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Alessano

Una moschea nel paese di don Tonino?

L’idea arriva dal mondo islamico che ha puntato gli occhi su Alessano per realizzare un luogo di culto dove i musulmani possano riunirsi per pregare

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Una grande moschea ad Alessano, nel sud-Salento? L’idea arriva dal mondo islamico, che ha puntato gli occhi sul piccolo centro fra Jonio e Adriatico per realizzare un luogo di culto dove i musulmani possano riunirsi per pregare, riflettere, dialogare.


muezzinLo stupore è stato grande”, afferma il giornalista Francesco Greco, “quando, giorni fa ho trovato una mail in cui mi chiedevano la disponibilità del territorio comunale. Nel Salento non ci sono vere e proprie moschee, solo case e garage dove i musulmani si riuniscono per pregare: a Lecce, Ruffano, Porto Cesareo, ecc. Proprio in questi giorni a Firenze le comunità musulmane lavorano a un progetto simile e stanno dialogando col Comune per individuare i terreni. Perché proprio io?”, si chiede Greco, “forse perché seguo da anni la problematica: sono stato a convegni e dibattiti e seguo il pensiero dell’Islam moderato e del Corano libro di pace”.


Il Papa e il Vescovo


Il tutto si può contestualizzare fra il segno forte di Papa Francesco che lo scorso 17 aprile, in visita al campo profughi di Lesbo è ripartito con 12 siriani musulmani (“Sono tutti figli di Dio”), e le parole del Vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca, Monsignor Vito Angiuli (“Occorre sviluppare il dialogo interreligioso”).


Ma si potrebbe ipotizzare anche un altro fatto oggettivo: Alessano è il paese dove è nato e riposano le spoglie mortali di don Tonino Bello (il 20 aprile scorso sono caduti i 23 anni dal dies natalis), che nel dicembre 1992 si recò a Sarajevo, nei Balcani dilaniati dalla guerra, fra i musulmani, alla testa dell’ “Onu dei poveri”, portando un messaggio di pace.

La “convivialità delle differenze” e del dialogo incessante fra popoli e religioni è uno dei temi forti del suo pensiero. Un po’ come San Francesco nel deserto egiziano nel 1229.

“Un’opportunità per il territorio”


Sono grato della stima dei fratelli arabi”, conclude Greco, “le moschee sono luoghi di culto che si realizzano con donazioni private. Enorme potrebbe essere la ricaduta sul territorio in termini di lavoro, specie in un momento storico di depressione economica, ma c’è un ostacolo: non sono che uno dei quasi settemila cittadini di Alessano e Montesardo. Anche io credo comunque che sviluppando il confronto, cristiani e musulmani possano crescere e progredire sulla via della civiltà e la pace, arricchendosi reciprocamente. E una moschea sarebbe un segnale molto importante”.


Il sindaco: “Se arriverà, valuteremo la proposta”


Della vicenda abbiamo interessato il sindaco di Alessano Osvaldo Stendardo il quale, in riferimento  alla ipotesi eventuale di una grande moschea nel Salento, ha dichiarato: “Non mi risulta nessun tipo di iniziativa o  altra forma di comunicazione al riguardo sul territorio di Alessano. Ad onor del vero”, aggiunge, “sul nostro territorio è sorta e fra poco sarà inaugurata una chiesa dei Testimoni di Geova in via Gonfalone”. Il primo cittadino non chiude però le porte: “Ciò non toglie”, aggiunge infatti, “che, laddove dovesse giungerci qualche comunicazione in merito la nostra amministrazione si riserverà di valutare ogni iniziativa al riguardo”.


Giuseppe Cerfeda


Alessano

La speranza nel dono

Ad Alessano una serata di testimonianze e letture sulla forza dei pazienti. Domani 18,30, presso la Casa della Convivialità in via Corte Vittorio Emanuele. Fulcro della serata la presentazione del libro “Mi racconto a voi”, realizzato da sei ex pazienti e un team di professionisti del settore medico

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Si rinnova l’annuale appuntamento intitolato “La speranza nel dono”.

L’evento rappresenta un’importante occasione per condividere le esperienze e i racconti di pazienti che hanno affrontato il difficile percorso di cura e guarigione dai tumori del sangue.

L’evento è in programma per domani, martedì 19 novembre, dalle 18,30, presso la Casa della Convivialità in via Corte Vittorio Emanuele, ad Alessano.

I saluti istituzionali apriranno l’evento.

Seguiranno gli interventi del dottor Nicola Di Renzo (Direttore UOC Ematologia e Trapianti Cellule Staminali all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce), della dottoressa Anna Mele (Direttore UOC Ematologia e Trapianti Cellule Staminali all’Ospedale Cardinale Panico di Tricase) e del dottor Mario Tarricone (Presidente di AIL Lecce ODV e Referente nazionale del Gruppo Pazienti Linfomi AIL-FIL).

Il fulcro della serata sarà la presentazione del libroMi racconto a voi”, realizzato grazie alla collaborazione di sei ex pazienti e un team di professionisti del settore medico, tra cui i dottori Di Renzo, Mele, Dargenio, De Giorgi, De Risi, G. Greco, C. Greco e la dottoressa S. Sibilla.

Il progetto, nato per dare voce ai vissuti personali dei pazienti e delle loro famiglie, intende sensibilizzare il pubblico e promuovere una maggiore empatia e comprensione verso chi affronta queste sfide.

Attraverso la narrazione, l’obiettivo è migliorare la comunicazione medico-paziente, rendendo più evidente l’importanza di comprendere e rispondere alle esigenze individuali.

Durante l’evento, Elisea Ciardo e Valerio Melcarne interpreteranno le storie ed emozioni dei sei protagonisti, ripercorrendo il loro cammino dalla diagnosi alla guarigione con letture profonde e toccanti.

A concludere la serata, il dottor Vincenzo Pavone dell’Ospedale Cardinale Panico di Tricase offrirà un intervento riassuntivo e riflessivo.

La serata sarà moderata dalla giornalista Silvia Cazzato.

Il volume e l’iniziativa si inseriscono nel contesto della Medicina Narrativa, una disciplina che ha iniziato a diffondersi negli anni ’90 e che dal 2015 ha trovato il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, che ne ha pubblicato le linee di indirizzo per l’uso nelle malattie croniche e rare.

La Medicina Narrativa si distingue per l’adozione di una metodologia comunicativa che riconosce il valore della narrazione come strumento fondamentale per integrare i punti di vista di tutti gli attori del processo di cura.

La speranza nel dono” è un evento che invita alla riflessione e all’ascolto, sottolineando che dietro ogni numero e statistica c’è una persona con un vissuto unico e prezioso.

Partecipare significa contribuire a costruire una comunità più consapevole e solidale.

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Alessano

Tragedia ad Alessano: 26enne muore nel giorno del suo compleanno

Il giovane potrebbe essere deceduto a causa dell’utilizzo dei cosiddetti balloons, dei palloni contenenti un gas aspirato per godere degli effetti esilaranti

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Una festa finita in tragedia nel Capo di Leuca dove un ragazzo è deceduto nel giorno del suo compleanno.

È quanto accaduto nelle scorse ore ad Alessano dove ha perso la vita un 26enne del posto.

Il giovane era in compagnia di alcuni suoi amici per il suo giorno di festa. All’improvviso le celebrazioni si sono trasformate in dramma: per il ragazzo si è reso necessario l’intervento d’urgenza del 118, tra lo sgomento dei suoi amici.

Il giovane è irrimediabilmente deceduto nel giro di pochi minuti. A provocarne la morte, con tutta probabilità, secondo le prime ricostruzioni, l’utilizzo dei cosiddetti balloons, dei palloncini contenenti protossido d’azoto.

Una pratica in voga secoli fa tra i giovani britannici e tornata, purtroppo, di moda ai nostri giorni: inspirare il cosiddetto gas esilarante per godere degli effetti che provoca, una sorta di sballo esilarante.

Pratica che, purtroppo, può avere anche conseguenze letali. I carabinieri, intervenuti sul luogo della tragedia, sono al lavoro in queste ore per ricostruire nel dettaglio l’accaduto.

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Alessano

A casa non risponde e si teme il peggio. Ma era in ospedale da tre giorni

Sul posto carabinieri e vigili del fuoco allertati dai vicini e dalla donna che lo accudiva. L’uomo, invece, non si era sentito bene e aveva allertato da solo il 118

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Paura questa mattina per le sorti di un uomo di Alessano, residente sulla via per Specchia.

Molti hanno pensato al peggio quando hanno visto arrivare, sotto la sua abitazione, carabinieri e vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase.

Anche perché, sono noti in paese i problemi di salute dell’uomo, che deve ricorrere alle bombole di ossigeno per sopravvivere.

Nessuno sapeva dove potesse essere e persino la donna che lo aiutava in casa, non aveva più sue notizie da tre giorni.

Alla fine, si è scoperto che lo scomparso, proprio da tre giorni, si trova ricoverato presso il reparto di pneumologia dell’OspedaleCardinale Panico” di Tricase.

Si era sentito poco bene e, in qualche modo, era riuscito ad allertare il 118, che ha provveduto a trasportarlo in ospedale.

Evidentemente di notte, perché i residenti della zona erano ignari di tutto e non si erano accorti dell’avvenuto ricovero.

Sono stati i carabinieri a ricostruire l’intera vicenda e smontare la preoccupazione per il silenzio dell’uomo.

*In alto foto di repertorio

 

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