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Attualità

Gli ulivi o il gasdotto?

Continua il presidio del Comitato e dei numerosi sindaci del Salento contro l’espianto degli ulivi. La Regione chiede al Governo di ripensarci. Caroppo attacca: “Illusi”

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Da due giorni il Comitato No Tap insieme a numerosi sindaci del Salento e a centinaia di cittadini presidiano una vasta area nelle campagne di Melendugno per impedire l’espianto di centinaia di ulivi.


L’espianto avviato dal Consorzio Tap prelude alla creazione del cantiere per lo sbarco a San Foca del gasdotto Tap.


Un’opera che trova la sua origine nell’Azerbaigian del dittatore Nazarbayev e che dovrebbe servire per approvvigionare l’Europa meridionale del gas estratto nel Mar Nero.


Secondo l’Arci Lecce, l’espianto degli ulivi è stato “avviato dal senza le necessarie autorizzazioni di legge”.


Condividendo il lavoro puntuale di documentazione e contestazione del Comitato No Tap che ha segnalato il gasdotto come opera sostanzialmente inutile per gli equilibri energetici europei”, Arci Puglia e Arci Lecce sono “al fianco di quanti si oppongono in queste ore all’opera con azioni di resistenza passiva a testimonianza della tutela del territorio da uno sfregio che colpirebbe una località paesaggistica di pregio, votata al turismo e che ha manifestato a tutti i livelli – dai cittadini ai sindaci, ai consigli comunali – la propria contrarietà a quest’opera”.


Dall’Arci invitano i cittadini a “mobilitarsi per sostenere le ragioni del territorio contro quelle del profitto di pochi, per spingere l’azienda a smettere immediatamente di operare, come dichiarato dal sindaco di Melendugno e dalla Regione Puglia, al di fuori della legalità. Invitiamo le istituzioni locali a prendere una posizione netta a tutela della dignità di una terra troppe volte vittima di sfregi ambientali e non più disposta a svendersi”.





Dalla Regione arrivano segnali di dissenso con i lavori avviati dal Tap e il presidente Emiliano si appresta a “a sollecitare i parlamentari e i rappresentanti del Governo pugliese a sostenere le buone ragioni della nostra Puglia”.


Nel corso del Consiglio regionale”, ha dichiarato il consigliere regionale Ernesto Abaterusso, “l’Aula ha dato consenso unanime alla mozione da me presentata a sostegno della battaglia dei sindaci e dei cittadini salentini contro l’espianto degli ulivi a Melendugno.  Ringrazio il Presidente Emiliano che, in virtù dell’unanimità ricevuta dal provvedimento, ha recepito l’impegno a chiedere al Governo nazionale un atto di responsabilità nei confronti della Puglia e dei suoi beni naturali. Tutto ciò a conferma delle posizioni da sempre assunte dal Presidente su un tema tanto delicato quanto importante non solo per il territorio e i cittadini salentini, ma anche per l’intera regione”.


Sulla questione registriamo anche l’intervento del consigliere regionale Andrea Caroppo: “Chiedere in conferenza capigruppo che il Consiglio discutesse prioritariamente la legge sulla Xylella mentre migliaia di agricoltori protestavano fuori non significava impedire la discussione delle mozioni su TAP., come poi è avvenuto. Sul gasdotto, in ogni caso, gli atti del governo sono stati e sono chiarissimi: si farà a San Foca e chiunque, dal M5S allo stesso Emiliano, oggi illude i salentini che sia ancora possibile fare diversamente ed è un bugiardo e un irresponsabile, perché crea ulteriore malessere e soffia sul fuoco delle proteste per bieco tornaconto elettorale o congressuale”.






Secondo Caroppo, “Vendola, Emiliano e il PD avrebbero dovuto battersi, per tempo e nelle sedi proprie, perché il Salento fosse ristorato con benefici concreti e tangibili per tutti: ad esempio, uno sconto in bolletta sul costo del gas e dei carburanti, l’esclusiva nell’impiego della manodopera necessaria alla realizzazione dell’opera, la precedenza nelle assunzioni e la garanzia di salvaguardia dei livelli occupazionali anche a lavori finiti. Tutto questo non è mai stato fatto e continua a non essere fatto. Fuori sede e fuori tempo, invece, Emiliano con le sue dichiarazioni e il M5S con una inutile mozione, continuano a soffiare irresponsabilmente sul fuoco, ingannando i salentini. Sono gli stessi”, conclude Caroppo, “che ripetendo che la Xylella non esiste e ostacolando la battaglia alla batteriosi (e sovrapponendola alla vicenda TAP), hanno fatto finire in ginocchio olivicoltori e vivaisti pugliesi che anche oggi in migliaia hanno manifestato davanti al Consiglio Regionale per chiedere finalmente verità e interventi concreti”.


Attualità

Lecce sotterranea, arrivano i soldi

Dopo la scoperta di un’altra porzione dell’antico Anfiteatro romano durante i lavori in via Alvino, la sindaca Adriana Poli Bortone incassa la promessa del Ministro della Cultura Giuli sulal disponibilità dei fondi necessari

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Le scoperte, come spesso, accade sono casuali.

Così, mentre si scavava in via Alvino, a Lecce, è venuto alla luce un altro pezzo dell’antico Anfiteatro Romano.

Sorpresa fino ad un certo punto, a dire la verità, perché la scoperta era, tutto sommato, già stata messa in conto.

In antichità, infatti, Piazza Santo Oronzo presentava una diversa planimetria, quando lo spazio dell’Anfiteatro Romano era occultato dalle botteghe ottocentesche. In seguito agli scavi archeologici, il piccolo borgo venne abbattuto per portare alla luce l’antico Anfiteatro.

Una traccia dell’antico insediamento che Lecce, città di storia e di arte, non può permettersi di perdere.

Per questo la sindaca Adriana Poli Bortone ha subito interessato il ministro della Cultura Alessandro Giuli per reperire i fondi necessari per salvaguardare quel tesoro sotterraneo.

La prima cittadina leccese è stata a Roma e il viaggio, a quanto pare, è stato fruttuoso, perché il ministro le ha garantito le risorse economiche per valorizzare la Lecce dell’Antica Roma, con i suoi monumenti patrimonio dell’umanità, da connettere alle altre testimonianze della civiltà romana nel Salento.

Quindi si continuerà a scavare in via Alvino per scoprire l’altra parte dell’Anfiteatro.

Una prima idea potrebbe essere quella di rendere la scoperta fruibile a locali e visitatori che potranno ammirarla passando su un ponte o su un pavimento di vetro.

Che ne sarà, intanto, dei lavori iniziati e dei fondi gia stanziati?

Si tenga conto che si tratta di un punto nevralgico della città, con un’alta densità di attività commerciali e di ristorazione, quindi una zona molto frequentata sia dai turisti che dai residenti.

La riqualificazione di via Alvino, a cui si stava mettendo mano anche per mitigare il rischio idrogeologico e migliorare l’accessibilità dell’area, comprendeva anche la rimozione del marciapiede esistente e il rifacimento del basolato.

Adriana Poli Bortone ha già esternato la sua convinzione che non andranno perdute le risorse da impiegare per rifare la pavimentazione, e che si potranno impegnare anche quelle nella costruzione del ponte o della vetrata.

Cosa fare e come farlo, comunque, lo si deciderà presto.

Intanto, quel che è certo è che Lecce potrà usufruire delle risorse necessarie per svelare l’altra parte dell’antico Anfiteatro.

* Nella foto in alto, immagine satellitare di piazza Sant’Oronzo da Google Earth
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Attualità

Caccia… al bracconiere

Operazione “Artemis 2” dei carabinieri forestali.  Sequestri e denunce a Cannole, Galatina, Galatone, Guagnano, Otranto e Salice Salentino. E continua la campagna di controlli in tutto il Salento

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Continua in tutta la provincia di Lecce la campagna di controllo di contrasto mirato al fenomeno del bracconaggio, coordinata dal Gruppo Carabinieri Forestale del capoluogo salentino.

L’ operazione, denominata “Artemis”, è entrata nella seconda fase, con il coinvolgimento, oltre che del Nucleo Investigativo (NIPAAF), dei Nuclei Forestali di Lecce, Gallipoli, Maglie, Otranto e Tricase: complessivamente, nelle ultime tre settimane

sono state deferite all’ Autorità Giudiziaria 7 persone, ed altrettanti fucili sono stati sottoposti a sequestro, unitamente a munizioni ed 8 apparecchi fonoriproduttori.

“Artemis 2” ha focalizzato i controlli dei Carabinieri Forestali su quelle aree della provincia dove il fenomeno dell’attività venatoria è più intenso, ed all’ interno delle quali persistono e si nascondono sacche di bracconaggio, che vanno dall’ utilizzo di mezzi non consentiti (tipicamente i richiami elettroacustici, che riproducono il verso di specie di volatili) fino all’ uso di fucile senza porto d’ armi, o addirittura di arma clandestina (con matricola abrasa).

In relazione alla prima tipologia di illegalità, i Militari del Nucleo Forestale di Lecce, a Salice Salentino, in una zona (contrada “Masseria Mazzetta”) battuta dalle doppiette ed al confine con la provincia di Brindisi, hanno individuato un richiamo per allodole, e subito dopo il suo proprietario ed utilizzatore.

Il bracconiere, un 47enne proveniente dalla provincia di Brindisi, è stato deferito alla Procura della Repubblica di Lecce.

A suo carico è stato effettuato il sequestro dei richiami utilizzati, del fucile e delle munizioni.

A poca distanza, in agro di Guagnano, altri due cacciatori denunciati, sempre per utilizzo di richiami, con sequestro di 2 fucili, richiamo e munizioni.

Gli altri episodi, tutti con denuncia e sequestro di fucili, richiami e munizioni, si sono verificati a Otranto (contrada “Masseria Ficola”), Galatone (località “Li Papi” e contrada “Risoli”), Galatina (Località “Pennella”) e Cannole (via Vecchia per Bagnolo): questo è il bilancio delle 3 settimane di “Artemis 2”.

Si evidenzia che, essendo i procedimenti penali ancora nella fase delle indagini preliminari, le persone segnalate sono da ritenersi sottoposte alle indagini stesse e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

 

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Attualità

L’agricoltura sociale rafforza le imprese salentine

CIA Salentina: gli esiti del convegno che si è svolto nell’ambito di Agro.Ge.Pa.Ciok. Dalla rigenerazione anti-Xylella all’innovazione del comparto primario salentino per una nuova fase

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L’agricoltura sociale rappresenta un’interessante opportunità di sviluppo per le imprese del settore primario. Da un lato, infatti, si possono diversificare le attività delle aziende agricole e, dall’altro, si possono offrire alle comunità locali servizi e luoghi di inclusione.

Per diffonderne la conoscenza e rimarcarne i vantaggi, Cia-Agricoltori Italiani area Salento ha promosso un convegno sul tema, nell’ambito del Salone internazionale della gelateria, pasticceria, cioccolateria e dell’agroalimentare (Agro.Ge.Pa.Ciok), svoltosi a Lecce.

L’iniziativa, presentata e moderata dal direttore provinciale di Cia Salento Emanuela Longo, ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, esperti e tecnici della materia ma anche di imprenditori ed operatori di lungo corso che hanno portato la loro testimonianza.

Per la Provincia di Lecce è intervenuto il consigliere con delega all’Agricoltura e sindaco di Caprarica Paolo Greco che ha sottolineato quanto l’ente sia impegnato sul fronte della rigenerazione delle aree colpite dalla Xylella fastidiosa e della valorizzazione del paesaggio rurale, ma non solo.

Giuseppe Mauro Ferro, dottore agronomo ed esperto di agricoltura Struttura missione Pnrr, ha fatto dei cenni storici sull’evoluzione dell’agricoltura sociale e ne ha narrato gli esordi in Italia, evidenziando le ricadute positive per il territorio.

Il data analyst Davide Stasi ha snocciolato i numeri del settore e ha fornito i principali indicatori per avere un quadro complessivo.

L’agricoltura sociale favorisce l’inserimento socio-lavorativo di persone con disabilità; incentiva le attività sociali e di servizio per le comunità locali; sostiene i servizi che affiancano e supportano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative grazie alla coltivazione delle piante e all’allevamento degli animali; promuove progetti finalizzati all’educazione ambientale ed alimentare, alla salvaguardia della biodiversità nonché alla diffusione della conoscenza del territorio.

Su questi aspetti si è soffermato Vito Paradiso, responsabile tecnico del progetto di agricoltura sociale Utilità Marginale di Fondazione Div.ergo onlus, organizzazione non lucrativa di utilità sociale, che ha come scopo la solidarietà e l’assistenza sociale, la formazione a favore di persone con disabilità intellettiva e, comunque, delle fasce deboli della società, favorendo processi di inclusione.

Infine, Roberta Bruno, presidente della società cooperativa agricola Karadrà, ha raccontato l’impegno di volenterosi giovani agricoltori e i sacrifici da tempo portati avanti al fine di promuovere un’agricoltura sana che rispetti l’ambiente e il territorio.

La cooperativa prende in comodato d’uso terreni abbandonati ed incolti per bonificarli e riportarli a produzione con la tecnica dell’aridocultura. Uno dei loro prodotti più rappresentativi è la penda, una qualità di pomodoro giallo d’inverno, coltivato senza rincorrere all’irrigazione.

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