Cronaca
Truffe & raggiri nel sud Salento
Falso incendio, falso incidente, falsi annunci online e phishing: sei denunce tra Taurisano, Matino e Melissano

A Matino denunciato un uomo per simulazione di reato. I militari dell’Arma hanno accertato che al fine di eludere pagamenti arretrati della tassa di proprietà della propria autovettura, aveva denunciato falsamente agli stessi carabinieri l’incendio della stessa.
A Taurisano, i carabinieri della locale stazione hanno invece deferito in stato di libertà un uomo che aveva denunciato falsamente di aver subito un sinistro stradale con lesioni. La circostanza è risultata smentita sia dalle dichiarazioni del testimone indicato dallo stesso denunciante che dall’assenza di ammaccature sul veicolo riconducibili all’episodio.
Ancora a Taurisano denunciati truffa due uomini, il primo originario di Napoli ed un altro di origine pakistana.
I due, mediante artifizi e raggiri, dopo aver pubblicato sul sito online subito.it l’annuncio di vendita di una play station, hanno ottenuto dalla vittima il versamento su carta poste pay la somma di 170 euro, senza mai consegnare la merce venduta.
Sempre a Taurisano, nei guai una donna che, tramite messaggio phishing poste italiane ha invitato la vittima a fornire dati riservati della propria poste pay riuscendole a sottrarre la somma di euro 250 euro.
Il Phishing è uno stratagemma per indurre gli utenti a rivelare – con l’inganno – informazioni personali o finanziarie attraverso un’email o un sito Web, ma sempre più spesso anche tramite messaggi in arrivo da applicazioni molto usate come whatsapp o facebook.
Un tipico attacco di phishing inizia con un messaggio di posta elettronica, un link che compare dal nulla in Facebook, o un banner pubblicitario in qualche applicazione molto usata dagli utenti.
Si presenta come una notifica ufficiale proveniente da una fonte attendibile, per esempio una banca, ma anche un amico.
II messaggio invita a collegarsi a un sito Web graficamente molto simile a quello originale e a inserire alcune informazioni personali come, per esempio, il numero di contro corrente o la password. Queste informazioni vengono poi utilizzate per appropriarsi dell’identità di chi abbocca alla truffa.
Infine a Melissano denunciato un uomo che dopo aver pubblicato su un sito online l’annuncio di vendita di una consolle Nintendo Switch, ha ottenuto la somma di euro 180.00 versata dalla vittima tramite bonifico, senza mai consegnare la merce venduta.
Cronaca
Il sindaco di Ruffano si è dimesso

Il sindaco di Ruffano Antonio Rocco Cavallo ha rassegnato questa mattina le sue dimissioni.
Il primo cittadino ruffanese è al momento ristretto in carcere in custodia cautelare per l’inchiesta che lo vede coinvolto (assieme ad altri amministratori di Maglie e Sanarica) in un presunto giro di corruzione relativa ad alcuni appalti pubblici (leggi di più qui).
Affinché le dimissioni divengano irrevocabili e Ruffano venga raggiunta da un commissario prefettizio è necessario che trascorrano venti giorni dalla data odierna.
Viene meno così l’ipotesi di un proseguimento dell’attività amministrativa in attesa degli sviluppi giudiziari che vedono coinvolto il sindaco: con le dimissioni, vi è lo scioglimento della giunta.
Corigliano
Nube anomala dalla Colacem: apprensione e controlli in corso

Apprensione a Galatina, Soleto e Corigliano oggi per quanto accaduto nel pomeriggio al cementificio Colacem.
Attorno alle ore 17 una nube anomala si è levata nell’aria da una torre dello stabilimento.
Alcuni passanti hanno ripreso coi propri smartphone le immagini che pubblichiamo e che sono state fatte circolare sui social (a fine articolo il video).
Alla domanda più martellante di queste ore, ossia di cosa si tratti, stanno provando a rispondere le autorità competenti.
Una segnalazione ha fatto intervenire l’Arpa Puglia. Ed un aggiornamento in merito ce lo fornisce il sindaco di Galatina Fabio Vergine: “Dopo le segnalazioni ricevute e dopo aver visionato le immagini odierne in merito ai fumi provenienti dal cementificio Colacem, abbiamo subito provveduto ad allertare le autorità competenti, dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale (ARPA), della Provincia di Lecce ed il Comando di Polizia Locale per ricevere una relazione dettagliata. Non appena avremo informazioni certe sull’accaduto e sui dati di monitoraggio dell’aria, valuteremo le successive azioni per la tutela del territorio, dell’ambiente e dei cittadini”.
Le immagini dal posto
Casarano
Muore per un gelato a 16 anni. Ristoratore condannato
Nello specifico è il ristoratore a pagare per la morte dell’avventore allergico. Deve risarcire il danno da perdita parentale al padre del sedicenne deceduto dopo lo shock anafilattico per aver mangiato un gelato diverso da quello previsto dal menu concordato ad hoc per il ricevimento, a causa delle patologie del ragazzo…

Muore cliente 16enne allergico per un gelato, ristoratore condannato.
Per la Cassazione penale nessun concorso di colpa ai genitori che hanno concordato il menu, sciatteria del gestore. “Papà, io voglio vivere, non voglio morire”, danno biologico terminale per la lucida agonia del figlio.
Davide P., che risiedeva a Bologna ed era in vacanza con la sua famiglia in Puglia, era celiaco e poliallergico. La mamma aveva fornito una lista di cibi senza glutine da servire
La «sciatteria» del titolare di un ristorante di servire un gelato diverso da quello previsto dal menu concordato ad hoc per il ricevimento, è costato la galera al ristoratore.
È quanto emerge dall’ordinanza 6668/25 pubblicata il 14 marzo 2025 dalla terza sezione penale della Cassazione avverso sentenza depositata il 25/02/2022 della Corte d’Appello di Bari n° 820/2022.
Nello specifico è il ristoratore a pagare per la morte dell’avventore allergico. Deve risarcire il danno da perdita parentale al padre del sedicenne deceduto dopo lo shock anafilattico per aver mangiato un gelato diverso da quello previsto dal menu concordato ad hoc per il ricevimento, a causa delle patologie del ragazzo.
E al genitore va risarcito in via ereditaria il danno biologico, chiave interpretativa terminale patito dal giovane che nell’ultimo momento di lucidità si rende conto della morte che arriva («papà, io voglio vivere»).
«Totale» la «sciatteria» del titolare che va al supermercato a comprare il gelato sostitutivo la sera prima del banchetto senza assumere informazioni specifiche sulla compatibilità con intolleranze alimentari.
Nessun concorso di colpa può essere addebitato alla famiglia della vittima.
Bocciato il ricorso del ristoratore: diventa definitiva la condanna a pagare al padre della vittima quasi 414 mila euro a titolo di danno da perdita parentale calcolato in base alle tabelle del tribunale di Roma più altri 100 mila per il danno terminale patito dal ragazzo prima del decesso e trasmesso in via ereditaria al genitore («non voglio morire»), liquidato secondo equità. Per la festa di una cresima della nipote i genitori del sedicenne concordano con il gestore un menu compatibile con i disturbi alimentari del ragazzo, che è celiaco e allergico a vari alimenti.
Il tragico evento avvenne a San Giovanni Rotondo dopo che un ragazzo celiaco di 16 anni, Davide P., aveva mangiato un gelato ed è morto.
Nativo di San Marco in Lamis, era residente a Bologna. La mamma si era raccomandata al ristoratore – che ospitava numerose persone per un pranzo offerto da un familiare della vittima in occasione della celebrazione di una cresima – di servire a Davide cibi senza glutine, e gli aveva consegnato una apposita lista.
Davanti alla Cassazione penale il processo si conclude con l’annullamento ai soli fini civili.
Ad avviso degli Ermellini, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il motivo è fondato e, al riguardo, rincarando la dose hanno spiegato che “di fronte a una condizione sanitaria così allarmante, scrive la Corte di appello di Bari, il ristoratore non avrebbe dovuto comprare un prodotto diverso da quello concordato ma si sarebbe dovuto confrontare con i genitori del sedicenne per indirizzarsi su un alimento già assunto dal ragazzo e dunque sicuro. Si configura quindi la colpa per negligenza, imprudenza e imperizia in violazione di un dovere oggettivo di diligenza che trova fondamento nel contratto stipulato per il ricevimento. Il gestore del locale non prospetta elementi di fatto dai quali desumere un concorso di colpa dei genitori. Sul risarcimento della perdita parentale scatta la personalizzazione di un terzo per il fortissimo legame familiare e le drammatiche circostanze del decesso: il figlio muore fra le braccia del padre, che negli anni si era dedicato molto al ragazzo proprio a causa dei disturbi alimentari”.
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