanello), una neonata di appena 11 giorni è rimasta soffocata da un rigurgito mentre dormiva.
Era nel letto matrimoniale, insieme ai genitori.
Appena resisi conto di quanto stava accadendo, proprio i genitori hanno allertato i soccorsi.
Per la piccola però non c’è stato nulla da fare.
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