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Cronaca

Vicino casa praticava sport in zona rossa: Giudice di Pace di Lecce annulla verbale

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Salgono i contagi ed inevitabilmente torna la “Zona Rossa” per impedire la diffusione pandemica da “Covid 19”. Ma la conseguente limitazione nella libertà degli spostamenti è anche foriera di diverse interpretazioni. Da un lato le forze di polizia impegnate a vigilare sul rispetto dei DPCM ed ordinanze amministrative ai vari livelli e dall’altra i cittadini che si trovano spesso di fronte alla difficoltà nell’interpretazione delle leggi e dei vari atti amministrativi susseguitisi anche a distanza di giorni o ore l’uno dall’altro.





Tuttavia, c’è poco da cavillare sulla possibilità di svolgere attività ludico sportiva nei pressi della propria abitazione già dai primi decreti anche se, al contrario, sin dal primo “lockdown” vi sono stati non poche incomprensioni sulle nostre strade tra autorità e cittadinanza su quali fossero i limiti di questo tipo attività non essendo state previste, nei vari DPCM, distanze esplicite dalla propria residenza. In materia, il caso di un cittadino leccese è a dir poco emblematico: egli lo scorso 5 aprile, a poche centinaia di metri da casa, viene fermato mentre è in tuta, da una pattuglia. Prova a spiegare che si trovasse solo a far del jogging e che si trovasse a poche centinaia di metri da casa. Ma gli agenti sono inflessibili e il verbale per violazione degli artt. 4 e 1 del D.L. 19/2020 viene contestato immediatamente.




Al malcapitato non tocca che cercare tutela e si rivolge allo “Sportello dei Diritti”, ove assistito dallo staff, tra cui l’avvocato Donato Maruccia, decide di presentare memorie difensive al Prefetto. Anche la superiore autorità non prende in considerazione le legittime doglianze e l’invocazione dell’esimente stabilita dallo stesso l’art. 2 lettera g) del dpcm 8 marzo 2020 (oggi art. 1 lettera f e g dpcm 10 aprile 2020), secondo cui “è consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione” ed emette un’ordinanza ingiunzione per l’importo di 400,00 euro di sanzione pecuniaria. Ma il cittadino non demorde e sempre difeso dall’associazione propone ricorso innanzi al Giudice di Pace di Lecce. Con una sentenza pubblicata lo scorso 3 marzo che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene esemplare e molto pertinente al momento che stiamo vivendo, il Giudice di Pace nella persona dell’avvocato Veneranda Cerfeda, ha accolto la principale doglianza del ricorrente, attribuendo credibilità alla versione dallo stesso fornita, e ricordando che il verbale presupposto all’ordinanza opposta e le relative dichiarazioni contenute nel verbale non godano di efficacia probatoria assoluta.





E, quindi, ha continuato affermando che “Dall’esame della documentazione in atti, pure nota agli stessi accertatori e alla opposta amministrazione (che infatti la allega), si desume e fonda la veridicità delle motivazioni poste a fondamento dell’opposizione stessa, quanto alla ricostruzione storica, logica e giuridica degli accadimenti portati nel ricorso, tanto da concluderne la difformità rispetto al verbale di accertamento e di contestazione, che costituisce un elemento probatorio liberamente valutabile dal giudicante, non coperto da fede privilegiata dell’atto pubblico, tanto da non potersi ritenere sufficientemente provata la commissione delle violazioni. Risulta infatti l’elezione di domicilio del ricorrente al V.le della Libertà (n. 79) esattamente nelle vicinanze del luogo dell’accertamento (Via Sturzo). Dunque verosimile, in relazione all’operatività dell’esimente invocata, la assenza dell’elemento psicologico costitutivo della fattispecie, poiché autorizzato, il ricorrente, all’attività ludico sportiva nelle immediatezze del proprio domicilio, non distante dal luogo dell’accertamento. E’ indubbio, quindi, che nel caso in esame ricorra a favore del ricorrente l’ipotesi di esclusione di responsabilità di cui all’invocata normativa, con l’accoglimento dei motivi di opposizione e con il conseguente annullamento del verbale impugnato.”


Cronaca

Dramma a Maglie: muore uomo in bici

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Dramma in pieno centro abitato a Maglie dove un uomo è deceduto in serata mentre era in sella alla sua bici.

Quello che inizialmente sembrava essere un incidente, si è rivelato col passare dei minuti un malore fatale.

Un 61enne di Scorrano è caduto dalla sua bici mentre percorreva proprio una delle traverse che da Maglie conducono sulla strada per il centro abitato scorranese: via Einaudi.

Alcuni passati hanno chiesto l’intervento dei soccorsi che, purtroppo, si sono rivelati vani.

Per l’uomo non c’è stato nulla da fare. L’uomo potrebbe aver accusato un malore ed esser deceduto per arresto cardiaco. Così fosse, non sarebbe stata una caduta a costargli la vita.

Le cause, ad ogni modo, saranno approfondite nelle prossime ore.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della locale Compagnia.

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Cronaca

Lupi nel Salento: altro avvistamento

L’animale stava camminando in una strada senza illuminazione sulla litoranea di Tricase quando è stato ripreso da un passante a bordo della sua auto.

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Ancora un avvistamento per un esemplare adulto di lupo a bordo delle strade della litoranea a Tricase, un’altra testimonianza della sua presenza.

«Un lupo, un lupo!»: queste le parole di un cittadino che nella serata del 21 novembre, ha avvistato l’animale passeggiare tranquillamente lungo la strada della litoranea tricasina.

Preso dall’emozione del momento, l’uomo ha immediatamente premuto “rec” sul suo telefonino e ha iniziato a riprendere lo spettacolare esemplare.

Nel video si vede che l’animale passeggiava in solitaria al centro della carreggiata, poi al passaggio dell’auto si è addentrato tra le canne facendo perdere lesue  tracce.

Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” di Lecce, si tratta «dell’ennesimo episodio che documenta l’incremento di lupi sull’intera Terra d’Otranto che molti reputano pericolosi ma che rappresentano anche la cartina al tornasole dello stato di un intero territorio dal punto di vista ambientalistico».

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Cronaca

Incidente a San Dana, morto operaio nettezza urbana

L’uomo, un trentenne di Castrignano del Capo, era stato da poco assunto

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Morte sul lavoro questa mattina a San Dana, frazione di Gagliano del Capo.

Cosimo Bello, 30 anni, ha perso la vita in un incidente stradale tra un camion della nettezza urbana ed un suv Kia, avvenuto alle 5 del mattino sulla Statale 275.

L’operaio a quanto è dato sapere era da poco stato assunto.

Nello scontro sono rimaste anche ferite altre tre persone: due di loro trasportate in codice rosso all’ospedale di Tricase (un passeggero dell’auto ed un operatore ecologico), ed una in codice giallo (era a bordo della Kia) a quello di Scorrano.

Sul posto oltre ai sanitari del 118 sono intervenuti anche i vigili del fuoco del distaccamento di Tricase.

I carabinieri sono al lavoro per ricostruire le esatte cause dell’incidente.

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