Cronaca
Tricase, inveì contro vigili che avevano multato il figlio: condannato
Pagamento delle spese processuali e niente sospensione della pena per uomo del posto con precedenti: 4 mesi per episodio verificatosi in piazza Pisanelli nell’estate 2017

Il giudice onorario ha chiuso con una condanna per oltraggio a pubblico ufficiale l’iter processuale avviato nel marzo 2018 a carico del tricasino A. Z. per un episodio verificatosi in piazza Pisanelli, a Tricase, nell’estate di 3 anni fa.
L’uomo è stato ritenuto colpevole per il comportamento tenuto all’indirizzo di due marescialli della polizia locale dopo che questi avevano verbalizzato due veicoli di suo figlio fermi in divieto di sosta.
I fatti
Era la sera del 3 agosto 2017. I due vigili avevano appena sanzionato per divieto di sosta due mezzi la cui proprietà, pochi istanti dopo la stesura dei verbali, era stata rivendicata da un giovane del luogo. Ma mentre il ragazzo si avvicinava ai due agenti per avvisarli che avrebbe immediatamente rimosso i veicoli, veniva bloccato a distanza dalle parole di A. Z., suo padre, che iniziava a inveire verbalmente contro i due vigili.
Dalle testimonianze rese dinanzi al giudice dagli stessi pubblici ufficiali, A. Z. avrebbe urlato, in presenza di più persone (come si può immaginare potessero essercene in pieno centro, in una sera di agosto), le seguenti espressioni ingiuriose in dialetto: “Ci volene quisti? Ci t’hannu chiestu, i documenti? Nu li da’ nenzi, lassa! Cu buttati lu sangu, bastardi, cu****, pezzi de merda, iti bloccatu lu vagnone, ieu ve cciu tutti e doi, staci ve divertiti”.
Accecato dall’ira, A.Z. si sarebbe poi mosso in direzione dei due vigili. Nonostante lo sforzo di un suo conoscente di trattenerlo e dissuaderlo dal suo intento, avrebbe provato a raggiungerli per colpirli. Il pugno sferrato all’indirizzo di uno di loro si sarebbe però infranto contro uno specchietto di una delle vetture in sosta, in quanto prontamente scansato dal destinatario.
Lo stesso A.Z., come si evince dal racconto di entrambi i marescialli, nel tentativo di avvicinamento avrebbe accusato un malore o un mancamento, accasciandosi più volte al suolo e più volte rialzandosi. Al punto da spingere gli stessi vigili a richiedere l’intervento del 118.
La sentenza
Il giudice onorario, Alida Accogli, ha ritenuto “faziose, evasive” e “platealmente protese a tutelare la figura dell’imputato” le testimonianze del figlio dello stesso A. Z. e di altri 3 presenti al momento dei fatti e chiamati a testimoniare in tribunale.
Attendibili invece sono state considerate le versioni dei fatti dei due vigili. Non solo perché pressoché coincidenti tra loro, ma anche in considerazione del fatto che i due non si sono costituiti parte civile. Elemento che ha avvalorato la convinzione del giudice di una azione “priva di acredine” nei confronti dell’imputato.
L’atto di “reiterare propalazioni oggettivamente denigratorie, dal chiaro contenuto volgare, minaccioso ed offensivo all’indirizzo dei pubblici ufficiali con l’evidente scopo d’impedire il compimento del loro ufficio di polizia locale” è costato ad A.Z. una condanna a 4 mesi di reclusione, oltre che al pagamento delle spese processuali.
Dati i precedenti dell’imputato (per violazione di norme in tema di gioco e scommesse clandestine, in tema di pesca marittima, in materia di frode nell’esercizio del commercio; per rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale; in tema di violazione delle norme igieniche nella produzione e vendita di sostanze alimentari) il giudice non ha concesso le attenuanti generiche ed il beneficio della sospensione della pena.
Cronaca
Baby gang accerchia e malmena 17enne invalido
Choc a Galatina: si filmano mentre aggrediscono coetaneo in stazione. Sabato scorso avrebbero pestato e denudato un altro minorenne

Inaudita violenza di tanti contro uno, solo e indifeso. Una baby gang, ripresa dalla videocamera di uno smartphone, con un blitz serale dello scorso mercoledì, accerchia e malmena un ragazzo di origini straniere, invalido al 100%.
Siamo a Galatina. La vittima, 17 anni, in un primo momento ha tenuto l’episodio per sé, probabilmente temendo di subire ripercussioni nel raccontarlo.
Ma quando la madre ha notato lividi e ferite sul suo corpo, il ragazzo ha ripercorso quei terribili momenti.
Nel frattempo, le immagini, girate da uno degli smartphone dei presenti, sono finite sui social (il video è a fine articolo).
I fatti
L’aggressione da parte del gruppo di bulli (coetanei della vittima) si è verificata nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Galatina.
La vittima si trovava qui in compagnia di alcuni amici.
A scatenare la violenza sarebbero stati motivi futili motivi: probabilmente il 17enne si sarebbe concesso la “licenza” di rispondere ad una provocazione verbale.
Ecco quindi la spedizione punitiva, con tanto di testimonianza video e di commento di sottofondo.
Nel video originale, si sente la voce di una ragazza che incita gli aggressori, definendoli “la gang del bosco”.
Identificati
La Polizia avrebbe già identificato i componenti della gang, composta da una decina di minorenni, tra cui anche ragazzine, alcuni dei quali infra quattordicenni già resisi in passato responsabili di atti vandalici e scorribande.
Secondo l’ANSA, al gruppo è attribuita anche un’altra aggressione avvenuta sabato scorso ai danni di un minorenne che sarebbe stato picchiato e denudato. Il gruppo è conosciuto perchè posta le proprie bravate sui social e i vari componenti si fanno ritrarre anche in pose aggressive, incappucciati e armati con coltelli e spranghe
Il 17enne aggredito in stazione mercoledì sera è stato trasportato in ospedale, dove ha avuto una prognosi di 25 giorni. La madre, nella serata di ieri, ha sporto denuncia.
Le immagini
Abbiamo provveduto a sfocare le immagini originali, che restano comunque forti e sconsigliate ad un pubblico suscettibile. Il video è suddiviso nei due seguenti file.
Video 1:
Video 2:
Casarano
Auto in fiamme a Casarano, danni anche ad una seconda vettura

Pochi minuti prima dell’una, nella notte appena trascorsa, un’auto è stata data alle fiamme nel centro abitato di Casarano.
I Vigili del Fuoco di Lecce, dal Distaccamento di Gallipoli, sono intervenuti in via Carlo Poerio Alberto, dove una Renault Kalos ferma in sosta era stata avvolta dalle fiamme.
Gli operatori del 115 hanno provveduto allo spegnimento delle fiamme, evitando che l’incendio si propagasse e arrecasse ulteriori danni a persone, cose o rappresentasse un pericolo per la pubblica e privata incolumità.
A causa dell’irraggiamento termico, l’incendio ha causato danni anche a una seconda autovettura, una Lancia Y, parcheggiata nelle immediate vicinanze.
Sono attualmente in corso le indagini per accertare le cause che hanno originato l’incendio.
Cronaca
Militare salentino sventa suicidio a Pescara
Gesto eroico per 25enne matinese in servizio presso la locale Capitaneria di Porto

Un gesto esemplare, dettato da grande umanità ma anche da grande prontezza all’intervento e all’azione, quella che caratterizza uomini e donne della Guardia Costiera.
Giovanni Manuel Carbone, 25 anni, originario di Matino, comune di prima classe in servizio nella motovedetta Cp 729 della capitaneria di porto di Pescara, ha scongiurato una tragedia, salvando la vita ad un giovane che stava per lanciarsi dal ponte del mare di Pescara.
Poi dopo una delicata opera di convincimento è riuscito nell’impresa di farlo scendere dal parapetto e lo ha affidato agli agenti della Questura, nel frattempo arrivati sul posto.
La stampa abruzzese ha accolto con grande enfasi la notizia. Lo stesso si può dire per il corpo della Guardia Costiera, da cui si è pronunciato così il Contrammiraglio Fabrizio Giovannone, Direttore Marittimo di Pescara: “La salvaguardia della vita umana in generale, ed in mare in particolare, è uno dei compiti più nobili affidati al Corpo delle Capitanerie di porto, che contraddistingue e caratterizza, anche fuori dal servizio, le donne e gli uomini della Guardia Costiera”.
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