Cronaca
Sicurezza sul lavoro sottoscritto protocollo in Prefettura
All’indomani dell’ennesimo incidente mortale avvenuto in un cantiere a Salve. Solo nel 2021 sono stati 4.134 gli incidenti denunciati, di cui 24 mortali
Proprio all’indomani dell’ennesimo avvenimento luttuoso sul luogo del lavoro che ha funestato il Salento (un uomo ha perso la vita cadendo dall’impalcatura a Salve) presso il Salone degli Specchi della Prefettura, è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per il rafforzamento della sicurezza sui luoghi di lavoro nella provincia di Lecce.
I dati sono spaventosi: solo nel 2021 sono stati 4.134 gli incidenti denunciati, di cui 24 mortali.
Il documento sottoscritto trova fondamento nell’art.32 della Costituzione “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”, ribadisce il valore sociale della sicurezza sul lavoro riconosciuto e disciplinato dal legislatore statale, in conformità all’art.117 della Costituzione, con un complesso normativo coinvolge soggetti istituzionali e parti sociali nella realizzazione di iniziative e programmi di intervento finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza.
«L’efficace collaborazione tra Enti e le Amministrazioni pubbliche aventi competenza in materia, ciascuna nel proprio ambito, così come le Associazioni datoriali e le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori», si legge nella nota della Prefettura, «viene sviluppata in attività finalizzate a garantire la piena attuazione della disciplina legislativa e contrattuale ed alla promozione della salute e della sicurezza attraverso azioni diversificate nei settori della vigilanza, della formazione e dell’assistenza alle imprese».
Il documento pattizio rappresenterà, pertanto, «un nuovo momento di sintesi rispetto a quanto finora realizzato, nell’ottica di un ampliamento delle collaborazioni che contribuiscono concretamente al contrasto del fenomeno degli incidenti sul lavoro e all’affermazione della legalità».
Il protocollo è stato sottoscritto dal Prefetto di Lecce Maria Rosa Trio, e dai rappresentanti della Regione Puglia, della Provincia di Lecce, dell’Ispettorato del Lavoro, dell’INAIL, dell’INPS, dall’ASL di Lecce e da componenti datoriali e sindacali della provincia, resta aperto all’adesione delle associazioni di categoria e delle Istituzioni, anche scolastiche che vorranno impegnarsi nelle iniziative di prevenzione.
IL PREFETTO
Il rafforzamento della Sicurezza sui luoghi di lavoro nella provincia di Lecce, come sancito nel Protocollo siglato oggi dai rappresentanti degli Enti, Associazioni datoriali e
Sindacati dei lavoratori, passa per impegni assunti: l’Osservatorio provinciale – la Formazione – l’attività di Controllo.
«Occorre dare un’anima al Documento”, come ha sottolineato il Prefetto di Lecce Maria Rosa Trio, «affinché attraverso i gruppi di lavoro, il sistema di rete provinciale reagisca a mitigare il rischio per la salute dei lavoratori, valorizzando e creando nuove buone pratiche capaci di creare sicurezza sul lavoro in tutti i contesti economico produttivi e soprattutto diffondendo la cultura della sicurezza nei singoli cittadini».
L’ASSESSORE REGIONALE LEO
“Proprio dai più giovani occorre partire con una concreta ed efficace informazione in materia», ha precisato l’Assessore alla Formazione, alle Politiche per il lavoro, al Diritto allo Studio, all’Istruzione e all’Università, Sebastiano Leo, «La firma del Protocollo oggi ci ricorda che non è più tollerabile morire per lavoro».
I rappresentanti delle Istituzioni presenti, tra cui la Provincia e le parti datoriali e sindacali, hanno evidenziato che il rispetto delle regole e della sicurezza trova
applicazione per i lavori pubblici sin dalla stesura dei bandi di gara e confermato unitariamente l’obbiettivo di prevenire il fenomeno degli incidenti sul lavoro.
Caporalato e del Nucleo Misto dei controlli, saranno un punto di partenza efficace, ma non un traguardo nell’intesa di comunicare a breve la data di convocazione
dell’Osservatorio previsto nel Protocollo.
IL PROTOCOLLO D’INTESA PER IL RAFFORZAMENTO DELLA SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO
Cronaca
Cade da impalcatura, muore ingegnere
Vittima Antonio Greco, 72 anni, originario di Aradeo e residente a Lecce, precipitato mentre era impegnato in alcune misurazioni su un canitiere vincino piazza Mazzini
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Giornata segnata a lutto per l’ennesima vita spezzata sul lavoro nel Salento.
Un’altra famigia decapitata, ancora dolore.
La vittima è Antonio Greco, ingegnere di 72 anni, originario di Aradeo e residente a Lecce.
Mentre era impegnato in alcune misurazioni è precipitato da un’impalcatura il cantiere pinea città, in via Lamarmora, vicino piazza Mazzini.
ha perso tragicamente la vita precipitando da un’impalcatura in un cantiere nel cuore di Lecce, in Via Lamarmora, non lontano dalla centralissima Piazza Mazzini.
«TREDICESIMA VITTIMA SUL LAVORO, È ORA DI DIRE BASTA!»
«Con profonda tristezza e rabbia», la CISL di Lecce esprime «il più sentito cordoglio alla famiglia della vittima. Un nuovo lutto si aggiunge all’elenco già troppo lungo delle vittime sul lavoro in provincia di Lecce, salito ormai a tredici. Un numero che grida vendetta e che ci costringe a interrogarci sulle cause di questa autentica mattanza».
«Non possiamo più accettare che il lavoro diventi una condanna a morte», tuona Donato Congedo, Segretario Territoriale della CISL Lecce, «è urgente e necessario un intervento deciso e coordinato di tutte le istituzioni per garantire la sicurezza nei cantieri edili e in tutti i luoghi di lavoro».
Per questo la CISL chiede un incontro urgente con il Prefetto di Lecce per attivare tutte le procedure necessarie a intensificare i controlli e a garantire il pieno rispetto delle normative sulla sicurezza: «Non possiamo più tollerare che si continui a morire sul lavoro. È fondamentale concentrare tutti gli sforzi nella diffusione della cultura della prevenzione. È necessario un cambio di rotta, un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti: istituzioni, imprese, lavoratori. Solo così potremo sperare di porre fine a questa emergenza e di costruire un futuro in cui il lavoro sia sinonimo di dignità e sicurezza».
Intanto giovedì 7 novembre CGIL, CISL e UIL congiuntamente a Confindustria presenteranno in Provincia di Lecce il Protocollo di intesa firmato: «Un impegno che le parti sociali vogliono assumersi dinanzi alle nostre comunità. Attendiamo che anche le istituzioni esercitino il loro ruolo dinanzi al persistere di questa insostenibile situazione. Non è più possibile continuare ad assistere passivamente ad uno stillicidio di vite umane spezzate. È ora di dire basta!».
«COM’È POSSIBILE CHE, A UN’ETÀ COSÌ AVANZATA, SI DEBBA ANCORA RISCHIARE LA VITA SUL LAVORO?»
«Non ci sono più parole per descrivere la nostra rabbia e il dolore di fronte all’ennesimo incidente mortale verificatosi questa mattina in un cantiere edile a Lecce ai danni di un lavoratore di 72 anni», dicono il Coordinatore territoriale della Uil di Lecce, Mauro Fioretti, e il Segretario generale della Feneal-Uil di Lecce, Salvatore Listinge, «sappiamo tutti che il settore edile è più assoggettato ad incidenti gravissimi, molti dei quali, purtroppo, mortali. E allora com’è possibile che, a un’età così avanzata, si debba ancora rischiare la vita sul lavoro? La morte di quest’uomo deve farci interrogare non solo sui cronici problemi della sicurezza dei cantieri», sottolineano Fioretti e Listinge, «ma anche su un’altra realtà a nostro avviso inaccettabile: è giusto che i lavoratori anziani debbano affrontare situazioni lavorative che mettono a repentaglio la loro vita? Non è questa una sconfitta del nostro sistema sociale e previdenziale? È urgente un’attenzione su questo da parte del Governo, è necessario un impegno serio e immediato per rivedere le condizioni di lavoro degli anziani, garantendo loro la possibilità di vivere gli ultimi anni della propria vita con dignità e sicurezza, senza dover rischiare la propria salute e la propria vita su un cantiere. Così come è necessario aumentare le ispezioni, intervenire sulla formazione e la precarietà, nonché istituire il reato di omicidio sul lavoro come la Uil chiede da tempo a livello nazionale. La nostra campagna ‘Zero Morti sul Lavoro’ andrà avanti finché non raggiungeremo questi obiettivi: dobbiamo mettere la parola fine a queste stragi».
Cronaca
«Medico del 118 unico di guardia notturna in ospedale»
La denuncia della Federazione Cisal Sanità – Lecce. Il segretario provinciale Giovanni D’Ambra: «Pericolosissimo precedente e totale incompetenza sull’argomento». Chiesta la rimozione dell’incarico di Direttore Generale e Sanitario e Direttore del SET 118
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«Medico del 118 unico di guardia in ospedale durante la notte».
Esposto del Segretario Generale Provinciale della Federazione Cisal Sanità – Lecce, Giovanni D’Ambra, che ha informato dell’accaduto l’assessore regionale al ramo, Raffaele Piemontese.
«Nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Gallipoli considerato ancora di primo livello e che, come gli quelli di Casarano, Copertino, Galatina, Scorrano soffre di una cronica (e mai risolta) carenza di personale sia medico che infermieristico ed ausiliario», denuncia D’Ambra, «si è arrivati al pericolosissimo ed assurdo precedente di lasciare nella notte del 2 novembre un’unica unità medica, tra l’altro facente parte del Sistema di emergenza territoriale 118, come Medico di Guardia ospedaliero».
«Non ce ne voglia il povero Medico del 118», prosegue il sindacalista, «che forse si è caricato (o gli hanno caricato) sulle spalle, una mastodontica responsabilità che non gli compete. La scarsa capacità manageriale unita alla scarsa conoscenza di Leggi e Regolamenti su cosa è il Pronto Soccorso Ospedaliero e la differenza che passa tra esso e il Servizio Emergenza Territoriale, ha portato alla totale incompetenza sull’argomento».
«I colpevoli silenzi su di un tema importantissimo sulla vita e sulla salute di una intera comunità provinciale, con 800mila abitanti», rincara la dose Giovanni D’Ambra, «richiedono una non più rinviabile decisione: l’immediata decadenza dagli incarichi di tutti i vari attori che, a vario titolo, hanno consentito in modo diretto o indiretto quanto raccontato».
In primis la Federazione Cisal Sanità, chiede «la testa di Direttore Generale e Sanitario e Direttore del SET 118».
Cronaca
Armi, droga ed esplosivi. Arrestato pregiudicato
Controlli a tappeto della Polizia di Stato: servizi mirati ad “Alto Impatto” tra Veglie e Salice Salentino. Il fermato, un 45enne di Salice, aveva con sé un coltello a farfalla ed uno da sub. La successiva perquisizione sel furgone ha consentito di rinvenire mezzo chilo di cocaina, una pistola e due bombe carta
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A Veglie e Salice Salentino, su disposizione del Questore della provincia di Lecce, gli agenti della Squadra Mobile, con l’ausilio dei reparti Prevenzione Crimine, hanno eseguito dei servizi mirati ad “Alto Impatto”, finalizzati al contrasto della diffusione delle sostanze stupefacenti nonché ai reati predatori.
Nell’occasione sono stati predisposti controlli a carico di pregiudicati e persone sottoposte a misure di prevenzione e di sicurezza.
Eseguiti anche diversi posti di controllo sulle principali arterie dei due paesi ed accertamenti presso circoli ricreativi e luoghi abitualmente frequentati da soggetti dediti ad attività delittuose.
L’attività operativa ha portato a: 41 veicoli controllati, elevate sanzioni amministrative per violazioni al codice della strada, tra cui guida senza patente o sprovvisti di assicurazione; nove le attività commerciali sottoposte a verifiche; 211 persone identificate, tra cui diversi pregiudicati. In particolare, gli agenti della Sezione Antidroga, hanno bloccato un uomo di 45 anni, con piccoli precedenti, alla guida di un furgone che aveva con sé un coltello a farfalla.
Non solo, gli approfondimenti subito scattati sul furgone a bordo del quale l’uomo viaggiava, hanno consentito di rinvenire nella portella dell’abitacolo, anche un coltello da sub. Sulla scorta di tali elementi, atteso l’illegale e ingiustificato porto di armi improprie, è scattata una più approfondita perquisizione che ha consentito agli agenti di rinvenire altro materiale illecito.
Infatti, l’uomo, con piccoli precedenti, aveva con sé quasi mezzo chilo di cocaina, una pistola con matricola abrasa pronta all’uso dotata di relativo munizionamento, ulteriori cartucce camiciate e due bombe carta, del peso complessivo di quasi 400 grammi.
A compendiare il quadro accusatorio l’indagato, che non svolge alcun lavoro, aveva con sé 2.500 euro in contanti.
Su tali premesse è scattata, a Salice Salentino, un’ulteriore perquisizione domiciliare in un’abitazione in uso al 45enne, dove gli investigatori hanno trovato una macchina per il sottovuoto corredata di appositi sacchetti, del tutto simili a quelli utilizzati per il confezionamento della cocaina rinvenuta sul furgone, oltre a uno strumento a radiofrequenza per la rilevazione di microspie, telecamere nascoste e localizzatori GPS.
Attesa la flagranza dei reati di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, porto di armi clandestine, porto di strumenti atti ad offendere e detenzione di munizionamento da guerra e detenzione di materia esplodente, l’uomo è stato condotto in Questura per gli accertamenti di rito e, al termine delle conseguenziali formalità, è stato tratto in arresto quindi accompagnato presso la locale Casa Circondariale, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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