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Attualità

Tutti i risultati dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio di Bari

Tra le operazioni più importanti dell’anno, anche a livello nazionale, il rimpatrio dall’Austria del dipinto “Caritas Romana” di Artemisia Gentileschi

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 I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari presentano i risultati dell’attività operativa relativa all’anno 2022. 


Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell’ambito delle attività investigative avviate sulle regioni di Puglia e Basilicata ma con riflessi sull’intero territorio nazionale e all’estero ha restituito, nel corso dell’anno 2022, al patrimonio culturale italiano, un ingente numero di beni culturali a rischio di definitiva dispersione sul territorio.  


L’attività operativa evidenzia, nel 2022, una graduale diminuzione dei reati contro il patrimonio culturale, anche alla luce delle innovazioni legislative che hanno inasprito il sistema sanzionatorio, rendendo più efficace l’attività repressiva. Sotto quest’ultimo profilo il Nucleo di Bari ha deferito all’Autorità Giudiziaria 119 persone per reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre tipologie di reato previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio e dal Codice Penale.


Sono state eseguite 26 perquisizioni domiciliari e locali che hanno consentito il recupero di 3.707 beni culturali (erano 2.009 nel 2021), di cui 5 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 3613 reperti archeologici, 80 reperti paleontologici oltre a 9 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 2.811.500 per i beni autentici e di € 255.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come autentici. 


Particolare impulso è stato dato alla tutela delle aree archeologiche. Infatti, il fenomeno che ancora oggi minaccia maggiormente il patrimonio culturale in Puglia e Basilicata è sicuramente lo scavo clandestino che alimenta un traffico di reperti archeologici e numismatici di importanti proporzioni, intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali. Provengono da queste due regioni, del resto, gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) illecitamente trasferiti e venduti all’estero.


In tale quadro, nel 2022, sono state adottate misure tese all’identificazione sia dei diretti responsabili degli scavi clandestini che dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio. Le molteplici indagini investigative hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 11 persone per lo specifico reato di scavo clandestino ma anche, attraverso l’attento monitoraggio delle piattaforme Marketplace ed e-commerce, ormai divenuti canali preferenziali per la compravendita di arte, il recupero di oltre 2600 reperti archeologici databili III e IV sec. a.C. con il contestuale deferimento di 55 persone per ricettazione di beni culturali appartenenti allo Stato. 


In materia di tutela del paesaggio sono state incrementate le attività finalizzate a perseguire la realizzazione di opere edilizie abusive o realizzate in difformità rispetto ai progetti approvati in centri storici o comunque in aree sottoposte a vincolo e in tale contesto sono state denunciate 29 persone.


Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo TPC di Bari ha permesso, altresì, di esprimere un’efficace e coordinata azione preventiva e di controllo in Puglia e Basilicata, così riepilogata:



  • 40 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali;

  • 11 verifiche alla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche ed archivi congiuntamente agli organi periferici del MiC con la finalità di individuare i punti di criticità dei sistemi difensivi;

  • 86 controlli nelle aree archeologiche ritenute potenzialmente più esposte alle aggressioni criminali, svolti congiuntamente al personale delle Soprintendenze, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e dell’Arma Territoriale;

  • 64 controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici;
  • 522 controlli di beni culturali nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti. 


Tra le operazioni più importanti dell’anno, anche a livello nazionale, è sicuramente da menzionare “FREEZING” che ha consentito il rimpatrio, dall’Austria, del dipinto “Caritas Romana” di Artemisia Gentileschi.


La tela seicentesca, appartenente all’eredità del Conte Giangirolamo II Acquaviva, già conservato presso il Castello Marchione di Conversano (BA), era stato esportato illecitamente dal territorio nazionale nel tentativo di commercializzarlo all’estero. Due persone sono state indagate e deferite all’Autorità Giudiziaria per truffa ed esportazione illecita di beni culturali.


Le stesse, avevano presentato il dipinto, nel 2019, per il tramite di un’agenzia di intermediazione toscana, all’Ufficio Esportazione (del Ministero della cultura) di Genova, dissimulando l’attribuzione alla pittrice italiana di scuola caravaggesca Artemisia Gentileschi (1593 – 1653), dichiarando un valore economico decisamente sottostimato e tacendo il legame pertinenziale storicamente documentato con contesti architettonici vincolati (Castello di Conversano e, successivamente, Castello Marchione di Conversano, risalente al sec. XVI-XVII), riuscendo così ad ottenere un attestato di libera circolazione viziato dalla erronea rappresentazione e valutazione dei fatti posti a base della decisione della Commissione consultiva.


I privati proprietari, avevano fatto così uscire dal territorio italiano il dipinto seicentesco a olio su tela (cm. 121×147) di straordinario pregio storico-artistico raffigurante Caritas romana (Storia di Cimone e Pero narrata da Valerio Massimo nel Factorum et dictorum memorabilium libri IX), già appartenente alla grande collezione d’arte del Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600 – 1665), che lo aveva commissionato alla pittrice romana intorno alla metà del ‘600, affidandolo ad una prestigiosa Casa d’aste austriaca per massimizzare il ricavo economico derivante dalla vendita all’estero dell’opera, che sarebbe così stata sottratta definitivamente e irrimediabilmente al patrimonio culturale nazionale.


Le indagini, dirette dalla Procura di Bari, consentivano i rintracciare il dipinto presso la Casa d’aste in Vienna, dove veniva sottoposto a sequestro in esecuzione di un Ordine Europeo di Indagine (OEI) emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari e in esecuzione  di un provvedimento di freezing previsto dal Regolamento Europeo 1805/2018 ed altresì di un sequestro preventivo emessi dal GIP del Tribunale di Bari in accoglimento delle richieste degli inquirenti, consentendo – con il coordinamento dell’organismo europeo di cooperazione giudiziaria penale Eurojust e la collaborazione della Polizia austriaca – di recuperare e rimpatriare l’opera, salvandola dal meccanismo speculativo implicante la definitiva sottrazione del bene al controllo statale sui beni culturali, ovvero la sua perdita a seguito di commercializzazione all’estero.


Altra importante attività investigativa avviata e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, consentiva di individuare una preziosa collezione archeologica, consistente in 103 reperti di natura ceramica risalenti al periodo compreso tra il V sec. a.C. e il I sec. d.C., di inestimabile valore storico-culturale ed importantissimo valore economico, custodita all’interno della sala riunioni della sede centrale della Banca Popolare di Bari. Le investigazioni, che hanno accertato l’assoluta estraneità della nuova dirigenza, secondo l’impostazione accusatoria, afferiscono ad un’operazione di compravendita di reperti archeologici perfezionata nell’anno 2009 dall’allora Amministratore Delegato dell’istituto bancario, che aveva fatto approvare al consiglio di amministrazione dell’istituto la proposta di acquisto per un controvalore di centomila euro a favore di collezionista privato.


Tuttavia la raccolta archeologica, pur essendo stata denunciata alla competente Soprintendenza dagli originari proprietari, non aveva mai ottenuto la dichiarazione di legittimità di possesso.


Le indagini hanno infatti acclarato l’illecita provenienza della stessa che, a fronte di una prima denuncia di possesso presentata nel 1993 nel numero di 41 reperti in piatti e vasellame, di fatto veniva incrementata fino a 103 pezzi formalmente e fisicamente ceduti alla Banca Popolare di Bari. 


L’intera collezione, quindi, essendo interamente appartenente al patrimonio dello Stato Italiano, non essendo mai stata dimostrata la legittima detenzione in data antecedente al 1909 (Legge 364/1909), veniva sequestrata preventivamente su decreto del G.I.P. di Bari.


In data 14 settembre 2022 nel corso di una cerimonia questo Nucleo restituiva alla Chiesa di San Giovanni Battista in Casanova del Comune di Leonessa (RI) quattro preziose reliquie consistenti in un frammento della mangiatoia che fu la culla di Gesù Cristo, un frammento del mantello di San Giuseppe sposo, una porzione della cintura in cuoio di San Francesco D’Assisi e un frammento di pelle di San Carlo Borromeo, rubati dalla stessa Chiesa il 4 febbraio 1994 e recuperate da personale di questo Nucleo nel 2002 a seguito di una perquisizione eseguita in Perugia presso l’abitazione di un antiquario del posto.


Attualità

Ospedale di Casarano, «eterna emergenza»

Carenza di personale al “Ferrari”: «Sette reparti in affanno. Difficoltà a programmare i turni, rischio burnout e incapacità di gestire il paziente». Fp Cgil chiede «Subito una Commissione Sanità ad hoc»

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«Rischio burnout, disservizi, paralisi della struttura: subito una riunione monotematica della Commissione Regionale sulle sofferenze dell’ospedale di Casarano».

Sono giorni complicati in molti reparti del “Ferrari”, che vive una delle più gravi carenze di personale della sua storia.

La Fp Cgil Lecce ha scritto alla Regione (al presidente della terza Commissione e al responsabile del Dipartimento Salute) ed ai dirigenti di Asl e presidio per denunciare tutti i disagi vissuti da pazienti e lavoratori: «Il fabbisogno è talmente alto da non riuscire a garantire, in molti casi, neppure la normale turnazione».

«Dopo un’attenta ricognizione», il sindacato segnala «ben sette unità operative in sofferenza e ai limiti della capacità di gestire la salute del malato, oltre alla vicenda delle squadre antincendio».

REPARTO PER REPARTO

«In Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza per coprire i turni si ricorre alle attività aggiuntive.

Nel reparto di Anestesia e rianimazione e nel Blocco Operatorio mancano anestesisti, infermieri e operatori sociosanitari (Oss).

L’unità operativa di Patologia clinica non dispone di un numero sufficiente di biologi e tecnici di laboratorio. 

Particolarmente grave la situazione in Radiologia, dove i tecnici sono costretti a saltare il giorno di riposo e la programmazione dei turni mensili è diventata un’impresa impossibile da realizzare.

A Neurologia mancano infermieri ed Oss: qui addirittura di recente è stato richiesto al personale smontante di garantire anche il turno successivo di notte.

Nel reparto di Geriatria il turno è composto un Oss e due infermieri, ma è evidente che un solo Oss non può riuscire a soddisfare l’assistenza diretta al paziente.

Infine, nell’unità di Cardiologia mancano medici, infermieri e Oss».

 SANITASERVICE E ANTINCENDIO

«Ci sono appena quattro persone nell’organico della squadra antincendio e tra queste, una si trova in aspettativa lunga. Per garantire la copertura dei turni, si attinge al personale di Sanitaservice, che però in caso di necessità può garantire l’intervento solo al mattino. Una situazione che costringe le 3 persone in organico a lavorare costantemente di pomeriggio, di notte e nei festivi. Solo l’abnegazione e la dedizione del personale, davvero innamorato della propria professione e fedele al dovere nei confronti del paziente, garantisce l’attività in un ospedale importante come quello di Casarano», dicono Floriano Polimeno, segretario generale della Fp Cgil Lecce, e Cosimo Malorgio, coordinatore provinciale per la Fp Cgil.

«Proseguire oltre», aggiungono, «non è possibile. Il rischio burnout, ossia dello stress da lavoro-correlato, è concreto. Continuando così, poi, si va dritti verso la paralisi dell’ospedale, incapace di erogare prestazioni sanitarie. Spiace constatare che nonostante gli interventi politici e le audizioni alla Commissione regionale Sanità, nulla sta cambiando».

 

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FLP, celebrato il Congresso Nazionale

Quattro giorni di dibattito sulle scelte della Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche e sul futuro delle Pubbliche amministrazioni, ma anche di serrato confronto con il governo, la politica, le istituzioni e le amministrazioni. Marco Carlomagno confermato Segretario Generale. Al congresso hanno partecipato anche due salentini: i dirigenti sindacali nazionali Antonio Verri del Direttivo Nazionale dell’Ispettorato del lavoro e Dario Picardi, coordinatore regionale di Puglia

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Si sono conclusi i lavori del quinto congresso nazionale della Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche, tenutosi a Salerno con la conferma, per acclamazione, di Marco Carlomagno alla guida della FLP.

Eletto anche il nuovo Comitato Direttivo Nazionale e la nuova Segreteria Generale composta, oltre che dal Segretario generale Carlomagno, anche da Roberto Cefalo, Lauro Crispino, Antonio De Venere, Rosalia Marullo, Giovanni Moriggi, Giancarlo Pittelli e Roberto Sperandini.

Al congresso hanno partecipato anche due salentini: i dirigenti sindacali nazionali Antonio Verri del Direttivo Nazionale dell’Ispettorato del lavoro (è di Lecce) e Dario Picardi, coordinatore regionale di Puglia (di Cursi).

Un congresso nazionale che è stato preceduto in questi mesi dai congressi di tutte le strutture, che hanno eletto i circa 300 delegati provenienti da ogni parte del Paese in rappresentanza degli iscritti FLP delle amministrazioni del comparto delle Funzioni Centrali, della Presidenza del Consiglio, della Scuola, della Sanità, delle Funzioni locali e dell’Università e Ricerca.

Nel corso dei lavori sono state presentate due importanti ricerche sul lavoro pubblico elaborate dalla FLP (sui temi del reclutamento, attrattività, mobilità, retribuzioni, età media, gap gender e digitalizzazione), che hanno avuto ampio risalto sui media e sulla stampa nazionale per l’accuratezza dei dati forniti, che verranno pubblicate integralmente sul sito internet e sulle pagine social della Federazione.

Il Congresso ha ospitato una sessione di confronto in cui il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e il Segretario generale Marco Carlomagno, moderati dal giornalista Rai Roberto Inciocchi, hanno affrontato i temi dell’azione di governo e sulle priorità della Funzione pubblica (assunzioni, formazione, carriere, digitalizzazione ed efficientamento) e discusso sull’importanza del rinnovo contrattuale delle Funzioni Centrali.

Si sono anche tenute delle specifiche tavole rotonde tematiche, che hanno visto la partecipazione di altri esponenti del governo, quali il Viceministro agli Esteri e alla Cooperazione internazionale Edmondo Cirielli, il Viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro Dalle Vedove.

Ricca anche la presenza di esponenti parlamentari che hanno partecipato ai lavori del Congresso nella parte dedicata agli approfondimenti sui temi dell’innovazione e della modernizzazione delle pubbliche amministrazioni:

il Presidente della Comm. lavoro pubblico e privato della Camera Walter Rizzetto, il Presidente della Comm. Affari Costituzionali della Camera Nazario Pagano, la Vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, il Capodelegazione FdI al Parlamento europeo Carlo Fidanza, la Componente 1^ Comm. Affari Costituzionali – Senato della Repubblica Valeria Valente, la Componente I Comm. Affari Costituzionali – Camera dei deputati Carmela Auriemma, il Componente VI Comm. Finanze – Camera dei deputati Francesco Borrelli, il Componente XIV Comm. Politiche dell’Unione europea – Camera dei deputati Piero De Luca e il Componente VI Comm. Finanze – Camera dei deputati Toni Ricciardi.

Particolarmente apprezzati sulle tavole rotonde per il loro contributo, anche gli interventi del presidente Aran Antonio Naddeo, del presidente del Formez Giovanni Anastasi, del direttore generale dell’Inail Marcello Fiori, del direttore Organizzazione e Trasformazione Digitale – ADM Stefano Saracchi, del professore di diritto del lavoro – Università degli Studi di Salerno Vincenzo Luciani.

Infine, all’ultima tavola rotonda dal tema “Quale sindacato per il lavoro che cambia”, hanno partecipato e dibattuto con il Segretario confederale CISL Ignazio Ganga, con il Segretario generale CGS Rino di Meglio, con il Segretario generale COSMED Giorgio Cavallero, con la Presidente CIU Unionquadri Gabriella Ancora.

Nel corso del dibattito congressuale vero e proprio, in particolare sono state approfondite le tematiche relative al recente rinnovo contrattuale CCNL Funzioni Centrali 2022-2024, e rimarcato l’impegno della FLP che ha permesso di modificare in senso migliorativo numerosi aspetti dell’attuale contratto, ancora vigente.

Impegno che proseguirà a tutela del lavoro pubblico.

Infatti, al Ministro Zangrillo è stato chiesto di tradurre in uno specifico Protocollo d’intesa gli impegni e le azioni da assumere sulle grandi questioni ancora aperte e che necessitano di interventi normativi, come: il superamento dei tetti al Fondi risorse decentrate e alle risorse destinate alla produttività; la rivalutazione del valore del buono pasto; la defiscalizzazione del salario di produttività; l’implementazione degli istituti legati agli sviluppi di carriera, con la piena esigibilità dell’Area delle elevate professionalità, anche tramite l’individuazione degli organici all’interno di ogni Amministrazione e procedure dall’interno per l’accesso alla dirigenza; l’estensione anche agli screening sanitari, disposti dalle autorità sanitarie, del trattamento di malattia, in luogo delle 18 ore di permesso annue; il rafforzamento del welfare aziendale nel settore pubblico.

«Un Congresso, quello celebrato a Salerno nell’anniversario dei 25 anni dalla nascita della FLP», ha dichiarato Antonio Verri, «che ha consacrato la crescita numerica, organizzativa e politica del nostro sindacato e delle Confederazioni a cui aderiamo o siamo costituenti (CSE, CGS e CIDA FC), soggetto rappresentativo nei diversi comparti del lavoro pubblico, riconosciuto sempre più dalle lavoratrici e dai lavoratori, interlocutore rispettato e ascoltato dalle controparti, dagli stakeholders, dai ricercatori, dal mondo accademico e da tutti coloro che sono interessati al buon funzionamento delle nostre amministrazioni».

«Dal Congresso», conclude il salentino componente del direttivo nazionale, «esce un gruppo dirigente che a conferma del buon lavoro fatto, ha confermato Marco Carlomagno alla guida dell’organizzazione, e ha effettuato innesti e nuovi ingressi negli organismi dirigenti per essere sempre più rappresentativi e vicini a tutto il personale.

Per essere sempre più competitivi e pronti alle prossime sfide, a partire dalle imminenti elezioni per il rinnovo delle RSU».

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Inaugurata nuova caserma della Guardia di Finanza ad Otranto

Intitolata alla memoria dei Finanzieri Mare (motoristi navali) Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola, Medaglie d’Oro al Valor Civile

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Inaugurata a Otranto la nuova caserma della Compagnia e della Sezione Operativa Navale, già intitolata ai Finanzieri Mare (motoristi navali) Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola, Medaglie d’Oro al Valor Civile.

La cerimonia ha avuto inizio con la resa degli onori al Comandante Interregionale dell’Italia Meridionale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d’Armata Vito Augelli, accolto dal Capo di Stato Maggiore del Comando Regionale Puglia Generale di Brigata Michele Dell’Agli, che hanno preso posto tra le autorità politiche, civili, religiose e militari intervenute all’evento e ai familiari dei decorati.

Successivamente si sono susseguiti gli interventi del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, Colonnello Stefano Ciotti, del coordinatore Sezione Tecnica della Provincia di Lecce del Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Campania, Puglia, Basilicata e Molise, Dario Magnacca, del sindaco di Otranto Francesco Bruni, del Prefetto di Lecce Natalino Manno, nonché del Comandante Interregionale dell’Italia Meridionale, il quale ha ricordato le concitate fasi dell’operazione per la quale i finanzieri persero tragicamente la vita e sull’importanza del nuovo presidio realizzato grazie all’azione sinergica del Corpo, del Comune, dell’Agenzia del Demanio e del Provveditorato alle Opere Pubbliche.

Dopo la cerimonia dell’alzabandiera, sulle note dell’Inno Nazionale eseguito dalla Fanfara della Legione Allievi della Guardia di Finanza di Bari, si è proceduto al taglio del nastro da parte delle madri dei militari deceduti, Carmela Frate in De Rosa e Annamaria Vitale in Zoccola.

S successivamente il Vicario Generale della Diocesi di Otranto Don Marcello Mangia ha proceduto alla benedizione della caserma con la deposizione di una corona d’alloro alla targa dedicata ai giovani Finanzieri caduti nell’adempimento del servizio.

All’evento hanno preso parte una rappresentanza delle nove Sezioni salentine dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, i Confaloni della Provincia di Lecce e del Comune di Otranto, le Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari, i sindaci dei Comuni ricadenti nella circoscrizione di servizio della Compagnia di Otranto e due quinte classi degli alunni della Scuola primaria dell’Istituto comprensivo Karol Wojtyla” di Uggiano La Chiesa.

Il tradizionale brindisi augurale e l’allestimento del luogo della cerimonia sono stati curati dai docenti e ragazzi degli Istituti Alberghieri di Otranto e di Santa Cesarea Terme, nonché dall’Istituto Agrario di Maglie.

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