Alessano
Vertenza Adelchi: la solidarietà del Centro “Bertelli”
Il Centro Culturale “Alfonsina Bertelli” di Alessano ricorda che è passato oltre un mese da quando le lavoratrici e i lavoratori dell’Adelchi di Tricase hanno deciso di proseguire la lotta per la difesa del posto di lavoro e della loro dignità, occupando il tetto del Municipio di Tricase. E’ una lotta che oramai dura da quasi 10 anni, iniziata con scioperi e incatenamenti davanti ai cancelli della fabbrica Adelchi, per protestare, allora come adesso, contro il non riconoscimento dei loro diritti da parte del padre-padrone Sergio Adelchi. Oramai possiamo affermare che la classe operaia ha percorso tutte le strade necessarie per far conoscere e rivendicare il loro bisogno di giustizia e di soddisfazione dei bisogni che ogni essere umano deve avere. Come al solito, il padre-padrone, sostenuto dalle varie istituzioni, prende i suoi tempi, sia per sfiancare e indebolire la forza e la lotta dei lavoratori, sia per riuscire ad accaparrarsi altri finanziamenti o “favori” da parte dello Stato, suo complice. La classe operaia Adelchi in lotta ha capito fin troppo bene questi “giochetti”, come lo hanno capito bene le varie forze politiche e di governo che da anni stanno al “gioco” per accaparrasi anche loro la fetta di potere attraverso il consenso elettorale, e se dobbiamo chiamarla con il proprio nome, truffa elettorale. Per questo le lavoratrici e i lavoratori continuano con forza e determinazione a lottare affinché la giustizia popolare trionfi e si dica basta ai finanziamenti pubblici, a chi li usa solo per interessi personali e di famiglia, invece di investirli per permettere alle lavoratrici e ai lavoratori di vivere degnamente e non ai soliti parassiti e sfruttatori dell’umanità. E’ un giusto e ammirato insegnamento che questi lavoratori ci fanno vivere e che dobbiamo praticare ogni volta che i nostri diritti ci vengono negati. Così come ci fanno vivere il giusto e ammirato insegnamento la forza e il coraggio che hanno dimostrato in pieno Fascismo le lavoratrici e i lavoratori del tabacco che lottavano contro la sola “ipotesi di trasferimento del Tabacchificio Acait di Tricase” e perciò per la difesa del posto di lavoro e la libertà. Purtroppo, il 15 maggio 1935, contro questo bisogno che le lavoratrici e i lavoratori del tabacco portavano avanti con la lotta, le “forze dell’ordine” fecero una strage, fucilando sul posto della lotta le lavoratrici Nesca Maria, Scolozzi Donata, Panico Cosima, i lavoratori Panarese Pierino e Rizzo Pompeo; decine rimasero feriti, altri imprigionati e denunciati. Ieri come oggi, il movimento operaio e il proletariato di Tricase, dell’Italia e di tutto il mondo non si è stancato e mai si stancherà di combattere per una vita degna di essere vissuta. Viva la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Adelchi di Tricase.
Centro Culturale “Alfonsina Bertelli” – Alessano
Alessano
La speranza nel dono
Ad Alessano una serata di testimonianze e letture sulla forza dei pazienti. Domani 18,30, presso la Casa della Convivialità in via Corte Vittorio Emanuele. Fulcro della serata la presentazione del libro “Mi racconto a voi”, realizzato da sei ex pazienti e un team di professionisti del settore medico
Si rinnova l’annuale appuntamento intitolato “La speranza nel dono”.
L’evento rappresenta un’importante occasione per condividere le esperienze e i racconti di pazienti che hanno affrontato il difficile percorso di cura e guarigione dai tumori del sangue.
L’evento è in programma per domani, martedì 19 novembre, dalle 18,30, presso la Casa della Convivialità in via Corte Vittorio Emanuele, ad Alessano.
I saluti istituzionali apriranno l’evento.
Seguiranno gli interventi del dottor Nicola Di Renzo (Direttore UOC Ematologia e Trapianti Cellule Staminali all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce), della dottoressa Anna Mele (Direttore UOC Ematologia e Trapianti Cellule Staminali all’Ospedale Cardinale Panico di Tricase) e del dottor Mario Tarricone (Presidente di AIL Lecce ODV e Referente nazionale del Gruppo Pazienti Linfomi AIL-FIL).
Il fulcro della serata sarà la presentazione del libro “Mi racconto a voi”, realizzato grazie alla collaborazione di sei ex pazienti e un team di professionisti del settore medico, tra cui i dottori Di Renzo, Mele, Dargenio, De Giorgi, De Risi, G. Greco, C. Greco e la dottoressa S. Sibilla.
Il progetto, nato per dare voce ai vissuti personali dei pazienti e delle loro famiglie, intende sensibilizzare il pubblico e promuovere una maggiore empatia e comprensione verso chi affronta queste sfide.
Attraverso la narrazione, l’obiettivo è migliorare la comunicazione medico-paziente, rendendo più evidente l’importanza di comprendere e rispondere alle esigenze individuali.
Durante l’evento, Elisea Ciardo e Valerio Melcarne interpreteranno le storie ed emozioni dei sei protagonisti, ripercorrendo il loro cammino dalla diagnosi alla guarigione con letture profonde e toccanti.
A concludere la serata, il dottor Vincenzo Pavone dell’Ospedale Cardinale Panico di Tricase offrirà un intervento riassuntivo e riflessivo.
La serata sarà moderata dalla giornalista Silvia Cazzato.
Il volume e l’iniziativa si inseriscono nel contesto della Medicina Narrativa, una disciplina che ha iniziato a diffondersi negli anni ’90 e che dal 2015 ha trovato il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, che ne ha pubblicato le linee di indirizzo per l’uso nelle malattie croniche e rare.
La Medicina Narrativa si distingue per l’adozione di una metodologia comunicativa che riconosce il valore della narrazione come strumento fondamentale per integrare i punti di vista di tutti gli attori del processo di cura.
“La speranza nel dono” è un evento che invita alla riflessione e all’ascolto, sottolineando che dietro ogni numero e statistica c’è una persona con un vissuto unico e prezioso.
Partecipare significa contribuire a costruire una comunità più consapevole e solidale.
Alessano
Tragedia ad Alessano: 26enne muore nel giorno del suo compleanno
Il giovane potrebbe essere deceduto a causa dell’utilizzo dei cosiddetti balloons, dei palloni contenenti un gas aspirato per godere degli effetti esilaranti
Una festa finita in tragedia nel Capo di Leuca dove un ragazzo è deceduto nel giorno del suo compleanno.
È quanto accaduto nelle scorse ore ad Alessano dove ha perso la vita un 26enne del posto.
Il giovane era in compagnia di alcuni suoi amici per il suo giorno di festa. All’improvviso le celebrazioni si sono trasformate in dramma: per il ragazzo si è reso necessario l’intervento d’urgenza del 118, tra lo sgomento dei suoi amici.
Il giovane è irrimediabilmente deceduto nel giro di pochi minuti. A provocarne la morte, con tutta probabilità, secondo le prime ricostruzioni, l’utilizzo dei cosiddetti balloons, dei palloncini contenenti protossido d’azoto.
Una pratica in voga secoli fa tra i giovani britannici e tornata, purtroppo, di moda ai nostri giorni: inspirare il cosiddetto gas esilarante per godere degli effetti che provoca, una sorta di sballo esilarante.
Pratica che, purtroppo, può avere anche conseguenze letali. I carabinieri, intervenuti sul luogo della tragedia, sono al lavoro in queste ore per ricostruire nel dettaglio l’accaduto.
Alessano
A casa non risponde e si teme il peggio. Ma era in ospedale da tre giorni
Sul posto carabinieri e vigili del fuoco allertati dai vicini e dalla donna che lo accudiva. L’uomo, invece, non si era sentito bene e aveva allertato da solo il 118
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Paura questa mattina per le sorti di un uomo di Alessano, residente sulla via per Specchia.
Molti hanno pensato al peggio quando hanno visto arrivare, sotto la sua abitazione, carabinieri e vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase.
Anche perché, sono noti in paese i problemi di salute dell’uomo, che deve ricorrere alle bombole di ossigeno per sopravvivere.
Nessuno sapeva dove potesse essere e persino la donna che lo aiutava in casa, non aveva più sue notizie da tre giorni.
Alla fine, si è scoperto che lo scomparso, proprio da tre giorni, si trova ricoverato presso il reparto di pneumologia dell’Ospedale “Cardinale Panico” di Tricase.
Si era sentito poco bene e, in qualche modo, era riuscito ad allertare il 118, che ha provveduto a trasportarlo in ospedale.
Evidentemente di notte, perché i residenti della zona erano ignari di tutto e non si erano accorti dell’avvenuto ricovero.
Sono stati i carabinieri a ricostruire l’intera vicenda e smontare la preoccupazione per il silenzio dell’uomo.
*In alto foto di repertorio
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