Attualità
Tessitura del Salento, annuncio shock: «Lavoro solo per 25!»
Il gruppo Canepa: «Commesse quasi azzerate». I sindacati: “Disimpegno totale a fronte di una richiesta di nuovi finanziamenti. Ora basta, occorre salvaguardare il futuro di 117 lavoratori”. Intanto l’azienda valuta una manifestazione di interesse all’acquisto
Commesse quasi azzerate e nessuna certezza per il futuro dei 117 lavoratori dello stabilimento Tessitura del Salento Industriale a Melpignano.
«La situazione è gravissima, perché l’azienda non solo non ha ancora presentato un piano industriale, ma ha anche annunciato di poter garantire lavoro solo a un massimo di 25 dipendenti», spiegano i segretari generali territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, Franco Giancane, Sergio Calò e Fabiana Signore.
Questa mattina si è svolta la videoconferenza con la Task force regionale per il Lavoro, i vertici aziendali del Gruppo Canepa, i sindacati (segreterie territoriali e delegati aziendali), Confindustria Lecce e il sindaco di Melpignano, Valentina Avantaggiato. Ancora una volta, sono emersi scenari di grave incertezza.
«Mancano le commesse, la gente non compra e, con nuovi lockdown in vista, la situazione non può che peggiorare: questo, in estrema sintesi, è ciò che ci hanno spiegato i vertici aziendali», riferiscono i sindacati.
«Nessun piano di riorganizzazione aziendale all’orizzonte, nessuna prospettiva di rilancio», aggiungono dalle organizzazioni sindacali, «ma solo una richiesta precisa alla task force regionale: convocare quanto prima un incontro al Mise per tentare di risanare la situazione accedendo ai fondi europei. Una richiesta inaccettabile, dal nostro punto di vista, se prima l’azienda non spiega chiaramente, nero su bianco, in che modo intende utilizzare eventualmente questi nuovi finanziamenti e riprogrammare l’attività lavorativa. Vogliamo garanzie prima che venga chiesto un incontro congiunto al Mise: per noi la priorità resta la salvaguardia di tutti i 117 lavoratori dello stabilimento salentino».
Nel frattempo c’è stata anche una manifestazione di interesse all’acquisto dell’azienda, ma sul punto il Gruppo Canepa ha fatto intendere di non avere ancora le idee chiare.
«A noi non interessano le beghe in corso in provincia di Como», dicono Giancane, Calò e Signore, «ma abbiamo bisogno di dialogare con imprenditori seri e di capire se c’è qualcuno che vuole riprogettare l’azienda e dare un futuro certo ai lavoratori salentini. Ci interessa solo questo, assieme alla garanzia che eventuali nuovi finanziamenti concessi ai Canepa siano investiti nel Salento, per un progetto di rilancio concreto dello stabilimento TDSI di Melpignano».
Blasi: «La Task Force regionale verifichi tutte le possibilità in campo per il futuro del sito di Melpignano»
Sulla vertenza Tessiture del Salento è intervenuto anche il consigliere regionale del Pd Sergio Blasi: «Arrivati a questo punto, per i lavoratori e le lavoratrici la situazione sta diventando insostenibile. Sono mesi che si va avanti con la cassa integrazione e, fatta salva l’attuale momento di difficoltà legato alle incertezze della pandemia da Covid-19, non è pensabile che un’azienda come Tessitura del Salento, che conta 117 dipendenti e che rappresenta un importante presidio occupazionale di questo territorio, continui a brancolare nel buio senza alcun tipo di progettualità per il futuro».
Per questo il consigliere regionale invita la Task Force ad «esercitare tutta la pressione che è nelle sue possibilità affinché la proprietà Tessitura del Salento (afferente al Gruppo Canepa) adempi ai suoi doveri, presentando un piano industriale o mettendo in qualche modo nero su bianco le sue reali intenzioni. Da un’azienda che dal 2006 a oggi ha percepito oltre 6 milioni di finanziamenti pubblici dalla Regione Puglia è il minimo che si possa pretendere. In caso contrario, Tessiture del Salento restituisca pure i soldi ai pugliesi e passi la mano».
«A tal proposito», insiste, «invito sempre la Task Forse regionale a verificare la concretezza degli interessi dimostrati da possibili acquirenti del sito di Melpignano, di cui ancora si sa poco per via del segreto industriale, ma che la Task Force invece ha il diritto e, a mio avviso, il dovere di esplorare. I lavoratori e le lavoratrici», conclude Blasi, «attendono risposte».
Attualità
Grande partecipazione alla messa dello sportivo a Nardò
Ancora una volta, lo sport neretino si è radunato per la Messa dello Sportivo, un appuntamento liturgico divenuto ormai tradizione, organizzato dal Presidente del Consiglio comunale di Nardò, Antonio Tondo, in collaborazione con la Consulta comunale dello sport neretino.
Grande e sentita partecipazione da parte delle associazioni, dei team e degli atleti neretini, che hanno assistito alla liturgia celebrata da Sua Eccellenza Mons. Fernando Filograna, Vescovo della Diocesi Nardà-Gallipoli, la cui omelia è stata fonte di coraggio ed ispirazione, in particolar modo per i tanti giovanissimi presenti.
Presso la Cattedrale di Nardò, lo scorso 20 dicembre, si sono infatti radunati i dirigenti e i rappresentanti di ogni tipo di sport, sia di squadra che individuali, di ogni età, affinché vengano custoditi i sani principi che lo sport tramanda.
Attualità
Ineleggibilità dei Sindaci: “Discriminatoria e antidemocratica”
Il dissenso di Anci Puglia per la norma che sancisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”
L’associazione dei Comuni pugliesi chiede la revoca della modifica alla legge elettorale regionale, denunciando una penalizzazione ingiusta per i sindaci e una limitazione della libertà di scelta degli elettori.
Anci Puglia esprime fermo dissenso nei confronti della recente modifica all’articolo 6, comma 1, della Legge Regionale 9 febbraio 2005, n. 2 – “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale” – approvata dal Consiglio regionale mediante emendamento.
La nuova formulazione del comma 1 stabilisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”.
Tuttavia, tale ineleggibilità viene esclusa se i soggetti interessati si dimettono dalla
carica non oltre sei mesi prima del compimento del quinquennio di legislatura, o, in caso di
scioglimento anticipato del Consiglio regionale, entro sette giorni dalla data di scioglimento.
I Sindaci di Puglia, secondo ANCI, risultano pertanto fortemente penalizzati dal vincolo di ineleggibilità alle regionali e ritengono si tratti di una norma ingiustificatamente discriminatoria e
antidemocratica: Viene così compromesso non solo il legittimo diritto, costituzionalmente garantito, a candidarsi come chiunque altro, ma anche i cittadini e le cittadine vedono limitarsi la libera scelta per l’esercizio del diritto di voto: “Il termine di 180 giorni per dimettersi risulta infatti estremamente rigido e penalizzante e determina una disparità di trattamento oggettiva tra amministratori locali e altre categorie di cittadini eleggibili.
I Sindaci sono i rappresentanti più diretti e più vicini ai cittadini; tuttavia, invece di valorizzare il loro contributo potenziale nella competizione elettorale regionale, arricchendo così il pluralismo democratico, questa norma li mortifica pesantemente.
Inoltre, priva le comunità amministrate di
una guida con largo anticipo e, ipoteticamente, anche inutilmente, qualora il Sindaco non venisse poi candidato nelle liste regionali.
Anci Puglia ha raccolto nelle ultime ore le rimostranze e la delusione di tanti Sindaci e Sindache – di ogni schieramento politico, perché la norma penalizza tutti, in modo trasversale – e sta valutando ogni più utile ed opportuna azione congiunta, anche giurisdizionale”.
Soprattutto, ANCI PUGLIA oggi chiede ai Consiglieri regionali che hanno proposto e votato l’emendamento di “ritornare sui propri passi, di cancellare quella norma assurda e discriminatoria e consentire a tutti il libero accesso al diritto di candidarsi, accettando un confronto paritario, plurale e democratico.
Al Presidente Michele Emiliano, che è stato Sindaco della Città capoluogo e ha poi voluto
interpretare la carica di Governatore come “Sindaco di Puglia”, chiediamo di fare tutto quanto in suo potere per ripristinare, in seno al Consiglio regionale, il rispetto dei princìpi sacrosanti ed inviolabili di democrazia, uguaglianza di fronte alla Legge e pluralismo”.
Approfondimenti
Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano
il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.
“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.
E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.
“È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.
E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.
“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo, “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.
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