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Sicurezza personale sanitario, il punto della situazione in Prefettura

Intanto arriva n tutti i nosocomi della provincia il “sistema tagliacode”, con monitor che consentiranno all’utenza di conoscere i tempi di attesa e trattamento dei pazienti in base al codice dell’urgenza

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Il Prefetto di Lecce Luca Rotondi ha presieduto una riunione finalizzata al monitoraggio delle iniziative tese a rafforzare la sicurezza del personale sanitario e parasanitario nei presidi ospedalieri e sanitari della provincia di Lecce.


All’incontro hanno preso parte la sindaca di Lecce Adriana Poli Bortone, il vice presidente della Provincia Fabio Tarantino, i vertici delle Forze dell’Ordine, il direttore generale dell’ASL  Ottavio Narracci, i rappresentanti del competente Dipartimento della Regione Puglia e degli Ordini professionali di medici, infermieri e farmacisti.


La riunione ha rappresentato l’occasione per un primo bilancio sulle misure già in atto ai fini del rafforzamento degli standard di sicurezza degli operatori sanitari, nonché per valutare possibili, ulteriori strategie migliorative.


I Presidenti degli Ordini professionali intervenuti hanno preso atto dalla particolare efficacia del complessivo sistema messo in campo, attraverso il potenziamento di strumenti preventivi, tra cui lo spostamento del posto fisso di polizia presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce, l’installazione di sistemi di videosorveglianza e l’attivazione di pulsanti di emergenza per un collegamento diretto con le sale operative delle forze di polizia, nonché l’attivazione del servizio di “pretriage” con unità di personale appositamente formato per una più compiuta informazione all’utenza.


Il direttore generale dell’ASL ha inoltre reso noto che a breve sarà operativo in tutti i nosocomi della provincia il “sistema tagliacode”, con monitor che consentiranno all’utenza di conoscere i tempi di attesa e trattamento dei pazienti in base al codice dell’urgenza.


Il rappresentante della Regione Puglia ha illustrato le linee guida approvate recentemente della Giunta regionale, che si pongono gli obiettivi di una compiuta analisi del fenomeno e di implementare le misure preventive, anche attraverso moduli formativi a beneficio del personale sanitario, favorendo altresì l’individuazione e diffusione di best practices.

I vertici delle Forze di Polizia hanno assicurato la massima attenzione al fenomeno, che ha matrice culturale e coinvolge in maniera trasversale tutte le fasce di popolazione, evidenziando la necessità che ogni singolo episodio di aggressione, anche verbale, venga tempestivamente denunciato per consentire un’azione sanzionatoria e preventiva ancor più incisiva.


La sindaca di Lecce Adriana Poli Bortone il vice presidente della Provincia Fabio Tarantino hanno posto l’attenzione sull’opportunità di sviluppare campagne informative, anche con il coinvolgimento di ANCI, per sensibilizzare la popolazione sull’importanza del rispetto degli operatori sanitari, che operano costantemente al servizio dei cittadini.


Il Prefetto ha espresso apprezzamento per la forte sinergia interistituzionale messa in campo, che ha consentito un obiettivo miglioramento dei livelli di sicurezza degli operatori sanitari, la cui opera è fondamentale per la garanzia della salute dei cittadini, evidenziando la necessità di proseguire nel proficuo percorso già avviato, anche al fine di scardinare quei fattori culturali alla base del fenomeno.


Il Direttore Generale ASL, al riguardo, ha comunicato che saranno diffuse in tutti i presidi ospedalieri, nei punti di continuità assistenziale e nelle farmacie delle locandine informative sulle conseguenze penali di comportamenti violenti a danno degli operatori sanitari.



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Ritorno a scuola senza stress

Giuseppe Luigi Palma, commissario straordinario dell’Ordine degli psicologi pugliesi: «Se ci si prepara in anticipo, la reazione di grandi e piccoli ai cambiamenti sarà semplice»

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Le vacanze estive sono finite, per alcuni studenti di Puglia è già risuonata la campanella, per altri invece l’inizio è previso per lunedì prossimo. L’ansia da rientro in classe è uno stato d’animo piuttosto comune e il rischio è quello di farsi prendere da sentimenti come angoscia, tristezza e malumore per il ritorno alla routine quotidiana.

Giuseppe Luigi Palma

Dal commissario straordinario dell’Ordine degli psicologi di Puglia, Giuseppe Luigi Palma, arrivano i consigli per affrontare al meglio questo periodo e non farsi cogliere impreparati.

«Il rientro a scuola», spiega lo psicologo, «non deve essere vissuto con negatività. Se ci si prepara in anticipo, la reazione di grandi e piccoli ai cambiamenti sarà semplice e priva di stress. Occorre riprendere le attività lavorative, a piccoli passi e per piccoli obiettivi. Questo ci consente di non sentirci travolti dagli impegni quotidiani».

Tra i suggerimenti da seguire per un piacevole ritorno alla quotidianità c’è quello di programmare o riprendere uno stile di vita sano.

«Andare a letto prima la sera», dice Palma, «per avere ore di sonno sufficienti a far riposare l’organismo, evitando l’uso di tablet, videogiochi o tv, e anticipare la sveglia al mattino. Facendolo un po’ alla volta si adatterà meglio alla routine quotidiana che lo aspetta».

Fondamentale, dunque, è la cura di sé.

Necessario anche porre attenzione all’alimentazione, seguendo una dieta regolare basata su cinque pasti al giorno (colazione, spuntino di metà mattino, pranzo, merenda e cena) applicando i principi della dieta mediterranea, con cibi provenienti da coltivazione biologica.

Il commissario dell’Ordine pugliese si rivolge poi ai genitori, attori fondamentale di una sana ripresa alla normalità.

«Non trasmettere ansie al bambino nell’organizzare tempi e impegni che, inevitabilmente, incombono nella vita quotidiana. In vacanza i piccoli trascorrono più tempo con entrambi i genitori. Sarebbe opportuno», aggiunge, «continuare a farlo almeno durante la prima colazione, per prepararsi e affrontare la giornata insieme».

«Adottare questi suggerimenti può aiutare a gestire meglio il ritorno sui banchi di scuola», conclude il dott. Giuseppe Luigi Palma, «permettendo a genitori e figli di affrontare la nuova fase con maggiore serenità e preparazione».

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Un ponte, là dove finisce la Terra

Simu salentini: per Federico Mello, giornalista Rai e scrittore leccese, la nostra terra, approdo di migranti prima e di turisti poi, da isola ha reimparato a farsi ponte, per aprirsi ad un futuro vivo che non perda di identità: «Avere a cuore il nostro futuro dimostra la nostra vitalità, ci dice che possiamo farcela ancora a dare il meglio di noi, ad essere isola, ma anche ponte»

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di Lorenzo Zito

Lo scorso autunno abbiamo avviato, con voi, un dibattito aperto sul significato di essere salentini.

Con una rubrica che ha già dato voce a svariate personalità del territorio, da docenti ad artisti passando per politici e attivisti, ci siamo confrontati sul significato e sul valore di quell’identità.

Quel corredo di salentinità che, un po’ come le pietre di Pollicino, ciascuno di noi, che viva o no nel Tacco, alla bisogna lascerà cadere lungo il percorso della vita, ad indicargli, a qualsiasi latitudine, la strada del ritorno, quel luogo sicuro dove condividere con la “sua gente” quel vincolo emotivo che li ha forgiati come salentino.

Sulla questione ci offre un prezioso spunto Federico Mello, giornalista Rai e scrittore leccese.

Mello, che vive a Roma, ha lavorato ai programmi di Michele Santoro ed a Ballarò su Rai 3, ha scritto per il “Fatto Quotidiano” e pubblicato vari libri tra saggi, pamphlet e romanzi.

Nell’ultima sua uscita, edita da Kurumuny e dal titolo “Educazione Salentina, o di come il Salento è diventato il Salento“, si è interrogato sul percorso che ha reso la nostra terra un posto (e per certi versi un brand) riconoscibile agli occhi del mondo, partendo proprio dal percorso di recupero e di ricostruzione dell’identità salentina avviato con successo il secolo scorso.

EDUCAZIONE SALENTINA, O DI COME IL SALENTO È DIVENTATO IL SALENTO

Federico Mello

«Quando pensiamo a cosa vuol dire essere Salentini, non possiamo che pensare istintivamente alla nostra storia, lunga e millenaria, che si è sedimentata nella nostra identità, nei racconti ascoltati fin da bambini, nei canti e nei miti della nostra terra, perfino tra le pietre dei nostri muretti a secco, sulle facciate delle nostre chiese.

Eppure, se per rispondere a quella domanda, “cosa vuol dire essere salentini?”, subito ci viene in mente la Storia, poche volte, invece, ci viene in mente la Geografia, che della Storia è sorella e complice.

La nostra identità, le nostre vicende, la nostra cultura particolare, infatti, non possono prescindere dalla nostra posizione nel mondo, dal nostro essere penisola di una penisola, in fondo all’Europa, in fondo all’Italia, in fondo alla Puglia, scendendo da Brindisi fino a dove finisce la terra.

Badare bene, la storia di qualsiasi luogo è influenzata fortemente dalla sua geografia, eppure, nel nostro caso specifico, questo succede un po’ di più che agli altri.

Perché siamo fisicamente in mezzo al mare, e possiamo essere sia isola con niente intorno che ponte gettato verso Oriente. Come ponte abbiamo prosperato nell’antichità, quando i romani ci consideravano snodo fondamentale e poi, nel medioevo, quando veneziani, ebrei, albanesi, commerci di ogni tipo, popolavano le nostre strade, i nostri mari.

Eppure, questo essere terra sospesa, protratta verso est, è stata anche la nostra condanna pochi anni dopo, quando ci siamo trovati esposti alle scorribande dei turchi, e abbiamo dovuto chiuderci, costruire torri e masserie fortificate.

Appena il pericolo è scampato, poi, era troppo tardi per riprendersi: l’Europa guardava ad Occidente ormai, all’America, e siamo diventati isola invece, barocco di periferia, luogo minore, lontano: la sonnolenza, la lontananza, la fame, la sete, la miseria, l’emigrazione, hanno segnato le vite dei nostri antenati per secoli.

Ora, da qualche decennio, dopo che il muro di Berlino è caduto, dopo che il mondo si è aperto di nuovo, siamo riusciti, come pochi altri luoghi del Sud sono riusciti a fare, a diventare di nuovo approdo, di migranti prima, di turisti poi.

Siamo tornati ad essere luogo amato, desiderato, di scambi e di incontri, di musiche e cultura, questa l’importante trasformazione che ho provato a raccontare nel mio libro, “Educazione Salentina”, una storia sentimentale e collettiva che con tanto affetto è stato accolto già da migliaia di lettori.

Questa estate, girando in lungo e in largo il Salento, incontrando lettori, amici e curiosi durante numerose presentazioni, mi sono perso tante volte nelle strade delle nostre marine, nei paesi del Capo, là dove la terra sta per finire, e tu senti questa sensazione particolare, magica, di un luogo che può essere ponte e isola, appunto, orgoglio per “le radici ca tieni” e curiosità, e accoglienza, per chi viene da fuori.

È proprio lì, in effetti, verso Leuca, che senti ancora più forte come questa geografia speciale siamo noi, è da sempre la nostra storia. Ho parlato con tantissime persone, in questi giorni, tutti hanno a cuore il Salento, tutti sono orgogliosi della strada che abbiamo fatto, tutti sono preoccupati per la strada, incerta, che abbiamo davanti.

Una ricetta su come continuare a testa alta, a coltivare turismo e sviluppo senza perdere la nostra identità preziosa, ancora non è a disposizione.

Ma che di questo si parli, ci si incontri, si dibatta, si rifletta, dalle città più grandi ai centri più piccoli, come ho potuto constatare con i miei occhi, con le mie orecchie, è quello di cui abbiamo bisogno.

Perché avere a cuore il nostro futuro dimostra la nostra vitalità, ci dice che possiamo farcela ancora a dare il meglio di noi, ad essere isola, ma anche ponte. Proprio là dove finisce la terra».

Federico Mello

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Gagliano, il bar della villetta è… libero

Dopo oltre un anno di ricorsi a Tar e Consiglio di Stato, la ditta vincitrice della gara per la somministrazione di alimenti e bevande può avviare la sua attività

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Dopo oltre un anno, si chiude una lunga vicenda giudiziaria che, a Gagliano del Capo, ha tenuto sospese le sorti del chiosco-bar della nuova villetta comunale.

In ballo proprio l’aggiudicazione della gara pubblica indetta dal Comune nel 2023 per la concessione dell’immobile (di proprietà comunale) da adibirsi all’attività di somministrazione di alimenti e bevande.

A sospendere gli effetti dell’esito della gara, e quindi a tenere chiuse le porte dell’attività sino ad oggi, la decisione della seconda ditta candidata di ricorrere al TAR.

Il principale motivo di appello riguardava la valutazione delle domande di partecipazione e i relativi punteggi per l’assegnazione in base agli anni maturati nel settore. Il Consiglio di Stato, dopo alcune valutazioni dall’esito altalenante, ha posto la parola fine chiarendo che l’esperienza lavorativa in questione sia propria delle persone fisiche e che “non possono valutarsi, ai fini dell’attribuzione di punteggio incrementale, esperienze lavorative di soggetti diversi dal partecipante alla procedura concorsuale”.

Aiuta a ricostruire per gradi la vicenda una nota diffusa dal Comune di Gagliano che spiega come con verbale del 21 luglio 2023 l’ente avesse approvato la proposta di aggiudicazione a favore dell’offerta presentata dal concorrente Sergi Francesco.

La concorrente seconda classificata ha poi impugnato, con ricorso innanzi al TAR Lecce, questa proposta di aggiudicazione. Ricorso con istanza cautelare che è stato respinto il successivo mese di ottobre. Ecco allora che nel novembre seguente, stanti i fatti, il Dirigente del Settore Tecnico comunale ha approvato l’aggiudicazione definitiva della concessione del chiosco a Sergi Francesco.

Ancora una volta, però, la stessa concorrente seconda classificata ha interpellato il TAR, per altri motivi aggiunti, pochi giorni prima dello scorso Natale.

Qui il tribunale amministrativo ha accolto l’appello, perché la Commissione di gara aveva conteggiato il punteggio derivante dagli anni di esperienza maturati nel settore, sommando i punti del concorrente titolare dell’impresa e i punti delle persone indicate nell’offerta come lavoratori dipendenti.

Secondo il TAR, invece, si doveva considerare il punteggio maturato dal solo concorrente sia come titolare sia come lavoratore dipendente.
A questo punto però, avverso tale decisione del TAR, è stato l’aggiudicatario Sergi Francesco a proporre appello, stavolta al Consiglio di Stato, assistito dagli avvocati Daniele Montinaro e Marcello Petrelli.

Nel frattempo, la Commissione di gara è stata convocata per dare esecuzione ai criteri stabiliti dal TAR e procedere a nuovo conteggio.

“Nel rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza”, si legge nella nota del Comune di Gagliano, “è stato chiesto ai due concorrenti di fornire documentazione comprovante gli anni di esperienza professionale dichiarati nell’offerta tecnica. La documentazione della seconda concorrente, trattandosi di commercio al dettaglio senza somministrazione di alimenti, veniva ritenuta non valutabile e non pertinente all’attività richiesta nel bando di preparazione e somministrazione di alimenti e bevande”.

Arriviamo quindi a maggio di quest’anno quando, con determinazione del Dirigente del Settore Tecnico, alla luce della riattribuzione dei punti, è stata nuovamente approvata l’aggiudicazione all’operatore Sergi Francesco, oggi non più impugnabile perciò definitiva.

L’ultimo aggiornamento, a porre fine alla vicenda, è giunto con la sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata lo scorso 2 settembre, che respinge l’appello e, quindi, conferma la sentenza del TAR Lecce che aveva dettato i criteri per l’attribuzione del punteggio maturato per gli anni di esperienza lavorativa dei concorrenti.

Dopo oltre un anno, quindi, termina il lungo iter che aveva tenuto chiuse le porte del chiosco.

Finalmente”, commentano dal Comune di Gagliano, “l’peratore economico Sergi Francesco, vincitore della gara pubblica sia prima che dopo le sentenze del TAR e del CDS, potrà aprire la sua attività, rianimando e rivitalizzando la nostra nuova e bella villetta comunale”.

Lorenzo Zito

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