Cronaca
Violento incidente sulla via per il mare: due ambulanze e il 115 sul posto
Ambulanze e vigili del fuoco in azione sulla sp364 per un incidente stradale.
Uno schianto, una carambola contro la barriera Jersey in cemento e la fine della corsa adagiati su una fiancata. Una esperienza da dimenticare quella di questo pomeriggio per quanti coinvolti nel sinistro avvenuto dopo le 16 sulla via che da Lecce porta a San Cataldo, all’altezza dell’uscita per la tangenziale est.
Nonostante la strada interessata abbia 4 corsie su due carreggiate, separate appunto dalla barriera in cemento in due sensi di marcia, lo scontro è stato violento al punto da necessitare dell’intervento di due ambulanze e di una squadra dei vigili del fuoco. I pompieri hanno aperto le lamiere della vettura rimasta adagiata su un lato per raggiungerne gli occupanti e consegnarli alle cure del personale sanitario.
La dinamica non è ancora nota: la polizia locale di Lecce è sul posto per la sua ricostruzione, nonché per scongiurare il verificarsi di altri incidenti a catena. Il tratto stradale è infatti stato temporaneamente chiuso al traffico con deviazione obbligatoria sulla tangenziale.
Nessun ferito grave.
Foto Polizia Locale Lecce
Cronaca
Narcotraffico, 35 arresti all’alba
Duro colpo alle organizzazioni criminali che operavano tra Lecce ed il sud Salento
Dalle prime ore del mattino , a Lecce e provincia, Polizia di Stato e Guardia di Finanza di Lecce, hanno condotto una vasta operazione coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo salentino per l’esecuzione di 35 arresti.
I fermati dovranno rispondere di reati associativi finalizzati al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, emissione di fatture per operazioni inesistenti.
I dettagli dell’operazione verranno resi noti più tardi nel corso di una conferenza stampa
Notizia in aggiornamento.
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Casarano
Molestava donne malate, finto medico a processo
Si presentava alle ignare vittime come direttore sanitario, medico o primario, contattandole telefonicamente e richiedendo accertamenti… intimi. Il 42enne dovrà rispondere di tentata violenza sessuale, usurpazione di funzione pubblica e trattamento illecito dei dati
Si spacciava per ginecologo e approfittava di donne fragili alle prese con malattie gravi.
Tra loro anche pazienti salentine.
Le indagini hanno ricostruito come il 42enne di origine napoletane, dopo aver hackerato i server di cliniche, laboratori analisi e ospedali, si sarebbe impossessato di diversi fascicoli, contenenti la storia clinica le diagnosi, gli interventi programmati e gli esiti degli esami di molte donne in cura.
Così si presentava alle ignare vittime come direttore sanitario, medico o primario, contattandole telefonicamente e richiedendo accertamenti… intimi.
Le riprendeva nude, tramite webcam e le induceva all’autoerotismo ponendo loro anche quesiti a sfondo sessuale. Oppure chiedeva loro di inviare foto e video delle parti intime.
Le vittime appurate sono 18, sedici di loro della provincia di Lecce.
I fatti risalgono al periodo tra luglio e ottobre 2021.
Oggi si è svolta l’udienza preliminare del processo, durante la quale alcune delle vittime si sono costituite parte civile.
Nella prossima udienza, in programma per il 18 febbraio del 2025, i giudici decideranno se ammettere la loro istanza.
Intanto l’imputato ha chiesto il rito abbreviato, condizionato all’espletamento di una perizia psichiatrica.
Il 42enne dovrà rispondere di tentata violenza sessuale, usurpazione di funzione pubblica e trattamento illecito dei dati.
Le indagini furono avviate dopo la denuncia di una studentessa 24enne leccese.
In seguito, anche altre donne hanno trovato il coraggio di denunciare il falso medico.
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Attualità
Mille giorni di guerra nel cuore dell’Europa
Rischio assuefazione: a seguito dell’esposizione ripetuta, diretta o indiretta, al dolore ci si abitua, ma non è normale che si normalizzi l’orrore
Ricorrenza da cifra tonda, ma non c’è da festeggiare.
Sono trascorsi mille giorni dall’inizio della guerra in Ucraina.
Secondo alcune stime, sarebbero morte durante il conflitto oltre un milione di persone.
Il rischio più grosso che corriamo è quello dell’assuefazione.
A seguito dell’esposizione ripetuta, diretta o indiretta, al dolore ci si abitua.
Basti pensare all’effetto dei primi notiziari sul Covid o sulla stessa guerra in Ucraina e a ciò che abbiamo porvato col passare del tempo o proviamo ora.
Non ci sentiamo più in balìa di mille emozioni o presi dalla sensazione imminente che qualcosa di brutto possa accadere da un momento all’altro anche a noi: abbiamo razionalizzato.
Questo avviene perché la nostra mente cerca di proteggerci dai traumi e ci distacca emotivamente dalla fonte di sofferenza, cercando un equilibrio, seppur precario.
Tuttavia, il rischio è di normalizzare cose gravi.
E non è normale che ogni giorno tra Medioriente ed Europa dell’Est muoiano civili, donne e bambini compresi, e il resto del mondo faccia spallucce.
Non è normale che si normalizzi l’orrore.
Oggi è il millesimo giorno di guerra nel cuore dell’Europa e, ogni giorno, vi è un lungo bollettino di bambini, donne e uomini che hanno pagato con la loro vita la follia di taluni.
Forse noi, in prima persona, non possiamo fare molto per fermare questo orrore ma, almeno, sforziamoci di non farlo passare per una cosa normale.
Giuseppe Cerfeda
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