Attualità
I posti in ospedale? Li decidono i partiti!
Altro che Archimede! Se a decidere sono i partiti e quindi i capigruppo, facciamo a meno di tutti: dai Comitati che si impegnano, ai Dirigenti sanitari che esprimono pareri ai Sindaci che si incazzano…
C’era una volta, qualche anno fa, la sanità pugliese. Certo, con tutti i suoi limiti, tutte le sue inefficienze e soprattutto tutti i suoi sprechi. Una soluzione andava sicuramente trovata e l’allora Governatore Fitto cercò di prenderla con una riforma forse potenzialmente efficace ma di sicuro talmente impopolare da contribuire in maniera decisiva alla sua mancata rielezione alla guida della Regione.
L’arrivo di Vendola, nonostante i proclami pre-elettorali, non avrebbe certo potuto cambiare le cose, soprattutto perché i conti della sanità erano sempre più in rosso. Fu così che, dopo aver cambiato un po’ di punteggiatura e la veste grafica della riforma Fitto, giusto per far vedere di essersi impegnato un po’ e di non aver solo copiato, anche Vendola comincia con i suoi tagli che alla fine si sono rivelati essere ancora più incisivi e dolorosi di quelli solo ipotizzati dal suo predecessore.
Riconducendo il discorso a Casarano, si è assistito ad una lenta ma inesorabile “spogliazione” dei Reparti e delle specificità del Ferrari, con un trend che diveniva sempre più preoccupante. L’ultima “vittima” predestinata sembrava essere l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia. “Non ci sono i numeri”, veniva ripetuto come un mantra dagli “esperti” della Regione.
Il primo passo è stato far fuggire il primario titolare e non averne nominato nessuno in sostituzione (con indubbie ripercussioni negative sulla fiducia delle future puerpere nel reparto Casaranese e quindi un fisiologico calo dei numeri stessi). Il tutto, infatti, sembrava ruotare su questo benedetto numero dei nati che (a loro dire) era esiguo per giustificare il mantenimento in vita del punto nascita casaranese.
Il ballottaggio sembrava giocarsi con il nosocomio di Gallipoli (a parte alcune folli pensate che prevedevano la chiusura di entrambe, con la conseguenza di tornare a far partorire in casa come durante la guerra). I sedicenti esperti della Regione hanno cominciato quindi a dirci che, per decidere, avrebbero dovuto studiare i numeri, i grafici, le percentuali e scegliere la soluzione tecnicamente più vantaggiosa, cercando magari di compensare la struttura ospedaliera che avrebbe perduto il proprio punto nascita, con la salvaguardia di qualche altra Unità Operativa.
Ed io me li immagino questi sedicenti esperti, quasi come se fossero degli Archimede, l’inventore di Paperopoli, persi nei loro calcoli e nei loro grafici. Ebbene… cazzate! Al termine delle loro valutazioni, infatti, Casarano vedeva fatto salvo il proprio punto nascita a discapito del reparto di ortopedia che sarebbe invece passato a Gallipoli. Erano così sicuri dei propri calcoli e dei propri risultati che hanno mandato l’assessore Pentassuglia a fare la parata dei consensi e ad illustrare il Piano di Riordino Sanitario che la Giunta Regionale intendeva approvare nel mese di novembre. C’erano tutti, come nelle grandi occasioni: Consiglieri regionali, Sindaci dei Comuni sede di distretto sanitario, Organizzazioni sindacali, Direttori sanitari. Sembrava la fine della telenovela durata anni. Ma la politica è fatta di parole, tante parole, e segue strade imperscrutabili che si possono riassumere così: gli interessi e l’opportunismo prima di tutto!
Ora facciamo insieme una considerazione: i capigruppo fanno dei lavori più svariati nella loro vita privata, ma più di tutto sono dei mestieranti della politica; dimostrando estrema disinvoltura tanto che scelgano i responsabili della monnezza, tanto che individuino i primari da nominare o, come in questo caso, l’apertura o meno di un punto nascita.
Ed allora, visto che ormai è universalmente risaputo che a decidere sono i partiti e di conseguenza i capigruppo, facciamo a meno di tutte le altre Istituzioni: dagli Archimede ai Comitati che si impegnano, dai Dirigenti Sanitari che esprimono pareri ai Sindaci che si incazzano. Facciamo a meno di tutti; ci bastano i capigruppo di maggioranza, le loro logiche di partito. E se si continuerà a nascere a Casarano, il merito o la colpa sarà degli stessi che scelgono i responsabili della monnezza.
Antonio Memmi
Attualità
Santa Caterina, strada intitolata al Giudice Sodo
L’amministrazione comunale ha deliberato l’intestazione di una strada della marina di Nardò al compianto “Pretore d’assalto”
L’amministrazione comunale ha deliberato l’intestazione di una strada di Nardò, precisamente nella marina di Santa Caterina, al compianto giudice Angelo Sodo.
L’iniziativa è stata proposta da Carlo de Bartolomeis, diciassettenne, studente del Liceo Scientifico Banzi di Lecce e nipote del giudice Angelo Sodo.
Il giudice Sodo è ricordato per quanto si spese in favore della comunità neretina e non solo, tutelando beni paesaggistici dalle speculazioni edilizie.
Pretore di Nardò per 42 anni, Consigliere di Cassazione, Presidente della Commissione Tributaria di II grado della Puglia, sez. di Lecce e docente universitario presso l’Università di Bari.
Per i tempi furono innovative le sue sentenze, come il sequestro dei volatili al di sopra del Parco Naturale di Porto Selvaggio affinché i bracconieri, se colti in flagranza di reato con la selvaggina, sarebbero stati punibili o arrestati per Legge.
Tante le altre sue sentenze conosciute, adottate negli anni a cavallo tra il 70 e il 90.
Inoltre, fu il “Pretore d’assalto” a preoccuparsi e a far porre il limite di velocità sulla strada che collega Nardò alle marine, teatro di numerosi incidenti mortali.
L’idea iniziale era, come di prassi, porre il limite di 50 km/h lungo il tratto di strada (attuale via Benedetto Leuzzi e Str. Santa Caterina) e, così, assieme al sindaco di Nardò di quegli anni, si recarono ad acquistare i paletti con sopra il limite di velocità.
Per sfortuna da un lato, ma per fortuna dal lato che riguarda la sicurezza stradale, il giudice Sodo ed il sindaco, non trovando divieti di oltrepasso di 50 km/h, furono costretti a porre il limite di 30 km/h.
La perseveranza da cui era accompagnato Sodo, costrinse ad applicare quei limiti, che tutt’oggi sono presenti lungo la strada.
Tante sono le sentenze emanate dal dott. Sodo, ad esempio il sequestro del tratto di mare ove era affondata una nave romana con all’interno varie anfore e suppellettili dell’epoca.
Il tutto al fine di consentire il recupero di questi oggetti, il successivo restauro ed infine l’esposizione al pubblico presso il museo provinciale.
Inoltre, una celebrazione della strada intestata al compianto dott. Sodo, la già via Monte Alto di Santa Caterina, sarà programmata prossimamente in accordo con l’amministrazione comunale di Nardò.
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Attualità
Donne all’Opera: il 1 Polo contro la violenza sulle donne e i bambini
Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere…
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e i minori, il Polo 1 di Galatina, in collaborazione la Commissione Pari Opportunità, d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità di Galatina, organizzano l’evento “Donne all’Opera” che si svolgerà lunedì 25 novembre, a partire dalle 9:30, presso il teatro Cavallino Bianco di Galatina.
Dopo i saluti istituzionali ci sarà un concerto a cura della Salent’Opera, orchestra Sinfonica Giovanile diretta dal M° Tommaso REHO.
Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere.
Di grande pregio la presenza del Cav. Malala Yousafzai dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nella persona della dr.ssa Paola GABRIELI, che da dieci anni coordina l’unico centro antiviolenza pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia, lavorando sul territorio dell’Ambito di Galatina accanto alle donne e ai figli minori con la presa in carico, nella difesa dei loro diritti, oltre alle attività di sensibilizzazione e formazione, al fine di favorire l’emersione del fenomeno e il contrasto alla violenza di genere.
Attualità
“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.
“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:
Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.
Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.
Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.
La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.
Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.
Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.
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