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Attualità

Casarano: la “mezza ciofeca” dell’Ospedale di Comunità

Il “Ferrari” destinato a pazienti che «necessitano di interventi sanitari clinici a bassa intensità», praticamente il passo successivo dopo le cure a casa: sarà buono solo per parcheggiare lì la vecchia zia che si è rotta un femore o che ha un mal di pancia che non passa; sia ben inteso, per un massimo di 30 giorni perché poi bisogna liberare il… parcheggio! L’appello a Donato Metallo

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Di tanto in tanto le case automobilistiche lanciano sul mercato delle nuove autovetture mentre altre invece hanno un modello di punta al quale, pur apportando modifiche, non cambiano mai il nome.


Le stesse dinamiche che sembrano seguire la Regione Puglia ed il suo esimio Governatore che, alcuni giorni fa, hanno lanciato sul mercato il nuovo modello di Sanità pugliese; l’ennesimo modello, l’ennesimo studio per rilanciare il settore più importante, più delicato e più lucroso del bilancio regionale.


Se focalizziamo l’attenzione su Casarano… beh, dire che ciò che è stato partorito per l’ospedale “Francesco Ferrari” sia qualcosa di clamoroso o di inaspettato, sarebbe una bugia.


Per la città (e per tutto il territorio circostante), in questa versione autunno/inverno della riforma, non si parla più di livelli ma è stata coniata, fresca fresca, la definizione di “Ospedale di Comunità”: una mezza ciofeca di struttura destinata a pazienti che «necessitano di interventi sanitari clinici a bassa intensità» (praticamente il passo successivo dopo le cure a casa).


L’Ospedale di Comunità, testualmente, «contribuisce a determinare una riduzione di accessi impropri ai servizi sanitari come il pronto soccorso o il ricovero ospedaliero».


Traducendo: si andrà alla struttura di Casarano per non disturbare i Pronto Soccorso o gli ospedali veri; insomma, per parcheggiare lì la vecchia zia che si è rotta un femore o che ha un mal di pancia che non passa (sia ben inteso: per un massimo di 30 giorni perché poi bisogna liberare il… parcheggio!).


Eppure, durante la sua campagna elettorale, Re Emiliano I di tutte le Puglie, acclamato, anzi osannato dai suoi sostenitori casaranesi che, così come faceva Fantozzi con il suo mega presidente galattico, lo applaudivano ad ogni sua dichiarazione, promise solennemente di riportare il nosocomio casaranese ai suoi antichi splendori, riportandolo a quel livello che la sua storia, la sua struttura e la sua localizzazione geografica richiedevano.


In realtà sarebbe bastato non avere sugli occhi i prosciutti dell’appartenenza partitica, per accorgersi che le sue promesse elettorali (notoriamente affidabili come una Panda in curva sul ghiaccio, NdA) non avevano alcun fondamento perché, proprio mentre stava ancora promettendo, si cominciava già a smontare anche il Reparto trasfusionale e di diabetologia.


In compenso Re Emiliano pensava al benessere dei pazienti, costruendo loro una grandissima piscina per il loro svago estivo. In molti sostenevano si trattasse dei lavori per il 4° lotto (finanziato ed avviato ormai da tempo ma fermo dopo gli scavi delle fondamenta) ma in realtà era un elemento di svago per i degenti.

Donato Metallo


Ora, però, mi sia concessa una chiusura irrituale: un appello ad un politico. No, non si tratta di Emiliano, (figuriamoci, sarebbe tempo e spazio perso); l’appello è per Donato Metallo. Per chi non lo conoscesse è un politico giovane, sicuramente valido (lo ha dimostrato facendo due volte il sindaco di Racale), preparato e sensibile (lo ha dimostrato in molte occasioni ed iniziative) e promettente esponente di area PD.


Caro Donato, concedimi un consiglio da fratello maggiore quale potrei esserti: attento a prestare la tua faccia pulita e soprattutto fai attenzione a “chi” tu la presti.


Vedi, alle chiacchiere vuote di Re Emiliano (soprattutto in materia di ospedale di Casarano), da tempo non ci crede più nessuno (forse nemmeno i Fantozzi casaranesi che lo applaudivano mentre il Ferrari moriva).


Tu, invece, caro Donato, riscuoti fiducia ed addirittura entusiasmo politico e future speranze per Casarano anche se casaranese non sei.


Diciamo però che l’aver avvalorato e rilanciato le vacue promesse di Emiliano, mettendoci la tua faccia e la tua credibilità, salvo da lui esser smentito con i fatti, non ti ha fatto fare una bella figura e questo, onestamente, non lo meriti.


L’ospedale di Casarano ormai è andato; rimarrà un vecchio e nostalgico ricordo e qualche rammarico per non esser stati capaci di fare di più; speriamo almeno di non perdere la credibilità di un giovane politico che magari in futuro qualcosa di buono per questa Casarano (forse) la potrà fare.


Antonio Memmi


Attualità

Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera

La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»

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Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.

Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.

I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.

Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.

Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.

L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.

Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.

Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».

Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».

«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».

«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».

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Attualità

Ospedale di Casarano, «eterna emergenza»

Carenza di personale al “Ferrari”: «Sette reparti in affanno. Difficoltà a programmare i turni, rischio burnout e incapacità di gestire il paziente». Fp Cgil chiede «Subito una Commissione Sanità ad hoc»

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«Rischio burnout, disservizi, paralisi della struttura: subito una riunione monotematica della Commissione Regionale sulle sofferenze dell’ospedale di Casarano».

Sono giorni complicati in molti reparti del “Ferrari”, che vive una delle più gravi carenze di personale della sua storia.

La Fp Cgil Lecce ha scritto alla Regione (al presidente della terza Commissione e al responsabile del Dipartimento Salute) ed ai dirigenti di Asl e presidio per denunciare tutti i disagi vissuti da pazienti e lavoratori: «Il fabbisogno è talmente alto da non riuscire a garantire, in molti casi, neppure la normale turnazione».

«Dopo un’attenta ricognizione», il sindacato segnala «ben sette unità operative in sofferenza e ai limiti della capacità di gestire la salute del malato, oltre alla vicenda delle squadre antincendio».

REPARTO PER REPARTO

«In Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza per coprire i turni si ricorre alle attività aggiuntive.

Nel reparto di Anestesia e rianimazione e nel Blocco Operatorio mancano anestesisti, infermieri e operatori sociosanitari (Oss).

L’unità operativa di Patologia clinica non dispone di un numero sufficiente di biologi e tecnici di laboratorio. 

Particolarmente grave la situazione in Radiologia, dove i tecnici sono costretti a saltare il giorno di riposo e la programmazione dei turni mensili è diventata un’impresa impossibile da realizzare.

A Neurologia mancano infermieri ed Oss: qui addirittura di recente è stato richiesto al personale smontante di garantire anche il turno successivo di notte.

Nel reparto di Geriatria il turno è composto un Oss e due infermieri, ma è evidente che un solo Oss non può riuscire a soddisfare l’assistenza diretta al paziente.

Infine, nell’unità di Cardiologia mancano medici, infermieri e Oss».

 SANITASERVICE E ANTINCENDIO

«Ci sono appena quattro persone nell’organico della squadra antincendio e tra queste, una si trova in aspettativa lunga. Per garantire la copertura dei turni, si attinge al personale di Sanitaservice, che però in caso di necessità può garantire l’intervento solo al mattino. Una situazione che costringe le 3 persone in organico a lavorare costantemente di pomeriggio, di notte e nei festivi. Solo l’abnegazione e la dedizione del personale, davvero innamorato della propria professione e fedele al dovere nei confronti del paziente, garantisce l’attività in un ospedale importante come quello di Casarano», dicono Floriano Polimeno, segretario generale della Fp Cgil Lecce, e Cosimo Malorgio, coordinatore provinciale per la Fp Cgil.

«Proseguire oltre», aggiungono, «non è possibile. Il rischio burnout, ossia dello stress da lavoro-correlato, è concreto. Continuando così, poi, si va dritti verso la paralisi dell’ospedale, incapace di erogare prestazioni sanitarie. Spiace constatare che nonostante gli interventi politici e le audizioni alla Commissione regionale Sanità, nulla sta cambiando».

 

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