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Castrignano del Capo: l’avvicendamento attorno al sindaco

Conferite le nuove deleghe dopo la rottura con Chiffi, Pizzolante e Calabrese, che intanto in piazza non le mandano a dire al primo cittadino

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Conferite le nuove deleghe (il dettaglio in fondo) a Castrignano del Capo dopo la rottura nella maggioranza tra il sindaco ed i consiglieri Katya Pizzolante, Roberto Calabrese e Giulia Chiffi.





Consiglieri che la sera del 5 agosto scorso sono intervenuti in un incontro pubblico con la cittadinanza per chiarire le proprie posizioni in merito al recente terremoto politico che ha investito la cittadina più a sud della Puglia.





Molti gli elementi toccati dai loro discorsi: i consiglieri hanno accusato il sindaco di bloccare molte loro iniziative e proposte, anche se precedentemente condivise, e di non essere capace di tenere coeso il gruppo. Altra dichiarazione forte ripetuta dai tre è che da tempo il sindaco minacciava di sostituirli. Prospettiva “divenuta concreta nel consiglio comunale del 30 luglio, in cui il gruppo di minoranza Ancora Oltre, guidato dall’ex sindaco Santo Papa, ha offerto la stampella al sindaco (leggi qui) che non aveva più i numeri per approvare l’assestamento di bilancio”.





Katya Pizzolante, ex titolare delle deleghe a Commercio, Attività Produttive e Pari Opportunità, ha ripercorso la sua esperienza all’interno dell’amministrazione Petracca, denunciando “giravolte del sindaco e mancanza di trasparenza nella gestione di alcune cruciali questioni di competenza del suo assessorato”.





Roberto Calabrese, cui il sindaco ha revocato le deleghe a Patrimonio e Ambiente, ha illustrato alla piazza gremita i progetti proposti all’attenzione del sindaco e bocciati, tra cui il “progetto sul biolago, che avrebbe consentito di recuperare le acque reflue e piovane e valorizzare la biodiversità del territorio”.





Calabrese ha anche sostenuto che il sindaco avrebbe “pregiudizievolmente ostacolato le sue iniziative, anche quelle già finanziate, come il “mangiaplastica”, e remato contro il raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata, vanificando gli sforzi del consigliere”.




Stesso appello con cui ha aperto il suo discorso l’ex assessore Giulia Chiffi, che ha condiviso la sorte di Calabrese. Il sindaco ha deciso di revocarle le deleghe a Politiche Sociali, Cultura e Politiche Giovanili (dimenticando l’associazionismo) con immediata decadenza della carica assessorile. Notifica che la Chiffi ha definito “inaspettata dopo le tante azioni portate avanti, come un progetto sociale da 1.000.000 di euro, l’avvio della biblioteca e del LUG di Giuliano”.





I tre consiglieri, che hanno rimandato al mittente le accuse di aver complottato per far cadere l’amministrazione e anzi evidenziano come la crisi politica sia frutto esclusivamente delle scelte del sindaco, invitandolo più volte a un pubblico confronto in piazza, hanno chiesto al sindaco di chiarire le dinamiche che lo hanno portato a fare “pulizia” in maggioranza e ad aprirsi all’avversario che ha più contrastato.





Nel frattempo, nelle scorse ore è giunto il decreto a firma del sindaco per il rimpasto della giunta che ora affida deleghe a Santo Papa, Cosima De Maria, Isabella Diso Pisani ed Angelo Pirelli così come segue nelle immagini:










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“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.

“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:

Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.

Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.

Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.

La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.

Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.

Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.

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Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera

La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»

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Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.

Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.

I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.

Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.

Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.

L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.

Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.

Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».

Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».

«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».

«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».

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