Cronaca
Tre medici indagati in attesa dell’autopsia sulla ragazza di Ruffano morta a 14 anni

La prossima data chiave sulla vicenda della morte della 14enne di Ruffano, deceduta dopo il ricovero presso il Policlinico di Bari, è il 27 settembre.
È quello il giorno in cui sul suo corpo si terrà l’autopsia dalla quale gli inquirenti sperano di ottenere informazioni importanti per ricostruire le cause che hanno portato al suo decesso. E per far luce sulle eventuali responsabilità dei medici intervenuti che, per ora, sono indagati in tre.
La ragazza, 14 anni, di Ruffano, di famiglia d’origine marocchina, ha vissuto una escalation che in poche ore, dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid, l’hanno vista finire in un letto d’ospedale dal quale non è più tornata a casa.
La vicenda inizia il 17 agosto scorso, proprio con la somministrazione della dose Pfizer presso gli ambulatori di Casarano. I problemi iniziano l’indomani. Si sente male e si reca presso la Guardia Medica di Ruffano. Da qui, a causa di una protuberanza in prossimità dell’occhio destro, la giovane viene mandata in ospedale. Al “Cardinale Panico” di Tricase la ragazza si sottopone a due Tac, una delle quali con mezzo di contrasto. Alla fine del secondo esame accusa un malore. Così, complice il risultato dello stesso esame, nel quale si evidenzia la presenza di una massa tumorale, viene trasferita al Policlinico di Bari.
Morirà qui, il 13 settembre scorso, per i medici del posto a causa di una meningite. La famiglia, tramite un avvocato, ha sporto querela facendo avviare un’indagine sulla vicenda. L’immenso dolore del perdere improvvisamente una figlia così giovane chiede a gran voce, quantomeno, chiarezza e, laddove necessario, giustizia.
Come atto dovuto, al momento, la Procura ha iscritto 3 medici nel registro degli indagati. Oltre a due che hanno svolto accertamenti diagnostici, c’è anche colui che l’ha sottoposta a vaccinazione. L’ipotesi di reato è omicidio colposo.
Cronaca
Baby gang accerchia e malmena 17enne invalido
Choc a Galatina: si filmano mentre aggrediscono coetaneo in stazione. Sabato scorso avrebbero pestato e denudato un altro minorenne

Inaudita violenza di tanti contro uno, solo e indifeso. Una baby gang, ripresa dalla videocamera di uno smartphone, con un blitz serale dello scorso mercoledì, accerchia e malmena un ragazzo di origini straniere, invalido al 100%.
Siamo a Galatina. La vittima, 17 anni, in un primo momento ha tenuto l’episodio per sé, probabilmente temendo di subire ripercussioni nel raccontarlo.
Ma quando la madre ha notato lividi e ferite sul suo corpo, il ragazzo ha ripercorso quei terribili momenti.
Nel frattempo, le immagini, girate da uno degli smartphone dei presenti, sono finite sui social (il video è a fine articolo).
I fatti
L’aggressione da parte del gruppo di bulli (coetanei della vittima) si è verificata nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Galatina.
La vittima si trovava qui in compagnia di alcuni amici.
A scatenare la violenza sarebbero stati motivi futili motivi: probabilmente il 17enne si sarebbe concesso la “licenza” di rispondere ad una provocazione verbale.
Ecco quindi la spedizione punitiva, con tanto di testimonianza video e di commento di sottofondo.
Nel video originale, si sente la voce di una ragazza che incita gli aggressori, definendoli “la gang del bosco”.
Identificati
La Polizia avrebbe già identificato i componenti della gang, composta da una decina di minorenni, tra cui anche ragazzine, alcuni dei quali infra quattordicenni già resisi in passato responsabili di atti vandalici e scorribande.
Secondo l’ANSA, al gruppo è attribuita anche un’altra aggressione avvenuta sabato scorso ai danni di un minorenne che sarebbe stato picchiato e denudato. Il gruppo è conosciuto perchè posta le proprie bravate sui social e i vari componenti si fanno ritrarre anche in pose aggressive, incappucciati e armati con coltelli e spranghe
Il 17enne aggredito in stazione mercoledì sera è stato trasportato in ospedale, dove ha avuto una prognosi di 25 giorni. La madre, nella serata di ieri, ha sporto denuncia.
Le immagini
Abbiamo provveduto a sfocare le immagini originali, che restano comunque forti e sconsigliate ad un pubblico suscettibile. Il video è suddiviso nei due seguenti file.
Video 1:
Video 2:
Casarano
Auto in fiamme a Casarano, danni anche ad una seconda vettura

Pochi minuti prima dell’una, nella notte appena trascorsa, un’auto è stata data alle fiamme nel centro abitato di Casarano.
I Vigili del Fuoco di Lecce, dal Distaccamento di Gallipoli, sono intervenuti in via Carlo Poerio Alberto, dove una Renault Kalos ferma in sosta era stata avvolta dalle fiamme.
Gli operatori del 115 hanno provveduto allo spegnimento delle fiamme, evitando che l’incendio si propagasse e arrecasse ulteriori danni a persone, cose o rappresentasse un pericolo per la pubblica e privata incolumità.
A causa dell’irraggiamento termico, l’incendio ha causato danni anche a una seconda autovettura, una Lancia Y, parcheggiata nelle immediate vicinanze.
Sono attualmente in corso le indagini per accertare le cause che hanno originato l’incendio.
Cronaca
Militare salentino sventa suicidio a Pescara
Gesto eroico per 25enne matinese in servizio presso la locale Capitaneria di Porto

Un gesto esemplare, dettato da grande umanità ma anche da grande prontezza all’intervento e all’azione, quella che caratterizza uomini e donne della Guardia Costiera.
Giovanni Manuel Carbone, 25 anni, originario di Matino, comune di prima classe in servizio nella motovedetta Cp 729 della capitaneria di porto di Pescara, ha scongiurato una tragedia, salvando la vita ad un giovane che stava per lanciarsi dal ponte del mare di Pescara.
Poi dopo una delicata opera di convincimento è riuscito nell’impresa di farlo scendere dal parapetto e lo ha affidato agli agenti della Questura, nel frattempo arrivati sul posto.
La stampa abruzzese ha accolto con grande enfasi la notizia. Lo stesso si può dire per il corpo della Guardia Costiera, da cui si è pronunciato così il Contrammiraglio Fabrizio Giovannone, Direttore Marittimo di Pescara: “La salvaguardia della vita umana in generale, ed in mare in particolare, è uno dei compiti più nobili affidati al Corpo delle Capitanerie di porto, che contraddistingue e caratterizza, anche fuori dal servizio, le donne e gli uomini della Guardia Costiera”.
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