Cronaca
Solidarietà a Don Antonio Coluccia
La presidente della “Commissione di studio e inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia” Rosa Barone inviata in Commissione il prete antimafia. L’amministrazione comunale di Specchia annuncia un consiglio comunale aperto per domani
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Messaggi di solidarietà nei confronti di don Antonnio Coluccia vittima di un attentato intimidatorio nella notte.
Ignoti hanno sparato colpi di arma da fuoco contro la sua auto parcheggiata fuori casa a Specchia.
In una nota la consigliera regionale Rosa Barone, presidente della “Commissione di studio e inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia” esprime la “mia vicinanza e quella dell’intera Commissione a Don Antonio Coluccia. A Don Antonio voglio dire che non è solo e saremo sempre al suo fianco per supportarlo in questo percorso in difesa della legalità. Colgo l’occasione per invitarlo in Commissione per parlarci della sua esperienza e dirci cosa le istituzioni possono fare concretamente per chi, come lui, è ogni giorno in prima linea sul territorio per combattere contro la criminalità”.
Anche l’amministrazione comunale di Specchia ha espresso pubblicamente la sua solidarietà: “Concittadini, interpretiamo il sentimento e le intenzioni dell’intera comunità specchiese, incredula e preoccupata per quanto accaduto oggi a Don Antonio Coluccia; proprio questa mattina sono stati sparati dei colpi d’arma da fuoco contro l’auto del Sacerdote e proprio in queste ore si sta indagando per determinare la matrice dell’atto intimidatorio avvenuto. Don Antonio”, prosegue la nota a firma di tutta l’amministrazione comunale, “è per tutti noi esempio, oltre che spirituale, di impegno civico e di lotta contro ogni tipo di criminalità; esempio di come e quanto sia possibile coniugare il principio dell’accoglienza e della carità con la legalità e la sicurezza. Ringraziamo a nome di tutta la Comunità di Specchia don Antonio per la sua quotidiana opera a favore degli ultimi, a favore dei disagiati, per l’incessante opera educativa e di testimonianza che svolge nei paesi, nelle scuole, negli oratori d’Italia”.
L’amministrazione comunale, vuole esprimere “solidarietà e vicinanza a Don Tony Coluccia per il vile atto compiuto, gravissimo, che mette in angoscia tutta la comunità e che ha un chiaro significato di natura intimidatoria senza nessun equivoco e si augura che le forze dell’ordine arrivino presto all’individuazione dei responsabili”.
Gli amministratori “come tutta la comunità di Specchia”, resteranno sempre “al suo fianco nella difesa della legalità”, e si impegneranno a far “reagire la società civile per ripristinare i valori della democrazia contro ogni forma di violenza e di prevaricazione mafiosa perché non esiste legalità se
non c’è una comunità che ha dei valori proprio e che si trasformano ogni giorno in azioni concrete”.
Annunciato anche un consiglio comunale aperto con possibilità di intervento che si terrà domani alle ore 18,30 presso la Casa
Cronaca
Rissa nella notte a Ruffano
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Rissa nella notte a Ruffano con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di persone.
L’episodio si è verificato in piazzetta Mons. Fiorito, attorno all’una. Protagonisti due gruppi di giovani che stavano trascorrendo la serata all’aperto.
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A scatenare la violenza sarebbero state delle attenzioni di troppo rivolte da qualcuno nei confronti di una donna.
In pochi attimi, dalle parole si è passati ai fatti ed i due gruppi, una ventina di persone in totale dall’età compresa tra i 20 ed i 30 anni, si sarebbero ritrovate nella zuffa.
Dai residenti in zona è partita una chiamata ai numeri d’emergenza. Sul posto sono accorsi i carabinieri, ma al loro arrivo i due gruppi si erano dileguati. Sul luogo le tracce della colluttazione, anche delle macchie di sangue. Nessuno si sarebbe recato nei vicini ospedali e, di conseguenza, nessuno al momento è stato identificato, ma si indaga sull’accaduto.
Cronaca
37enne arrestato dalla Polizia con cocaina, marijuana e hashish
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina…
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Nella giornata di ieri, a Lecce, la Polizia ha arrestato un uomo di 37 anni, responsabile del reato di detenzione finalizzata alla cessione a terzi di sostanza stupefacente.
Da un’attività informativa appresa in precedenza, la Sezione Narcotici di Lecce è venuta a conoscenza che un soggetto incensurato era dedito alla vendita di sostanze stupefacenti e che la base logistica dell’attività illecita era un appartamento in città.
I poliziotti a seguito di queste informazioni hanno dato avvio ad un servizio di appostamento ed osservazione grazie al quale, nella decorsa serata, hanno intercettato il 37 enne.
Nonostante l’indagato abbia tentato di condurre gli agenti presso altra dimora, indicata quale residenza, il compendio informativo in possesso degli investigatori confermava i sospetti acquisiti nella fase info-investigativa, pertanto il personale della narcotici procedeva alla perquisizione domiciliare nell’abitazione già posta sotto osservazione e nella disponibilità del sospettato.
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina.
A riscontro della detenzione finalizzata alla cessione a terzi, vi era materiale idoneo al confezionamento, bilancini e circa 1.600 euro in contanti.
Colto in flagrante l’uomo incensurato, è stato arrestato, e posto agli arresti domiciliari, come disposto dal P.M. del Tribunale di Lecce.
Attualità
Il Tar respinge ricorso per apertura sala giochi a Matino
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”…
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Il Tribunale Amministrativo per la Puglia – Lecce (Sezione Terza) ha respinto il ricorso di una ditta che aveva richiesto l’autorizzazione per aprire una sala giochi a Matino.
L’immobile scelto per ospitare l’attività supera i limiti minimi (250 metri) di distanza da luoghi sensibili, nella fattispecie una struttura sanitaria.
La ditta ricorrente aveva presentato un primo ricorso nel 2020 contro il Comune di Matino, per richiedere l’annullamento del provvedimento emesso dal Responsabile del Settore Promozione strategica del territorio con il quale si negava “il rilascio dell’autorizzazione per l’attività di sala giochi”.
Le ragioni con le quali si respingeva la richiesta, come riporta il documento, fanno rifermento al fatto che “l’immobile in argomento non rispetta quanto previsto in merito alle distanze dai luoghi sensibili indicati dalla stessa“.
L’appellante aveva contestato il provvedimento per “eccesso di potere: illogicità e violazione del principio di proporzionalità”, ritenendo la struttura sanitaria citata non rientrante tra i luoghi sensibili descritti dalla legge in merito.
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”.
Inoltre, la legge in merito precisa che si possono definire strutture sanitarie o socio-sanitarie tutte le strutture che eroghino “prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e mantenimento delle abilità acquisite”.
Si precisa, in aggiunta, che “L’ambulatorio – nel quale un professionista iscritto ad un albo socio-sanitario esercita la sua professione – può essere gestito in forma individuale, associata o societaria e avvalersi esclusivamente di professionisti sanitari regolarmente abilitati e iscritti agli ordini o albi professionali di competenza”.
Difatti, lo studio medico in questione situato nel Comune di Matino si trova tra le strutture sanitarie accreditate ed è pubblicato regolarmente sul sito istituzionale delle Regione Puglia.
Dunque, all’udienza pubblica il Tar Puglia ha confermato l’infondatezza del ricorso, così come aveva espresso nella precedente ordinanza cautelare.
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