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Casarano

Casarano dallo stadio fantascientifico agli ultrà divisi

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Nei miei ricordi di neo quarantenne, che, come canta Samuele Bersani, giocava per strada tra le Fiat 127 e mandava i palloni ad incastrarsi sotto le marmitte, c’è il pranzo della domenica consumato in fretta perché allo stadio giocava la Virtus; c’è la prima volta del Casarano in schedina; c’è il 2-0 inflitto al Bari e l’odore di una serie B a cui sicuramente si rinunciò in maniera volontaria per evitare di fare il passo più lungo della gamba. Quel Casarano e quelle emozioni ormai non ci sono più e la Virtus e tutto il movimento calcistico casaranese sono negli anni sprofondati fino all’inferno del calcio provinciale.


La speranza è tornata solo qualche anno fa quando due fratelli imprenditori, uno dei quali con il “vizietto”della politica, hanno cominciato a risollevare le malandate sorti del pallone a Casarano, dapprima pagandone i debiti e poi cominciando a costruire qualcosa di più concreto, con la speranza, condivisa da tutti, di tornare a vedere il bel calcio al “Capozza”. Ma oggi non parleremo dei programmi ambiziosi dei fratelli De Masi, del loro modo di spender così tanti soldi (troppi forse) in campionati come quello di Eccellenza o di serie D, che mangiano tanto senza dare in cambio quasi nulla in termini di ricaduta economica o pubblicitaria.


Non parleremo neanche del progetto fantascientifico di uno stadio che “Il Sole 24 Ore” annovera tra i migliori a livello mondiale, al fianco di impianti del calibro del Dalian in Cina, Valencia in Spagna, Firenze e Taiwan; uno stadio dal design innovativo, interamente coperto e dotato di un sistema fotovoltaico in grado di alimentare i consumi annui di oltre 700 abitanti. Così come non parleremo nemmeno di calciatori con un passato su e giù dalla serie C, che sono venuti a Casarano seguendo il profumo dei soldi, che sono stati osannati lo scorso anno e che pretendono in questo di campare di rendita, che prendono stipendi da migliaia di euro per star seduti in tribuna o per aggirarsi stancamente nelle aree di rigore avversarie dopo aver fatto baldoria la sera prima sino a tardi e che, al di là delle difese d’ufficio del Presidente, hanno un attaccamento alla maglia che si alimenta solo con gli zeri dello stipendio.


Oggi parleremo di un altro attore delle domeniche calcistiche casaranesi: il pubblico o meglio gli “Ultras” (o meglio ancora di quel che di essi rimane). Nel campionato 1951/52, la Roma venne retrocessa e proprio in quell’anno si sviluppò un fenomeno nuovo nell’ambiente sportivo capitolino: il tifo organizzato. I gruppi “Attilio Ferraris”, pochi all’inizio, si moltiplicarono in ogni angolo della città, nei centri del Lazio e nei paesi più lontani. Alla fine della stagione sportiva, nel momento in cui la Roma ritornava tra le elette del calcio italiano, si sarebbero contati 80 clubs, con 24mila tifosi tesserati. Ogni gruppo era diretto da un “capo-tifoso”, scelto dagli associati. Il fine istituzionale altro non era che quello di sostenere la squadra, sia negli incontri casalinghi, sia in quelli esterni.

A Casarano, colti dalla solita, inguaribile, smania di grandezza, si è imboccata la stessa strada. Un tempo c’era la “Nord”, punto preciso dello stadio dove si stava in pedi e stretti come sardine anche se il resto dello stadio era vuoto; dove la temperatura era sempre alta; luogo ben preciso da cui partivano i cori e le cui urla sincronizzate erano in grado di arrivare all’altro capo della città; una curva che metteva in soggezione i giocatori avversari e dava la carica a quelli di casa. Poi qualcosa si è rotto. Così come accadde a Roma quasi 60 anni fa, accanto ai CUSP (divenuti addirittura sinonimo di Ultras) sono nati gruppi e gruppettini di supporters, tutti ovviamente motivati dall’unico obiettivo comune di tifare Casarano, tutti con mille ambizioni tutte encomiabili e tutti con il proprio capo-popolo ad urlare inni ed incitazioni. Ma il “Capozza” non è l’Olimpico! Se nel ’52 la Roma poteva contare su più di 20mila tifosi organizzati, Casarano lo stesso numero di persone lo ha come abitanti…


L’avere un così alto numero di gruppi “ufficialmente riconosciuti” rende importante il tifo casaranese solo sulla carta. Sì, perché invece sugli spalti il risultato che vien fuori non è entusiasmante, è solo… patetico. Durante le partite casalinghe, infatti, fra uno sbadiglio ed un’incazzatura, ci si accorge dell’esistenza di questi gruppetti solo se si ha la fortuna che il vento soffi a favore e questa situazione ovviamente, più che rispetto nelle tifoserie avversarie, al massimo genera ilarità. Quanto appaiono lontani i tempi dei vetri tremanti… E’ proprio impossibile riunirsi? E se per una volta fossero i calciatori a contestare il pubblico?


Antonio Memmi


Casarano

Auto in fiamme a Casarano, danni anche ad una seconda vettura

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Pochi minuti prima dell’una, nella notte appena trascorsa, un’auto è stata data alle fiamme nel centro abitato di Casarano.

I Vigili del Fuoco di Lecce, dal Distaccamento di Gallipoli, sono intervenuti in via Carlo Poerio Alberto, dove una Renault Kalos ferma in sosta era stata avvolta dalle fiamme.

Gli operatori del 115 hanno provveduto allo spegnimento delle fiamme, evitando che l’incendio si propagasse e arrecasse ulteriori danni a persone, cose o rappresentasse un pericolo per la pubblica e privata incolumità.

A causa dell’irraggiamento termico, l’incendio ha causato danni anche a una seconda autovettura, una Lancia Y, parcheggiata nelle immediate vicinanze.

Sono attualmente in corso le indagini per accertare le cause che hanno originato l’incendio.

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Casarano

C come Casarano

Che festa in città! I tifosi possono finalmente esultare per il tanto agognato ritorno tra i professionisti

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È arrivato anche il conforto della matematica: il Casarano vince il difficilissimo girone H della serie D e corona il sogno del salto di categoria Con il tanto agognato, ritorno tra i professionisti.

dal nostro inviato Giuseppe Lagna

CASARANO-FIDELIS ANDRIA 4-0

Reti: pt 41′ Cajazzo; st 12′ Morales, 40′ Perez, 45′ Cerutti

È fatta! Il Casarano Calcio a distanza di ventisette anni ritorna in serie C, oggi Lega Pro.

Battendo la Fidelis Andria per quattro a zero, ha ottenuto la certezza matematica della promozione con due giornate d’anticipo.

La principale rivale in campionato, la Nocerina, è seconda a sette punti di distacco, quando le Serpi dovranno ancora giocare a Gravina e in casa contro l’Ischia.

Al triplice fischio il Capozza si è trasformato
nel paradiso della felicità, con calciatori, tecnici e dirigenti sotto la curva Nord e gli altri settori (in testa il presidente Antonio Filograna Sergio) a ricevere l’abbraccio e il plauso dei cinquemila spettatori presenti sugli spalti.

Simbolicamente compare anche uno splendido sole, dopo i novanta minuti trascorsi sotto il cielo carico di sabbia e con i riflettori accesi.

Circa un’ora dopo, finalmente guadagnata la sala stampa, prendono la parola il presidente Antonio Filograna Sergio, il tecnico Vito Di Bari, il direttore generale Fulvio Navone e il direttore sportivo Antonio Obbiettivo.

Unanimemente concordi nel definire la vittoria del campionato frutto di un grande lavoro di gruppo, dove tutte le componenti hanno marciato compatte, compiendo ognuna il proprio dovere.

La svolta vincente è stata individuata nel cambio di panchina a dicembre, avendo affidato l’incarico ad in allenatore giovane, capace e ambizioso.

Ne ha tratto vantaggio l’intera rosa, ampia, ma bisognosa del giusto impeto tecnico-tattico e agonistico.

La città di Casarano è in festa, mentre già si preannuncia l’apoteosi nell’ultima gara interna il 4 maggio, con le dovute coreografie in segreta preparazione.

Video della festa in città sulla nostra pagina Instagram: clicca qui

 

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Casarano

Arrestato rapinatore seriale

Scoperto e fermato l’autore di dieci rapine a mano armata negli esercizi commerciali nella zona compresa tra Casarano, Melissano, Matino, Supersano, Taviano, Collepasso

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I Carabinieri della Compagnia di Casarano hanno arrestato Donato Parrotto, 55enne del posto, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica.

La misura cautelare è stata emessa in esito delle indagini che hanno consentito di identificare il fermato come l’autore di dieci rapine a mano armata commesse nel territorio dal mese di novembre 2024 a febbraio scorso.

Parrotto è accusato di aver effettuato rapine all’interno di esercizi commerciali della zona, ed in particolare farmacie, tabaccherie, negozi ed alimentari, tra cui supermercati, tra Casarano, Melissano, Matino, Supersano, Taviano, Collepasso.

In tutti i casi l’uomo aveva i presenti con una pistola; in alcuni casi ha anche esploso colpi di arma da fuoco in aria.

L’uomo, per compiere le rapine, utilizzava delle autovetture rubate poco prima.

Per una di queste è stato riconosciuto anche come l’autore materiale del furto. Cona delle auto, ha compiuto anche una estorsione con il cosiddetto metodo del “cavallo di ritorno”, costringendo il legittimo proprietario a consegnargli 600 euro per la restituzione del mezzo dopo averlo utilizzato per le rapine.

Nel corso delle operazioni di perquisizione, nella sua disponibilità sono stati rinvenuti due pugnali, un coltello a serramanico, uno storditore elettrico e due ricetrasmittenti, tutto sottoposto a sequestro.

L’arrestato è ora in carcere a Lecce.

Dovrà rispondere dei reati di rapina aggravata, furto, ricettazione, estorsione, porto abusivo di pistola, esplosioni pericolose.

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