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Cronaca

«Sono stato io ad incendiarti le auto, se vuoi lavorare devi darmi 10mila euro!»

La Polizia di Stato ha arrestato per estorsione aggravata dal metodo mafioso un pregiudicato, già condannato per 416 bis. nelle sue mire un imprenditore del settore del noleggio con conducente

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La Polizia di Stato questa mattina a Lecce ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nella quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico di U.L., 60 anni, indagato, a vario titolo, per i reati di danneggiamento seguito da incendio nonché estorsione, tutti aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso.


Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip, l’uomo avrebbe posto in essere una serie di condotte estorsive nei confronti di un imprenditore locale del settore del noleggio con conducente, vittima di alcuni danneggiamenti seguiti da incendio che avevano riguardato le sue autovetture.


«Sono stato io ad incendiarti le macchine, se vuoi lavorare a Lecce devi darmi 10mila euro, hai un mese di tempo»: queste le parole rivolte all’imprenditore, allorquando l’indagato lo ha affrontato palesando le sue pretese, confidando presumibilmente sullo stato di soggezione e omertà che ne sarebbe derivato.


Nonostante la consapevolezza che si trattasse di un personaggio appartenente ad un’associazione mafiosa, la vittima non ha ceduto alle richieste.


Così, subito dopo il successivo avvertimento in cui veniva avvisato che l’ultimatum era scaduto, ha subìto un altro incendio.


Dopo ulteriori avvicinamenti dell’estorsore anche nei confronti dei suoi familiari, l’imprenditore, ormai giunto allo stremo, ha deciso di rivolgersi alla Squadra Mobile.

Gli agenti hanno svolto una serie di approfondimenti che hanno permesso di documentare e riscontrare una serie di avvicinamenti e “avvertimenti” alla vittima, da parte dell’aguzzino.


I poliziotti hanno potuto così documentare come l’indagato abbia agito con le modalità operative tipiche delle consorterie di stampo mafioso, consapevole che la sua stessa esposizione avrebbe evocato la forza intimidatrice derivante dal gruppo di appartenenza così da produrre uno stato di soggezione, tale da costringere le vittime a subire il “potere” criminale.


L’attività investigativa, articolata in numerose riprese video, riscontrate da meticolosi servizi di osservazione, attraverso le più classiche metodologie, ha permesso di raccogliere un quadro gravemente indiziario nei confronti dell’indagato, documentando anche i numerosi “avvicinamenti” alla vittima.



Così, in mattinata, U.L. rintracciato presso la sua abitazione, è stato condotto in Questura per gli accertamenti di rito ed al termine delle formalità, associato presso la locale Casa Circondariale, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Cronaca

49enne e 23enne nei guai per traffico di sostanze stupefacenti

Durante un controllo stradale, l’uomo è stato sorpreso alla guida di un’autovettura in violazione degli obblighi imposti dalla misura di prevenzione personale a cui era soggetto…

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CONTROLLI NOTTURNI DEI CARABINIERI: DUE ARRESTI PER TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI

Nella notte scorsa, i Carabinieri di Lecce e di Galatina hanno portato a termine due operazioni significative nel contrasto al traffico di sostanze stupefacentià.

Il primo arresto ha visto protagonista un uomo di 49 anni, disoccupato e conosciuto alle forze dell’ordine, sottoposto a sorveglianza speciale. 

Durante un controllo stradale, l’uomo è stato sorpreso alla guida di un’autovettura in violazione degli obblighi imposti dalla misura di prevenzione personale a cui era soggetto.

I Carabinieri, insospettiti hanno effettuato un’ispezione approfondita del veicolo, rinvenendo tre involucri contenenti complessivamente tre grammi di sostanze stupefacenti verosimilmente del tipo cocaina, eroina e hashish.

Le sostanze stupefacenti sono state sequestrate e il 49enne è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari.

Nel secondo intervento, i Carabinieri di Galatina hanno arrestato un giovane 23enne di Cutrofiano, durante un posto di controllo in pieno centro. 

Sottoposto a perquisizione, il giovane è stato trovato in possesso di circa 155 grammi di sostanza stupefacente verosimilmente del di marijuana, una somma di denaro contante di 1.280 euro, ritenuta verosimilmente provento di attività illecita, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento delle sostanze stupefacenti.

Anche in questo caso, la sostanza stupefacente è stata immediatamente sequestrata e custodita, mentre la somma di denaro sarà depositata su un libretto postale infruttifero.

Il giovane è stato sottoposto a regime degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, così come disposto dal PM di turno che conduce le indagini.

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Appuntamenti

Nardò: Renata, 41 anni dopo

La città la ricorda con una camminata a Porto Selvaggio. Appuntamento domenica 30 marzo. La partecipazione è libera, ritrovo alle ore 9 a Torre Nova

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Ricorre il 41esimo anniversario della scomparsa di Renata Fonte, assassinata il 31 marzo del 1984 con alcuni colpi di pistola mentre stava tornando a casa al termine di una seduta del Consiglio comunale.

La commemorazione dell’assessora repubblicana avverrà quest’anno in un modo speciale: una camminata sportiva in programma domenica 30 marzo nel parco di Porto Selvaggio.

È una iniziativa dell’associazione di promozione sociale Sud-Est in collaborazione con la Consulta dello Sport, Sport Running Porto Selvaggio, Salento in Corsa Veglie e A.S.C.

L’evento ha il patrocinio del Comune di Nardò, della Provincia di Lecce e della Regione Puglia.

La partecipazione è libera (non occorre l’iscrizione), il ritrovo è alle ore 9 a Masseria Torre Nova.

«Noi sappiamo chi era Renata Fonte e perché occorre difenderne la memoria», dice il sindaco Pippi Mellone, «al di là degli anniversari, della retorica, degli atteggiamenti ambigui di chi interpreta la storia in modo sbagliato. La ricordiamo e la onoriamo ogni giorno, nel nostro piccolo, battendoci con tutte le nostre forze per Nardò, per il territorio e per gli interessi dei neretini».

«Non c’è un posto migliore per ricordare Renata Fonte», aggiunge il presidente del Consiglio comunale con delega allo Sport Antonio Tondo, «perché Porto Selvaggio è il nostro cuore ed è il simbolo del sacrificio di una donna a cui dobbiamo tanto. Chi onora la memoria di Renata, lotta contro soprusi, speculazioni e illegalità».

Renata Fonte è diventata negli anni un simbolo della lotta per la legalità e dell’impegno e della passione civile e politica.

Dal 31 marzo 1984 a oggi, istituzioni, università, enti, associazioni le hanno intitolato monumenti, aule, strade e altri luoghi.

Il suo nome compare in tutte le commemorazioni per le vittime di mafia e nei dibattiti, gli incontri e le rassegne sulla memoria e i sacrifici delle personalità italiane in favore della legalità.

Sulla sua vicenda sono stati realizzati libri, film, fiction televisive, opere teatrali e la sua figura è costantemente oggetto di studio e riflessioni a scuola e nelle università.

La città di Nardò, tra le altre cose, nel 2017 le ha intitolato l’aula consiliare a Palazzo di Città.

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Cronaca

«Mi fa entrare a controllare il segnale Tv?». Occhio al raggiro

La segnalazione da Tricase di «una donna, sui 40 anni, capelli neri e frangetta, con grandi occhiali da vista». Il metodo è sempre lo stesso si intrufolano in casa, pongono domande e tentano di farsi un’idea di un potenziale bottino

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Non solo truffe online (l’ultima frontiera è quella della richiesta di curriculum su Whatsapp, non rispondete mai!) ma anche quelle più tradizionali, porta a porta, oseremmo dire… “analogiche”!

La segnalazione è di un nostro lettore di Tricase (Zona Draghi) che, nel primo pomeriggio («pochi minuti prima delle 14,30») ha sentito suonare al campanello e si è ritrovatO davanti al cancelletto «una donna, sui 40 anni, capelli neri e frangetta, con grandi occhiali da vista».

Dopo aver detto di venire «da Potenza, incaricata non si sa bene da chi, per compilare una non meglio specificata statistica, ha chiesto di entrare dentro casa per controllare il segnale del digitale terrestre della Tv. Ovviamente non l’ho fatta entrare e con una scusa l’ho congedata. Se era sola? Io ho visto solo lei».

Subito dopo aver mandato via la donna, però, il nostro lettore ha pensato che qualcun altro, soprattutto se soggetto fragile, come gli anziani, avrebbe potuto essere più gentile e far accomodare la zelante signora che sicuramente avrà altri fini.

Così ha pensato di avvertire noi «per far circolare la voce».

In effetti si tratta di un raggiro che ha già fatto il giro del Belpaese, con segnalazioni praticamente in ogni zona d’Italia.

Di solito dicono di svolgere un’indagine statistica per IPSOS sulla qualità del segnale del digitale terrestre e di aver lavorato per conto di altre agenzie più o meno note.

Poi con una scusa, una volta entrati, chiedono informazioni sui beni posseduti in casa, nel chiaro tentativo di farsi un’idea del potenziale bottino.

Attenzione, dunque, non fate entrare sconosciuti in casa. Mai!

Ricordate che hanno il diritto di entrare solo pubblici ufficiali e con tanto di mandato del giudice.

Altrimenti avete tutto il diritto di negare loro il permesso.

E se le cosa vi puzza, avvertite le forze carabinieri o polizia.

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