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Corsano

Sindaco Raona, oggi l’autopsia al Fazzi

Il sindaco poco prima della tragedia era stato al Pronto soccorso, dell’ospedale di Tricase perché si sentiva poco bene

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E’ fissata per oggi l’autopsia del sindaco di Corsano, Biagio Raona, sarà il medico legale Ermenegildo Colosimo a dover chiarire le cause della morte di Raona, deceduto per un malore a 64 anni. 


Il sindaco poco prima della tragedia era stato al Pronto soccorso, dell’ospedale di Tricase perché si sentiva poco bene. Dopo la visita era stato rimandato a casa e la notte tra lunedì e martedì scorso è deceduto improvvisamente.

Dopo la denuncia della famiglia è stata aperta un’inchiesta dal magistrato Ciccarese che ha disposto trasferimento della salma nella camera mortuaria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce per l’esame autoptico.


Corsano

È morto il sindaco di Corsano

Cittadina in lutto per la scomparsa di Biagio Raona, 64 anni, colpito da un malore nella notte. Aveva 64 anni. Camera ardente Domani pomeriggio i funerali

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Sgomento e incredutlita in mattinata a Corsano non appena si è diffusa la notizia della scomparsa improvvisa del primo cittadino.

Si è spento il sindaco Biagio Raona a causa di un malore improvviso che lo ha colpito nel corso della notte.

64 anni, dentista di professione, lascia moglie e tre figli.

Il 10 giugno scorso era stato rieletto alla carica di primo cittadino

I funerali, si svolgeranno domani pomeriggio, alle 16, presso la chiesa di San Biagio.

Tanti i messaggi di cordoglio. Tra i primi quello della Presidente di Anci Puglia Fiorenza Pascazio che, insieme al Vicario Michele Sperti (sindaco di Miggiano), a nome degli organi dell’Associazione e dei sindaci della regione, esprimono «la più sincera vicinanza e il profondo cordoglio alla famiglia del sindaco Biagio Raona, all’amministrazione comunale e all’intera comunità di Corsano, colpita da questa tragica e improvvisa perdita. Il sindaco Raona», ricordano, «attualmente al suo terzo mandato (non consecutivo), si è sempre distinto per l’impegno e la dedizione verso il proprio territorio, lavorando con passione e grande spirito di servizio».

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Castrignano del Capo

Scontro fra tre auto all’incrocio, sulla Corsano-Leuca

Il traffico è rimasto bloccato per alcune ore, sul posto i carabinieri di Gagliano per i rilievi…

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Scontro fra tre autovetture sulla strada provinciale che collega Corsano a Gagliano, sull’incrocio che porta alla marina di Novaglie. 

Le vetture coinvolte sono una Punto, una Ford Fiesta guidata un anziano e una Golf. 

Due sono i feriti, uno in codice rosso e l’altro codice giallo.

Il traffico è rimasto bloccato per alcune ore, sul posto i carabinieri di Gagliano per i rilievi del caso e per chiarire la dinamica dell’incidente.

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Attualità

Come influisce il cambiamento climatico nel Salento?

Il primo problema da affrontare è quindi quello di una viabilità che dovrebbe tener presente fenomeni atmosferici di una elevata intensità. Al che si potrebbe rispondere che il più è fatto e che l’esistente non si può più modificare. Ed è vero; però è pure doveroso che ogni Comune tenga conto delle esperienze negative e intervenga là dove possibile per prevenire che le strade si trasformino in torrenti d’acqua…

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BOMBE ACQUA

di Hervé Cavallera

L’ingresso dell’autunno 2024 si è segnalato soprattutto nel basso Salento con forti temporali. Il 24 settembre molte vie di centri come Tricase,  Ruffano, Casarano, Corsano, per fare qualche nome, sono state intransitabili per i fiumi d’acqua e, ad Andrano Marina, è crollato parte del muretto sul Lungomare delle Agavi.

Su www.ilgallo.it abbiamo prontamente riportato la gravità di quanto accaduto e, in verità, dopo un’estate che è ricordata come una delle più calde – se non la più calda – che abbiamo vissuto, la pioggia è veramente caduta come un’improvvisa “bomba d’acqua” che ha segnato la fine di una stagione e messo ancora una volta in risalto la fragilità del nostro sistema stradale.

Problema atavico, che naturalmente diventerà ancora più grave se il cosiddetto cambiamento climatico porterà nella nostra terra quelle tempeste tropicali con trombe d’aria e cicloni di cui una volta leggevamo sui libri e che siamo abituati a vedere in televisione.

Però, è anche vero che il nostro sistema viario non è da tanto tempo in grado di reggere piogge di forte intensità. Ricordo molto chiaramente che quando ero piccolo e frequentavo la scuola elementare, in alcune giornate di forte pioggia il Comune era solito mettere, in alcuni punti degli incroci del Paese, delle passerelle di legno in modo da consentire a noi bambini di tornare a casa senza inzupparci completamente. Piogge abbondanti, quindi, ci sono sempre state ed hanno provocato disagi non lievi anche perché non facilmente nelle strade si è riusciti a dare la giusta pendenza e la non attenta gestione urbanistica ha spesso consentito l’edificazione di case o di quartieri in zone facilmente  soggette ad allagamenti.

VIABILITA’ E CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il primo problema da affrontare è quindi quello di una viabilità che dovrebbe tener presente fenomeni atmosferici di una elevata intensità. Al che si potrebbe rispondere che il più è fatto e che l’esistente non si può più modificare. Ed è vero; però è pure doveroso che ogni Comune tenga conto delle esperienze negative e intervenga là dove possibile per prevenire che le strade si trasformino in torrenti d’acqua.

Una città è una realtà non immutabile e quindi è necessario che l’amministrazione comunale elabori dei miglioramenti per evitare che si presenti il fenomeno delle strade-fiume o, ancor peggio, che edifici possano essere invasi dalle acque.
Certo, il Salento è la terra du sule, du mare, du ientu, ma non è detto che essi siano sempre benevoli e le precauzioni non sono mai troppe, come peraltro si vede da case che non hanno previsto che possano essere oggetto di penetrazione acquea, per così dire.

Vi è poi un altro e più complesso problema: quello del cambiamento climatico. Gli studiosi non sono tutti d’accordo, ma è chiaro che è in atto un riscaldamento globale molto elevato soprattutto a causa di alcuni Stati, ma di cui sono responsabili in vario modo tutti gli umani poiché l’utilizzazione delle risorse energetiche fa comodo a tutti. Ma la comodità ci può costare molto cara.

La deforestazione – pensiamo a quanto sta accadendo nella foresta amazzonica – conduce non solo all’estinzione di numerose specie animali e vegetali, ma al cosiddetto effetto serra (aumento di anidride carbonica), quindi ad una crescita delle temperature e ad uno squilibrio ecosistemico che può favorire fenomeni estremi come cicloni, tornado e così via.  E che non si tratti di un discorso astratto è attestato dallo scioglimento dei ghiacciai che sta avvenendo non solo nella lontana Antartide e nella Groenlandia, ma nelle Alpi e negli Appennini (si è calcolato che stando così le cose i nostri ghiacciai potrebbero sparire entro 20-30 anni).

Ciò porterebbe tra l’altro all’aumento del livello degli oceani con la conseguente minaccia che le terre costiere (si pensi a Venezia e dintorni, per citare una città che viene subito in mente) possano essere sommerse.
In questo modo i problemi di uno spazio relativamente esiguo (quello di una provincia) si incontra con quello enormemente più complesso di una trasformazione planetaria, generando una serie di prospettive minacciose che possono mettere in repentaglio la stessa sopravvivenza della specie.

Per carità, non si vuole essere apocalittici; è tuttavia necessario ricordare che il processo di cementizzazione e di eccedenza energetica non giova né alla qualità della vita né all’equilibro del pianeta, così da rendere possibili fenomeni atmosferici una volta impensabili e ai quali non si può restare indifferenti. Tutto questo comporta una strategia che deve coinvolgere Regioni e Comuni, sì che da un lato operino sul territorio per evitare che burrasche estreme generino tragedie e da un altro possano sfruttare per quello che è possibile le piogge, in modo da impedire la desertificazione.

Ora, visto che già il grande poeta latino Orazio (65 a. C. – 8 a. C.), nato a Venosa, aveva definito la Puglia una terra siticulosa (sitibonda) e considerate le alternanze di siccità e di piogge torrenziali perché non pensare alla creazione di invasi, a dei serbatoi artificiali che possano raccogliere il flusso dell’acqua piovana e depurarla? Si entra in tal modo nella gestione del territorio che ormai è sempre di più una risorsa da tutelare e non una realtà da sfruttare. L’essere umano non è separato dalla natura; ne fa parte integrante e deve saper operare in maniera oculata per non alterare un equilibrio che è condizione della esistenza dei viventi nel pianeta.

Accade così che il caldo torrido dell’estate appena passata e la forte pioggia autunnale possano essere intesi come un monito per conservare adeguatamente le risorse (l’acqua e la flora) e per migliorare la situazione viaria delle cittadine. E si tratta di un compito che coinvolge tutti nella propria coscienza di cittadini, i quali non devono pensare al proprio tornaconto, e in particolare gli amministratori che dovrebbero quanto meno ben comprendere che in gioco è anche il futuro dei loro figli e nipoti.
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