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Attualità

Un parco inclusivo per Casarano

La prima città del sud Italia a dotarsi di un parco che abbia caratteristiche di inclusività per i bimbi che hanno diversi tipi di disabilità

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Fra i tanti princìpi sanciti dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia emanata dall’UNICEF, ce n’è uno molto bello e significativo che riguarda il cosiddetto diritto al riposo, al tempo libero ma soprattutto il diritto a dedicarsi al gioco ed alle attività ricreative proprie dell’età dei bimbi.


Nelle tante, false convinzioni di noi occidentali, siamo convinti che questi princìpi siano per noi solo degli esercizi di Democrazia e destinati tutt’al più a quei Paesi arretrati dove i bambini vengono maltrattati e discriminati; Paesi che noi vediamo al massimo in qualche servizio in tv.


Ma rispondete a questa domanda: quanti bimbi portatori di handicap voi vedete ridere in un parco giochi? Basta quindi porsi questo quesito per capire d’un tratto che quei princìpi dell’UNICEF valgono anche per noi. Sono infatti pochissimi i comuni in Italia (ed ovviamente nessuno al sud) che si sono preoccupati di avere un parco giochi cosiddetto “inclusivo”: un luogo che sia in grado di accogliere anche (e non esclusivamente) quei bambini con diversi tipi di disabilità. Casarano sarà quindi l’unica città dell’intero sud Italia a dotarsi proprio di un parco che abbia queste caratteristiche di inclusività per i bimbi che hanno diversi tipi di disabilità.


L’Associazione ONLUS “un sorriso in più” ha presentato infatti, alle autorità comunali competenti, un progetto tecnico ed una richiesta di autorizzazione alla realizzazione, in un’area comunale, di un parco ludico-creativo destinato all’utilizzo promiscuo da parte dei bambini diversamente abili e normodotati. Questo parco inclusivo dovrà ovviamente avere parcheggi idonei per i mezzi di persone con disabilità, terreno privo di ostacoli per carrozzine, un’area giochi con fondo in gomma, spazio intorno ai giochi privo ghiaia, insomma:  tutta una serie di accorgimenti per l’incolumità e l’accessibilità di tutti.


Tutti” è infatti la parola chiave dell’intera iniziativa” – dichiara Barbara Micelli, Presidentessa della ONLUS che ha da poco compiuto un anno di vita – “è importante infatti che non ci siano giochi per bambini normodotati distinti da quelli per bambini con disabilità, perché tutti i bambini hanno una naturale capacità di includere gli altri nei loro giochi e magari… saranno in grado loro di ricordarlo a noi adulti”.

L’idea è quella di riqualificare Piazza San Giovanni XXIII (nei pressi dell’Ospedale Civile “Francesco Ferrari”). L’intero progetto sarà a cura e spese dell’Associazione che si impegnerà ad adottare diverse campagne di sensibilizzazione per raccogliere i fondi necessari. Il progetto prevede la riqualificazione dell’area mediante recinzione e pavimentazione in gomma cosiddetta antitrauma, il potenziamento dell’illuminazione, un percorso per non vedenti che parta dall’interno dell’Ospedale, parcheggi, accessi facilitati ed, ovviamente, l’acquisto dei giochi.


Il tempo di realizzazione è stimato in un anno, al quale però va ovviamente sommato il tempo necessario a racimolare i 120.000 euro necessari a finanziarlo. L’avvio ufficiale alla raccolta fondi e la presentazione alla stampa, è stato fissato per il 21 aprile prossimo nell’ambito di una conferenza in cui verranno esposti tutti i punti del progetto. Abbiamo l’occasione per far parlare finalmente bene di Casarano e per farne (una volta tanto) un esempio di civiltà; e 120mila euro non son poi una cifra impossibile da raggiungere. Diamoci da fare!


Antonio Memmi


Attualità

L’esperienza USA di tre studenti di medicina di Unisalento

Francesca Laudisa di Lecce, Francesca Miccoli di Galatina e Paolo Vantaggiato di Cutrofiano partecipano al prestigioso programma Mazzotti Anatomy Conferences sull’anatomia umana negli Stati Uniti

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Un’opportunità straordinaria ha visto protagonisti tre promettenti studenti del Corso di Medicina dell’Università del Salento: Francesca Laudisa di LecceFrancesca Miccoli di GalatinaPaolo Vantaggiato di Cutrofiano.

I tre giovani, allievi della Scuola Superiore ISUFI (Istituto Superiore Universitario di Formazione Interdisciplinare) di UniSalento, hanno partecipato con grande entusiasmo alla prestigiosa Mazzotti Anatomy Conferences (MAC), facendo un’esperienza formativa unica nel suo genere che supera i confini delle tradizionali lezioni universitarie.

La Mazzotti Anatomy Conferences, promossa da Chartered Professors LLC, una comunità di docenti universitari statunitensi dedita alla formazione di eccellenza a livello globale, è da 15 anni un evento di riferimento per gli studenti di medicina.

Ogni estate, la MAC riunisce a Buffalo, nello stato di New York, i migliori studenti italiani selezionati in base al merito. Quest’anno, il Comitato Scientifico dell’Organizzazione ha accolto le candidature dei tre talenti salentini, riconoscendone l’elevato profilo accademico.

Durante le due settimane del corso, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di prendere parte a laboratori di dissezione su corpi umani donati alla scienza, un’esperienza che ha permesso loro di affinare le competenze pratiche e identificare le diverse strutture anatomiche. Questi laboratori pratici sono stati affiancati da sessioni teoriche che hanno consolidato le conoscenze attraverso lezioni, seminari e discussioni guidate da professori universitari e specialisti di settore.

Le attività di studio non si sono limitate alla semplice anatomia, ma hanno incluso l’analisi anatomo-patologica finalizzata all’identificazione delle cause di morte e alle correlazioni cliniche con le patologie osservate.

Particolarmente significative sono state le esercitazioni pratiche sulle suture, che hanno arricchito ulteriormente il bagaglio tecnico degli studenti.

La partecipazione alla MAC è stata un’importante occasione di confronto e scambio per gli studenti italiani, che hanno potuto instaurare una rete di contatti con futuri colleghi e scienziati da diverse università del Paese.

Tra i partecipanti, Paolo Vantaggiato ha ottenuto un punteggio eccezionale nel test finale, guadagnandosi una borsa di studio interna che gli ha permesso di prolungare il soggiorno negli Stati Uniti come studente-tutor.

Durante la sessione di settembre 2024 presso la Jacobs School of Medicine and Biomedical Sciences dell’Università di Buffalo, ha collaborato con i docenti approfondendo ulteriori aspetti anatomo-patologici e clinici.

L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla sensibilità e al supporto delle associazioni no profit Tria Corda e Angela Serra Odv – Per la ricerca sul cancro, entrambe con sede a Lecce e con filiali anche in altre città italiane ed estere.

Queste associazioni hanno creduto nel progetto e lo hanno sostenuto finanziariamente, diventandone gli sponsor ufficiali.

Gli studenti Laudisa, Miccoli e Vantaggiato hanno espresso unanime gratitudine alle Associazioni Tria Corda e Angela Serra per la loro generosità, sottolineando come il loro contributo abbia reso possibile un’esperienza di inestimabile valore formativo.

«La lungimiranza scientifica di queste associazioni rappresenta un faro di speranza per tutti coloro che credono nel valore della formazione e dell’eccellenza», hanno dichiarato i giovani protagonisti.

L’Università del Salento, con il proprio Corso di Studi in Medicina e Chirurgia, continua a distinguersi per l’impegno nella formazione di futuri medici capaci di eccellere e contribuire alla crescita della comunità medica e scientifica.

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Attualità

Casarano, studenti del “Montalcini” in piazza

I portavoce dei manifestanti: «Non stiamo cercando lo scontro, vogliamo solo che le nostre istanze vengano prese sul serio. Questa scuola può e deve diventare un luogo migliore per tutti»

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Manifestazione pacifica degli studenti al LiceoRita Levi Montalcini” di Casarano.

Tante volte noi adulti rimproveriamo i nostri ragazzi di non dare impulso ai loro bisogni e di non manifestare i loro disagi.

Gli studenti del “Montalcini” lo hanno fatto nel modo migliore senza mai degenerare.

Sono scesi in piazza per «chiedere un dialogo costruttivo e denunciare le problematiche interne».

Ovviamente non tocca a noi sindacare sulle questioni da loro poste, comunque al centro delle loro rivendicazioni vi sono «tre questioni principali che da tempo generano malcontento all’interno della comunità scolastica».

Le problematiche sollevate dagli studenti del Liceo casaranese:

«Clima di tensione crescente. Lamentiamo un disagio costante legato alla percezione di un ambiente scolastico caratterizzato da stress e tensioni. La pressione psicologica avvertita quotidianamente inficia il nostro benessere e il rendimento»;

«Uso ricorrente delle note disciplinari. Sebbene il regolamento d’Istituto preveda l’adozione di misure disciplinari, vi è un’applicazione eccessiva e, in alcuni casi, sproporzionata di tali provvedimenti. Questo approccio finisce per esasperare i principi educativi e punitivi invece di favorire una crescita consapevole».

«Assenza di una comunicazione efficace. Uno dei nodi centrali è la mancanza di un dialogo diretto e trasparente tra l’Istituzione scolastica, gli studenti e le famiglie. Ci sentiamo spesso ignorati o non ascoltati nei tentativi di portare avanti proposte o segnalare difficoltà».

Tutto è nato da «una circolare controversa» che ha provocato la reazione degli studenti

«La mobilitazione», hanno spiegato i manifestanti, «nasce dal desiderio di rendere note queste problematiche e di cercare soluzioni condivise. Le difficoltà sono state ulteriormente aggravate da una circolare pubblicata nei giorni precedenti dalla dirigenza scolastica. In essa, si affermava di “non aver mai ricevuto riscontri negativi” rispetto alle questioni sollevate, una dichiarazione che ci ha lasciato perplessi. Al contrario, abbiamo cercato più volte di instaurare un dialogo, senza mai ricevere risposte concrete».

Sempre secondo gli studenti scesi in piazza, «la circolare conteneva, inoltre, un riferimento esplicito alla possibilità di infliggere note disciplinari agli alunni che avessero partecipato alla manifestazione», un’intimidazione che molti hanno percepito come «un ulteriore tentativo di reprimere il dissenso».

Il paradosso delle sentenze disincentivanti

«Alcuni alunni», aggiungono i manifestanti, «si rifugiano in atteggiamenti di rassegnazione, sostenendo che “le cose non cambieranno” o che “ogni sforzo è inutile”. Questo atteggiamento è una sorta di auto-sabotaggio, risulta paradossale, considerando che proprio chi si dichiara vittima di tali realtà contribuisce indirettamente a perpetuarle».

La circolare della discordia

«Anche se si è detto che quest’anno non si sia cercato il dialogo», specificano gli studenti, «è giusto far sapere che: lo scorso hanno è pervenuta alla dirigente una richiesta corredata di sessanta firme, protocollata, nella quale si richiedevano chiarimenti in merito alla circolare 502 che prevedeva di adottare modalità per le uscite anticipate ritenute illegittime. Si richiedeva ai genitori di dare una certificazione del motivo dell’uscita riguardo dove si stesse andando con il minore. La certificazione sarebbe, poi, stata valutata come legittima o meno dalla dirigente. È stato risposto che non si voleva cambiare la linea adottata, ripresa quest’anno. Abbiamo, dunque, ritenuto di esprimere un disagio diffuso».

Un appello per il dialogo

Su una cosa gli studenti del “Montalcini” sono chiari: «La manifestazione in corso vuole essere un segnale forte ma pacifico: chiediamo di essere ascoltati e di poter discutere con serenità dei problemi che riguardano il nostro futuro scolastico. Il nostro obiettivo non è alimentare scontri, ma creare un clima di collaborazione in cui l’Istituzione scolastica, le famiglie e gli alunni possano lavorare insieme per migliorare la qualità della vita scolastica».

«Non stiamo cercando lo scontro», confermano i portavoce della manifestazione, «vogliamo solo che le nostre istanze vengano prese sul serio. Questa scuola può e deve diventare un luogo migliore per tutti».

Per completezza di informazione abbiamo provato a contattare anche la dirigente scolastica del Liceo “Montalcini”, Monia Casarano.

La dirigente scolastica ci ha fatto sapere che provvederà in seguito con una nota ufficiale.

Ovviamente confermiamo la nostra disponibilità ad ospitarla per conoscere anche il punto di vista dell’istituzione scolastica.

L’auspicio è che l’iniziativa odierna possa rappresentare un punto di partenza per un dialogo costruttivo e non per ulteriori divisioni.

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Attualità

Volo in ritardo, salentini risarciti

Marito e moglie di Lecce ricevono 500 euro per i disagi subiti sulla rotta Milano-Brindisi. Anziché atterrare alle 21,30, come previsto, il volo è giunto all’aeroporto di Brindisi solamente l’indomani poco dopo l’una di notte

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Dovevano rientrare a casa dopo aver trascorso qualche giornata in serenità.

Al rientro, però, il volo Easyjet Milano-Brindisi ha portato un ritardo di quasi quattro ore, cambiando tutti i piani previsti in precedenza per una coppia leccese.

Anziché atterrare alle 21,30, come previsto, il volo è giunto all’aeroporto di Brindisi solamente l’indomani e precisamente alle 01,05.

Un ritardo di quasi quattro ore per i due abitanti di Lecce, avvenuto il 6 giugno scorso, che ha portato non pochi disagi a loro e ad altri passeggeri del volo.

Sulla questione è intervenuto il Giudice di Pace di Brindisi, che, pochi giorni fa, ha disposto che Easyjet debba effettuare il pagamento di 500 euro nei confronti della coppia.

«Il Giudice di Pace di Brindisi», commentano da ItaliaRimborso, che ha fornito supporto ai passeggeri aerei, «ha applicato il Regolamento Comunitario 261/2004, che tutela i passeggeri aerei anche in casi di ritardo aereo. Oltre le tre ore di ritardo, infatti, i passeggeri possono richiedere la compensazione pecuniaria. Nella fattispecie non vi erano circostanze di sciopero o di condizioni meteo avverse».

ItaliaRimborso punta a far valere i diritti dei viaggiatori ed ancora una volta ha ricevuto una sentenza accolta, come accaduto nel 97,8% dei casi.

In caso di necessità, per attivare l’assistenza è possibile farlo agevolmente, compilando il form nell’homepage del sito italiarimborso.it.

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