Cronaca
Tricase: al 1° Polo incendio nella notte. Parla il Sindaco
(9 aprile) – Nell’edificio di Corso Apulia, che ospita Elementari e Medie, si sono propagate le fiamme nella tarda serata di ieri. Probabile l’atto doloso. Indagano i Carabinieri di Tricase. Questa mattina i ragazzini ed i genitori hanno trovato i cancelli chiusi e lo resteranno fino a lunedì prossimo, in attesa di ripristinare l’agibilità.
A dare l’allarme sono stati intorno alle 21,30 alcuni residenti della zona, che hanno visto fuoriuscire del fumo dal plesso. Sul posto sono immediatamente giunti i Vigili del Fuoco, i militari dell’Arma e la Protezione Civile, oltre alla dirigente prof.ssa Antonia Preite, al personale scolastico ed agli amministratori comunali. Pare che a finire in fiamme siano stati materassi ed altro materiale che era stato usato in occasione delle recentissime operazioni di voto per le Regionali. Notevoli i danni, con le pareti di almeno due corridoi completamente annerite e molte arredi bruciati. Da questa mattina sono al lavoro gli operai del Comune.
A detta del personale didattico e dei rappresentanti del Consiglio d’Istituto, l’episodio “era nell’aria”. Da anni l’immobile di Corso Apulia ha bisogno di importanti interventi di messa in sicurezza ed ogni volta la Scuola, il Consiglio d’Istituto e le stesse famiglie li ha segnalati alle Amministrazioni succedutesi negli ultimi anni. Soprattutto le finestre sono ritenute facilmente “forzabili” dall’esterno e viene dato per assai probabile il fatto che anche ieri sera qualcuno si sia introdotto nell’edificio, appiccando il fuoco. Cosa della quale si stanno occupando i Carabinieri. Prova ne sia che da tempo, nell’altro immobile che fa parte del 1° Polo, ossia la Materna di via Pertini, nottetempo si verificano atti vandalici.
Il Sindaco: “Pronti oltre 150mila euro”
“Il progetto riguardante gli interventi presso il 1° Polo è pronto. In tutto sono previsti oltre 150mila. Ora dovremo appaltare i lavori, momentaneamente per circa 120mila”. Il sindaco di Tricase, Antonio Musarò, rassicura sull’immediata messa in sicurezza dell’edificio di Corso Apulia, dopo l’incendio della serata di ieri e soprattutto dopo le richieste che vanno avanti da anni. “Abbiamo deciso di intervenire per settori”, aggiunge Musarò, “ed abbiamo programmato, fra i primi interventi, di cambiare la caldaia termica da gasolio a metano. Adesso, dopo quanto accaduto, è probabile che cambieremo in corsa gli obiettivi per far diventare prioritari i lavori riguardanti la messa in sicurezza dall’esterno, ossia finestre, infissi, ecc. E questo è purtroppo un problema inerente tutte le scuole di Tricase. Forse bisognerebbe cominciare a pensare, se ce ne sarà la possibilità, di ricostruirle punto e a capo…”.
Abbiamo poi approfittato per chiedere al Sindaco anche qual è la situazione dell’Asilo comunale, per la cui indisponibilità sono tante le lamentele delle famiglie. “I lavori sono stati già appaltati”, fa sapere Antonio Musarò, “e se li è aggiudicati la Ditta Cazzato Saverio di Tricase. Inizieranno al più presto e mi auguro con tutto il cuore che il prossimo settembre l’Asilo sia usufruibile, dando così questo fondamentale servizio alle nostre famiglie”.
Federico Scarascia
Cronaca
Rissa nella notte a Ruffano
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Rissa nella notte a Ruffano con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di persone.
L’episodio si è verificato in piazzetta Mons. Fiorito, attorno all’una. Protagonisti due gruppi di giovani che stavano trascorrendo la serata all’aperto.
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A scatenare la violenza sarebbero state delle attenzioni di troppo rivolte da qualcuno nei confronti di una donna.
In pochi attimi, dalle parole si è passati ai fatti ed i due gruppi, una ventina di persone in totale dall’età compresa tra i 20 ed i 30 anni, si sarebbero ritrovate nella zuffa.
Dai residenti in zona è partita una chiamata ai numeri d’emergenza. Sul posto sono accorsi i carabinieri, ma al loro arrivo i due gruppi si erano dileguati. Sul luogo le tracce della colluttazione, anche delle macchie di sangue. Nessuno si sarebbe recato nei vicini ospedali e, di conseguenza, nessuno al momento è stato identificato, ma si indaga sull’accaduto.
Cronaca
37enne arrestato dalla Polizia con cocaina, marijuana e hashish
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina…
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Nella giornata di ieri, a Lecce, la Polizia ha arrestato un uomo di 37 anni, responsabile del reato di detenzione finalizzata alla cessione a terzi di sostanza stupefacente.
Da un’attività informativa appresa in precedenza, la Sezione Narcotici di Lecce è venuta a conoscenza che un soggetto incensurato era dedito alla vendita di sostanze stupefacenti e che la base logistica dell’attività illecita era un appartamento in città.
I poliziotti a seguito di queste informazioni hanno dato avvio ad un servizio di appostamento ed osservazione grazie al quale, nella decorsa serata, hanno intercettato il 37 enne.
Nonostante l’indagato abbia tentato di condurre gli agenti presso altra dimora, indicata quale residenza, il compendio informativo in possesso degli investigatori confermava i sospetti acquisiti nella fase info-investigativa, pertanto il personale della narcotici procedeva alla perquisizione domiciliare nell’abitazione già posta sotto osservazione e nella disponibilità del sospettato.
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina.
A riscontro della detenzione finalizzata alla cessione a terzi, vi era materiale idoneo al confezionamento, bilancini e circa 1.600 euro in contanti.
Colto in flagrante l’uomo incensurato, è stato arrestato, e posto agli arresti domiciliari, come disposto dal P.M. del Tribunale di Lecce.
Attualità
Il Tar respinge ricorso per apertura sala giochi a Matino
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”…
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Il Tribunale Amministrativo per la Puglia – Lecce (Sezione Terza) ha respinto il ricorso di una ditta che aveva richiesto l’autorizzazione per aprire una sala giochi a Matino.
L’immobile scelto per ospitare l’attività supera i limiti minimi (250 metri) di distanza da luoghi sensibili, nella fattispecie una struttura sanitaria.
La ditta ricorrente aveva presentato un primo ricorso nel 2020 contro il Comune di Matino, per richiedere l’annullamento del provvedimento emesso dal Responsabile del Settore Promozione strategica del territorio con il quale si negava “il rilascio dell’autorizzazione per l’attività di sala giochi”.
Le ragioni con le quali si respingeva la richiesta, come riporta il documento, fanno rifermento al fatto che “l’immobile in argomento non rispetta quanto previsto in merito alle distanze dai luoghi sensibili indicati dalla stessa“.
L’appellante aveva contestato il provvedimento per “eccesso di potere: illogicità e violazione del principio di proporzionalità”, ritenendo la struttura sanitaria citata non rientrante tra i luoghi sensibili descritti dalla legge in merito.
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”.
Inoltre, la legge in merito precisa che si possono definire strutture sanitarie o socio-sanitarie tutte le strutture che eroghino “prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e mantenimento delle abilità acquisite”.
Si precisa, in aggiunta, che “L’ambulatorio – nel quale un professionista iscritto ad un albo socio-sanitario esercita la sua professione – può essere gestito in forma individuale, associata o societaria e avvalersi esclusivamente di professionisti sanitari regolarmente abilitati e iscritti agli ordini o albi professionali di competenza”.
Difatti, lo studio medico in questione situato nel Comune di Matino si trova tra le strutture sanitarie accreditate ed è pubblicato regolarmente sul sito istituzionale delle Regione Puglia.
Dunque, all’udienza pubblica il Tar Puglia ha confermato l’infondatezza del ricorso, così come aveva espresso nella precedente ordinanza cautelare.
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