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Cronaca

Unipolsai condannata a pagare mezzo milione al comune di Nardò

Questa mattina la sentenza del Tribunale di Lecce. I fatti risalgono al 1990 quando il comune di Nardò stipulava con la società So.vi.va. s.r.l. una convenzione per la lottizzazione di Torre Inserraglio

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Il Tribunale civile di Lecce condanna Unipolsai s.p.a. a pagare al Comune di Nardò 486.953,46 euro, oltre interessi legali, per un totale di oltre mezzo milione di euro.


I FATTI


Nel 1990 il comune di Nardò stipulava con la società So.vi.va. s.r.l. una convenzione per la lottizzazione di Torre Inserraglio.


La Convenzione stabiliva che So.vi.va. s.r.l., in cambio della possibilità di edificare residenze, alberghi, residence e attrezzature di contorno, avrebbe dovuto cedere gratuitamente al comune delle aree di proprietà della società ed avrebbe dovuto realizzare delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.


A garanzia delle obbligazioni assunte, So.vi.va. s.r.l. contraeva con la Nationale s.p.a., poi Unipolsai, una polizza fideiussoria in favore del comune di Nardò nel caso in cui la società non avesse rispettato i termini della convenzione sottoscritta.


Le obbligazioni della polizza venivano assunte in solido con la So.viva. s.r.l. dai sig.ri Fernando Antonio Jaconisi e Andris Rizzo.


So.vi.va. s.r.l., però, non ultimava le opere di urbanizzazione entro i tempi concordati; sicché il Comune di Nardò, con la deliberazione di Consiglio Comunale n. 57/2018 e la determinazione del dirigente al ramo n. 797/2018, dichiarava la decadenza della convenzione per le gravi inadempienze in cui So.viva.s.r.l. era incorsa e chiedeva ad Unipolsai l’escussione della polizza ed il pagamento della somma garantita.


Sennonchè, nel 2018, Unipolsai s.p.a. si rivolgeva al Tribunale di Lecce, al fine di sentir dichiarare l’illegittimità dell’escussione della polizza e della richiesta di pagamento del Comune di € 486.953,46. Secondo la compagnia assicurativa, il Comune non aveva diritto a riscuotere alcuna somma, perchè lo stesso si era prescritto per il decorso del termine di legge e perché la convenzione all’epoca stipulata era divenuta inefficace.


Avv. Paolo Gaballo

Il Comune di Nardò si difendeva in giudizio con l’avv. Paolo Gaballo, il quale eccepiva l’infondatezza dell’azione di Unipolsai s.p.a. e, allo stesso tempo, chiedeva al Tribunale la condanna della compagnia assicurativa a pagare in favore del Comune l’intera somma oggetto della polizza fidejussoria stipulata dalla So.vi.va.


Nel giudizio si costituivano anche Fernando Antonio Jaconisi e Andris Rizzo, che contestavano il diritto del comune di Nardò ad escutere la polizza.


LA SENTENZA


Questa mattina il Tribunale di Lecce, Giudice dott.ssa Agnese Di Battista, ha pubblicato la sentenza.


Il Tribunale di Lecce ha rigettato la domanda di Unipolsai e, accogliendo le tesi difensive dell’Avv. Gaballo, ha condannato Unipolsai a pagare in favore del Comune di Nardò la somma di 486.953,46 euro, oltre interessi dalla domanda e sino al soddisfo, per un totale di oltre 500.000,00 euro.


La compagnia assicurativa è stata, altresì, condannata a rifondere in favore del comune di Nardò le spese di lite.


Il Giudice ha, infine, condannato So.vi.va. s.r.l., Fernando Antonio Jaconisi e Andris Rizzo, a pagare a Unipolsai s.p.a. la somma che la stessa sarà tenuta a corrispondere al comune di Nardò.


Soddisfazione per l’esito del giudizio è stata espressa dal sindaco di Nardò Pippi Mellone: «Oggi è un grande giorno! Il Tribunale di Lecce ha condannato la Unipol al pagamento di oltre 500 mila euro nei confronti del comune di Nardó per la vicenda Soviva. Come ricorderete per anni mi sono battuto anche dall’opposizione per affermare le ragioni del Comune di Nardó. Una lottizzazione, quella Soviva di Torre Inserraglio, per cui erano previste importanti opere (mai realizzate) e una fideiussione mai riscossa delle amministrazioni precedenti. La mia Amministrazione nel 2017 decise di cassare la Convenzione e passare alla riscossione. Oggi arriva la sentenza che accoglie le nostre ragioni grazie alla consueta, brillante difesa del nostro avvocato Paolo Gaballo. Unipol dovrà pagare oltre 500 mila euro al Comune, oltre alle spese legali della causa. Abbiamo chiuso un’altra pagina nera della nostra Città. Abbiamo riaffermato ancora una volta la Giustizia e fatto gli interessi dei cittadini! Oggi più che mai sono orgoglioso della mia amministrazione, dei miei ragazzi, della mia maggioranza, della mia Squadra, delle nostre scelte. A testa alta, Direzione Futuro!».


Cronaca

Incendio d’auto a Tricase nella notte

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Attimi di tensione nella notte tra martedì e mercoledì a Tricase, dove un’autovettura è stata completamente avvolta dalle fiamme. L’episodio si è verificato intorno alle 1:50 in via Carabellese, all’altezza del civico 45.

Una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Tricase è prontamente intervenuta per domare il rogo che ha coinvolto una Ford C-MAX.

Le operazioni di spegnimento sono durate alcuni minuti e hanno permesso di circoscrivere le fiamme, evitando che l’incendio si propagasse ad altri veicoli o abitazioni vicine.

I pompieri hanno anche provveduto alla messa in sicurezza dell’area, mentre i carabinieri della locale stazione sono giunti sul posto per i rilievi del caso e per avviare le indagini sulle cause dell’incendio, al momento ancora in fase di accertamento.

Non si segnalano feriti. Restano da chiarire le dinamiche dell’episodio, su cui le forze dell’ordine stanno lavorando per fare piena luce.

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Cronaca

Tricase: ennesimo tentativo di furto al Liceo Comi

Ignoti hanno scassinato una porta sul retro e hanno fatto irruzione nell’istituto senza però rubare alcunchè. La scuola ha presentato denuncia ai carabinieri e chiesto alla vigilanza privata di incrementare la sorveglianza

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Tentativo di furto, l’ennesimo, ai danni del Liceo Comi di Tricase.

Ignoti hanno scassinato una porta d’ingresso secondaria, sul lato est dell’edificio, confinante con la campagna, e si sono introdotti nell’istituto scolastico.

Questa volta, però, a differenza delle precedenti effrazioni, non hanno puntato i soliti distributori di bibite e merendine con relative monete e non hanno portato via alcunché.

L’episodio ha comunque allarmato la dirigente e tutto il personale scolastico anche perché  gli intrusi hanno sollevato i tombini dei cavi elettrici e degli allarmi della scuola.

Tutto, perciò, lascia immaginare una sorta di sopralluogo propedeutico ad un’altra visita con la quale lasciare il segno, puntando a computer o altro materiale didattico di valore, non tanto commerciale ma intrinseco all’attività didattica della scuola.

Probabilmente i malviventi non erano a conoscenza che la scuola avrebbe riaperto senza fare il ponte lungo, come accaduto per altri istituti scolastici e, quindi, non pensavano che l’effrazione fosse scoperta in tempo.

Per questo motivo la dirigente scolastica Antonella Cazzato, dopo aver presentato denuncia ai carabinieri della locale Stazione, ha chiesto all’Istituto di vigilanza privata, che già ha in carico il controllo della scuola, di incrementare la sorveglianza.

Per lo stesso motivo si chiederà all’amministrazione comunale di valutare l’opportunità di illuminare quel lato della scuola, perché i malintenzionati non possano agire con il favore del buio.

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Cronaca

Sigilli agli immobili dei narcotrafficanti

Sequestrate ville, macchine, attività e terreni per oltre un milione e mezzo di euro. I beni fanno capo a Gianluca Calabrese e Cristian Roi, affiliati alla Sacra Corona Unita e sono ritenuti frutto del narcotraffico con copcaina ed erina distribuita sia nel sud Salento che nella parte più a nord della provincia

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La Polizia di Stato ha eseguito due decreti di sequestro di prevenzione patrimoniale di beni ritenuti riconducibili direttamente o indirettamente a due uomini Gianluca Calabrese (37 anni di Copertino) e Cristian Roi (42 anni di Nardò),  arrestati durante il 20 novembre scorso, e attualmente detenuti.

I due, personaggi di spicco del narcotraffico legati alla SCU, sono ritenuti i principali referenti dello spaccio: rifornivano di ingenti quantitativi di cocaina ed eroina sia le piazze del nord Salento che quelle del sud Salento.

Il sequestro, finalizzato alla successiva confisca, ha interessato beni immobili situati tra Nardò, Copertino e Sant’Isidoro.

In particolare: tre ville, di cui due adibite ad abitazione ed una a casa vacanze in una località balneare; un vivaio; una stazione di servizio per carburanti; due autovetture di grossa cilindrata; numerosi terreni nell’agro di Nardò; diversi depositi bancari e postali per un totale di circa un milione e mezzo di di euro.

A questo si aggiunga anche il sequestro di quote sociali e compendio aziendale di una società operante nel settore delle costruzioni edili ed infissi, la quale risulta avere ultimo fatturato di circa 6 milioni e 700mila euro, con una sede distaccata nel Nord Italia, per un totale complessivo di oltre 8 milioni Euro.

I provvedimenti, finalizzati all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali operanti in ambito provinciale, sono stati emessi dal Tribunale di Lecce – Sezione Riesame e Misure di Prevenzione – su proposta congiunta del Questore della Provincia di Lecce e del Procuratore della Repubblica di Lecce.

L’esecuzione è stata curata da personale della Sezione misure patrimoniali della Divisione Anticrimine, coadiuvato dalla Squadra Mobile e personale dei Commissariati distaccati di Nardò e Galatina della locale Questura, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine, Polizia Stradale e Reparto volo di Bari.

Le accurate e minuziose indagini patrimoniali, condotte dalla Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniale della Divisione Anticrimine della Questura di Lecce, sono state incentrate sulla ricostruzione del profilo criminale temporale e sull’analisi delle posizioni economico-patrimoniali dei proposti e del loro nucleo familiare, accertando come i soggetti in questione, pur non avendo formalmente dichiarato redditi sufficienti a giustificare le rilevanti disponibilità economiche, avrebbero  accresciuto il proprio patrimonio personale ed imprenditoriale, ricorrendo anche all’intestazione di beni a congiunti.

Il risultato operativo rappresenta la continuità delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia dell’interesse economico nazionale in ossequio alle direttive Ministeriali.

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